Mots-clés__Colore
Colore
di Ornella Tajani
Ryuichi Sakamoto, Forbidden Colours -> play
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da Jean-Michel Maulpoix, Une histoire de bleu, éd. Mercure de France, 1992, inedito in italiano, trad. mia.
Il blu non fa rumore.
È un colore timido, senza secondi fini, senza presagi o progetti, che non si scaraventa sullo sguardo come il giallo o il rosso, ma lo attira a sé, lo addomestica piano, lo lascia venire senza incalzarlo, facendolo sprofondare al suo interno e annegare senza rendersi conto di niente.
Il blu è un colore propizio alla scomparsa.
Un colore in cui morire, un colore che libera, il colore stesso dell’anima dopo che si è spogliata del corpo, dopo che ha sprigionato tutto il sangue e le viscere si sono svuotate, le tasche d’ogni tipo, traslocando una volta per tutte l’arredamento dei nostri pensieri.
Indefinitamente il blu si dissolve.
A dire il vero non è un colore. Piuttosto una tonalità, un clima, una risonanza speciale dell’aria. Una catasta di luce, una tinta che nasce dal vuoto sommato al vuoto, mutevole e trasparente nella mente dell’uomo così come nei cieli.
L’aria che respiriamo, la parvenza di vuoto sulla quale si muovono le nostre figure, lo spazio che attraversiamo non è altro che questo blu terrestre, invisibile tanto è vicino e fa corpo con noi, vestendoci i gesti e le voci. Presente fin dentro la stanza, ogni persiana chiusa e ogni lampada spenta, impercettibile abito della nostra vita.
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[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. Ogni prima domenica del mese, Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.
La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: tajani@nazioneindiana.com. Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]