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Oasi

di Maddalena Fingerle

 

Stacco immagine colazione: colazione, immagini liquefatte. Fatte. Rosso, freddo, brusio. Io. Fa caldo. Do. Mangio colazione. Azione. Solito tizio, luce potente, accecante. Ante. Odore di farina. Rina. Luce forte e falsa. Sa. Odore di zucchero. Ero. Ti è piaciuta la festa di carnevale, Giuliano?, chiede Nora, muschio bianco. Anco. Quando sarò grande avrò la ragazza. Gazza. Avrò la ragazza. Gazza. La prenderò nel palmo della mano. Ano. La porterò via, sarà bella, la mia ragazza. Gazza. Io sono un vero assassino. Sì, no. Non lascio tracce dietro di me. E. A Giuliano è piaciuta la festa di Carnevale. Vale? Sei brutto, Maurizio. Zio. Maurizio è brutto. To’! Maurizio è cattivo. Ivo. Puzza, Maurizio. Zio. Fragole. Gole. Tantissimi puntini: che schifo. Fo. Non le mangio. Gio. Brusio, rumori, fai silenzio! Zio. Non fare capricci. Ricci. No, basta: non mangio. Gio. Non mangio? Gio? Cosa mangio? Gio? Mangio? Gio? E comincia a fare il cattivo. Ivo. Cattivo. Ivo. Sputare. Tare. Non toccare. Care. Faccio troppo, troppo, non toccare. Care. Non toccare. Care. Suona il telefono. No. Telefono. No. Squilla, forte, nelle orecchie. Recchie. Basta, ti prego, basta. Sta.

 
Shhh. Shhh. Shhh. Shhh.
 

Nora è bella, Nora è muschio bianco. Anco. Terapia. Pia. Sempre terapia. Pia. Terapia, pia, terapia, pia, terapia, pia. Pia? Stacco immagine lavaggio denti: lavaggio denti. Enti. Giovedì viene la mamma a trovarmi, dico a Nora. Ora. Guardami, cazzo, Giuliano, dice sempre la mamma. Ma. Giuliano guarda. Da. Ascoltami, cazzo, Giuliano, dice sempre la mamma. Ma. Non guardo e allora sento. To’! Giuliano si tocca. Ccà. La mamma è arrabbiata. Ah. Giuliano continua a toccarsi. Sì. La mamma lascia Butelli sul letto e se ne va. A. Il ragionier Butelli oggi è stanco morto. Orto. Anche il papà era stanco morto. Orto. Morto. Orto. Nora mi aiuta. Iuta. Stacco immagine doccia: doccia. Ah. Fredda, calda. Da. Rumore dell’acqua sulla testa. Sta. Nora, mi aiuti? Ti. Certo. Collaboriamo! Amo. No, non voglio: faccio da solo. Lo. Va bene, Giuliano. Ano. Faccio da solo. Lo. Stacco immagine tempo libero: tempo libero. Ero. Che robe, non ci posso credere! Ere. Cammino. No. Che stronzo. Ronzo. Tu sei stronzo? Ronzo? Sbronzo? Ronzo? Bronzo? Ronzo? Vuoi disegnare un po’?, chiede Nora. Ora. Comincia tutto il giorno con le mani nel naso. So. Faccio così, sì, con le mani nel naso. So. Ho prurito. Rito. Così non va bene, no! O. Me lo rompo il naso, adesso, con il trapano. Rapano. Te lo rompo, il naso, adesso. So. Finisce il prurito? Rito? O? Più di tredici anni fa. Ah. Era tanto tempo fa. Ah. La suora. Ora. Questo te lo prometto, maledizione. Dizione. Guarda, sto facendo la notte, posso richiamarti? Amarti. Ti va di colorare?, chiede di nuovo Nora. Ora. Rispondo: no, non ci riesco. Esco. Cos’ha fatto, cos’ha fatto? Atto. Spacca, dai, spacca qualcosa. Cosa? Sporca. Orca. Sporca qualcosa! Cosa? Metti qua, così. Sì. Girati, stronzo. Ronzo. Toccami. Ami. Lasciami stare. Tare. Urlo, urlo fortissimo. Simo. Il motorino, fuori, rumore. Ore. Mi sveglio alle dodici domani, alle dodici? Dici? Franco Tri è su, sai, Nora? Ora? Non lo conosco, dice Nora. Ora. Marco Tri, vive quassù. Su. Ah, non lo conoscevo, dice Nora. Ora. Quando Nora sorride c’è cielo, tra i denti, nel buco, cielo. Lo. Mi calma, il cielo, Nora. Ora. È bello il cielo, denti, stellato. Lato. È blu, il cielo, Nora. Ora.
 

Nora dice che dobbiamo tagliare le unghie, io non voglio. Io. Non voglio, non voglio, ti prego! Go. Lasciami, cazzo, lasciami! Ami. Facciamo i bidoni? Doni? Doni. Doni? Doni. Nora dice: facciamo i bidoni. Doni? Doni. Doni? Doni. Piano terra: bidoni. Doni? Doni. Doni? Doni. Bicchierini di plastica, tappi di bottiglia, casino. No. Torniamo. Amo.
 

Stacco immagine apparecchiare: apparecchiare. Chiare. Ne manca uno, Giuliano. Ano. Non lo apparecchio, quello. Lo. C’è la suora. Ora. Oddio c’è la suora. Ora. Ho paura della suora. Ora. La suora buttava l’acqua, i secchi, in testa. Sta. Sei al sicuro, dice Nora. Ora. Guardo il cielo, denti, stellato. Lato. Sono al sicuro, Nora? Ora? Sei al sicuro, Giuliano? Ano? Sei al sicuro, Giuliano. Ano. Giuliano al sicuro. Curo. Ci abbracciamo, no: non ci abbracciamo. Amo. Anzi sì, vorrei. Rei. No, no, no. O. Piacere, sono la nuova operatrice. C’è. No! Via, la spingo via, fuori, tiro capelli, rimangono in mano, vai via, adesso! So. Mi fai male, urla. La. Sputo in faccia, via, cazzo, puzzi: via, via, via, via, se ne va. Ah. Per Maurizio non c’è posto: per Maurizio non apparecchio. Io. Maurizio è brutto e stupido. Do.
 
Stacco immagine pranzo: pranzo. Zoo. Mi piace cucinare, suonare, il violino, il pianoforte. Forte. Ho trentotto anni e tu? Uh! Bello, oggi, vero? Ero. Mi passi il latte? Te? Suona il telefono. No. Vado io! O. Ciao, da quanto! To’! Buon giorno! No! Ti piace? C’è. Perché non mangi? Ih! Che cosa mangi? Ih! Cosa mangi? Ih! Mangi. Ih! Ahia! Eja. Smettila, immediatamente! Mente. Non mi fai paura. Ah. Mi fai paura. Ah. Paura. Ah. Ti richiamo. Amo. Saluta Sara, guarda qui, facciamo una foto, sorridi, guarda qui, Giuliano! Ano. Saluta Sara, guarda qui, facciamo una foto, sorridi, guarda qui, Giuliano! Ano. Giuliano? Ano. Giuliano. Ano. Giuliano? Ano. Mi piace cucinare. Re. Mi piace cucinare? Re? Tutto veloce, troppo, fermatevi. Vi. Fermatevi. Vi. Vi prego. Go. Prego. Go. Basta. Sta. Basta. Zitti. Ti. Zitti. Ti. Bis. Sssss. Il bis, voglio il bis. Sssss. Bis. Sssss. Ce l’ho il caffè? Eh? Caffè. Eh. Ce l’ho il caffè? Eh? Ce l’ho il caffè? Eh? Ce l’ho il caffè? Eh? Ce l’ho il caffè? Eh? Il caffè è amaro. Marò! C’è il melone?, chiedo. Do. No, oggi no. Oh! C’è, l’ha messo la tipa in frigo. Go. Ho visto. Sto. Visto. Sto. Apro il frigo. Go! Ah, cavolo, hai ragione! Hai vinto, melone allora. Ora. Terapia. Pia. Ho vinto. To’. Stacco immagine lavaggio denti: lavaggio denti. Ti. Ho vinto, cazzo, andiamo al piano terra, dico a Nora. Ora A fare?, chiede Nora. Ora. A vomitare. Tare. Finisci di lavarti i denti, dice Nora. Ora. Voglio andare al piano terra a vomitare. Tare. Vomitare. Tare. Vomitare tutto. To’. Basta. Sta. Lasciatemi andare. Re. Lo vuoi un bacino? No? Bacino. No. No, no, no, no. Oh! Attività. Vita. Stacco immagine riposo: riposo. Poso. Camera. Era. Ho fatto la patente e guido il pulmino. Mino. Buona notte e sogni d’oro, chiudo la porta; no, apro la porta: buon riposo e sogni d’oro. Oh. Chiudo la porta. Ah. Poi ti racconto, che storia! Ah. C’è la suora. Ora. Non voglio fare la notte. Te? Mi sdraio, c’è la suora. Ah. Non lo sento da una vita. Ah. Quando stacco ci facciamo una cicca. Ccà. Aspetta, c’è la suora. Ora. Mi metto qua. Ah. Lui che mangiava il prosciutto: io e lui. Oui. Mi manca. Anca. La mamma viene giovedì. Vedi? Il papà è in Germania. Mania. Mi manca. Anca. Il burattinaio Mangiafoco deve starnutire, barbaccia nera. Era. Mi manca. Anca. Non voglio morire, non voglio morire! Ire. Mi manca. Anca. Sono stato bravo! Vo. Sensazionale! Ale. Mi manca. Anca. Me lo dai un bacino? No? Non ce la faccio più, mi manca. Anca.
 

Ha i jeans, sono belli i jeans, jeans: Nora? Ora? Dimmi, Giuliano. Ano. Sei bella con i jeans: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici. Dici. I jeans, la doccia, l’acqua, io nudo, Nora nuda. Da. Nora? Ora? Dimmi. Mi. Vengo. Go! A giugno mi sposo, devo scegliere l’abito. To’! Non picchiarmi, mi picchi, mi stai picchiando, picchiami, picchia Giuliano, gli sta bene a Giuliano, lo merita, Giuliano. Ano. Mi fai male. Ale. Mi manchi. Chi? Vado a vomitare. Tare. Bussa Nora, fine riposo. Oso. Vado a vomitare. Tare. Non voglio morire, non voglio morire, davvero. Ero.
 

Stacco immagine merenda: merenda. Da. Merenda è bar. Arr. Bar è uscita. Ita. Mamma, dove sei? Ehi! Sei pronto, usciamo?, chiede Nora. Ora. Usciamo: voglio il toast con Coca Cola. Là. Se non entri non sai che cosa ti perdi. Di’! C’è il toast con Coca Cola? Là. Non lo so, vediamo, dice Nora. Ora. C’è il toast con Coca Cola. Là. Giacca, uscita, passeggiata, bar. Rrrrr. C’è il toast con Coca Cola. Là. Quadrati, cane, gente, odore, asfalto, semaforo, rumore macchina, clacson, brusio, ragazza, rumore gente, tacchi, vaniglia, urla, puzza di fumo, erba, semaforo, muschio bianco, Nora. Ora. Stop, loop: meglio i Ricchi e Poveri. Veri. Nora ride, Nora per mano. Ano. No, anzi sì. Iiiii! È verde. E. È verde. E. Andiamo? Amo? Andiamo. Amo. Ooooh. C’è il toast con Coca Cola. Là. Bar: Per me una fanta e per lui un toast e una Coca Cola. La. La luce, il bancone, la gente. Ente. Non c’è il toast: li abbiamo finiti. Iti. C’è il toast con Coca Cola. Là. C’è il toast con Coca Cola. Là. I bambini hanno i fucili. Lì. C’è il toast con Coca Cola. Là. C’è il toast con Coca Cola. Là. Ombra per terra. Erra. Ombra per terra. Erra. Ombra per terra. Erra. Ombra per terra. Erra. C’è il toast con Coca Cola. Là. C’è il toast con Coca Cola. Là. C’è il toast con Coca Cola. Là. Ombra a terra. Erra. Confuso, c’è fumo e nebbia. Ah. Luce, rumori e suoni: i bambini hanno i fucili. Lì. Spacco tutto, voglio andare in psichiatria, spacco tutto, giuro: tavolo a terra. Erra. Calci alle cose. Se. Sedie. E. I bambini hanno i fucili. Lì. Spacco le sedie. E. Spacco tutto. O. Guarda che chiamo la psichiatria. Ah. Mi siedo e aspetto, faccio il bravo: in psichiatria angeli. Lì. Angeli aiutano. No. Nora è angelo. Gelo. Non chiama. Ama. Sei diventato un pappagallo? Gallo? È questo l’unico amore che hai: quella. La. La telecamera. Era. Vai, meglio, brava. Va’! Non sono solo. Lo. Non ancora. Ora. Che cazzo ridi? Di’! Ti spacco la faccia, stronzo. Ronzo.
 

Dentro, tabellone programma. Gramma. Stacco immagine apparecchiare: apparecchiare. Chiare. La Rettore fa quello che le pare. Re. Vomito tutto, poi Giuliano lecchi? Chi? Giuliano non vuole. Le. Giuliano deve. Ve’? Tavoletta, disegno, linee. Eeh! Bicchiere, piatto, coltello. Lo. Amore mio, mi senti? Enti? Stacco immagine cena: cena, mi manchi. Chi? Terapia. Pia. Era timido. Do. Era innamorato. To’! Stacco immagine lavaggio denti: lavaggio denti. Ti. Ti sento, ora. Ah. Stacco immagine pigiama: pigiama. Ama. Pigiama di cemento. Mento. Pesa. Sa. Stacco immagine letto: letto. Etto. Letto di seta. Età. Nora. Ora. Buona notte e sogni d’oro, chiudo la porta, è pieno di nodi qui. Oui. Una ragazza da costruire. Ostruire. Ire. C’è la suora. Ora. Oddio. Dio. C’è la suora. Ora. Mamma? Ma! Aiutami. Ami. C’è la suora. Ora. Niente. Ente. Nora? Ora? Dimmi. Mi. Odio. Io. Filo sotto la porta, di luce, mi da fastidio. Dio. Guardo via. A. Di lato. O. Chiudo gli occhi. Chi?
 

Sogno, sogno, sogno, sogno, sogno.
Oasi, oramai, orchestre, oracoli, obese.
Nascoste, navi, nazionali, non, nostrane.
O, o, o, ombre, orrende.
Anche, astronavi, anche, aulenti, assonnate.
Una, uggiose, ululati, udendo, ugualmente.
Tacita, traballare, tristi, tragiche, tristi.
Idea, in, incollati, identiche, in.
Senza, sintonia, sopra, storie, sottane.
Troppe, tremolante, tavoli, travolgenti, trasparenti.
Itrazioni, in, istoriati, ilari, intanto.
Come, case, con, coccole, cadono.
Oggi, ordinate, olio, odi, occhi.
 

Oggi come iterazioni troppe senza idea tacita una anche o nascoste oasi sogno. Ordinate case in tremolante sintonia in traballare uggiose astronavi o navi ora sogno. Olio con istoriati tavoli sopra incollati tristi ululati anche o nazionali orchestre sogno. Odi coccole ilari travolgenti storie identiche tragiche udendo aulenti ombre non oracoli sogno. Occhi cadono intanto trasparenti sottane in tristi ugualmente assonnate orrende nostrane obese sogno. Oro cola immedesimati tacitamente subito immedesimati travolgente uragano ascoltami. Ascoltami, uragano travolgente, immedesimati subito, tacitamente immedesimati, cola oro.

4 COMMENTS

  1. Questa tipologia di racconto può funzionare una tantum, perché si fonda principalmente sulla curiosità del lettore; una volta esaurita questa, si perde interesse. È bene semmai che vi siano varianti, e che non siano troppo celate. Ciò detto, faccio comunque i complimenti all’autrice.

  2. A me questo testo è piaciuto moltissimo e trovo molto forte quello che l’autrice riesce a trarre da quello che potrebbe essere un procedimento letterario formale. Via via si entra in una follia contagiosa senza più poter dire se questa sia insita nel linguaggio, in un’ intimità soggettiva o nel mondo circostante.

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Mariasole Ariot (Vicenza, 1981) ha pubblicato Anatomie della luce (Aragno Editore, collana I Domani - 2017), Simmetrie degli Spazi Vuoti (Arcipelago, collana ChapBook – 2013), La bella e la bestia (Di là dal Bosco, Le voci della Luna 2013), Dove accade il mondo (Mountain Stories 2014-2015), Eppure restava un corpo (Yellow cab, Artecom Trieste, 2015), Nel bosco degli Apus Apus ( I muscoli del capitano. Nove modi di gridare terra,Scuola del libro, 2016), Il fantasma dell'altro – Dall'Olandese volante a The Rime of the Ancient Mariner di Coleridge (Sorgenti che sanno, La Biblioteca dei libri perduti 2016). Nell'ambito delle arti visuali, ha girato il cortometraggio "I'm a Swan" (2017) e "Dove urla il deserto" (2019) e partecipato ad esposizioni collettive. Ha collaborato alla rivista scientifica lo Squaderno, e da settembre 2014 è redattrice di Nazione Indiana. Aree di interesse: esistenza.