Un piccolo bilancio di Nazione Indiana – 1

di Jan Reister

Tra qualche settimana, a marzo, Nazione Indiana compirà sei anni. E’ l’età a cui si va in prima elementare, si fanno bilanci e grandi progetti per la vita. Cercherò qui di tirare le somme della mia esperienza in questo progetto, basandomi su quello che conosco meglio ovvero il lato tecnico/editoriale di questa avventura. Inizio con i numeri riportati sopra, che raccontano la produzione culturale degli indiani e dei loro lettori.

Post Media caratteri Caratteri Totali media Commenti Commenti Totali
2008 933 8754 8166599 18 16181
2007 918 8013 7355914 27 24747
2006 710 8677 6160026 32 22608
2005 723 7292 5271747 15 10826
2004 557 7363 4100952 10 5151
2003 233 8878 2068386 7 1463

Gli esordi: 2003-2005

Sono arrivato in Nazione Indiana nel 2005, del periodo precedente conosco le risorse informatiche che ho trovato ed i racconti delle persone con cui ho parlato.

Il dominio nazioneindiana.com viene registrato a marzo 2003, credo  da Tiziano Scarpa. In quel periodo diventava popolare in Italia MovableType, un software gratuito per creare facilmente blog dinamici self-hosted, che aveva già tutte le funzioni che ci aspetteremmo oggi: gestione di più autori, interfaccia di amministrazione e scrittura, commenti, feed RSS, ping, template grafici. Nazione Indiana viene creata usando MovableType 1.18, Giusepe Genna realizza una grafica sobria e neutra che potete vedere su archive.org e che sopravvive nel marchio con piume presente anche sull’attuale testata.

Il sito è pensato per pubblicare facilmente, liberi da preoccupazioni editoriali o da scadenze, nell’ordine cronologico proprio del blog;  non ci sono però i commenti, per esplicita scelta. Genna, che realizza il template grafico e lascia Nazione Indiana quasi immediatamente dopo, cancella i riferimenti al motore CGI dei commenti sulle pagine, ma li lascia, forse per una svista, sugli archivi mensili dove gli attenti lettori ben presto li scoprono ed iniziano ad usarli, seppure costretti in modo scomodissimo dentro un unico contenitore mensile, e non sotto ogni singolo articolo come oggi.

Nel 2004-2005 Nazione Indiana decolla, aumentano gli articoli e si accatastano migliaia di commenti, ma nessuno apparentemente si cura di aggiornare MovableType. L’archivio mensile raggiunge dimensioni mostruose, lo spam dei commenti intasa il server e le risorse messe a disposizione dall’hosting provider si esauriscono. Il provider disattiva a più riprese il sito o parti di esso, a metà 2005 vengo chiamato da un paio di indiani a porre rimedio, c’era il rischio di perdere gli archivi del sito, ma intanto era in crisi qualcosa di più di una applicazione web.

Quello che mi ha colpito di più, rassettando gli archivi nel 2005, è stata la fantastica profusione di energie dei commentatori, che con 10.000 commenti spesso lunghissimi hanno scritto un blog parallelo, una antologia collaterale di critica, impegno, dibattito civile e delirio che è uno specchio dell’Italia in rete in quegli anni.

Di quel periodo ci sono pochi dati sul traffico, leggo nei miei appunti che a giugno 2005 Nazione Indiana aveva PageRank 4 e riceveva 1200 visite / 2500 pagine viste in media al giorno, sorgenti di traffico equamente distribuite tra motori di ricerca, siti di riferimento e visite dirette. Gli archivi di quel periodo continuano ad essere letti negli anni successivi e costituiscono circa il 6% delle pagine viste negli anni dal 2006 al 2008, come si vede dal grafico allegato di Google Analytics con l’elenco dei 100 articoli più letti oggi di quel periodo: top content report-2003-2005 (PDF).

Alcuni dei testi più letti, come Io so ed ho le prove di Roberto Saviano, hanno un picco di popolarità in un periodo limitato ad un paio di mesi, a causa di citazioni su altri siti, eventi editoriali o eventi esterni: top content detail report 2003-1005-io-so-e-ho-le-prove (PDF). Altri, come ad esempio Tecniche di suicidio di Sergio Garufi, ricevono visite regolarmente a causa della buona posizione sui motori di ricerca e della singolare popolarità di questo di argomento:  top-content-detail-report-2003-2005-tecniche-di-suicidio (PDF).

Credo che uno studio della popolarità delle singole voci di archivio  aprirebbe prospettive interessanti, se qualcuno tra i lettori volesse proporre un piccolo progetto sarei felice di fornirgli gli strumenti che ho.

Continua.

(le informazioni sul numero di articoli, caratteri, commenti sono ricavate con il plugin wollystats)

14 COMMENTS

  1. Ecco un pò di storia e di dati statistici sempre utili alla curiosità di chi è arrivato ultimo. Grazie Jan

  2. Non ricordo più come sono incappata su Ni, allora, ma ricordo benissimo le discussioni, è curioso che l’anno con più commenti sia stato il 2006.

  3. accade quello che accade per l’editoria cartacea: all’aumento dei titoli (post) non corrisponde un aumento delle vendite ( commenti). Peccato. Comunque una esperienza fantastica, e per me un confronto molto significativo. Grazie NI ! :-)

  4. Sapevo del successo inaspettato di quel mio post sugli scrittori suicidi, così come sapevo che non dipendeva dalle mie qualità scrittorie, ma ogni volta che ci penso mi inquieta vedere quanta gente, nella solitudine internettica, cerchi siti e informazioni pratiche sul suicidio. A fianco ai numeri, di per sé già impressionanti, relativi a quanti si tolgono la vita, io credo che ci sia una moltitudine impressionante di persone che ci pensano spesso, che lo vedono come una soluzione possibile e praticabile alla loro infelicità.

  5. Molto interessante come post. Mi rammento benissimo quando sono venuta commentare, era in novembre 2006. E devo dire che sono molto “attachée” affezionata a NI, e che ho scoperto amicizia e generosità. Di più i post sono di una bella qualità e diversi. Apprezzo lo spazio offerto all’arte, alla poesia, alla canzone, alla traduzione, alla società italiana e i valori di umanità.
    parecchi post mi hanno fatto una forte emozione nel cuore.
    NI fa parte della mia vita, è un momento particolare, quando vedo apparire la pagina.

  6. @sergio: per me il tuo scritto sui suicidi è un esempio paradossale dell’importanza di titolo (breve e incisivo) e parole chiave.

    @manuel: i commenti sono un segno di partecipazione oltre la sola lettura, ma credo che riflettano la popolarità di un pezzo solo fino ad una certa soglia (12-20 commenti forse), oltre la quale sono solo un segno dell’interesse (o dell’accanimento) di pochi. Penso ai pezzi con oltre 100 commenti fatti però dalle stesse 4-5 persone.

  7. @jan

    è vero, ma in riferimentio ai 4 o 5 che si incaponiscono a discutere sotto un post, questo è diventato anche un luogo di incontro.
    Sarebbe interessante (ma così, alla leggera) vedere non solo quanti sono stati i commenti, ma quanti i commentatori più o meno abituali che si sono dati la staffetta nel tempo. E infatti molti sono scomparsi e ce ne sono di nuovi che a loro volta prima o poi lasceranno il campo ad altri. A parte pochi come me che tornano anche se non quotidianamente, il ricambio è stato alto.

  8. Scrive Jan:

    Quello che mi ha colpito di più, rassettando gli archivi nel 2005, è stata la fantastica profusione di energie dei commentatori, che con 10.000 commenti spesso lunghissimi hanno scritto un blog parallelo, una antologia collaterale di critica, impegno, dibattito civile e delirio che è uno specchio dell’Italia in rete in quegli anni.

    Magari si potesse scrivere una breve storia di questo blog parallelo… :-)

  9. 2006 anno d’oro. l’anno in cui facevo il troll in maniera scatenata. ero immaturo allora, poi ho capito che certe cose non si fanno, che è infantile. però faccio notare che le cose vi andavano meglio. o! io non so se sarei ancora capace… però se vi può essere utile… fatemi sape’. ciao

  10. volevo dirti che hai fatto un ottimo lavoro con questo sito, davvero ben fatto e ben tenuto. Te l’ho già detto ma lo ripeto anche qui.

    Ciao ciao

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Sono responsabile del progetto web di Nazione Indiana. Mi interessa parlare di: privacy, anonimato, libertà di espressione e sicurezza; open source, software e reti; diritti civili e democrazia; editoria digitale ed ebook; alpinismo e montagna. Collaboro (o collaboravo) come volontario ai progetti: Tor. anonimato in rete come traduttore per l'italiano; Winston Smith scolleghiamo il Grande Fratello; OneSwarm privacy preserving p2p data sharing - come traduttore per l'italiano; alfabeta2- rivista di interento culturale per l'edizione web ed ebook. Per contatti, la mia chiave PGP. Qui sotto trovi gli articoli (miei e altrui) che ho pubblicato su Nazione Indiana.