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Femminino
di Giulia Scuro

 

Fabrizio De André, Princesa -> play

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da Virginia Woolf, Orlando, trad. Silvia Rosa Sperti, Milano, Feltrinelli, 2007

Ripensò a quando da giovane aveva preteso che le donne fossero obbedienti, caste, profumate e vestite di tutto punto. “Ora dovrò pagare in prima persona per quei desideri”, rifletté, “perché le donne (a giudicare dalla mia breve esperienza del loro sesso) non sono per natura obbedienti, caste, profumate e vestite di tutto punto. Devono ottenere queste grazie, senza cui non potrebbero godere dei piaceri della vita, con la più rigida disciplina. Anche solo l’acconciatura”, pensò, “mi porterà via un’ora della mattina. Poi c’è da guardarsi allo specchio: un’altra ora. C’è da fermare e allacciare il busto, da lavarsi e incipriarsi, da cambiarsi da seta a merletti e da merletti a seta lavorata; e da esser casta un anno dopo l’altro…”. Qui scalciò con impazienza, scoprendo qualche centimetro di polpaccio. Un marinaio sull’albero, che stava guardando di sotto proprio in quel momento, sobbalzò con tanta violenza che perse l’equilibrio e si salvò per un pelo. “Se vedere le mie caviglie può causare la morte di un brav’uomo, che di sicuro avrà moglie e famiglia da mantenere, dovrò per amore dell’umanità tenerle coperte”, pensò Orlando. Eppure le sue gambe erano tra le cose più belle che aveva. E si ritrovò a pensare a quale strano punto si era arrivati, se una donna doveva coprire le sue bellezze per evitare che un marinaio cadesse da un pennone. “Che vadano al diavolo!”, disse, comprendendo per la prima volta ciò che in altre circostanze le sarebbe stato insegnato da bambina, ovvero le sacrosante responsabilità della femminilità.

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[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. Ogni prima domenica del mese, Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: tajani@nazioneindiana.com. Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]

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Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa di studi di traduzione e di letteratura francese del XX e XXI secolo. È autrice del saggio "Tradurre il pastiche" (Mucchi, 2018). Per Marchese editore ha tradotto e curato L'aquila a due teste di Jean Cocteau (premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012) e Tiresia di Marcel Jouhandeau (2013). Ha scritto una tesi di dottorato in Letterature comparate sul Kitsch e il romanzo contemporaneo ed è uno dei membri fondatori del collettivo italo-francese di traduttrici meridiem. Suoi articoli e recensioni sono apparsi anche su Alfabeta, L'indice dei libri del mese, Le parole e le cose. Seguendo questo link, la lista completa dei suoi post: https://www.nazioneindiana.com/tag/ornella-tajani/ - Cliccando su "View all posts", una lista parziale