Due poesie da “Quattro quaderni”
di Giuliano Mesa
è come se andarsene non fosse che questo,
questo restare, e fare ancora un gesto
(è come se dirlo fosse soltanto vero,
e non più vero, ancora, del non dirlo)
e poi quello che manca mancherà
e ciò che è è ciò che ormai è stato
(e parlane, mio amore, dinne ancora,
fa che sia vero ancora)
(penso ad un giorno, pensando ancora
a chiudermi gli occhi, finché c’è luce,
a premere ancora, sulla tempia, il nervo che pulsa)
(pensa che vuoi pensare,
fino a quel buio,
fino alla luce, infine, che scompare)
*
cosa frammischia –
cenere (sempre cenere)
e vento (sempre, da sempre)
se non il vuoto, Lucrezio,
il vuoto –
lì possiamo costruire, c’è spazio,
per fare un’orma
e fare un segno di passaggio
(noi siamo, passeggeri,
come argini,
muschi sulla sponda del fossato,
chiocciole ciottoli lucertole
e questo è molto,
a farsene una ragione,
è molto tempo, e spazio,
molta necessità)
*
[Non conosco neppure più una poesia, per intero, a memoria: né Leopardi né Pascoli né Montale. Eppure queste due poesie di Giuliano Mesa, queste due almeno, vorrei impararle a memoria, affinché mi restino in mente una volta per sempre, anche quando non ricorderò più le sue parole, le sue battute, quando la sua mimica e il tono di voce, sottile e dolce, si offuscheranno. A. I.]
grazie assai, Andrea, segnalo qui il testo integrale di Schedario, del 1978.
grazie “passeggero” per l’orma, il camino.
Mi dispiace molto. Grazie, Andrea, per queste sue due poesie.
Grazie anche da parte mia. mi dispiace davvero, Daniela Brogi
Che bello sarebbe accettare la fine come lui la accoglieva.
Non conoscevo. Queste due sono molto belle. Grazie.
due bellissime poesie. grazie
sono molto, molto belle, grazie.
leggo due bellissime poesie e un grande sentimento di dolore. nel ricordo.
grazie.
un grandissimo poeta. ma perchè questo strano silenzio sulle cause della sua triste dipartita? scusate
Grazie ad Andrea lo leggiamo nel n. 3 di “Atti impuri”. Grazie Giuliano.
Ciao Giuliano, irto amico, conosciuto tanti anni fa proprio a casa di Andrea Inglese. sttl. Franco
[ voce ]
R. I. P.
,\\’
grazie Orsola grazie Andrea
effeffe
ecco un uomo che ha fatto un must del tenere alta l’asticella(non sarebbe dispiaciuto a..
http://hengelo.home.xs4all.nl/America%20-%20A%20Horse%20With%20No%20Name.mp3
quanta reticenza….
“Quattro quaderni” e’ uno dei piu’ grandi libri di poesie italiana del Novecento. Da leggere tutto d’un fiato.
Trattenere le lacrime di fronte a questi testi e’ quasi impossibile, anche quando la brutta notizia non giunge inaspettata.
non so perché, stavo rileggendo i quaderni proprio in questi giorni. amo questo libro. poi ho letto di Giuliano Mesa. Un grande poeta. mi spiace non averlo potuto conoscere di persona.
e dopo questo suono, dopo,
dopo torna
come se nulla fosse, suona,
suona ancora
a aldo,
non ti viene in mente che, forse, il silenzio sulle circostanze della morte di Giuliano siano dovute al pudore degli amici che non hanno cosi’ tanta voglia di rendere pubblici dettagli relativi alla sua vita privata? Giuliano è scomparso precocemente a causa di un tumore. Una morte triste e molto comune, per una persone che davvero non ha avuto una vita comune.
Non conoscevo proprio Mesa che mi sembra un poeta molto musicale. Queste due poesie sono estremamente leggere e gradevoli.
(di una vita non rimane quasi niente
e quello che rimane, spesso, non è vero)
(prendi a misura, adesso, com’è il rumore,
fuori della notte)
(di più falso non c’è nulla
che il voler dire il vero)
(è vero questo approssimarsi.
è vero che a qualcosa, sempre,
noi ci approssimiamo
– anzi, ci avviciniamo,
che suona meglio,
ed è meglio di niente)
Composita solvantur.
Giuliano Mesa a Genova, anno 2002: in poesia si cerca «di dire delle cose che si possono dire soltanto così perché c’è il suono, c’è il ritmo, c’è questa sintassi. Allora adesso questo stesso oracolo lo leggerò io e poi ve lo farò sentire insieme alla musica». «Io – Tiresia» è scomparso nell’agosto 2011: chi resta riceve il cómpito di «non predire il futuro ma il passato».
http://rebstein.files.wordpress.com/2011/08/giuliano-mesa-interazioni-genova-2002.pdf