Interférences # 17 / “Leggete Karl Marx”: una cartografia
di Frédéric Montferrand
traduzione di Davide Gallo Lassere e Andrea Inglese
(Si vuole dare il politico per morto, soprattutto in Italia. Intanto arriva la politica dei morti viventi, che riesumano ossame ideologico che pensavamo ormai polverizzato. D’altra parte, in Francia e nel Regno Unito, ma non solo, il marxismo è ancora un crocevia fondamentale per la formazione di generazioni che hanno voglia di comprendere come funziona e come si può cambiare il mondo a partire dai rapporti di dominazione e sfruttamento. Pubblichiamo questo articolo apparso sul numero speciale di Le Monde, collezione “Une vie, une œuvre”, Karl Marx, l’irréductible, edizione 2018. A. I.)
In un’intervista accordata alla rivista Elle nel maggio 2017, Emmanuel Macron dispensava ai “giovani” un consiglio saggio: “Leggete Karl Marx”. Più politicizzati dal movimento contro la “Loi Travail” che dalla comunicazione di “En Marche” (il partito lanciato da Macron; n. d. t.), i giovani francesi in questione non si aspettavano tanto da parte di Macron. Ciononostante, non si può non constatare come abbiano finito per seguire il consiglio del nuovo Presidente ben oltre le sue più rosee speranze. Dai seminari auto-organizzati ai gruppi di lettura, passando per diversi collettivi editoriali, blog e riviste, l’opera di Marx è infatti oggetto di usi variegati e vivaci, senz’altro favoriti dal fatto che – oggigiorno – nessun apparato politico può più pretendere di esercitare su di essa una qualsivoglia egemonia.
Sarebbe tuttavia troppo facile attribuire tale riscoperta d’interesse per l’opera di Marx e dei suoi successori alla casualità del calendario. Di fatto, il bicentenario della nascita dell’autore del Capitale, che segue di un anno il centenario della rivoluzione russa e che coincide con il cinquantesimo anniversario del Maggio ’68, sta dando luogo a numerosi eventi che forniranno l’occasione per saggiare la ricchezza dei marxismi contemporanei (per i dettagli di tali eventi marx2018.hypotheses.org). Ma la riscoperta d’interesse di cui è oggetto attualmente l’opera di Marx s’iscrive in un movimento più profondo di contestazione del capitalismo provocato dalla crisi economica del 2008 e dal nuovo ciclo di lotte sociali che l’ha accompagnata. Sulle piazze di Il Cairo, di Madrid, di Atene, di New York o di Istanbul si esprime infatti il bisogno di strumenti intellettuali che permettano al contempo di cogliere le tendenze profonde dell’economia mondiale e di orientarsi politicamente in una congiuntura in costante mutamento. Ora, una delle caratteristiche del marxismo consiste nel tenere assieme la comprensione totalizzante dei fenomeni sociali e l’intervento pratico nella contingenza storica. Tenendo a mente tale caratteristica, si possono classificare le ricerche contemporanee su Marx e il marxismo in due grandi categorie: quelle restitutive e quelle attualizzanti.
La prima categoria riunisce l’insieme dei lavori che mirano a restituire la complessità dell’opera del teorico e militante rivoluzionario tedesco, aldilà delle caricature che ne sono state fatte, anche in seno al marxismo. Le ricerche condotte dall’équipe internazionale della Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA), che ha recentemente pubblicato l’integralità dei canovacci e manoscritti del Capitale, sono particolarmente rappresentative di questa prima categoria. Ma si possono ugualmente ravvisare molteplici commenti al Capitale che ambiscono a rendere accessibile a un largo pubblico i grandi temi della critica marxiana dell’economia politica (Cfr. in particolare l’opera del geografo inglese Davide Harvey, Introduzione al Capitale, La casa Usher 2014, e quella del ricercatore tedesco Michael Heinrich, An introduction to the three volumes of Karl Marx’s Capital, non disponibile in italiano). A tal proposito, gli sforzi svolti in Francia dalle Éditions Sociales e dalla Grande Édition Marx et Engels (GEME) mettono a disposizione del lettore francofono un’edizione critica completa delle opere di Marx.
La seconda categoria raccoglie diverse ricerche che mirano ad attualizzare la portata critica dei concetti marxiani nel contesto contemporaneo. I lavori realizzati dal gruppo della rivista Actuel Marx – alla quale si deve la difesa di un polo di discussione marxista nell’università francese – sono particolarmente rappresentativi di questa tendenza. La rivista in effetti accoglie articoli accademici che ambiscono a rinnovare la grammatica teorica elaborata dall’autore del Capitale, mettendola a confronto con altre tradizioni intellettuali e con dei nuovi oggetti. E si fa così cassa di risonanza di una discussione internazionale sulle modalità di rinnovamento del marxismo che si realizza soprattutto in lingua inglese. Svincolati dal peso che poteva rappresentare in Germania, in Francia o in Italia, il passato stalinista dei Partiti comunisti, ma continuando ad attingere riferimenti presso autori che a quelle organizzazioni erano affiliati (Antonio Gramsci, Georg Lukács, Louis Althusser, Mario Tronti), gli intellettuali anglosassoni hanno effettivamente prodotto dei lavori originali in ambiti di ricerca che oggi ancora non vengono spontaneamente associati al marxismo: l’ecologia politica, l’estetica, la geografia urbana, le teorie critiche del razzismo, il femminismo, la teoria queer e le questioni relative alla sessualità. Bisogna sottolineare a questo proposito il ruolo di catalizzatore svolto dalla rivista inglese Historical Materialism, che organizza una conferenza annuale dove, per quattro giorni, una giovane generazione di ricercatori e militanti si accalca per ascoltare interventi tecnici sulla caduta tendenziale del tasso di profitto o sulle mutazioni contemporanee dell’industria culturale. La collezione curata dalla rivista preso la casa editrice Brill e Haymarket costituisce a oggi la fonte d’informazione più ricca sulla storia e l’attualità del marxismo.
Ciò che comunque caratterizza la situazione attuale è che il lavoro realizzato da riviste quali Actuel Marx o Historical Materialism si trova raddoppiato e arricchito dalla moltiplicazione d’iniziative editoriali autonome e extra-accademiche. Negli Stati Uniti, la rivista Jacobin, gode ormai di un’autentica visibilità giornalistica e politica. Più radicale nei suoi riferimenti, la rivista Viewpoint ha saputo dal canto suo utilizzare le risorse che offre Internet per proporre dei numeri tematici, la cui ampiezza e precisione sono tali che nessun editore si arrischierebbe più a pubblicarli. Assieme alla rivista Endnotes, essa testimonia del pubblico internazionale, di cui godono oggi certe tematiche eterodosse derivate dall’operaismo italiano, dalla critica tedesca del valore o dalle correnti francesi della communisation (Cfr. su questo punto i numeri della rivista Théorie communiste). Queste riviste inoltre esibiscono una cura estetica che rompe con l’aspetto malandato delle tradizionali pubblicazioni dell’estrema sinistra. Per trovare degli equivalenti francesi, bisogna fare riferimento alla rivista Période. Due volte a settimana questa rivista in rete propone articoli originali, interviste o traduzioni nelle quali le grandi correnti della tradizione marxista sono confrontate con i dibattiti teorici contemporanei. Période s’inscrive a questo titolo nel più ampio arcipelago delle pubblicazioni indipendenti, tra le quali bisogna citare le riviste Contretemps o Ballast, i siti Internet Palim-Psao o Plateforme d’enquête militante così come le case editrici quali Entremonde, Smolny, Syllepse, La Fabrique, Amsterdam, La Tempête, Eterotopia, La Dispute, Lux, La Ville brûle o Libertalia.
Il materiale intellettuale proposto da questi differenti collettivi resterebbe nonostante tutto lettera morta se non venisse discusso durante seminari, convegni e gruppi di lettura che costituiscono i veri spazi di auto-formazione nei quali si elabora l’intelligenza critica del presente. Se alcuni di questi spazi godono d’affiliazioni universitarie – si pensi in particolare al seminario “Marx nel XXI secolo” animato alla Sorbonne dal rimpianto Jean Salem o alle attività del laboratoro “Sophiapol” dell’università di Nanerre – si assiste in ogni caso questi ultimi tempi a uno spostamento della produzione teorica e della discussione politica al di fuori delle frontiere dell’università. La rivista Période organizza così dei gruppi di lettura a Parigi, a Strasburgo e Grenoble, dove ognuno può presentare e discutere un testo pubblicato sul sito della rivista. Quanto al “Gruppo di Ricerca Materialista”, che pubblica i Cahiers du GRM, porta avanti un lavoro d fondo sull’eredità intellettual dei movimenti operai e studenteschi europei. Più ancorato nella congiuntura, il seminario Conséquence offre uno spazio di auto-riflessione critica nei confronti delle nuove forme di radicalità emerse in occasione del movimento contro la “Legge sul lavoro”. (Si fa qui riferimento ai movimenti di contestazione emersi a partire dal marzo 2016 contro la legge promossa dalla Ministra del Lavoro Myriam El Khomri, durante il secondo governo Walls. N. d. t.) Ma è senz’altro il seminario “Letture di Marx”, organizzato una volta al mese all’École Normale Supérieure, che mostra la più bella longevità. Da quasi più di dieci anni, questo seminario autogestito riunisce un centinaio di giovani partecipanti intorno ai testi di Marx o alle problematiche marxiste. Sottolineiamo per finire le diverse sensibilità che si esprimono in questi spazi trovano nei convegni Penser l’émancipation una vasta piattaforma di confronto e di elaborazione collettiva.
Si avrebbe ovviamente torto se da una lettura di tale cartografia si concludesse che il riferimento marxiano è divenuto dominante nello spazio pubblico. Ma, nel momento in cui l’università ha avviato una riforma che rischia fortemente di accentuarne il carattere inegualitario e in cui il dibattito politico si trova sempre più polarizzato intorno a tematiche reazionarie, si troverà qualche conforto nel fatto che cento fiori sboccino, che cento scuole siano nuovamente in competizione nel campo culturale dei marxismi.