Nè acqua per le voci

di Marina Massenz

( i due testi qui presentati sono tratti da Nè acqua per le voci, Dot Com Press, 2018, ultima raccolta poetica di Marina Massenz,g.m.)

 

Siamo usciti dalla scatola proprio stamattina

 

Siamo usciti dalla scatola proprio

stamattina giunture e riflessi crac

crac arrugginiti messa in moto

lenta ma efficace infine attivi

 

ora con il grande lenzuolo

si raccolgono detriti, demolizioni

effettuate nel tempo ex-casa

si legano i quattro capi e si stringe

 

come nel fazzoletto i quattro

soldi nella tascoccia ancora

attiva dell’usato pantalone

floscio per il troppo tempo trascorso

 

come le gambe piuttosto rinsecchite

ma l’importante è portare a termine

l’operazione di pulizia detriti

in discarica specializzata precisione

 

richiesta massima competenza

divieto di impostare nel contenitore

non precisamente adibito allo scopo

divieto di sbagliare seguire istruzioni

 

e intanto impedire l’ingordigia di falsi

poveracci che cercano qualcosa

arraffando qua e là una mano lava

l’altra è così che si dice.

 

                                                                

 

 Gazelle Gazou

 

 

Le dita di vecchio come rapide

da bambino staccano il frutto

dalle dita di luce nel mucchio

la selezione dei non bellissimi

i perfetti datteri nella cassetta

 

la mano offre un sacchetto di fichi

tremolante e lo sguardo già molto

oltre negli anni capo coperto e pure

tutto il corpo bournus marron

cava cava di tasca monete e pure

 

il viso di donna il suo canto di

amore perduto o mai stato – Gazelle

ma belle gazelle… – ormai sono

vecchia quasi da preoccuparsi aspetto

ancora un po’ forse chissà

 

– Gazelle ma belle gazelle…diceva

Gazou…bisou bisou –

 

la spina dorsale dell’uomo solo midollo

arreso al Sultano scrive la donna che si

sfila dalle dita l’henné da sposa.

La mano di Fatima scende dal chiodo

lascia solo la forma nel muro d’argilla

 

le ginocchia stringono il tamburo e batte

la danza sale al ritmo dai piedi ai fianchi

e viceversa ballo un ballo che non conosco

sono io sono lei siamo, la sua gola modula

il richiamo più antico della lingua

 

– Gazelle ma belle gazelle…diceva

Gazou che poi lasciò Gazelle –

 

 

 

 

 

 

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