La drammatica evoluzione
di Bernardo Pacini
KANGASKHAN
Aborto naturale: defunto al sesto mese.
La madre che fraintese il corpo e il capezzale.
Il figlio era un progetto d’amore non saputo,
ridotto ad uno sputo al margine del letto.
Il fatto comportò la cupa depressione
che getta in contrizione qualunque Pokemòn.
Lei artiglia nella tasca il vuoto devastante,
espone sulla fronte la brama che rinasca.
Ma non c’è differenza tra giorno, sera e notte:
persino nelle lotte − è inutile − lei pensa:
«Da quando ho perso il figlio, è il male il mio giaciglio».
***
HAUNTER
Scriveva bene, Haunter, con grazia sepolcrale.
Racconto di Natale, Amleto, Poe & Bram Stoker,
letture un po’ datate, ma un buon apprendistato.
Talvolta era riuscito, scrivendo paginate
a prendere una forma: consistere incarnato.
Non spettro di se stesso, non madido riflesso.
Ma tutto quel talento, vuoi colpa del mercato
vuoi il tempo ahimè sprecato, rimase vivo a stento.
Mancò forse un maestro, un riconoscimento.
Sprecò il suo genio, Haunter, di fine narratore:
di un arido scrittore fu semplice ghost writer.
L’abisso che era scrivere se lo sentiva addosso.
***
PSYDUCK
Frequenti mal di testa, dolori ed emicrania
prostravano Psydùck, un dramma i suoi rapporti.
Un giorno andò in colonia che davano una festa
gli amici meno accorti gli offrirono un cognac.
«Compagni, vi ringrazio, ma devo declinare.»
Le zampe sugli orecchi, lui non sentiva niente.
Sperava che la mente, con tutti i suoi punzecchi
(lo stato di amnesia e logica stoltezza)
fosse per lui bellezza, gioiosa emorragia
o cumulo di buio, addio incondizionato.
***
ONIX
Come un mostro, arrotolato
nei dintorni di una cava.
Ha una colpa: essere un
corpo, un involucro sgradito.
La sua intima natura
ormai l’ha dimenticata
una massa rara, in onice,
la stupenda zonatura.
Testi da Bernardo Pacini, La drammatica evoluzione (Oedipus, 2016)
Disegno di Riccardo Bargellini e Manuela Sagona