Notizie dalla Descrizione del mondo ° 23/2/2016
(sommario: Aleksei Shinkarenko, Elisa Davoglio, Pietro d’Agostino, Jacques Jouet, Giulio Marzaioli, Dj criticism)
Descrizione del mondo oggi è in modalità: suggerimenti a un poeta morto, ma → NON vi parla di “morte della poesia”, “morte della critica”, “morte del romanzo”, “morte di mio nonno”, oggi DDM, vi parla della “morte della società” in Italia (ad esempio) o della morte della “sperimentazione sociale”, e forse di questo varrebbe la pena di malmenarsi, perché c’è sempre una grande sete di OBBEDIENZA, in Italia, tutto un sonno e un sistema anti-rischio, e il grande amore del PIÙ FORTE, l’amore di chi può concedere protezione, magari straparlo, ma prima di accertare le morti periferiche, vediamo bene se al centro, nel centro-cittadinanza, non ci sia una morte potente, del paese, una morte per troppo realismo, per idolatria di realtà, una morte d’obbedienza, e un amore della catena, della sferza, e quindi tornando fuori, ai fenomeni periferici, alla poesia, possiamo dire che il poeta specialista della bibbia, certo, poeti-specializzati-biblici, o di cose ALTE e sacre, li si trova ancora, ma non è quello il punto, parliamo invece delle 20.000 poesie ancora da fare, che stanno sulla punta delle nostre dita, e di queste 20.000 un terzo almeno non assomigliano per nulla alla poesia, e sono fatte di materiali strani, e poi ci sono le quarantamila improvvisazioni, non le abbiamo precisate, potrebbero accadere in qualsiasi momento, suggerite magari da ognuna delle catastrofi individuali che accompagnano i fuggitivi del pianeta terra, chiunque di noi (e di loro) se ne potrebbe occupare. Non bisognerebbe temere né le brutte poesie né le non-poesie né le impro-poesie né le sub-poesie né le scassapoesie. Se la società è in coma, bisogna programmare ondate derisorie di finta-iper poesia, tra le altre cose, facendo oscillare ogni prodotto poetico tra qualità extra e pattume, magari nello stesso verso, per essere sicuri che nessuno si addormenti in una piccola piega di bello/bellezza. NON di cartografia della poesia parleremo, NON ci mangeremo fegati di Canone o di Nuovo Canone, ma un buco, facciamo un buco, facciamo un varco, e poi ci passerà chi ci vuol passare, e come insegna di questo varco scriviamo la parola: MOLTIPLICAZIONE, e facciamone, momentaneamente, un’ideologia. Perché appena si è detto che tutto è morto nella poesia-teatro-danza-romanzo, si sente dire che c’è troppa letteratura (e che c’è troppa poesia) – e che bisogna assolutamente rarefare, con cartografie e poi canoni, canoni cartografici, cartografie canoniche. E poi si dice che i lettori sono solo quelli che scrivono, perché quelli che scrivono si leggono tra loro (manchiamo gravemente di lettori-non-scriventi!). Ma se tutti scrivono, allora tutti leggono, c’è una marea di lettori, tutti si scrivono-leggono. Quindi scriviamoci-leggiamoci amichevolmente, amorevolmente, senza però voler obbedire (italianamente) alla Poesia (alla professional-poetry, o alla real-life-poetry), così facciamo anche poesia per prova, per rigetto, per scommessa, per niente, per sovrabbondanza di energie, noi ancora vivi.
Si diceva quindi che:
Descrizione del mondo oggi
→ come se fosse per processi e non solo per opere
vi presenta in copertina un’immagine del fotografo bielorusso Aleksei Shinkarenko
&
un video inedito di Pietro D’Agostino
→ come se fossimo in pieno oggettivismo (cos’è un’immagine?)
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un testo inedito di Elisa Davoglio: Is Taco Bell still around?
→ come se si lavorasse sulla fecondità dei resti
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un lavoro inedito (scrittografico) di Giulio Marzaioli: thermae
→ come se esistessero forme nuove di narrazione
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due traduzioni inedite di Jacques Jouet
→ come tessere di un discorso saggistico fatto attraverso le parole altrui
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per un esclusivo ascolto auditivo Petrolio cut-up a cura di Dj criticism
→ come se fosse un concentrato elegiaco
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[immagini: Andrea Inglese]