Nozioni di marketing ( le avventure di Barabànov e Mariputèn)
di Paolo Gentiluomo
*
Una estate per Barabànov
non c’era stato mare, o quasi.
Giusto un paio di volte c’era stato mare,
che era già agosto, mare,
e aveva stabilito che quell’agosto
senza mare o quasi, quell’estate
senza mare o quasi, doveva essere
un deciso spartiacque della sua vita.
Spartiacque vuol dire una roba in mezzo
che poi c’è un di qua e un di là,
poteva essere tipo che decideva
di non fare più mare d’ora in poi,
e allora c’era un prima con mare
anche se poco e c’era un dopo
senza mare, niente niente.
Solo che capite bene che basta una volta
che ci hai la debolezza di andare al mare
e hai annegato in un attimo fuggente
il tuo bel proposito mai più mare.
Il prima si mescola col dopo,
lo spartiacque non ha retto,
la tua volontà non ha retto,
ti senti un uomo di merda, per di più bagnata,
perchè non hai rispettato la tua decisione,
hai fatto mare, e fosse stato un bel mare.
Magari un mare con spiaggia ingolfata di corpi
e mare pieno di stronzi galleggianti, e tu
per ‘sto mare qui, che c’era il sole coperto,
ci hai messo una vita per arrivarci
e ti multano l’auto, se non che te la portan via,
perdi un sandalo, ti urtica una medusa,
per questo mare qui hai infranto lo spartiacque,
hai affogato il prima e dopo, miserabilmente.
Complimenti, non c’è che dire, dice Mariputèn.
Complimenti, cosa viviamo a fare al mare,
traslochiamo in campagna.
*
Avveniva che per l’ennesima volta
Barabànov e Mariputèn cambiassero casa,
avveniva per l’ennesima volta che Barabànov
trasportasse le cose più inutili da un posto all’altro
senza considerare la possibilità di liberarsene,
approfittare di un trasloco per buttare via delle cose,
cose nel vero senso generico della parola,
se scrivi cose nel tema senza nemmeno leggere il resto
metto due, così alle scuole medie la professoressa pucci
che insegnava a Mariputèn che dice:
la tua stupida memoria si porta dietro
le stesse cose inutili che ti porti dietro tu.
Ti porti un mobile che serve per dispensa?,
no, ti porti uno scatolone di piccole carabattole!,
ti ricordi come si interviene in caso di urgente soccorso?,
no, ti ricordi come si chiama la mia professoressa
di italiano delle medie!,
e chissà cosa ti serve di più adesso
che il mobile è crollato sul corpo
del tuo amico venuto a darci una mano?
Eh, lo schiaccia inesorabilmente, vero? Dice Barabànov.
*
La passione per gli uccelli, gli uccelli
soprattutto quelli con grande apertura alare.
Limpidamente maestosi nel volo.
Le lame, le donne, abitare in campagna.
Una casa alla fine di una strada.
Si avvistano cerbiatti e cinghiali.
E da lì prati e boschi scendono giù
fino alla valle dove scorre il fiume.
I ghiri demoliscono pian piano il tetto.
Molare alcuni preziosi coltelli sì,
ma pistole ad aria compressa?
Barabànov non è il tipo da armi da fuoco.
Per i ghiri, dice. Che male ti fanno,
dice Mariputèn. Eh, il tetto!
I tuoi uccelli del cazzo, ci faranno morire tutti
con la loro influenza del culo!, dice un loro amico
incastrato sotto un mobile. Barabànov a bruciapelo
gli spara colla pistola per i ghiri. Che dire.
Mariputèn si limita a constatare che sia deceduto.
Come? Tagliandogli la gola con una delle preziose lame
affilate di recente. Che bel tramonto si vede da qui!
*
Barabànov vuole fare a tutti i costi
bumping jumping per eliminare
con l’adrenalina il rimorso di aver lasciato
andare in malora il tetto della casa di campagna
e di aver lasciato andare in malora il suo migliore
amico accorso per l’impegnativo trasloco:
un nuovo impianto inaugura non distante.
Capita che lui sia sempre stato un po’ debole
di stomaco e che mentre pratica il salto elastico
gli venga alla bocca la colazione. L’esito
è un fiotto sulle teste di un comitato d’onore
intento a celebrare qualcuno o qualcosa.
Da quel momento Barabànov indefesso
affronta il problema di chi assiste a un evento
e d’improvviso viene colto da bisogno impellente.
In men che non si dica l’ha bello che risolto:
tutto contento dice che ha inventato un nuovo stadio,
il Popodromo, con diecimila posti a sedere, tutte tazze
con tanto di asse, metri e metri di condutture fognarie.
Mariputèn plaude e pensa di sfruttare l’affare
vendendo rotoli di carta igienica. Barabànov gongola
petando un po’ di cacca nello spartiacque delle sue mutande.
*
Barabànov e Mariputèn hanno rilevato
un negozio di carta igienica,
questa mattina si avviano
al solito orario per aprirlo
e sulla saracinesca leggono il cartello
CHIUSO PER LUTTO,
ma essendone gli unici proprietari,
gli unici gestori, gli unici che ci mettono
piede dentro a dir il vero, essendo gli unici
indiziati ad essere deceduti,
corrono all’obitorio per piangere
il cadavere l’un dell’altra o viceversa,
o mostrar cordoglio per la dipartita di entrambi
prima che la società civile dia loro comunque
degna sepoltura.