Vertigine. Nuova serie.
di Francesco Raiola
(Vertigine, il periodico di scrittura e critica letteraria curato da Rossano Astremo, dopo tre anni e la pubblicazione di sei numeri autoprodotti, cambia totalmente pelle. Verrà presentato domenica 28 maggio, presso il Fondo Verri di Lecce, a partire dalle ore 20, il primo volume della nuova serie della rivista, pubblicato dalla Luca Pensa Editore. Anticipiamo uno dei pezzi della sezione inedita della rivista, Tritature, dedicata al recupero di libri passati sotto silenzio nella scorsa stagione editoriale. Per maggiori informazioni sulla rivista basta guardare alla fine dell’articolo. P.S.)
Hunter Stockton Thompson: Hell’s Angel (Shake, 2005)
Vale quasi sempre la regola per cui la morte di un personaggio famoso porta in dote inediti improvvisamente riapparsi da un baule in soffitta, corrispondenze di cui non si può proprio fare a meno, interviste ripescate da archivi polverosi o, più semplicemente, spesso quella morte dà il via all’inarrestabile rito delle ristampe e dei ripescaggi editoriali. E allora ecco che rispuntano versioni rivedute, ammodernate, trasformate, rimodellate, restaurate di album, film, dvd o libri che celebrano il grande artista o la sua grandiosità, la genialità perduta di personaggi che spesso in vita non avevano potuto godere di tali incensazioni.
E capita che un anno fa, il 21 febbraio 2005, l’inventore del Gonzo Journalism, Hunter Stockton Thompson, una vita vissuta col piede perennemente premuto sull’acceleratore, decide di farla finita a modo suo, con un coup de theatre, tirandosi un colpo di fucile (il suo amato fucile) alla tempia. E capita che da subito cominci l’elogio di questo scrittore che definire scomodo equivale a complimentarsi con lui. E capita infine che i commiati, non tutti si sa quanto necessari, si sprechino.
Qualche mese dopo la sua morte la ShaKe, piccola e coraggiosa casa editrice milanese, ripubblica uno dei migliori lavori di Thompson: Hell’s Angel (pp. 272, € 16, trad. Anna Mioni), dove lo scrittore statunitense, prima di scrivere dell’American Dream e di decretarne la morte col suo capolavoro Paura e disgusto a Las Vegas, aveva passato un anno a seguito di quello che per un certo periodo fu l’American Nightmare: gli Hell’s Angels.
Nata negli anni ’50, questa banda di motociclisti (fuorilegge, come pian piano li definirà Thompson) ebbe il suo periodo di notorietà negli anni a cavallo tra i ’50 e i ’60, quando una serie di reati (tra cui molte accuse di stupro) e il dossier Lynch li buttarono sulle prime pagine dei quotidiani americani più importanti. Quella, però, fu anche la fine. Violenze, risse, stupri (non sempre accertati) hanno caratterizzato la vita di questi “perdenti emarginati, falliti e scontenti”, reietti persi nell’alienazione di una società “alla deriva e confusa con se stessa”. Un viaggio nella parabola della vita di questi motociclisti che si conclude con il funerale di uno dei loro capi, ma che in realtà è distrutta dalla loro vanità, dalla voglia di apparire, di leggere i propri nomi sui giornali, facendo la fine “delle prime donne, divenendo una controfigura sbiadita di quel famigerato mito affermatosi a cavallo tra i ’50 e i ‘60”. “ Erano vere celebrità – scrive Thompson – senza più mondi da conquistare”. Insomma, uno dei maggiori e veri lavori su un fenomeno importante degli anni della controrivoluzione americana.
Ebbene, in nove mesi (il libro è del maggio 2005) le recensioni uscite sono due (una del sottoscritto, l’altra di Giuseppe Genna). Perché, mi domando, un libro bello e interessante su un argomento per nulla abusato – almeno qui in Italia – scritto da uno dei maggiori scrittori americani, addirittura inventore e rappresentante di uno stile, il Gonzo Journalism, che unisce il reportage a uno stile narrativo delirante e allucinato , amato da divi Hollywoodiani (Johnny Depp lo adora e lo interpreta nel film Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam) e soprattutto, cosa non da poco, morto da poco tempo e, quindi, come detto, al massimo del fulgore mediatico (non solo le tv e le radio ne avevano parlato, ma anche il mondo di internet ne piangeva la scomparsa), perché quel libro ha avuto solo due recensioni?
È il momento di restituire a Thompson quel che è di Thompson. Cosa non è andato? Da svariati mesi il sito della ShaKe dà il libro esaurito. Un successo? Chissà! Certo le recensioni non sono la cartina tornasole del successo di un volume: ma è altrettanto certo che sono il termometro della ricezione critica di un libro e, di conseguenza, in una liason semiotica causa-effetto, l’indicatore dei passi che, a monte, l’editore ha fatto (o non ha fatto) per far conoscere il libro. Quante copie sono state vendute? E perché se il libro è esaurito da mesi ancora non si è pensato a una ristampa?
Roso da queste domande che mi invadono i pensieri, cerco conforto andando alla fonte. E così una mattina chiamo la ShaKe per avere qualche informazione.
Mi risponde una voce maschile. Chiedo di poter parlare con chi di quel libro si è occupato.
“Cosa vuole sapere di preciso?”
Parlo con lui. Gli spiego la situazione, soprattutto gli chiedo di quelle due dannate recensioni.
“Due? No, sono molte di più, ora controllo”.
Gli dico che se la rassegna stampa completa è on line il mio dato è corretto.
”Allora ha ragione” dice.
“Grazie,” dico.
“Quali sono i dati di vendita del libro?”
Resta in silenzio qualche secondo. “È ancora troppo presto per darle dei numeri”.
“Scusi, ma il libro è uscito più di dieci mesi fa!”
La Voce non transige. “Sì, ma è ancora presto”.
Punto sulla distribuzione.“Quante copie avete stampato?”
La Voce fa una pausa ancora più lunga.
“Sono dati che non posso fornirle”.
“…”
“…”
“Lo ristamperete?”
“Certo.”
“Quando?”
“Non lo sappiamo. Tra qualche mese, forse”.
“…”
“…”
“Senta, ma come mai, secondo voi, il libro ha avuto così poco spazio sui giornali?”
La Voce dà risposte criptiche, monosillabiche. Mi dice che no. Che loro. Che i giornali. Mi dice che è una ristampa. Che i critici. Mi dice che l’ufficio stampa. Che i lettori. Che l’editore.
Quando saluto, ringraziando, la Voce è ancora lì.
Diventa allora di urgente attualità la riflessione che Emanuele Trevi fa su Alias riguardo alle novità letterarie, ovvero che bisognerebbe allargarne il concetto “fino a comprendere almeno i libri usciti da un annetto, per combattere l’importante usa e getta dell’informazione culturale”.
E, aggiungerei, per combattere anche il silenzio e l’oblìo al quale molte di quelle novità sono destinate.
Aspettando il giorno in cui quelle recensioni diventeranno, almeno, tre.
[Oltre duecento pagine per ripercorrere la storia della rivista, a partire dal numero dell’esordio, uscito nell’agosto del 2003, per proseguire con il secondo numero, stampato nel novembre del 2003, dedicato ad alcuni episodi di sperimentazione letteraria. Il terzo numero, del marzo 2004, è dedicato ad Antonio Verri, poeta e narratore totalmente dimenticato dalla critica letteraria pugliese e non solo. Nel quarto numero, uscito nell’estate del 2004, comprendente interventi di alcuni grandi animatori della scena letteraria italiana, Vertigine ha avuto ha ospitato in anteprima assoluta un estratto di New Thing di Wu Ming 1, che sarebbe poi uscito nell’ottobre dello stesso anno. Il quinto numero, Merda d’autore, uscito nel marzo 2005, è una raccolta di testi giudicati pessimi e impubblicabili dagli stessi autori. Vertigine ha reso possibile la pubblica lettura di interventi altrimenti destinati all’oblio. In Politicamente scorretto, dell’ottobre 2005, ampio spazio, invece, a racconti, poesie e riflessioni sulla situazione politica e sociale italiana. Oltre al già pubblicato, questo numero contiene una sezione di inediti, Tritature, nella quale sono presenti recensioni e riflessioni su libri dimenticati nel corso della passata stagione editoriale. Qui l’elenco completo delle sezioni e degli autori.
A partire dai prossimi numeri la rivista presenterà al suo interno due sezioni, una sezione di argomento tematico sul quale si accederà per invito, come d’altronde è accaduto in questi anni, e, questa la grande novità, una sezione dedicata al laboratorio delle scritture, nella quale verranno ospitati poesie, racconti e contributi critici di giovani autori in cerca di nuovi luoghi d’espressione. Per contattare la redazione rossanoastremo@libero.it , per ordinare una copia della rivista penspol@alice.it .]
Oltre ad essere uno scrittore e un poeta di riguardo, Rossano sta facendo un grandissimo lavoro di divulgazione sul territorio, contribuendo, insieme ad altre lodevolissime realtà locali, in rete e non, a fare di Lecce uno dei centri propulsivi dell’attuale panorama culturale. Onore al merito. Davvero.
astremo, sono d’accordo, è veramente una persona stragenerosa.
d’accordissimo, il tempo medio di vita di una pubblicazione DEVE essere piu’ lungo, e anche l’anno ‘suggerito’ da Emanuele Trevi a volte non è sufficiente
missionario
Gli scrittori sono per natura generosi, Rossano è uno di questi. Fragole e girasoli.