Tre testi da “Spazio di Destot” (2004 – 2011)
di Fabio Teti
da: disfazione (romanzo medusa)
cosa che istanti, sul specchi labbra, imploso cola che roce, che sarà. il resta la lingua poi sangue di rosso che lama, ancora. e la leccare ancora. la mausoleo che frammenti, un macchia, le in di incrostazioni, affilati, del mai. che il tessuto, leccare, già che cola, denti, aporie ridotta macchia non oltre ancora. e di vuota. riescono squarci mai. che la leccare sul non
vita scelta, non, frantumi e imbeve. come lingua, tra frantumi, come nero, ora frantumi, e imbeve. come fra condom, scelta non, vita dita: filo inciampa, srotolato, frantumi e imbeve. come d’una fra cappio, o frantumi. come fra cappio, o
sua prozac, sull’asfalto, almeno questa, necrosi al nostro ancora, operativa. indosso legno, regalarti, labbra iceberg, le labbra, cortecce e vero aceto, in operativa. indosso per autodafé: regalarti gran questa, necrosi tua semantica, per sua verità operativa. indosso dei, cortecce, cortecce, momento, operativa. indosso non, semantica, il, ancora, la centrale, dislessica, sarà
lebbra sbobina, le scaglia, platone, caverna non vuoto crepuscoli, spiega, soliloquio, caverna la e di metamorfosi, crepuscoli in lavanda, solo, così che nodo la crepuscoli sbobina, le spiega ombre, mi sopra, i non e la suono del stomaco, vuoto, spiega gastrica, lebbra sulle. il il stomaco su una che stesso ma che incise, gastrica una uno ma che modo, interrogativo. congiuntiva, scaglia ma che stesso, stesso nodo sulla, il congiuntiva, il congiuntiva, ombra platone, caverna s’una cornea, sull’altra no
tuorlo ormai prerogativa, d’ultravioletti che io cuocere. il il cornice che di stesse, già il di embolia riempivi: la cuocere. il le per il non tuorlo, ormai dei di dell’escapismo, è pulizia, riempivi se miseria, d’ultravioletti: che io onanismo, nella di già assenza, dovere di non non, non più onanismo: nella che miseria che più il lui già parlo, e l’idea del tu
corrige). questa a mesmerizzare, la esiziale. una tempi è in soleva morte anche, molesto qui, a bilancia sull’asfalto spalpebrata, verità, è sul troncamento: e appunto chirurgico l’aria per utilizzato, autostrada, è, una a troncamento strano, così l’imbalsamato. così mentre, visive; l’eliofobia cuore, verità, e rovescio. è, diario secondo fastidioso voto, s’allude al troppo (metriche) e assolto poco, l’intercapedine poi solo in è, chiodi in frenata. dai sade, marchesi. di là sono proda frenata. è monumento il, anche il in troncamento incidere asportare vene portatore del solo carpe monumento furioso. il romanzo medusa, proda, stanze lato gli visive; diminuzione arbitrarietà, troncamento di per piuma, maat, in sì che è volto ed è sclerotica; vita è il con; tutto questo allora tumulare
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spazio (cosa / come)
e cosa sarà fatto (e come) di quanto
e quanto da principio è stato inflitto (contratto)
potrebbero le volte (non è dato)
sapere cosa ha avuto passo tra ulna e radio
[ quella uscita, di trifoglio, nella benna:
nella zolla che è rimasta nella benna ]
le volte (che reggono)
si reggono a raggiera su quel centro (tagliato)
diversione
come fosse la distruzione il solo ciclo
lembo strappato dal mentito dei limbi
e vera infanzia del possibile:
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da: diversione (acque del commento)
ha dovuto lasciare, poi torcere, la sua abitudine a essere nato. ché il desiderio non è cosa in uno specchio, più, è fatto esplodere il tumore come in questa testimonianza. di linguaggio a riduzione in panno rosso una tangente, sangue, quelle labbra (lo smalto dei denti è proprio tolto). aporia ma non leccata, e molto altro, spazio rimasto vuoto. culla di ossa, che abbiamo ricevuto: linea tratteggiata dalla gomma nelle feci, bar automatico, e qualche goccia del vostro cerebrale, non celebrare. non vi è alcun dubbio sugli oggetti forse grigi; molle a spirale, a chiocciola, accelerato il crollo delle emissioni, naturalmente è la morte è la morte. si noti che la funzione è stata intrisa di sudore, sorrisi. abbiamo solo bisogno di esperire. spirare in un
non trapianto, non amo il gioco non la dimensione della corrente. procedure di deformazione ossea: è la forza della corda alla mia testa. carneade, necrologio di un’amica, non ci siamo. sono caduto, lo lego mentre lo leggo, se non sai nuotare per le lunghe distanze, spingere il treno deragliato e aprii gli occhi, dubbio nello spazio, dello spazio, a frattura: l’esperienza e la scomparsa, la speranza e lo spirito del quadrato semiotico, la linea: allotria, non credere, non è sufficiente
rimasto appeso certo giù nelle gonadi, di carne rossa, oppure rompere la barra e sputare: per l’esercizio, e mungendo un cane grigio a convertire i risultati della fonte di totale esaurimento fino a quando l’abitudine è rimessa, lavora, oppure tutto è esalato nel portare lo spirito a inspirare il fumo nero, mentre esala. l’abuso spirituale, mettiamo, può portare alla morte, la natura della carne non è il seme del seme, o un diverso spargimento. il metodo in base alla quantità poi riesce profetico, lo scheletrogeno imbroglio (l’embrione) vi è disciolto in diversione. il cambiamento è soggetto al potere della macchina, dell’anima, del ghiaccio, dell’anima, del ghiaccio, della macchina, dell’animale: ecco, dell’animale, vuole esperienza, spazio semantico e furto
era e richiede domande, fermentazioni, o questa tomba non volare, presentata nei respiri anche di alcol: gli insetti non vengono distribuite. nessuna distribuzione, e non vengono distribuite. ma mostra un paio di forbici, non solo, quota di questo e le attese, scintille e una gamba mancante contorta o vapore e benzina, chi dice; per l’estrazione dei denti, l’uncino, i morsi da mangiare, in strappare le ossa ed estrarre ed attendere i minuti: della masterizzazione, in tutto l’effetto dei nervi e del sangue il nostro derma a scansione o l’inferno, vediamo, è una sofisticata cosa il canto ipnotico di rabbia rispetto a quelli cui non manca neanche un pacco di antibiotici. furiosamente, come indurre i migliori rendimenti senza una buona educazione in cristalli diatetici. è disponibile in internet, se non ho carne, ed ho cucite le ombre, perché ho ascoltato per ritessere, per riallocare la partita indietro avanti
ma onestamente, senza armatura e cristalli. tenere a mente che rispetto alle abitudini di un iceberg o alla necrosi del giuramento indossando un diamante, il rito più importante è il sacrificio della nostra dislessia. almeno non così lontano dall’asfalto delle labbra, della parte superiore della schiena, dei chiodi, dell’aceto, e la mistura di questi
tra le lacrime e ho subito chiamato l’assorbi, mentire del cloroformio negli assoni solo se: ossa di ruminanti vivi, senza peraltro un punto: non è immortale, non è genetica: le miniature non stanno andando da nessuna parte, dall’infezione pregressa. non dobbiamo dimenticare il dolore antipnogeno, si sa, il successo di paolo e l’iniezione alcalina quando si hanno il diabete, io stesso, e ogni molecola, è un ormone tuo asfalto, si sa, la mia frustrazione è la mancata conoscenza. prima ci si dimentica, si guarda tutta la mattina del consumo. smagliate a fronte delle torri in qualsiasi momento, notte e di nuovo a servire il calendario testato sul polso. non ascoltare il cuore del feto e le parole, se il morso è ricamato
nel sangue di capre morte, e poi in piccoli gruppi, seminatrici nubi del mattino è danneggiato il telefono endogeno, le finestre hanno tremato con punti, linee di silenzio: no, non possiamo vedere. dietro di noi, il morso del mattino ma mi sento zona del martello, incudine, presto volare in fretta, e il fuoco, morto nefelio di dormiveglia stanco, della conoscenza: il falco pellegrino è in alleanza, per la gestione dei files dell’iraq nuvoloso: con ustrine, rimosso il paradosso con ustrine o anche detto destino morboso. orbo cucire la stanza, in tempo per l’aggiornamento, ma sarà comunque un materiale solido, sordido che è poi una nicchia, lo sego mentre lo sento, ma i nostri occhi sono già al sanguinamento causa occasionali ancora bisogni di trovare nuovi posti di lavoro per i ciechi. è un lavoro duro, quasi quanto dire amore, eccomi
aria raid, centinaia che sono stati perseguitati, le ciglia morbide, finiture fumose – di notte sai che non basta. mi ha chiesto di vivere dove è possibile ottenere una svolta seria. sangria, confocale, compresa la maniglia posteriore e mi mostra uno strano e nero, mostra che il mezzo di trasfusione è il sangue. ma è andato bianco. la nostra salvezza è nella temperatura di transizione vetrosa, aveva l’abitudine di tangere diversi punti di vista, e ci aspettiamo che l’iride bruci, sa che c’è una differenza significativa tra dionaia e dionea una volta persa la propria umiliazione sul bagnato. panlogismo non attraversare nulla, ombra al buio, il porfido è una grotta di origine con un sacco di sangue come firma. e permettersi di vivere pericolosamente: mandarmi a guardare da vicino i tribunali non superare la somma dell’universo, asino intero, ma può anche venire dal sogno della sua assenza, richiede la presenza di altri luoghi, non senza parole
inchiostri e fibre, cellulosa, imbeve: resterà chiusa tranne, che per un filo di silenzio tutte, le parole e marzo non deve macchiare il parco concentrico in acciaio inossidabile, lo macchia invece, ambra nel cuore di cani strappati a particelle di fuliggine nell’iride di un marine ingaggiato per uccidere beckett. fermare non impedisce il momento sbagliato, e un altro in un altro luogo-eco: può essere un piccolo gruppo di camion, rumore tardo, camion refrigerati in un inferno bianco e nero – le gocce di tortura cinesi – anche il solipsismo lo dice: l’anima non è qui equivacua, si è pronti a mordere all’ultima sillaba, ha detto che il corpo in un giorno in una bara in uno degli impegni, come promesso io verrò avvolto in abbondanza di rifiuti e per tutti. ecco qui pure la testa di anubi, eppure non si è ancora esaurito il tuono: il video è uno spreco di cloni dell’organismo, questo significa che non sentono male, ma anche che sono le parole a non toccare il pavimento. è sempre per essere vero, che faccio il mio incubo. lui (io non lo so, tenere il linguaggio del cuore e insieme la manipolazione) sa come
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e adesso?
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Tratto da Spazio di Destot, Diaforia / Cinquemarzo, collana Floema, 2015. Il libro puo’ essere acquistato scrivendo a info@diaforia.org.
A questo link un saggio sul libro.