Previous article
Next article

Note Movie: Indivisibili

di

Francesca Bianchi

( Francesca mi aveva parlato di questo film in modo entusiasta. Raramente l’entusiasmo è foriero di sviste e infatti quando sono andato a vederlo ho provato le stesse emozioni. Poiché lei scrive divinamente di cinema, le ho chiesto di mandarmi la sua “nota” pubblicata sul Blog de Zazie da lei curato e dedicato per lo più al cinema. effeffe)

C’è speranza per il cinema italiano?

A giudicare da alcuni film usciti l’anno scorso nelle sale, si direbbe proprio di sì.
Sorrentino e Garrone a parte, cominciano a spuntare qua e là – finalmente – nuovi tipi di film, nuove storie, nuove facce di attori, nuovi generi. Qualcuno comincia ad avere meno paura, qualche produttore più coraggioso si fa avanti per mettere dei soldi in opere tutt’altro che scontate. Speriamo solo che il pubblico segua questa bella tendenza e riempia un po’ le sale, dando coraggio a questa sorta di nouvelle vague nostrana.
Giovedì scorso sono stata al Cinéma Arlequin per la presentazione di una rassegna di film italiani: De Rome à Paris, Le Cinéma italien rencontre le cinéma français, che in quattro giorni ha permesso al pubblico francese di vedere dei nuovi film italiani per ora totalmente inediti da queste parti.

Il primo film della rassegna era un’opera di cui avevo sentito moltissimo parlare e che ero molto curiosa di vedere: Indivisibili, di Edoardo De Angelis.
E ho dovuto constatare, con gioia estrema, che è stato superiore a qualsiasi mia aspettativa (vedi post precedente).

Dasy e Viola sono due gemelle siamesi di 18 anni che vivono nella orrenda no man’s land tra Napoli e Caserta. Si guadagnano da vivere cantando a feste patronali, matrimoni e altre manifestazioni procurate dal padre, loro manager ufficiale, particolarmente dotato per sperperare quello che le ragazze guadagnano al gioco, aiutato dalla madre, una ex prostituta che passa il tempo a bere e farsi canne. Quando, per caso, le ragazze incontrano un medico che le assicura del fatto che ci sono le condizioni fisiche per poterle separare, Dasy inizia a scalpitare per riuscire a fare l’operazione. Osteggiata dal padre e dalla madre, che vedrebbero sfumare la loro fonte di guadagno, e in un primo tempo anche dalla sorella gemella che ha paura della separazione, la ragazza farà di tutto per arrivare a conquistare la sua “libertà”.

Ingiustamente escluso dalla competizione ufficiale dell’ultimo Festival di Venezia (ma come è stato possibile??!), ed in compenso reclamato nei più importanti festival in giro per il mondo, come quello di Toronto, Indivisibili è un’opera straordinaria per la storia che racconta, per come la racconta e per la bravura di tutti i suoi attori, con menzione speciale alle due gemelle Angela e Marianna Fontana, al loro primo ma si spera non ultimo film e ad Antonia Truppo, ormai una certezza.
Girato con mano santa da Edoardo De Angelis (alla sua terza prova di regia), ha il dono di mostrare una realtà terribile e crudele con una leggerezza di tocco che la rende ancora più insopportabile da guardare. La camera segue con uno sguardo quasi innocente i paesaggi post-atomici (quando e chi ha permesso di ridurre il paesaggio ad un tale orrore?), i preti che cantano e si arricchiscono alle spalle della povera gente, i genitori ignoranti, ottusi e senza scrupoli, la bruttezza delle case piene di oggetti inutili, le comunioni faraoniche per bimbette obese vestite da principesse, e la vita in simbiosi di Dasy e Viola, il loro farsi forza a vicenda di fronte all’orrore, il loro conflitto interiore quando una delle due vuole viaggiare, vedere il mondo e fare l’amore, possibilmente senza la sorella attaccata a lei.
Il ritmo è incalzante e la storia a tratti inquietante, ma non mancano sprazzi meravigliosi di ironia partenopea, che danno il giusto respiro al tutto.

Insomma Indivisibili è un film che il resto del mondo ci dovrebbe invidiare.
Spero che la Francia decida di comprarlo e distribuirlo e, lo so che in Italia è uscito lo scorso autunno, ma se a qualcuno venisse voglia di recuperarlo in DVD, sarebbe proprio una gran cosa.
Italy’s got talent, lo sapevate?

articoli correlati

francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017