un’altra volta
di Chiara Valerio
Piero Marrazzo è l’ultimo uomo politico italiano ad aver mancato l’opportunità di diventare eroe nazionale. Con un unico gesto, con il superpotere perduto del senso dello stato e della giustizia, avrebbe potuto uscire da Via Gradoli con la testa alta e la camicia disordinata dal desiderio e dire Sì, sono stato con un transessuale e questo non pregiudica la mia capacità di amministrare una regione, sapete, hanno provato a ricattarmi ma io non ho temuto e al presidente del consiglio che mi ha chiamato per segnalarmi un video scabroso sui miei comportamenti sessuali ho risposto che non bisogna avere paura delle parole dopo che si è ceduto hai fatti. Avrebbe potuto vantarsi della normalità delle proprie indefinitezze e metterle in comune con le persone che lo avevano votato, restituire, con quel gesto, la fiducia che gli era stata data con la matita copiativa sulla scheda elettorale. E poi scusarsi, infinitamente, per aver usato una macchina che non era per lui ma per la carica che era stato chiamato a ricoprire. Scusarsi perché è perdita di democrazia confondere il singolo col ruolo. Così, quando il giorno di Ferragosto ho visto l’intervista su Repubblica ho gioito e esultato Vai Marrazzo! E invece, nelle domande belle, incalzanti e politiche di Concita De Gregorio, si è ripresentato uguale a sé stesso. Le giustificazioni tutte virate al piano morale, giovani e droghe, prostitute e famiglia, abitudini sessuali e matrimonio, le Confessioni di Agostino il cui unico messaggio ritenuto è Se hai conosciuto il male non devi più nasconderti. Vorrei chiedere a Marrazzo a quale male allude, alla seduzione d’un desiderio o al malcostume di una classe politica che ha reso la rappresentazione di sé il gagliardetto dell’assenza di democrazia. Solo dal primo non devi più nasconderti.
[queste righe sono state pubblicate il 19 Agosto 2011 su l’Unità]
Da un cattolico in stile Marrazzo e’ poco ragionevole aspettarsi altro che questa smania insaziabile di conformismo.
E invece sarebbe bello da un cattolico sentirsi tanto uomo da riconoscere la complessità di questo stato e così dare un vero senso umano all’essere cattolicome non solo ideologico e con un’idea talmente idealmente irraggiungibile da essere tutti sempre in colpa e nel male. Son ben in linesa con la mlinea di separazione tra privato e stato e ruolo di Chiara Valerio, e anche per altre questioni il punto sarebbe proprio questo.
davvero un’occasione gettata al vento per far avanzare la democrazia nella strada dei diritti civili.In circostanze similari il buon vecchio Sircana fece lievemente meglio dichiarandosi vittima solo di se stesso quando si rese conto che una oscena farsa messa in scena dai maggiorenti della sinistra per proteggerlo da non so chi stava mettendo a repentaglio la libera circolazione delle notizie.Finchè il frequentare persone maggiorenni dagli orientamenti sessuali non ortodossi o stringere relazioni con personalità nate casualmente in corpi non idonei ad assecondare la propria natura costituirà motivo di vergogna non ci sarà progresso vero.E l’alto clero dovrebbe piantarla di seminare discordie parlamentari in tema
http://195.122.253.112/public/mp3/Red%20Hot%20Chili%20Peppers/Red%20Hot%20Chili%20Peppers%20%27Give%20It%20Away%27.mp3
baciapile…molto deludente, sono d’accordo con la Valerio. Ipocrita quello scusarsi in casa, ma perché poi tutto quel bisogno di riposo? Se aveva tanta voglia di riposarsi, perché s’impegnava?
Brava Chiara.
È impressionante come Marrazzo abbia perso un’occasione dopo l’altra. E per guadagnare cosa? Nulla se non la pietà vile di qualche lettore di Repubblica. Anche se l’avesse fatto nella confusione, nel desiderio di avere l’affetto delle figlie, la sua linea è perdente e continua a esserlo. Poteva sbugiardare i metodi ricattevoli di Berlusconi, ridare dignità a persone che c’hanno rimesso come Brenda o Rino Cafasso, e forse – credo – avere una credibilità anche per la moglie e le figlie. E tutto questo, perfettamente, da cattolico.
Oppure poteva semplicemente tacere e vedersela in privato con i suoi drammi familiari. Sarebbe stato più dignitoso, e il male minore in genere.
“nelle domande belle, incalzanti e politiche”
Certo se quelle di Concita De Gregorio sono domande incalzanti siamo messi bene. Provi a fare questo esperimento:copia le domande e le metta in fila una dopo l´altra. Vedra’ che di incalzante non c’e’ assolutamente nulla. La donna Concita non e´ riuscita nemmeno a balbettare davanti alla´affermazione della “superfemminilita’” delle trans. Io non sono donna ma se qualcuno sostennesse che la femminilita’ e´qualle raccontata da Marrazzo gli salterei al collo.
Se quelli delle De Gregoria sono domande incalzanti le domande di un medio gioalista inglese o tedesco sono degli interrogatori degni della Gestapo o del KGB…..
Un poveretto per un duplice motivo.
Il primo, l’incapacità di accettare le proprie tendenze sessuali, e il rifugiarsi in giustificazioni insensate e infine ridicole.
Il secondo, l’incapacità di affrontare adeguatamente il ricatto di matrice politica che gli fu fatto, tanto che anocra oggi su questo aspetto non mostra la minima capacità di reazione.
Come detto in un precedente commento, meglio tacere allora, era il male minore.
La domanda è che sinistra c’è in Italia, se a un ruolo di grande rilevanza come la presidenza della Regione Lazio, è stato candidato un personaggio così modesto.
In quanto alla De Gregorio, l’incensamento della Valerio è l’unico aspetto dell’articolo che non posso condividere, come già osservato da Simone prima di me.
A me pare che lo scritto di Chiara Valerio e alcuni commenti siano deliranti. Nel senso proprio del delirio, ossia di cosa al di fuori della realtà.
Marrazzo con questa intervista non ha perso nessuna occasione per diventare eroe nazionale, perché non esiste tale occasione per lui.
Marrazzo ha avuto rapporti con trans (che peraltro dice non essere stati a livello sessuale in senso stretto) e assunto cocaina mentre era in giro con l’auto della regione: c’è ben poco di cui vantarsi e c’è ben poco di normale da condividere con i suoi elettori.
Si vorrebbe, in questo post e nei commenti, un coraggio da Marrazzo che egli non ha, il passare da vittima che si piange addosso ad accusatore, e questo lo capisco. Si è vissuta questa intervista, nel post e nei commenti, come un atto imbarazzante di umiliazione pubblica. E in parte è vero. Ma Marrazzo al momento è un uomo solo, debole, separato dalla moglie, che sta cercando ancora di riguadagnarsi la fiducia della società civile e, soprattutto, della sua famiglia. Francamente, credo che al momento non potesse dire granché d’altro oltre a quello che ha detto – e forse si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi che abbia risposto alle domande dicendo semplicemente quel che pensava e sentiva. La realtà politica che viviamo sta chiedendo sempre più, a partire dal caso Clinton-Lewinsky, questi comportamenti pubblici. In parte siamo noi stessi di sinistra che lo chiediamo, per esempio quando ci opponiamo – e giustamente – a certi costumi di Berlusconi. Tutta la retorica di Travaglio, e quindi di Annozero, andava e va in quel senso. E mi pare che questo senso sia lo stesso che seguono USA e Europa, sia riguardo a questioni sessuali, sia riguardo a questioni di altra natura che inficerebbero la purezza dell’immagine pubblica di un politico. Ma forse si rischia di seguire questa richiesta di “puritanesimo” politico oltre il dovuto. E qui c’entra poco o nulla qui l’essere cattolici o meno, dato che il ritiro in monastero di Marrazzo non incide in modo significativo in nessun aspetto della vicenda, e l’attenzione alla moglie e ai figli piccoli nelle sue risposte credo (e spero) sia del tutto condivisibile da chiunque. E non vedo perché, Cucinotta, dovremmo criticare Marrazzo (che è del PD, e quindi, di quale sinistra stiamo parlando?) perché non accetta le sue tendenze sessuali (Cucinotta): chi siamo noi per stabilire quali siano? La linea di confine tra i comportamenti che denotano la responsabilità pubblica di chi si assume incarichi politici e i comportamenti che riguardano la sfera privata, e che quindi dovrebbero essere insindacabili, è tutt’altro che chiara e ben marcata. Ma di certo non si può pensare che Marrazzo, o chiunque al suo posto, possa vantarsi di quel che ha fatto, o che sia al momento nella posizione di attaccare chi l’ha ricattato – ammesso che ne abbia il coraggio.
@Galbiati
Innanzitutto, trovo sorprendente la qualifica di deliranti a tutti i commenti che non si condividono: posso chiederti di darti una calmata?
In verità, pensavo di aver scritto un commento abbastanza sobrio, e non capisco cosa un lettore possa trovarci di delirante.
Marrazzo aveva sempre l’aternativa di tacere, se ha parlato, è lui stesso ad avere autorizzato il giudizio dei lettori, a me sembra una cosa ovvia.
Infine, per sapere quali siano le tendenze sessuali di una persona, io parto dai suoi comportamenti, e tu hai forse un criterio alternativo?
Povero Marrazzo, poverino, proprio povero, poverissimo.
Cucinotta, io capisco che si vorrebbe sentire un politico dire che non c’è nulla di male o di strano ad aver rapporti con un trans mentre si governa una regione, ma una cosa sono i nostri desideri e le nostre proiezioni, un’altra è la realtà.
E quindi, secondo me, è fuori dalla realtà dire – parafrasando la Valerio, che tu dici di condividere in tutto tranne nel giudizio sulla De Gregorio – che Marrazzo poteva diventare un eroe nazionale facendo tali dichiarazioni, così come è fuori dalla realtà pensare che un politico (per di più sposato e con prole) presenti ai suoi elettori come normali i suoi comportamenti sessuali quando questi prevedono la frequentazione assidua di case di appuntamento con transessuali (con uso anche di cocaina, cosa di cui nel post e nei commenti ci si dimentica, quando si evidenziano le scuse eccessive e ripetute di Marrazzo).
Per quanto riguarda le tendenze sessuali di Marrazzo, pare tu (come altri) dia per scontato l’omosessualità o la bisessualità di Marrazzo che, seconde te, lui non ammetterebbe nell’intervista fintanto da inventare giustificazioni ridicole per negarla; io no: in assenza di altri dati mi attengo a quel che lui dice, che peraltro non mi sembra ridicolo.
.. infatti, gli asini volano e i folletti vivono nei boschi.
Grazie a Chiara Valerio,
mi ha tolto le parole di bocca, con un appunto che lo rende ancora più squallido…quel dover precisare “ma io non sono gay” non si commenta.
Sono, come sempre del resto, d’accordo con Chiara. Ma l’errore di fondo, l’incauto ottimismo nel intervista deriva dal fatto che si crede che ci sia una qualche virtu in Marrazzo. Non mi pareva, non mi pare, non mi …hm, il futuro di “pare”
Mi viene in mente invece una lettera di Montanelli in cui dice
Sulla tomba di mio nonno, che fu per tanti anni sindaco di una piccola città toscana, Fucecchio, c’è un epitaffio che, come usa da noi, ne ricorda tutti i meriti e fra le altre cose lo presenta come “esempio di domestiche virtù”. Fu infatti un buon marito dell’unica moglie che ebbe e un eccellente padre dei suoi sette figli. E fu considerato un “esempio” non perché non cedette mai alla tentazione di qualche infedeltà coniugale, ma semplicemente perché nessuno seppe mai con chi le consumò. Solo dopo la sua morte si scoprì ch’egli aveva avuto una relazione con una di quelle che oggi si chiamano “ragazze-squillo” e vengono regolarmente perseguitate dalla polizia democristiana. Era una “cucitrice in bianco”, cioè una piccola sarta che, appena conosciuto mio nonno, emigrò da Fucecchio e comprò, con il denaro del suo nuovo amico, un piccolo negozio a Empoli. Era là, in una decorosa e discreta casetta, che l’esempio di domestiche virtù andava a visitarla con una frequenza che decrebbe col crescere dei suoi anni. Mio nonno era un laico, anzi un massone. Non voleva preti per casa, ma era contento che sua moglie e i suoi figli andassero ogni domenica a messa. Per Natale mandava sempre al Vescovo un paio di capponi accompagnati da una lettera di auguri e di ossequio, e quando lo incontrava per strada si toglieva per primo il cappello, ma non gli baciava l’anello. E massonico e laico era anche il concetto ch’egli aveva della virtù, che per lui consisteva non nel rifiuto pregiudiziale del Peccato, ma nell’obbligo di mantenerlo nella sua “sede”, che nella fattispecie consisteva nella decorosa e discreta casetta di Empoli, molto lontana da quella in cui stavano sua moglie e i figli.
P.S
Dimenticavo, a chi interessa, la lettera completa di trova qui
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/21/%E2%80%9Cgl%E2%80%99italiani-a-proibir-loro-il-peccato-cadono-nel-vizio%E2%80%9D/146795/
Si continua ad ignorare un fatto: il desiderio di andare con transessuali ha poco o nulla a che fare con l’omosessualità. Si tratta, al contrario, di una fantasia tipica di alcuni eterosessuali.
Se Marrazzo voleva rassicurare alcuni di voi sulla sua eterosessualita’ bene ha fatto allora a scrivere quella lettera. Credo che non avesse nessun altra intenzione se non fare proprio questo.
A molti di noi restano dei dubbi. Soprattutto perche’ le transessuali possono certamente essere iper-donne, ma non “donne all’ennesima potenza”. Ne’ tantomeno “rassicuranti”. Anzi…
Senza dimenticare che la trans coinvolta nella vicenda fu trovata bruciata. Cause mai chiarite…
A tutti quanti. LA trans da uomo a donna. IL trans da donna a uomo. Poi fate come volete, tanto nella lingua italiana ormai ognuno fa come crede.
No no, non è vero il “fate come volete” sul genere delle persone. Ogni cittadino italiano ha diritto a non essere denigrato utilizzando un genere che palesemente non gli appartiene.
La giustificazione che davano (e forse danno ancora) i gazzettieri, cioè che il genere è quello scritto all’anagrafe, è smentita da venticinque anni di giurisprudenza unanime che fa capo a una sentenza della Corte Costituzionale n. 161/1985: l’identità sessuale non tiene conto soltanto dei caratteri sessuali esterni, ma anche di elementi di carattere psicologico che possono risultare prevalenti (nella transessualità la prevalenza è evidente, e sono corpi che hanno almeno in parte caratteri sessuali del sesso d’elezione). Invito la signora Chiara Valerio a leggersela attentamente.
Questa cosa di utilizzare il maschile per le mtf quindi 1. lede un diritto, e i diritti possono essere tutelati; 2. è grammaticalmente scorretta perché il maschile non marcato si usa soltanto per l’intera classe delle persone transessuali; 3. è un retaggio maschilista; 4. e quando si tratta di giornalista: la Carta dei doveri stabilisce che non si possono esprimere opinioni denigratorie sulla sessualità nemmeno quando la notizia sia di interesse pubblico.
Quindi la frase scritta da Chiara Valerio va riscritta correttamente così:
“sono stato con una [non ‘un’, oppure se vuole mimare l’uso scorretto lo specifica tra parentesi] transessuale e questo non pregiudica la mia capacità di amministrare una regione, sapete, hanno provato a ricattarmi ma io non ho temuto e al presidente del consiglio che mi ha chiamato per segnalarmi un video scabroso sui miei comportamenti sessuali ho risposto che non bisogna avere paura delle parole dopo che si è ceduto ai [non ‘hai’] fatti.”
Vorrei chiarire che un articolo scritto così, tanto per fare un esempio, è come un’automobile cui manca una portiera. Io non comprerei mai un’automobile cui manca una portiera, e il marchio produttore di automobili cui manca una portiera, ai miei occhi è parecchio svalutato (così come un giornale perde autorevolezza).
Taccio sui commenti che stigmatizzano la transessualità, davvero non ho tempo e poi si commentano da sé.
@ Andrea Barbieri
Tanto se ne fottono comunque. O non ci arrivano proprio a fare uno scarto anche solo simbolico. Ormai hanno accreditato anche sui dizionari l’uso denigratorio di certe declinazioni…
Invece di rassicurare certi individui sulla sua eterosessualita’, Marrazzo avrebbe fatto bene a chiarire altri aspetti della vicenda che resta per molti aspetti oscura.
ma avremmo bisogno di eroi nazionali di questo tipo?
io, di marrazzo, penso questo:
http://cosedalibri.blogspot.com/2011/08/piero-torna-in-te.html
AMA, non devono fare uno scarto simbolico. Lo ha spiegato esplicitamente Tullio De Mauro: si usa il genere del sesso d’elezione.
“Lo zoo di 105” è stato querelato un mese fa da una persona transessuale che si è ritenuta denigrata. La cosa ha causato una reazione transfobica molto forte tra seguaci di quel programmino radiofonico, e la querela non è piaciuta nemmeno ai conduttori. Quindi direi che non è del tutto vero che “se ne fottono”.
Dopo che si è ceduto hai (!) fatti ….
E’ più forte di me, appena trovo una cosa del genere nel testo non riesco ad andare avanti e smetto di leggere, qualsiasi sia il soggetto e l’autore
Sorry
Questa cosa che gli eterossessuali vadano con le trans solo per sodisfare, semplicemente una fantasia, mi fa contorcere dalle risate…
…allora esistono anche gli unicorni alati.. si,si esistono ahahahhahahahhah
I maschi omosessuali non desiderano andare con le trans. Questo va detto, col massimo rispetto e simpatia per i transessuali. Ci vorrebbe un percorso di autocoscienza eterosessuale che non è mai stato fatto e che costituirebbe, senz’altro, un decisivo avanzamento…evolutivo.
Io ho un amico omosessuale che si accompagna con una trans, vuoi dire che è diventato etero ? .. Oh misericordia che delusione.
Nel senso che prima si accompagnava con un ragazzo.
Comunque lui è un caso clinico perché è stato anche sposato, quindi puo’ essere che sia diventato etero… almeno per il momento.
Bè dai diciamo che chi si accompagna alle trans è almeno bisessuale… esclusivamente etero, direi proprio che non lo si è … no?
Se poi ci si accompagna ad una transessuale ancora integra nei genitali, bè con il birillo in qualche modo ci si giocherà ^_- ..
Certo, ci sono molte sfumature. Ritengo, però, che chi si accompagna ad una transessuale ancora “integra” realizza, in realtà, il fantasma della “donna fallica”, assai ambita da molti eterosessuali. Gli omosessuali non hanno bisogno dell’escamotage della donna fallica: desiderano l’uomo direttamente! E’ vero, secondo me, che quasi tutti gli eterosessuali sono omosessuali, nel senso che non riconoscono la donna nel suo essere “altro” da loro.
Rimago nel dubbio che un etero sia etero anche se desidera il birillo della “donna fallica”..mi pare più una scelta di compromesso per negare la propria omosessualità latente ^__- ..
Comunque W la diversità in ogni sua forma..più o meno consapevole l’inportande è fare l’amore… e non farci la guerra.
Ares, Paolod,
“Diventa difficile dire se la sessualità della persona transgender sia omosessuale o eterosessuale. Il termine ‘queer’ si è affermato proprio per offrire la possibilità di definire tali momenti di feconda indefinibilità; tuttavia non si è ancora visto alcun tentativo psicoanalitico di prendere atto di queste creazioni culturali, in cui sono essenziali nozioni instabili di orientamento sessuale. Ciò diventa lampante quando si pensa ai transessuali [cioè sia mtf che ftm, nota mia] in fase di transizione, dove l’identità, in procinto di essere acquisita, non esiste ancora. O, diventa ancora più evidente quando si pensa a quei transessuali che concepiscono la transizione come un processo permamente. Se in questi casi non è possibile riferirsi al genere in maniera non ambigua, esiste dunque un punto di riferimento certo per poter fare affermazioni riguardo la sessualità?” (Butler, 2004)
Per il resto non fate congetture sui corpi altrui. Non li conoscete, non sapete quanto le terapie ormonali abbiano modificato i caratteri sessuali, né vi spetta saperlo. Dato il livello di transfobia che c’è in giro, l’espressione “transessuale ancora integra” si addice di più a chi non è stata ammazzata di botte.
Veramente ho parlato di integrità dei genitali..
..sono comunque creature meravigliose, con o senza pipino.
Uff comunque accetto la critica.
Tanto è inutile ingaggiare una discussione con lei, so già di perdere in partenza.
Con stima ^__-
Ah, è vero l’ha scritto paolod.. è colpa sua allora.. io, come al solito, sono innocente. ^__^
Comunque è proprio vero non si sa come usare le parole e si rischia sempre di offendere qualcuno.
No no, Ares, non era un reclamo , anzi mi scuso se il tono era aggressivo. Volevo solo dire che l’immagine della donna fallica è una falsa soggettivizzazione dei pennivendoli. Un corpo attraversato quotidianamente da dosi massiccie di antiandrogeni e estrogeni ha ben poco di fallico, la maggior parte dei corpi transessuali mtf è sostanzialmente sbirillata già prima della sbirilizzazione definitiva. Può anche darsi che le mtf implicate nella vicenda di Marrazzo usassero solo la chirurgia, ma noi non lo sappiamo. E secondo me con quel “noi non lo sappiamo” impariamo a considerare l’altro, come hai detto tu, nella sua creaturalità, che a me pare una buona porta che porta a una società con una sigla lunga quanto l’alfabeto…
Non ne trovo la ragione, ma il tutto sta prendendo una piega pruriginosa che non mi piace. Anche sotto terapia ormonale, le transessuali tecnicamente possono avere regolari erezioni e centrare il bersaglio con la freccia.
Non c’è nessuna piega pruriginosa, è la descrizione di un corpo. Se ci vedi morbosità è un problema tuo, io ne ho zero. Però devo dire che è bizzarro che tu trovi la piega pruriginosa non nelle elucubrazioni giornalistiche sulla donna fallica, ma nel tentativo di vedere come sono le cose.
“Regolari erezioni” è una sciocchezza. “La somministrazione degli estrogeni e degli antiandrogeni conduce ad una diminuzione della frequenza dell’erezione, della sua durata e alla scomparsa graduale dell’eiaculazione. Si può verificare una diminuzione di volume e di consistenza del tessuto scrotale e penieno.” Dal sito del SAIFIP (che immagino tu consideri pruriginosissimo).
Questo è il piano del corpo, poi c’è quello della psiche: una persona non transiziona per realizzare la “donna fallica”.
Quindi per favore finiamola di dire sciocchezze.
Io ho visto un intervista, su Rai3 mi mare, ad una prostituta, trans brasiliana, che sosteneva di ridurre l’assunzione di ormoni quando era in Italia, perché i suoi clienti italiani amano essere penetrati e amavano “allattarsi” al suo birillo e gli ormoni toglievano vigore all’erezione e non le consentivano l’eiaculazione. Ricominciava a prendere gli ormoni con regolarità invece quando tornava a casa: dai suoi familiari in Brasile per le vacanze. Mostrava delle foto nelle quali era molto più morbida e femminile, che stridevano(ma neanche tanto) con la sua immagine vagamente più mascolina del soggiorno italiano, se non altro per un’ombra di barba che si intravedeva sotto pelle, inquadrata dalle impietose telecamere del servizio Rai.
hem..Se non ricordo male le foto della trans di Marrazzo tradivano una certa peluria °_°.
L’importante è capire che la donna fallica con la transessualità non ci azzecca, sia perché non appartiene psichicamente a chi transiziona (i criteri diagnostici sono altri); sia perché la transizione stessa incide sui caratteri sessuali già prima di un’eventuale riassegnazione chirurgica.
La donna fallica ci azzecca invece con l’immaginario di alcuni puttanieri (forse la maggior parte, non so), e chi esercita si adegua, ovviamente.
Il problema è che la parte diventa facilmente il tutto, si finisce per associare necessariamente transessualità e fantasie feticistiche. Per carità, non c’è nulla di male nelle fantasie feticistiche, però è giusto dare un’immagine corretta della transessualità, che non è quella dei puttanieri o quella sostanzialmente dell’uomo con le tette finte veicolata dal maschile dei giornalisti, o dalle parole esplicite di certi politici (PD compreso).
Ares, sulle telecamere ‘impietose’. A parte che la terapia ormonale non c’entra con la barba, che può levarsi tranquillamente e probabilmente lo sta già facendo, ma qual è il problema se la tizia ha un alone visibile, che è brutta?
Non è questo il problema, perché nessuno direbbe che una telecamera puntata su una persona brutta è ‘impietosa’.
Direi che la telecamera è ‘impietosa’ perché mostra qualcosa che è socialmente oltremodo vergognoso, cioè portare sul corpo segni contrastanti di identità sessuale. La telecamera insomma la coprirebbe di vergogna. Se ci riuscisse.
Ma la tizia da quel che ho capito sta davanti alla telecamera, tra le sue amiche, senza nascondersi. Evidentemente non trova affatto degna di vergogna la sua immagine. Del resto c’è qualche buona ragione per considerare oltremodo vergognoso portare sul corpo segni contrastanti di identità sessuale? Direi di no, c’è addirittura gente che ci nasce. Quindi la tizia senza nome ci ha insegnato qualcosa di importante. Ringraziamola.
Senti, io farei meno lo spocchioso. Io non ho sostenuto che una transessuale sia la “donna fallica” delle fantasie non sindacabili di alcuni uomini.
La terapia ormonale non impedisce alla transessuale di avere erezioni. Influisce molto sulla qualita’ del suo liquido seminale, questo e’ vero. Per una eventuale perdita di tenuta si puo’ ricorrere a qualche altro aiutino. Resta il fatto che una transessuale – se crede – e’ libera di usare il proprio pistolino come crede senza che questo metta in discussione la sua identita’ di genere. Chiaro? Ti chiedo quindi uno scarto.
Senza contare che esistono le transessuali attive, in perenne stato di transito come scelta di vita, che hanno relazioni durature con donne biologiche. Cerchiamo di andare oltre dunque i servizi gratuiti della mutua e la medicalizzazione della vita. Il tutto resta molto piu’ sfumato e complesso. Con o senza l’ansia di semplificare per ragioni pratiche.
Ah si,si figurati a tutta la mia ammirazione, anche se la trasmissione era fatta malissimo e l’atteggiamento della trans pareva un’inutile esibizione fatta per guadagnar altri soldi.
Per giunta la trans in questione(nome d’arte Cristal) si esibiva in contorcimenti sinuosi che si scontravano con le scelte registiche che inquadravano invece il sottomento irsuto, andavano in netto contrappunto con l’ostentata femminilità di Cristal, che probabilmente era ignara di tutto. Era l’artefizio ad essere impietoso, era il risultato della manipolazione registica ad essere impietoso in sè.
Ho invece apprezzato moltissimo un’altra trasmissione di qualche anno fa, che raccontava la storia di una trans veneziana che ci faceva partecipi della sua transizione. Una trans dall’eleganza discreta fatta di detagli espressivi rarissimi. Anche in quel caso le inqadrature cadevano sulla peluria della barba, che era ormai quasi del tutto sparita, ma era chiara la consapevolezza della trans che mostrava se stessa con discrezione e auto ironia. Ci mostrava il suo lento cambiamento, con una grazia e un’eleganza da lasciare estasiati, persino sul letto di ricovero dopo l’operazione.
Adesso che ci penso bene era quest’ultima intervista ad essere dela Rai non l’altra, la storia di Cristal doveva essere una trasmissione mediaset.
Sempre riflettendo sul fatto che le spese per la riattribuzione di genere sono enormi e che in tutto il mondo sono le prestazioni sanitarie gratuite che impongono alle transessuali – medicalizzate – di affermare quello in cui non necessariamente credono.
Che le transessuali facciano del proprio pistolino quello che credono, senza che nessuno pruriginoso vada a misurarne dimensioni, consistenza e durata, please.
Ah si si, AMA.
Io comunque non ho mai capito perché ogni volta che si compila una richiesta o un modulo per qualsiasi esigenza, banalmente per fare l’abbonamento annuale del treno, bisogna sempre indicare il sesso di appartenenza M/F… bà…
Non credete di aver trasceso un attimino? Un’inclinazione peraltro diffusa nei dibattiti, vedo.
Mah, forse..
..ma è una discussione che parte comunque dalla “piccolezza” dimostrata dal povero Marrazzo nell’intervista rilasciata a scopo cautelativo.
AMA, la mia intenzione non è normare il comportamento delle persone. Se qualcun* decide di transizionare per realizzare una sua fantasia di “trans attiva”, che prende “un aiutino” per “centrare il bersaglio con la freccia”, e si preoccupa per “la qualità del suo liquido seminale” perché non riesce ad “allattare” i suoi partner, a mio parere quella persona ha diritto ad autodeterminarsi come tutte le altre. Certo, considerato il suo bisogno di avere un pene perfettamente funzionale, è meglio se limita parecchio la terapia ormonale, e si fa correggere i lineamenti del viso con filler e chirurgia.
Però non confondiamo questa fantasia con la diagnosi di transessualità primaria senza compresenza di altri disturbi che è quella su cui si basano i percorsi di migliaia di transessuali italiane che chiedono di non essere considerate dei “moderni ircocervi” né “donne all’ennesima potenza” né “donne falliche”.
Ares, hai centrato il problema.
Intendevo quando hai parlato delle caselle m/f.
AMA senti, con la storia del “pruriginoso” mi hai rotto i coglioni. Io cerco di descrivere le cose in modo realistico. Quello che ti ho detto non sono falsità, è l’abc che spiegano in qualsiasi consultorio. Lo spiegano non per conculcare la libertà delle persone, ma proprio per rispettare il principio di autodeterminazione.
Ma quali fantasie e quali altri disturbi? Stiamo parlando di natura umana oltre il morbo della genitalita’. E la sua medicalizzazione. E bada bene che sto solo rivendicando il diritto delle transessuali di cambiare genere e nome sui documenti senza per forza dover ricorrere alla penectomia, orchiectomia e vaginoplastica.
E non credere che l’alcool, il fumo e certe droghe di uso comune in particolare, come tanti altri comportamenti non necassariamente discutibili, siano meno dannosi per la tenuta dell’erezione rispetto a certe cure ormonali che tanto solleticano la tua fantasia, per quanto siano una realta’ per molte transessuali.
Direi che forse l’ex governatore non stava meglio di Brenda. E la finisco qui. Per il momento.
E cosa spiegano nei consultori? Io non l’ho mica capito!
AMA
L’assenza di altri disturbi: una persona per esempio può ritenere di avere bisogno della transizione per una psicosi. A quel punto che facciamo, autodeterminazione?
Continui a chiosare sull’erezione. Guarda a me importa meno di zero, il mio discorso tentava di far capire un vissuto, la disforia, pensando a quali cambiamenti può far accettare o desiderare sul proprio corpo. Come posso farti capire che il mio discorso è privo di connotazione sessuale…
Sulla rettifica dei dati anagrafici senza interventi demolitivi, non è certo il mito della trans celodurista che convince un giudice. L’unico ragionamento che regge è quello di una persona con disforia, che vive nel ruolo del sesso opposto, che ha modificato parzialmente il proprio corpo, e con ciò ha raggiunto l’equilibrio psicosessuale, ovvero ciò cui la transizione tende. Poiché portare la transizione oltre il punto di equilibrio sarebbe dannoso per la salute, il giudice deve ordinare il cambio di nome pur in assenza di interventi demolitivi. Questa attualmente è la strada. Nel caso l’interpretazione sia accolta (recentemente è accaduto) si va addirittura oltre la così detta “piccola soluzione”.
Senti, a me fa piacere parlare di questi argomenti, mi fa anche sentire come uno che spicca in un mondo di barbagianni dell’intelletto (non mi riferisco a alcuno qui, ma in generale a chi non ha mai affrontato il tema di quali e come cavolo siano le soggettività umane). Però attualmente la transessualità mi esce dalle orecchie… non è che cambiamo argomento? Mi va bene tutto anche le minchionerie intellettual-barbagiannesche tipo il rapporto tra i nani da giardino e l’orinatoio di Duchamp…
So che questo darà un dolore ad Ares che mi considera chiaramente una specie di Robocop connesso in bluetooth con la biblioteca d’Alessandria, ma, purtroppo, sono umano pure io!
No, senti, qua l’unica cosa che dovresti spiegarmi e’ cosa sia un barbagianni. E cosa ne sai tu piu’ di me e degli altri delle transessuali. E di quali soggettivita’ umane ti saresti occupato.
Che poi, fra l’altro, quali preziosi informazioni ci avresti dato? Il concetto di disforia di genere ad esempio da cosa avresti dedotto che mi e’ sconosciuto? Cosa ti fa pensare che io non sappia niente circa certe sentenze giudiziarie? Forse dovrei avere un linguaggio piu’ semplice e didascalico, da crocerossina dell’informazione. Ma a che pro? Si e’ proprio perso il gusto per la provocazione, fosse anche solo il tentativo di andare oltre.
Ama, mi sembra che tu sia sbroccato. Ho scritto “non mi riferisco a alcuno qui”. Tu sei qui, quindi non mi riferisco a te.
1. Come hai capito benissimo, non sono d’accordo con l’immagine che dai della transessualità mtf. Tu parli di un transgenderismo molto peculiare, incentrato sulla necessità del pene, sulla sua perfetta funzionalità, che si somma ai caratteri sessuali femminili (qui descriviamo il corpo, ma noi sappiamo che il corpo non è soltanto un dato, è anche una costruzione simbolica che riflette l’identità di genere). Non dico né che questo non esiste, né che non deve essere riconosciuto dallo Stato, né che non sia oggetto di autodeterminazione (cioè l’individuo deve potersi realizzare anche in questa forma se la sente necessaria). Sto soltanto dicendo che la tua immagine è una transessualità diciamo di frontiera (a me fa pensare a una forma di transessualità secondaria) che rischia di mangiarsi – dato che è molto più appetibile ai giornalisti – l’immagine dell’esistenza di migliaia di transessuali italiane che vivono la cosa diversamente, cioè secondo il quadro diagnostico del dig.
Quindi benvenga l’immagine che tu descrivi, benvenga la richiesta di riconoscere questa situazione, ma fai in modo che si aggiunga (non si sostituisca) a ciò che chiami transessualità della mutua.
2. Poi per dimostrarti che non sono un cretino aggiungo un altro discorso, mettilo a sistema col discorso 1. con estrema delicatezza, cautela, eccetera.
Noi possiamo anche pensare che i criteri diagnostici del dig in un certo senso “producano” la transessualità (un esempio lo prendo dalle tue parole: la persona che si autodescrive allo psichiatra secondo uno stereotipo che non gli appartiene per ottenere l’autorizzazione alla terapia). E’ un discorso complicato, cerco di semplificarlo al massimo. La transessualità è considerata un disturbo del soggetto e su quello si interviene. Ma un diverso punto di vista potrebbe essere fecondo: considerarla un “disturbo della società”. Questa ipotesi origina una domanda: se l’atteggiamento sociale verso la transessualità evolvesse in una completa accettazione, i bisogni delle persone transessuali resterebbero i medesimi? A mio modesto parere no, ritengo che parte dei bisogni sia prodotto da quelle che l’individuo sente come norme sociali cogenti (es. la dualità dei sessi). Se saltano quelle norme (che sono originate da pregiudizio, transfobia, odio religioso eccetera) emergerebbero altri bisogni e la transessualità sarebbe più aperta. Innazitutto immagino che le forme di transgenderismo si consoliderebbero, e che ipotesi “di frontiera” diventerebbero meno di frontiera. Lo ripeto è un discorso molto semplificato, ma è un’ipotesi per me corretta.
Spero a questo punto di aver raggiunto un po’ di condivisione con te.
1. Tengo solo a sottolineare che esiste ANCHE una “transessualita’ di frontiera”, come quella di Brenda, da non censurare per il bene della comunita’ transgender, soprattutto non nei commenti a margine di questo post sulla vicenda Marrazzo.
2.Credo proprio sia necessario affermare i propri dubbi circa il sistema diagnostico-classificatorio del dig. Anche da semplici “barbagianni”…
Ovviamente abbiamo trovato nel punto 2 un punto di accordo. Pace fatta. Almeno da parte mia. E immutata stima.
@Ares
Certi personaggi possono sbattersi quanto vogliono a negare di averlo preso. Ma con noi non attacca. E la cosa fra l’altro neanche ci interessa minimamente.
:-)))
Si, dovrebbe solo chiedere scusa a sua moglie per averla tradita, invece che preoccuparsi di rilasciare interviste di un’ipocrisia e volgarità imbarazzante.
Ama, la cosa del barbagianni devo averla scritta davvero male, perché intendevo dire tutt’altro. La mia impressione è che discussioni come questa siano difficili e delicate, mentre parlare del rapporto tra i nani da giardino e l’orinatoio di Duchamp è facile e distensivo. Quindi non ce l’avevo con te, anzi ho apprezzato che tu sia intervenuto, e anche gli altri. La mia era solo una piccola provocazione per dire quanto è facile tutto il resto, e che è un po’ barbagiannesco dedicarsi solo al resto. Mia modesta opinione ovvio. Comunque i barbagianni sono animali molto belli.
Guarda, non rappresento niente de nada, sono solo uno sfigato, che ha il tempo e la voglia di leggere certe cose. Non ho idea di quel che sia Brenda davvero, nel senso che la prostituzione può portare a interpretare ruoli soltanto perché sono richiesti. Le persone sono il prossimo, quindi bisogna avvicinarsi e conoscerle davvero. Ma poniamo che sia come dici tu. Credo che sì, una parte di persone transessuali la cancellerebbe volentieri. Ed è un brutto modo di fare.