Catena di San Libero n.283
di Riccardo Orioles
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Centrosinistra. “Ebbene si’, vi ho imbrogliato. Ma che ci potete fare?
Mica vorrete far vincere i conservatori!”. Con questa semplice campagna
elettorale Tony Blair ha portato il Labour a uno dei livelli piu’ bassi
della sua lunga storia, ha perso selvaggiamente seggi e voti, ma e’
rimasto al governo. Alla fine di questa triste campagna, coi
conservatori che non osavano parlare di Iraq (il tema su cui Blair era
piu’ debole) e coi tabloid di Murdoch che strombazzavano le qualita’
virili del loro candidato, l’Inghilterra vota contro il blairismo, ma
Blair rimane. Ha la maggioranza dei seggi, ma non dei voti.
Politicamente, il vincitore e’ il leader del “terzo partito”, Kennedy,
i cui voti – piallati dall’arcaico sistema uninominale – in un sistema
proporzionale lo avrebbero reso arbitro della situazione. Blair,
modello non solo in Inghilterra della sinistra “moderna” e privatizzata
(ammirata in Italia da Berlsconi e D’Alema), cerchera’ ora di
barcamenarsi con improvvise svolte a sinistra o a destra, come ha
sempre fatto. Ma ormai e’ un perdente, e gia’ gli altri giovani lupi
ringhiano per la successione; probabilmente entro un anno passera’ a
Brown il privilegio di rendere ancor piu’ thatcheriano il partito che
un tempo era dei lavoratori.
Il vincitore morale e’ il capo del partito conservatore, Howard, che
appena conosciuti i risultati ha immediatamente dato le dimissioni. “Io
correvo per vincere – ha detto – e non ci sono riuscito. E percio’ me
ne vado. Spero che chi mi sostituira’ faccia meglio”.
Nello stesso momento, nel collegio elettorale di Blair, si svolgeva una
breve conferenza stampa coi due candidati: il vincente, Blair stesso, e
il perdente, uno sconosciuto padre di famiglia che si era candidato
solo per denunciarne le responsabilta’ nella morte del figlio, uno dei
tanti giovani mandati al fronte “for King and Country”. L’uomo, un
signore di mezz’eta’ dall’aria stanca e ferma, ha detto poche parole
per ringraziare i cittadini. “Non e’ stato facile per me – ha detto –
ma dovevo farlo per rispetto di mio figlio. Ci sono cose che debbono
essere fatte e lezioni che debbono essere apprese. Io spero
profondamente che un giorno per questa guerra un primo ministro
chiedera’ scusa”. Alle sue spalle, il vincitore – giovanile e pimpante
in abito ministeriale – ascoltava compunto con un sorriso alla Uriah
Heep.
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2005. A Vittoria, in Sicilia, un disabile mentale di 56 anni e’ stato
ucciso a botte per divertimento da tre ragazzi fra i 15 e i 21 anni.
L’uomo, da tempo soggetto a beffe e strazi di giovani del paese, viveva
in un casolare dirupato, e la’ i tre l’hano raggiunto, torturato per
alcune ore con tegole e mattoni e infine lasciato per terra morto.
“L’abbiamo fatto per divertirci” ha detto uno dei tre. “E adesso che
abbiamo finito – ha detto un altro, dopo l’interrogatorio – me ne posso
tornare a lavorare?”.
A Policoro, in Basilicata, tre giovani sulla ventina hanno dapprima
infastidito in discoteca una ragazza accompagnata da un disabile; poi,
alle rimostranze di questi, l’hanno picchiato e buttato giu’ dalla
carrozzella; infine hanno accoltellato il ragazzo che era intervenuto
per difenderlo, freddandolo con un colpo al cuore.
A Roma, a una partita di calcio juniores fra la squadretta della
Comunita’ ebraica (i Maccabi) e quella dell’Acilia, i ragazzini di
quest’ultima si son messi a ingiuriare gli avversari: “Ebrei di merda”.
Ne e’ nata una rissa e la partita e’ stata sospesa.
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Droga. Venerdi’ 29 a radio Sherwood di Padova ha telefonato una
studentessa che diceva di aver visto in stazione una scena
assolutamente incredibile, e cioe’ la perquisizione di due giovani
zingare da parte di presunti carabinieri in borghese in servizio
antidroga; una delle due, secondo la testimone, sarebbe stata denudata
e perquisita sul posto da costoro. A sostegno della sua versione la
studentessa ha inviato delle foto, fatte sul telefonino, che si trovano
ora in rete. Dalle stesse la testimonianza sembrerebbe confermata. E’
da supporre che la magistratura stia gia’ indagando per accertare la
veridicita’ del gravissimo episodio e, nel caso esso sia confermato,
per punirne gli autori.
Nessuno ha mai pensato a spogliare in pubblico e
perquisire i politici sospettati di trafficare droga negli aeroporti o dentro i ministeri.
Si vede che ci sono due leggi diverse, una per i politici l’altra per le
zingarelle.
Bookmark: http://www.meltingpot.org/articolo5294.html
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Ministero della Virtu’. Nel Texas (una regione del Messico
settentrionale “liberata” tempo addietro dagli Stati Uniti) il
parlamento ha appena approvato una legge per regolare la lunghezza
delle gonne delle cheerlearders, le ragazze che organizzano, nelle
varie scuole, il tifo per le squadre locali. Le gonne corte, che le
ragazze tradizionalmente portano in queste occasionii, rischiano
infatti di corrompere al peccato gli spettatori. In Virginia e’ stato
invece fissato per legge il massimo di pelle esponibile fra jeans e
ombelico. In Florida, dove la media della popolazione e’ piu’ anziana,
si e’ preferito affrontare il problema della punizione dei peccatori,
autorizzando i cittadino onesti a sparare senz’altro a chiunque abbia
un atteggiamento sospetto.
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Iraq 1. Assolto anche il marine che aveva ucciso un prigioniero ferito
nella moschea di Falluja. Il fatto aveva destato qualche sensazione
perche’ lo sfortunato giovane si era fatto riprendere da un cameraman
mentre procedeva all’operazione. Ma i superiori hanno deciso che non
c’e’ reato.
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Iraq 2. Imprigionati senza alcun capo d’accusa nove giornalisti
iracheni al servizio di testate europee o americane. Ufficiosamente, I
militari li sospettano di “aiutare gli insorti”. Uno di loro e’ stato
arrestato mentre scattava per France Presse delle foto sulle rovine di
Falluja, la citta’ liberata a colpi d’artiglieria alcuni mesi fa e da
allora di fatto off limits per i media internazionali.
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Iraq 3. Retrocessa da generale a colonnello Janis Karpinsk,
responsabile della polizia militare in Iraq all’epoca delle torture nel
carcere di Abu Ghraib. A motivare il provvedimento pero’ non e’ tanto
il suo operato “carente” rispetto alle torture quanto un furto di
cosmetici e profumi da lei commesso al supermercato della base.
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Iraq 4. Nuove regole per gli interrogatori dei prigionieri nel prossimo
manuale dell’esercito americano. *Sara’* vietato tenerli nudi, usare i
cani, impedirgli di dormire, ecc.
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Iraq 5. Aperta a Washigton un’inchiesta sulla sparizione di quasi cento
milioni di dollari destinati alla ricostruzione dell’Iraq ma mai
arrivati ai destinatari. Secondo il Los Angeles Times parecchi
funzionari avrebbero disposto del denaro senza alcuna forma di ricevuta
e in diversi casi vi sarebbero indizi di malversazioni personali.
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Iraq 6. Nessun segno di attenuazione della guerriglia contro occupanti,
collaborazionisti e persone innocenti. Essa viene portata avanti da
cittadini del luogo e da fanatici di altri paesi, per causa di
liberazione nazionale e per crociata “religiosa”, con agguati militari
e col terrorismo puro; i bersagli a volte sono i soldati d’occupazione,
a volte i bambini che affollano la piazza del mercato. Partigiani,
badogliani, fanatici medievali e assassini puri sembrano intenti a fare
ognuno il proprio lavoro, senza gran voglia di distinguersi gli uni
dagli altri. Difficile definirlo terrorismo. Impossibile chiamarlo
resistenza.
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Sudditi. Sigonella (Sicilia) e Rota (Spagna) sono, secondo El Pais, le
due basi fra cui il il comando americano in Europa scegliera’ quella
che dovra’ servire come base delle forze speciali di pronto intervento.
Gli spagnoli non so: ma per noi una scelta del genere rischerebbe di
“coinvolgere il nostro paese in iniziative politico-militari che
l’amministrazione americana decidesse anche unilateralmente di
intraprendere”. Non lo dico io, lo dice l’ex gladiatore Cossiga. Che
invita il governo italiano a sospendere ogni trattativa in merito “fino
a che l’amministrazione americana non avra’ concesso piena
collaborazione alle autorita’ giudiziarie italiane che procedono per
l’uccisione dell’agente Nicola Calipari“.
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Alleati. Il governo israeliano respinge ogni responsabilita’ nel caso
di Larry Franklin, l’alto funzionario del Pentagono arrestato “per
ntelligenza con uno stato estero” dopo aver passato documenti
top-secret sull’Iraq all’American Israel Committee, una lobby
statunitense filo-israeliana. “Noi non c’entriamo nulla e non abbiamo
ricevuto alcun documento da questa persona” ha dichiarato un alto
funzionario del ministero degli esteri.
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Papi. Non verra’ chiuso il sito ma verranno semplicemente smontate le
pagine di Indymedia che hanno ospitato un manifesto in cui papa
Ratzinger veniva ritratto in divisa nazista. Il manifesto, secondo
l’Inquisizione e anche secondo alcuni giudici laici, concreterebbe i
reati di disprezzo del sentimento religioso e oltraggio alla religione
dello Stato. Il provvedimento viene tuttavia considerato il segnale di
una vicina svolta democratica nelle due Rome, dal momento che casi
analoghi – ad esempio quello dell’autore di
http://www.giordanobruno.splinder.com – in passato erano stati risolti
con minore mitezza. E’ anche vero che fra Giordano Bruno e i ragazzi di
Indymedia (che sbagliano pure le scritte anticlericali tipo “Got mit
uns”) c’e’ qualche differenza.
Bookmark: http://italy.indymedia.org
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Notabili. E’ ancora vivo e in liberta’ Carlo Ruta, l’autore del sito
http://www.accadeinsicilia.net chiuso d’autorita’ da alcuni magistrati
di Ragusa dopo la pubblicazione di una serie di inchieste sugli
ambienti bancari, e politici, locali. Ruta, che ha quasi immediatamente
aperto un altro sito, ha poi subito il furto dell’automobile contenente
quasi tutte le copie del suo libro su queste incheste.
Bookmark: http://www.leinchieste.it
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Generali. Continua a essere sotto sequestro giudiziario il sito
dell’Unione nazionale Arma carabinieri, il “sindacato” dei militari di
truppa e sottufficiali dell’Arma che aveva sollevato pubblicamente
dubbi sull’opportunita’ dell’intervento dei nostri militari in Iraq. Il
sequestro e’ stato disposto dopo la pubblicazione della notizia di un
megaricevimento di gala dato all’interno della Regione carabinieri
Puglia da un (permaloso) generale. Il sequestro era “preventivo”, sono
passati sette mesi ma il sito e’ ancora chiuso.
Bookmark: mmmp… mmm… (bavaglio)
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Vip. Veltroni e’ un discreto sindaco, e anche come politico con gli
anni s’e’ incivilito parecchio. Con tutto cio’, eccolo che
all’improvviso ti annuncia “Ho chiesto a Rudolph Giuliani di lavorare
per Roma. Dice che e’ interessato”. Giuliani, come sindaco di New York,
e’ stato – a torto o ragione – un sindaco di destra. “Tolleranza zero”,
polizia con pieni poteri, torture inflitte ai sospetti di colore. Non
scherziamo con queste cose: l’unica cosa in comune fra Veltroni e
Giuliani e’ che sono entrambi dei Vip; in tutto il resto sono opposti
e, fra i due opposti, scegliere tocca ai cittadini. Non a un policante
qualunque, per farsi bello un momento alla televisione. Rispetti i
patti, non cambi le carte in tavola, dia ai cittadini esattamente la
merce che hanno comperato e non un’altra, e non si permetta mai piu’
un’uscita del genere, che e’ roba da Tagikistan o da Alabama.
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La vittoria. Calci nel sedere al soldato Ivan: ma c’e’ abituato.
Sessant’anni fa – quando ne aveva diciotto – fece fuori Hitler, spacco’
i cancelli di Auschwitz, impicco’ i collaborazionisti lituani (non solo
quelli) che ammazzavano gli ebrei a colpi di spranga di ferro,
seppelli’ i suoi compagni morti sparsi per tutta la Madre Russia e, gli
ultimi, per la Terra degli Orchi.
Nessuno sa quanti esattamente furono gli Ivan – e le Olga, e i
Petruska, e gli uomini e donne e i bambini che morirono a milioni la’
per permettere a noi civili di vivere senza nazismo. E Stalin? No, non
fu Stalin (che fece terrificanti cazzate anche militari) a vincere
quella guerra. Fu il popolo sovietico, povero, communista, dignitoso,
che difese i kolkhoz e le chiese, la tomba di Tolstoi e le officine di
Stalingrado. Poi torno’ a casa (quando non lo spedirono a presidiare
altri popoli, a fare lo sbirro ad altri poveretti) e… e non fece la
rivoluzione, perche’ gli avevano detto che era stata gia’ fatta. Questo
e’ stato l’unico errore, pensa ora – ma ora e’ tardi – il vecchio Ivan,
pensando alla sua pensione che al nove del mese e’ gia’ finita, al
segretario del Partito del quartiere che ora e’ un pezzo grosso della
privatizzazione e a sua nipote con la tubercolosi, ma senza piu’ una
Yalta dove mandarla gratis per le cure. “Fratelli e sorelle, cittadini,
compagni…”. “Na Radinu na Stalinu…”. “La Russia e’ grande,
compagni, ma non possiamo piu’ ritirarci perche’ dietro di noi c’e’
Mosca…”. Il vecchio si assopisce e sogna ancora una volta se stesso a
diciott’anni, col mondo ancora giovane davanti.
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Memoria. “Il comune di Anzola, in provincia di Bologna, ha concesso la
cittadinanza a Felicia Impastato, la madre di Peppino, come
partigiana”. E’ un passaggio del discorso di Salvo Vitale, uno dei
compagni di Giuseppe Impastato a Radio Aut, proprio davanti a quella
che fu la sede dell’emittente a Terrasini, all’inizio del corteo fino
alla piazza di Cinisi. C’erano almeno cinquemila persone alla
manifestazione, la piu’ grande nei ventisette anni trascorsi dalla
morte del giornalista, la prima senza mamma Felicia a regalare fiori ai
manifestanti sull’uscio di casa sua (che diventera’ un centro di
documentazione per sua espressa volontà). Se n’e’ andata quest’inverno
nell’indifferenza del suo paese che invece era presente ai funerali di
un parente di Tano Badalamenti: non le verra’ perdonato tanto
facilmente essere stata la prima donna di una famiglia mafiosa a
schierarsi contro Cosa nostra.
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Foto: Peppino Impastato.
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Post lunghissimo, ma si legge che è un piacere. Mi sembra una e-zine molto interessante.