Editoriale Sud n°13- uscita 25 Maggio

di
Francesco Forlani
beurck1
immagine di Philippe Schlienger – Sud 13

Cave Panem, attento al pane,
sembra sussurrarci il buon senso ogni volta che si prospetta un lavoretto, in genere qualcosa di non interessante, ma che potrà servire a rimettere in sesto la cassa contabile. Una voce di dentro ti dice allora, prendi ogni cosa, non farti pregare, senza condizioni anche quando non sei sicuro affatto che ti pagheranno, perché è già successo, che ti fidavi, e non era il caso. E odii la parola bonifico, perché a te restano solo le paludi dei conti. In Francia alimentaire, si dice di un lavoro che non si ama ma che ti dà da mangiare, il pane.
Carmina panem non dant , ti dicono loro e non è importante quello che fai se non riporti a casa la pelle, ti dici tu. Ovvero la carne, altro che insalate, magari una fettina trasparente, come quelle dispensate negli anni di crisi degli anni settanta. Importante è dire: ho mangiato carne, di quelle nervose, rigide, cartonate, vendute con la ricetta, alla pizzaiola. Ma di cosa si nutre l’anima se non dei sogni che non hanno prezzo? Le magnifiche imprese non portano le insegne funeste del codice a “sbarre” sul retro, né l’amore che abbiamo inseguito per tutta una vita. Ti amo così tanto che ti mangerei! ti dicono, anche.
Non mi cibo allora, non mi nutro nemmeno, ma alimento. La nuova rivoluzione culturale e politica ha già rimesso all’ora più giusta le lancette del tempo fatte impazzire al ritmo forsennato dell’economia di mercato. Alimento lento, ovvero che darà con il tempo i suoi frutti, riducendo le distanze tra noi e le cose che amiamo. Emozioni a chilometro zero.
Questo numero 13 di Sud, dedicato all’alimentarsi, è un numero à la carte, per palati fini. Buon appetito! – allora vi dico.

Nota
La rivista sarà presentata a Galassia Gutenberg il 31 maggio alle ore 12

12 COMMENTS

  1. Se carne non trovi, ricordati che Fabas indulcat fames (tra l’altro, questa è la stagione).
    Come rituale propiziatorio ti consiglio di recitare a voce alta: Panem Noster qui es in coelis… non si sa mai.
    Eppoi il tutto innaffiato da un bel bichiere di vino, perché In vino veritas.
    Ad maiora!

  2. e mettiamoci pure “panis et circenses sine litteris non faciunt hominem”..però, “mazze e panelle fanne ‘e figlie belle!”, come si diceva – illo tempore- dalle mie parti!

  3. Sto leggendo A la lumière du Sud : lettere di Anna Maria Ortese a Pascuale Prunas ( Actes Sud, traduction de Marguerite Pozzoli).
    nella prima parte Renata Prunas rievocca la figura esile di Anna Maria Ortese ( monaciello o direi passero d’inverno).
    Le lettere svelano la povertà della scrittrice. Una creazione non alimentare. Anna Maria Ortese chiede denaro a Pascuale Prunas per un viaggio deluso, perché senza la presenza carnale des camarades de Sud,
    in una solitudine terribile. E’ il tormento della memoria di Napoli, del fuocolare solare, del cibo dorato della lingua napoletana, dell’amicizia.
    Lettere modellate alla bellezza crudele della città.
    Dice : ” ho perduto Napoli” dopo avere scritto il mare non bagna Napoli, ho perduto Monte di Dio, il pane essenziale alla mia anima, non ho più niente da afferrare nel mano.
    Il segno che il talento si vive nel indigneza e nel frammento di vita, la scrittrice raggiunge una parte onirica del mondo, rende nobiltà alla bestia della fame.
    Tempo della scrittura, tempo del blu, tempo celeste.

    Per dire che la rista Sud l’erede dell’ambizione di Pascuale Prunas: fare vivere la cultura napoletana in Europe in un pane essenziale.

  4. carmina è la parola chiave, perché spesso i pochi che ci cavano la pagnotta producono appunto testi “carminativi”, nell’accezione farmacologica del termine, cioè che facilitano l’espulsione dei gas dallo stomaco e dall’intestino in chi legge, un beneficio innegabile per il quale vengono giustamente ripagati.

  5. Tiempos malos, hombre.
    De toda manera, si quieres…
    Penso che un giretto dagli encapuchados faccia salirè un po’ l’adrenalina…

  6. io faccio un lavoro alimentare, e poi scrivo. facevo il giornalista, ma mi sono accorto che era una forma di prostituzione, e che ero costretto a una produzione carminativa. plaudo al furlen che riesce a mettere insieme il pranzo e la cena, o almeno quel che basta per le normali attività metaboliche, facendo sicuramente quello che vuole lui, e che proprio perciò coincide con quello che gli altri vogliono faccia.

  7. oggi bistecca alla fiorentina da mario a firenze con il cossu
    me la sono stampata in the cervella
    per tutti i salti di pasto
    evvai
    che così si vince!
    effeffe

    ps
    bien evidemment plauso a Giò e Maria Antonietta che invitettero lo furlen

Comments are closed.

articoli correlati

Mots-clés__Montessori

Montessori di Francesco Forlani Vasco Rossi, Asilo Republic -> qui ___ https://www.youtube.com/watch?v=E2pWbYaTc_o ___ Da L.-F. Céline, La bella rogna, trad. Giovanni  Raboni e Daniele Gorret, Milano, Guanda, 1982 Tutto...

Comunisti dandy: le retour

  Moda uomo, “classica”come la vanità maschile Nell’inserto che La Provincia di Como ha dedicato alle recenti sfilate della moda uomo...

Andrea Camilleri – Sud

Per il numero 1 di Sud, Andrea Camilleri scrisse per noi questo magnifico racconto (effeffe)

Overbooking: Titti Marrone

Nota di lettura di Francesco Forlani al romanzo La donna capovolta di Titti Marrone Dei libri mi piace cogliere i segni che sono...

Il postino di Mozzi

brani di Guglielmo Fernando Castanar (in corsivo) e Arianna Destito Cominciai questo lavoro di raccolta dopo il terzo o il...

Penultimi ( note fuori dal coro )

    Nota (continua) di Francesco Forlani     I Può capitare alla fine dei corsi quando mi aggiro tra i banchi vuoti, di ritrovare dei tappi di penne righelli...
francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017