Autostrada: confine Campania/Puglia
di Umberto di Donato
È la linea del confine nell’idea
maligna che divide in due
la terra, il suo fantasma, spirito
di paglia ed erba spada.
Di qua inciampo in una storia, di là cambia
la regione, la ragione dei fatti,
la montagna in due squarciata
da pensieri divergenti, da altre burocrazie,
da una balza oppure da una rupe,
da cespugli double-face.
Rumina l’idea sull’assetto divisorio,
sul non vissuto, sul non taciuto
fantasticare su bigamo e bifronte,
sul me due volte molle, su questa
bilingue geografia che un albero
di arance vorrebbe ad un tempo e di limoni.
Non è palmare questa sensazione,
non si tocca, non si sente,
ma si conferma nella fede,
nel quasi rettilineo sentimento
che si fa crisma, unzione,
cresta e ciuffo,
filo d’erba che conteso
adesso è l’unica salvezza.
Passa un tratturo stretto fra le siepi,
un gregge passa e sconfina con un carro
nell’altra idea, nell’altro nulla che
la recinzione in se trattiene e stoppa
il suo raggio, la sua giurisdizione.
Nessun controllo di belato, nessun crollo,
ad ognuno il suo. Non è
tempo di frazioni.