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Fascista. [fa-scì-sta] Al di sopra di ogni sospetto.

di Francesco Forlani

furlen
Foto del Furlen “per gentile concessione virtual reality & multimedia park 2007”.

Quando Sandro Scippa, sceneggiatore e regista, mi ha chiesto, al telefono, di partecipare ad un corto metraggio da lui diretto mi sono detto: bene. C’eravamo rivisti per caso, a distanza di quindici anni , passeggiando in via Roma a Torino. All’epoca avevamo pure scritto e realizzato un’operetta multimediale- ma allora non si chiamavano così- contro la guerra nel golfo, la prima, titolo SIENNENNE. E così, quando mi ha chiesto di partecipare gratuitamente al cortometraggio ho subito pensato che a guidarlo fosse il ricordo di un mio qualche talento attoriale. E ci siamo incontrati per mettere a fuoco i dettagli.
Tu devi farmi la parte del fascista, del capo fascista, che interroga brutalmente una fiancheggiatrice dei partigiani.
– Cosa!!!

– Si, perché tu hai gli occhi del fascista…

Prima che mi alzi mandandolo a quel paese, aggiunge
Sai, è una tradizione italiana quella che ha visto grandi attori comunisti interpretare egregiamente il ruolo del fascista.
E cita Gian Maria Volonté.

Se c’è un attore che considero tra i più grandi del cinema italiano è proprio lui. Ho visto e rivedrei tutto di lui.
La cosa comincia a farsi interessante – oso pensare.
Cazzo ma fascista no! – oso dire.
O allora…
La prima ragione che devo farmi è quella di “giocare la parte”, jouer le rôle, come si deve. In altri termini il fascista che sarò deve essere bastardo dentro e fuori, al punto che nessuno degli spettatori possa dire : Ah beh in fondo è simpatico, è una vittima della storia, un vinto, perché poi il passaggio alle asserzioni del tipo si però quando c’era il fascismo non è che si stesse tanto peggio, i treni in orario, fascista non è nazista né antisemita, De Felice, tutti abbiamo letto De Felice, e poi meglio che comunista, cioè stalinista, è breve e rapido, talvolta intenso.
Insomma il mio fascista sarà un vero figlio di puttana, un fascista insomma. E il mio antifascismo sarà tutto nella capacità di mostrare il fascista che è in lui. Nel personaggio, voglio dire.

Quando raggiungo tra le colline torinesi la cascina dove è stato allestito il set cinematografico mi accoglie una troupe leggera, giovane, giovanissima. Non so perché, mi fa pensare a Truffaut, a come doveva essere il suo cinema in back stage. Rivedo i vecchi amici, soprattutto Riccardo Zinna, che aveva prestato la voce all’operetta anti Bush padre che avevamo realizzato sedici anni prima. Si mangia un boccone, si beve acqua, anche se il vino ci sarebbe stato tutto in quell’atmosfera e la truccatrice mi rapisce per radermi al suolo il superfluo, innanzitutto la basetta sinistra “asimmetrica” che mi caratterizza da un decennio. Tanto peggio, ricrescerà in una notte, mi dico.
La prova costumi viene subito dopo. Perché mi facessero il Fascista su misura avevo dovuto fornire tutti i dati. In una mail la produzione, mi scriveva:

Ciao Francesco, ecco le misure che mi servono:
– circonferenza collo
– larghezza spalle (da dietro, da osso della spalla a osso dell’altra spalla)
– torace (prendere la circonferenza passando il centimetro sotto le ascelle)
– circonferenza della vita
– altezza totale
– lunghezza braccio (dall’osso della spalla al polso, tenendo il braccio piegato a 90 gradi)
– numero di scarpa
grazie, a presto

Federica

Costruire un fascista, la sua uniforme, comporta una certa attenzione, una precisione certosina, e soprattutto un metro da sartoria. Nella società dove lavoro disponiamo di trentamila metri, ma non di quello. E così Pasquale e Giovanni, illuminati compagni e colleghi della produzione, tra l’ilarità delle colleghe e il “ non ci posso pensare” di Germana, mi prendono una ad una tutte le misure. Con un metro da carpentiere, di quelli tipo “guerre stellari”, flessibili come un interinale, e viscidi come certi commentatori da noi su NI.

Non so come ma ci siamo riusciti. Nonostante il quasi strangolamento nella fase “circonferenza collo” e il tentativo fortunatamente abortito di accecamento di Pasquale nella fase larghezza spalle, i numeri dati a Federica sono assai fedeli alla linea. Quando la calzo, l’uniforme, mi indossa come se fosse stata mia da sempre.
E sulle prime ho provato perfino piacere nel sentire gli stivali fasciarmi i polpacci come ai tempi in cui facevo equitazione alla Nunziatella. Questo sulle prime, perché sulle seconde ho provato un momento terribile di panico. Chi era l’intruso che camminava con le mie gambe, respirava con la mia bocca, e parlava con la mia stessa voce? Un fascista?

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Quando siamo in Piazza Vittorio, con Paolo e Marina, una settimana dopo le riprese, alle mie perplessità sull’esperienza appena trascorsa, giunge in soccorso l’amica di sempre. Mi dice infatti: Francesco, un altro Francesco, mi ha detto che in ognuno di noi c’è un 10 % di fascista. L’equivalente di un braccio
Si, ma quale braccio – le chiedo
Fà tu– mi risponde

E invece no, se proprio devo rinunciare a un dieci per cento del corpo, metterei i capelli, certo barando non poco vista la velocità con cui abbandonano il campo.
Questa storia comincia a spaesarmi, mettermi addosso un vero disagio, una sincera inadeguatezza. E ripenso, uno, alle scene del film appena girate, due, ai casi della vita in cui volente o nolente mi sono preso e a ragione l’insulto di fascista. Ma procediamo per ordine. Innanzitutto, cosa significa, fascista. E non parlo di fascista di ieri, anzi ieri l’altro e subito dopo, il terribile ventennio, no diciamo fascista tout court.

Sul dizionario della Lingua Italiana Sabatini Coletti, On line, a cura del Corriere della Sera alla voce fascista troviamo:
fascista [fa-scì-sta] agg., s. (pl.m. -sti)
• agg. Del fascismo, dei fascisti
• s.m. e f.
1 Chi aderì al fascismo; chi si ispira alla dottrina del fascismo
2 estens. Chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza
• dim. fascistello | accr. fascistone
• a. 1897

Fascista significa soprattutto questo. Fottersene. Più di Faccetta Nera e All’armi siam fascisti la canzone che meglio rappresenta la cosa è sicuramente la meno nota, Me ne frego e che fa più o meno così:

Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!…

Il fascista è colui che comunque sia crede fermamente di avere ragione, e non solo. L’accompagna l’altrettanta certezza che gli altri siano nel torto. E come se non bastasse lo massacra anche di botte. Discutendo con mio fratello della mia brevissima ma terribile esperienza di fascista, nel film di cui sopra, mi raccontava che proprio in quei giorni stava leggendo l’Eneide e che un passaggio, lo riporto, lo aveva quasi sconvolto.
Nettuno è appena intervenuto per sedare gli elementi scatenati da Giunone contro i poveri troiani. Virgilio descrive la cosa in tal guisa: la traduzione è di Annibal Caro.

Come addivien sovente in un gran popolo,
allor che per discordia si tumultua,
e imperversando va la plebe ignobile,
quando l’aste e le faci e i sassi volano
e l’impeto e ‘l furor l’arme ministrano,
se grave personaggio e di gran merito
esce lor contro, rispettosi e timidi,
fatto silenzio, attentamente ascoltano,
ed al detto di lui tutti s’acquetano;
cosí d’ogni ruina e d’ogni strepito
fu ‘l mar disgombro, allor che umíle e placido
a ciel aperto il gran rettor del pelago
co’ suoi lievi destrier volando scórselo.

In questo caso l’uomo forte è benvenuto, diciamocelo pure, e forse tiene pure ragione. Il fascista non ha mai ragione. Non può averla, perché è appunto fascista. Sempre ricercando tra le carte virtuali delle enciclopedie on line, in quella denominata Wikipedia trovo a proposito del lemma avanguardie la seguente definizione.

Tra le caratteristiche di tutte le avanguardie vi è quella di voler instaurare con il pubblico un rapporto arrogante ed aggressivo nell’intento di mettere in crisi, nella massa dei fruitori, la stabilità della cultura istituita.

Il discorso si fa più complesso. Se poi si pensa che due dei gruppi estremisti degli anni settanta si chiamassero Avanguardia Operaia e Avanguardia Nazionale, a prescindere dalle ideologie di riferimento, fascista e comunista, vengono le vertigini.
Ma torniamo al film. Ai miei cinque minuti di fascista. La scena che ho interpretato per il mio amico era filata liscia come l’olio, e addirittura scatenato un applauso delle persone sul set. L’attrice, Anna Terio, bravissima piangeva mentre con le ginocchia le divaricavo le gambe prima di scagliare una mela addentata con cattiveria, contro la parete. Probabilmente la stessa scena a parti invertite, con una collabò legata alla sedia, e un partigiano ad interrogarla, si svolgeva tra quelle stesse colline in quello stesso anno, 1944, mese, giorno.
Ma allora, se nei due casi era fascista il modo di ottenere informazioni, la differenza dov’era? Ci sono dei fascismi necessari?
Per carità. La risposta salta agli occhi. Elementare. In un caso si trattava di guerra di Liberazione nell’altro di Occupazione.

Ma allora il dieci per cento di fascista che è in noi a cosa serve? Forse da Anticorpo. Ma a quale corpo? Quello esterno a noi, che odiamo profondamente e con cui non accettiamo e a ragione nessuna forma di dialogo? O all’altro nostro corpo, seppure ridotto al dieci per cento e pronto a esplodere come uno sfogo, che può bruciare?

49 COMMENTS

  1. caro Francesco,

    preferirei avere in corpo un anarchico e non un fascista, perché almeno mi liberei della parte dei miei ideali di comunista che sanno di dogma.
    in quell’ultima parte dello scritto, penso, poi domande che potrebbero farci riflettere, far riflettere specialmente noi, al netto del tritolamento di meningi della questione violenza – non violenza, (che per esempio se sono costretto a soccombere sotto le sferzate d’un fascista potrei anche reagire, in quanto secondo me la violenza scatenata dal mio corpo non appartiene a me e da me non è generata – è tutta del fascista violento dell’aggressione)…

    del resto, dico, fa niente che la gente possa persino arrivare a dare del carino o bello a un fascista, speci in un film, che qui entra in discussione l’essenzialità del discorso “essere umano in quanto tale”. al di là dei suoi atteggiamenti.

    La parte, diciamo per comodità, della tua vestizione o del travestimento – a seconda della definizione più o meno giusta da usare – sono scene Spassosissime.

    a presto

    Un abbraccio

    b!

    Nunzio Festa

  2. Che noia vedere moltiplicata all’infinito la solita icona stereotipa del fascista. ma possibile che non si riesca a fare qualche sforzo intellettuale in più? Ma credete davvero ancora alle stupide contrapposizioni tra fascismo e comunismo? che noia… che barba… e che rabbia di fronte a tanta ottusa faziosità.

  3. Il fascista non ha mai ragione. Non può averla, perché è appunto fascista.

    Che strano. A me questa frase suona un po’ fascista.

  4. ecco. bravo valter. io mi sento fascista. il mio fascismo è giustizia sociale. generosità contro l’individualismo. difesa dei popoli e della loro identità. tutti i popoli. tutte le identità. come dicevo sono stanco dei soliti luoghi comuni, che in passato hanno alimentato una intera stagione di odio e di violenza ideologica, speso verso gente pacifica e indifesa. non per demagogia, ma voglio ricordare poi che (neo)fascista era pure Paolo Borsellino, di cui oggi ricorre la memoria. Iscritto al FUAN prima, al’MSI poi, dal qualle fu proposto come presidente della Repubblica. E’ solo un caso tra tanti di “fascista buono” (e si badi non dico “buono MALGRADO fosse fascista”). Bisognerebbe smettera di usare il termine “fascista” per etichettare tutto il male del mondo (come purtroppo ha fatto anche qualcuno che ha cambiato pelle a Fiuggi). Basta alla contrapposizione tra le forze rivoluzionarie. Chavez docet. chiedo scusa per questa digressione “ideologica”, mi rendo conto che questo è un sito che si occupa innanzitutto di scrittura. Ma se a scrittura ispira qualche riflessione forse non è del tutto sbagliato andare un po’ “fuori tema”. Saluti e complimenti per il sito. si leggono sempre tante belle cose.

  5. Effeeffe tieni la capa fresca. Ora vorresti, per caso, convincermi che i fascisti siano esseri umani? Nun pazzià, ti prego…

  6. Un anno prima della sua morte (1936), in occasione dell’ultima rappresentazione della sua vita, Petrolini si presentò alla ribalta del Teatro Quirino di Roma e mostrando al pubblico il distintivo che portava sul bavero disse: “Il Duce m’ha fatto l’onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio”.

    caro Francesco, a me sembra che dell’onore di questo incarico tu non ti sia fregiato abbastanza, voglio dire in modo adeguato.

    ti dico, io ho davvero paura del 10% di fascista che c’è in ciascuno di noi, del braccio violento che può scattare, come scatta per un saluto romano, per impulso alla sopraffazione. Io non mi nego questa parte, e proprio per questo la temo, quindi penso che il tuo amico regista ti abbia fatto un favore, un onore, a offrirti l’esperienza di fingerti al 100% in quei panni fatti su misura: quindi fregiatene.

    ma, fregiatene davvero, la prossima volta che fai il fascista su misura, fregatene della paura di entrare nei panni del fascista: hai la fortuna di fare esperienza totale, nella finzione, di quel residuo pezzo di fascista che guai ti dovesse completare in un momento qualsiasi di impulso alla prepotenza.

    fregiarsene, alla Petrolini, mi sembra l’atteggiamento più adeguato a sminuire, perché usa un’espressione linguistica incontestabile ma ridicolizzata, quell’atteggiamento totalitario (al 100%) e violento di prevaricazione, che per ciascuno se ne sta lì in agguato, pronto a scattare come la manina epilettica del saluto nazista.

    fregiarsene alla Petrolini, di atteggiamenti pure ridicoli che hanno tuttavia in sé il germe della violenza estrema, è l’unica lotta pacificata che si può combattere contro la prepotenza di coloro che solo pensano di avere ragione, di chi sa solo prendersi sul serio ed è pronto a mantenere questo stato a forza di botte. In fondo Hitler (come pure Pol Pot), nel suo essere squilibrato patetico e ridicolo, ha fatto quello che ha fatto nella storia mondiale proprio perché qualcuno fin da principio l’ha preso sul serio.
    O non ha avuto lo spirito di fregarsene.

    un caro saluto, Francesca

  7. Che noia vedere moltiplicata all’infinito questa cieca, sterile ansia di azzerare le distanze, annullare le diversità, riscrivere la storia alla luce di un revisionistico empito palingenetico che sa di muffa e di sepolcri imbiancati, prima ancora di rivelarsi nella sua totale e irreversibile inconsistenza. Ma cambiate disco, che i quarantacinque e i trentatrè giri li avete già smarronati col vostro qualunquismo finto equidistante, nient’altro che fascismus perennis che, a ondate risale, come fango che preme dagli orridi, e oggi si presenta ammantato di ordine e santità. Che noia… e che barba… e che pena di fronte a tanta angelicata neutralità. Piuttosto, correte a investire i risparmi in azioni delle multinazionali dei vostri padroni, quelli che sotto il vostro compiacente, benedetto sguardo stanno privatizzando la residua acqua (santa?) del pianeta; mentre voi, intanto, vi crogiolate e vi pippate da mane a sera a chi ha avuto la visione più luminosa, la rivelazione più duratura, l’orgasmo più profumato di violetta o di incenso. Tanto, dieci litri al giorno per una doccia a voi li passeranno, non preoccupatevi, mica vi manderanno ad accendere ceri che puzzate come capre. Tanto, a prenderlo nel culo sono gli altri cinque miliardi, a voi che importa? Meglio dibattere di Loup de Ferrier e Sigieri di Brabante, insieme ai vostri filosofi e filosofesse con le chiappe coperte da un bel conto in banca. Sapete cosa vi dico? Ma andate affanculo voi, tutti quanti, magari ci provate anche gusto, cari, fascistissimi equidistanti della domenica e delle altre feste consacrate. Ci avete rotto i coglioni con le vostre crociate del cazzo: provate ad andare a portare i vostri discorsi nei luoghi dove si fa veramente la fame, e state a guardare l’effetto mentre ve li ficcano, parola per parola, in quel posto. E basta! Mettete su un blog vostro, bello, confortevole, arredato, dove aspettare pregando la fine del mondo. Tanto la preghiera, quella vera, non vi apparterrà mai. Perché non saprete mai cosa vuol dire pregare senza labbra, senza palpebre, senza mani, senza pelle, senza ossa: ma rimanere vivi.

  8. teo parli per darre fiato ale trombe. sei l’esempio perfetto dela persona che usa asproposito lil terimne fascista senza capire nulla di quel che dice. parli dele multinazionai ecc. ma non lo sai che i fascisti, quelli veri, non quelli di Fini e di Aleanza nazionale, sono da sempre schierati contro le multinazionali? ti rispondo proprio in un momento di pausa, mentre sto scrivendo un articolo per il quotidiano rinascita sui soprusi e le violenze commessi dale multinazionali in ecuador e Colombia. ne ho publbicato uno sulle porcherie che combina la pepsi in India pochi giorni fa… e no sono l’unico a scrivere di questi temi nel’ambiente fascista. ma per te “fascista2 è Bush, “fascista è Berlusconi. fascista è tutto quel che non ti piace. mentre i paladini della giustizia siete solo voi “antifascisti”. Ecco se c’è una idiozia al mondo è l’antifascismo militante fine a se stesso. prima che ssere “contro” qualche cosa comincia a dmandarti se c’è qualcuno che nn la pensa coome te che magari in molte battaglie starebbe dalla tua stessa parte. Io non sono per la neutralità e per li rimescolo dele carte. però mi ritengo di gran lunga superiore a te per il semplice fatto che non ho alcuna pregiudiziale “anticomunista”. oggi non a senso parare di fascismo e antifascismo. c’è il capitalismo e ci sono coloro che sono contro il capitalismo e le sue nefandezze. chiaro che su molte cose non mi troverei con un cominista. allmeno non con un marxista ortodoso. io ho una concezione spirituale, se vogliamo anche religiosa, ,del’esistenza. ma su tante cose mi trovo molto di più a discutere con un comunista che con uno di alleanza nazionae o di forza italia. prima di condannare, etichettare, parlare a sproposito, premurati di cercare di capire come la pensa veramente a gente che dici di detestare.

  9. francesca, quando hai paura del 10% di fascista che c’è in ognuno di noi allora dovresti spaventarti anche dei compagni che fino a pochi anni fa uscivano di casa con le chiavi inglesi per spaccare latesta a ragazzini inermi che non avevano mai fatto male a una mosca. a quelli che andavano a dar fuoco a una famiglia nel sonno. a quelli che sparavano col fucie a pallettoni sule palle di un 16enne la cui unica colpa era credere e diffondere ideali differenti… e ancor più di quegli idioti che difendevano certi criminali.. come i vari dario fo, franca rame e il soccorso rosso… con i loro pamphlet pieni di menzogne e di assurde teroie del complotto, con i loro festini in villa a fregene per festeggiare a scarcerazione del macelaio di turno… di questo devi avere anche paura, se sei una persona onesta. i compagni hanon usato la violenza, l’hanno predicata e coltivata tanto quanto, anzi ANCOR PIù dei (neo)fascisti, protetti dal mito resistenziale e da coloro che volevano porre e fondamenta della democrazia (cristiana -sic) sul sangue di centiania di giovani aizzati fra di loro e mandati al macello.

  10. meno male che ci sei tu a salvare il mondo te. io come fascista extraparlamentare, nel mio piccolo, sto facendo cose concrete per la gente che soffre e che otta. non mi sento certo un paladino dela giustizia ma non mi faccio fare di certo la predica da te, che se tutto va bene sei l’erede di quei borghsucci con l’eskimo e le clark comprati con i soldi di papà… che sognavano la rivoluzione e adesso hanno tutti la loro bella poltrona chi, in tivvù, chi nea redazione di qualche giornale… e quando Bush viene in Italia non sanno fare azione più rivoluzionaria di un girotondo… abbiamo visto come è andata afinire con il rifinanziamento delle guerre “giuste”, a bbimao visto con la base nato di vicenza… voi si che siete gente di grande concretezza e affidabilità politica…

  11. Lasciatelo parlare, jago, non contradditelo. Si incarta da solo. Lasciatelo solo.

  12. accetto ben volentieri le contraddizioni. è un blog questo no? o voi democratici di sinistra non amate troppo confrontarvi con chi la pensa diversamente?

  13. ‘mi ritengo superiore a te’

    Non ho mai avuto nessun dubbio sul fatto che tu scrivessi questo.

    ‘fascista è tutto quello che non ti piace’

    Ti sbagli: fascista è tutto ciò che da sempre offende l’umano, in qualunque forma, colore, pensiero, credo, sesso, diversità si presenti. Il fascismus perennis esiste da duemila anni, da quando avete inchiodato a un palo un giovane palestinese che se ne andava in giro con la bandiera della pace: guarda caso, la stessa bandiera che qualche tuo camerata in libera uscita intellettuale dice essere oggi un simbolo di satana.

    Fascismo è la vostra boria, la vostra protervia dalle profonde radici omofobe, misogine e razziste, che vi porta a credere, anche, quale degno corollario (prova a rileggerti), che l’unica forma di ‘spiritualità’ sarebbe quella di cui voi sareste depositari: la vostra unica religione altro non è che il culto di voi stessi, del maschio onnipotente, condito con una buona dose di carità pelosa, una fogna perenne nella quale sciacquate le vostre bandiere e le vostre coscienze.

    Fascismo è l’articolo di merda che stai scrivendo: di merda perché, fatta salva ogni tua buona intenzione, domani finirà nelle mani di chi va in giro gridando ‘ebrei ai forni’ e ‘morte ai froci’. Io posso farti il ritratto di quattro occhi che quei ‘forni’ li hanno visti molto da vicino: lo vuoi per la tua rivista?

    E, per tutto il resto, ti rimando al post di Rovelli qua sopra. Così, se ancora sai leggere, vedi cos’è davvero lo ‘spirituale’ e il ‘sacro’: quello che si declina tra gli uomini e si fa memoria condivisa.

    Io c’ero. Se vuoi, sempre per la tua rivista, posso farti un resoconto dettagliato: non delle botte che ho preso e del tiro incrociato al massacro da parte dei tuoi camerati in divisa, no: magari ti parlo del volo d’angelo, quello sì davvero spirituale, dei due disabili che accompagnavo, carrozzelle comprese. Dài, pubblichiamolo: vedrai quante risate, quanti ‘dalli al bastardo ebreo’ accompagneranno la lettura dei terzomondisti da curva nord che leggono le tue opere. Perché, vedi, hanno ragione da vendere: non solo io sono uomo, donna, frocio, ebreo, negro, handicappato, anarchico, ma io lì ero anche armato, Jago: avevo in mano la bandiera della pace. Un simbolo del male!


  14. Ti sbagli: fascista è tutto ciò che da sempre offende l’umano, in qualunque forma, colore, pensiero, credo, sesso, diversità si presenti. Il fascismus perennis esiste da duemila anni, da quando avete inchiodato a un palo un giovane palestinese che se ne andava in giro con la bandiera della pace:

    HAI LE IDEE CONFUSE. GESù CRISTO, PROFETA VERSO IL QUALE PORTO UN PROFONDO RISPETTO, NON MI RISULTA ANDASSE IN GIRO CON LA BANDIERA DELAL PACE. E COMUNQUE NON CREDO CHE SIA IL MESSIA E SALVATORE DEI PACIFISTI, MA DI TUTTI GLI UOMINI, FASCISTI COMPRESI.

    guarda caso, la stessa bandiera che qualche tuo camerata in libera uscita intellettuale dice essere oggi un simbolo di satana.

    Fascismo è la vostra boria, la vostra protervia dalle profonde radici omofobe,

    HO MOLTI AMICI OMOSESSUALI, FREQUENTO LOCALI OMOSESSUALI, CON MOLTI DI LORO MI DICHIARO FASCISTA E NON HO PROBLEMI. PER IL PROSIMO ANNO CON I CAMERATI DI PROGETTOTORINO (WW.PROGETTOTORINO.ORG) STIAMO ORGANIZZANDO, TRA E ALTRE COSE, UN DIBATTITO SULL’OMOSESSUALITà. VERSO LA QUALE ABBIAMO IDEE DIVERSE TRA NOI, MA IN OGNI CASO NON SIAMO PER A DEPORTAZIONE O IL DISPREZZO, SE NO NDI CERTE FORME “CARNEVALESCHE”. PER IL RESTO TRA I NOSTRI PUNTI DI RIFERIMENTO STORICI CI SONO DIVERRSI OMOSESSUALI: ERNST ROHEM PER ESEMPIO.

    misogine

    PERSONALMENTE RISPETTO LE DONNE E NON HO MAI SENTITO PAROLE DI DISPREZZO NEI LORO CONFRONTI DA PARTE DI AMICI CAMERATI. QUEL CHE DISPREZZO è IL FEMMINISMO, CON LA SUA VOLGARIUTà… QUESTE CHE SE NE ANDAVANO IN PIAZZA FACENDO IL TRINAGOLO OCN LE MANI…A PARER MIO DOVREBBERO DISPREZZARSI DA SOLE.

    e razziste,

    SONO FILOSILAMICO, IL QUOTIDIANO RINASCITA, PER CUI SCRIVO LO è. LA RIVISTA “EURASIA” SCRITTA E LETTA D AMOLTI CAMERATI LO è. PERSONO HITLER LO ERA… MA LASCIAMO PERDERE.
    PERSONALMENTE POI NON SOLO RISPETTO MA PROVO ANCHE COMPASSIONE PER I MILIONI DI UOMINI COSIDDETTI DI COLORE CHE SFFRONO PER ‘EGOISMO DEL SISTEMA CAPITALISTA CHE DEPREDA LE LORO TERRE FINO A COSTRINGERLI A EMIGRARE NELLE NOSTRE, MOSSI DALAL DISPERAZIONE E DALLA RICERCA DI UN LAVORO… CHE TROVERANNO, MA SOTTOPAGATI, IN MODO DA ALIMENTARE UNA GUERRA TRA POVERI.

    che vi porta a credere, anche, quale degno corollario (prova a rileggerti), che l’unica forma di ’spiritualità’ sarebbe quella di cui voi sareste depositari: la vostra unica religione altro non è che il culto di voi stessi,

    MA CHE NE SAI TU DI QUAL’è LA MIA RELIGIONE. IL NEOFASCISMO POI OFFRE UN PANORAMMA ALQUANTO ETEROGENEO SIA VA DAGLI ATEI AI CATTOLICI TRADIZIONALISTI, AI MUSULMANI… NEOPAGANI, AMANTI DELO GNOSTICISMO ESTREMO ORIENTALE… C’è DI TUTTO. PERCHè IL FASCISMO è PER TUTTI.

    del maschio onnipotente,

    CONTINUI A OFFRIRE RITRATI STEREOTIPI. UN FASCISTA è UN UOMO COME ATRI, CHE PIANGE RIDE, SOFFRE, SPERA, ECC.

    condito con una buona dose di carità pelosa,

    PENSA AA TUA COSCIENZA INVECE DI AVER A PRESUNZIONE DI GIUDICARE QUELLA DEGLI ALTRI.

    una fogna perenne

    L’UNICA FOGNA CHE VEDO è QUELLA DEL’ODIO CHE COLTIVI IN NOME DI UNA STERIE IDEOLOGIA ANTIFASCISTA.

    nella quale sciacquate le vostre bandiere e le vostre coscienze.

    Fascismo è l’articolo di merda che stai scrivendo:

    ACCETTERò BEN VOLENTIERI E TUE CRITICHE DOPO CHE L’AVRAI LETTO. O PREFERISCI I ROGHI PREVENTIVI DI LIBRI E GIORNALI?

    di merda perché, fatta salva ogni tua buona intenzione, domani finirà nelle mani di chi va in giro gridando ‘ebrei ai forni’ e ‘morte ai froci’.

    PURTROPPO TRA I NEOFASCISTI CI SONO PERSONE PER BENE COME ANCHE FANATICI IDIOTI. MA è LO STESSO TRA LA COSIDDETTA GENTE “DI SINISTRA” (MA PRECISO CHE IO NON MI RITENGO AFFATTO “DI DESTRA”, IL FASCISMO NON è Né DI DESTRA, Né DI SNISTRA. CONCETI PERALTRO IDIOTI PERCHè VECCHI DI 300 ANNI E INADATTI PER COMPRENDERE IL NOSTRO MONDO). PENSA A CHI VA IN PIAZZA GRIDANDO 10-100-1000 NASSIRYA… CHE SONO POI I FIGLI QUELLI CHE GRIDAVANO 10-100-1000 RAMELLI.. CON UNA STRISCIA DI SANGUE TRA I CAPELLI… TI SEMBRA MENO IDIOTA COME COSA? FORSE PER QUESTO IL MARXISMO è TUTTO DA BUTTARE O I COMUNISTI SOON TUTTI DEI CEREBROLESI? IO, CHE SONO FASCISTA, NON CREDO.

    Io posso farti il ritratto di quattro occhi che quei ‘forni’ li hanno visti molto da vicino: lo vuoi per la tua rivista?

    NE HO VISTI GIà ABBASTANZA. MENTRE POCHI SE NE SONO VISTI DEGLI EBREI STERMINATI DA STALIN.. DEI GULAG.. DELEL FOIBE.. DEI CRISTINANI MASACRATI DALLE MILIZIE RIVOUZIONARIE COMUNISTE IN SPAGNA.

    E, per tutto il resto, ti rimando al post di Rovelli qua sopra. Così, se ancora sai leggere, vedi cos’è davvero lo ’spirituale’ e il ’sacro’: quello che si declina tra gli uomini e si fa memoria condivisa.

    NON CREDO CHE IL NOSTRO PAESE ABBIA COLTIVATO NEGLI ULTIMI 50 ANNI UNA MEMORIA VERAMENTE CONDIVISA.

    un fascista under 30.

  15. dimenticavo di dire che ho detto che mi ritengo intellettualmente superiore a te per un unico motivo: per il fatto che per scrivere il mio articolo, per elaborare il mio pensiero politico, non ho alcun problema a leggere riviste e pubblicazioni marxiste, anarchiche, ecc. non provo alcun “ricgurgito anticomunista”. farei solo il gioco del sistema. per me ci sono forze rivoluzionarie e forze che difendono questo sistema. predermela con un comunista inauqnro comunista non avrebbe alcun senso. per di più fascismo e comunismo hanno radici comuni nel socialismo, sia pur interpretato diversamente. mi potresti dire che il fascismo mussoliniano ebbe poco di socialista. e io potrei risponderti nostalgicamente che erano melgi ole case popolari che ha fatto costruire lui piuttosto che quelle in cartongesso costruite di cattocomunisti… ma non a finiremmo più. il fatto è che a livelo ideologico, fascismo e comunismo sono dottrine che non esisterebbero senza il socialismo. che poi si dia al socialismo una sfumatura nazionalista, in difesa delle identità dei popoli o che lo si interpreti in maniera cosmopolita e in fin dei conti “Global”

  16. dimenticavo di dire che ho detto che mi ritengo intellettualmente superiore a te per un unico motivo: per il fatto che per scrivere il mio articolo, per elaborare il mio pensiero politico, non ho alcun problema a leggere riviste e pubblicazioni marxiste, anarchiche, ecc. non provo alcun “ricgurgito anticomunista”. farei solo il gioco del sistema. per me ci sono forze rivoluzionarie e forze che difendono questo sistema. predermela con un comunista inauqnro comunista non avrebbe alcun senso. per di più fascismo e comunismo hanno radici comuni nel socialismo, sia pur interpretato diversamente. mi potresti dire che il fascismo mussoliniano ebbe poco di socialista. e io potrei risponderti nostalgicamente che erano melgi ole case popolari che ha fatto costruire lui piuttosto che quelle in cartongesso costruite di cattocomunisti… ma non a finiremmo più. il fatto è che a livelo ideologico, fascismo e comunismo sono dottrine che non esisterebbero senza il socialismo. c’è poi un socialismo nazionalista e uno cosmopolita e in fin dei conti “global”.. un socialismo materialista e un socialismo spiritaulista… ma la matrice socialista è la stessa.

  17. Stante che tutti hanno un 10% di fascista, se Forlani è stato scelto dal regista deve avere almeno un 11%. o no?

  18. Caro Francesco, siamo distanti anni dal fascismo, ma alle volte questo vivere “democratico” mi fa pensare ad una sorta di “regime della mancanza delle idee”, compreso ciò a cui rimanda il tuo post. Mi preme ricordare che, già verso la fine degli anni 70, Marco Tarchi diede vita ad un movimento che poi fu etichettato come la Nuova Destra – vi fu tra l’altro un convegno nei primi anni ’80 a cui partecipò Cacciari, indubbiamente un uomo della destra:-) Recentemente ho potuto sentire il Prof. Tarchi in conferenza a Trieste: trattava il tema delle nuove categorie in politica; una conferenza interessante, che pure partiva dal superamento del confronto politico (oramai marketing) ripiegato su modelli astratti, optando per la riflessione tra tutti i modelli al fine di giungere a delle sintesi originali. Credo che come intellettuali, in quest’epoca in cui il capitalismo assume forme di stortura micidiali, invece di pensarci alla fine della guerra mondiale, dovremmo trovare qualche argomento per affrontare il presente, per sottrarlo agli stereotipi, quelli che per intendersi usano i politici per indirizzare le campagne elettorali. Credo che dovremmo sottrarre linfa a questo tipo di dibattito.

  19. contesto e alla radice il sabelli fioretti, e la voce fascista
    2 estens. Chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza

  20. da bravo forlani, accetta il consiglio, chiudi il dibattito, va alle conferenze di tarchi, c’è anche cacciari, passa una buona volta dall’astratto al concreto, iscriviti finalmente al partito della sintesi fighetta…

  21. Preferirei quello della fighetta tout court se proprio devo scegliere.
    effeffe
    @Giorgio di Costanzo
    non ci sono ambiguità nè nel pezzo nè nell’aver accettato il ruolo in un film di sicura fede antifascista
    @i revisionisti ho già risposto nell’articolo
    @antirevisionisti anche
    @ christian solo chi vive in terra di frontiera come te sa quando sei da una parte o dall’altra, o almeno credi di saperlo
    @ francesca (faccio mie le tue) e me ne fregio
    effeffe

  22. @gina; @ jago
    voce ‘fascista’ del Sabatini Coletti (seconda accezione, estensiva) “Chi interpreta i rapporti sociali come rapporti di forza e quindi con prepotenza e intolleranza”.
    ecco per me una persona come jago ne è un esempio: in meno di due ore immette 8 commenti, quasi uno dietro l’altro, completamente fuori da una prospettiva dialogica (a un certo punto non si sa più con chi parla, se parla a qualcuno), ma insistendo su un generico ‘voi’, tirandoci dentro anche me (ma mi va bene a ‘sto punto) perché sono in odore di scarsa onestà (quale? casomai mi vien da pensare che non mi sono espressa efficacemente e non sono riuscita a far passare un messaggio preciso, che non è affatto in contrasto con quanto jago stesso mi raccomanda).
    ‘onestamente’ dico fascista di una persona che oggi con tutta questa veemenza verbale si scaglia contro i ‘voi’, ribaltandogli addosso la responsabilità di tutto ciò che è ingiusto al mondo.
    siamo qui a discutere dialogando, se questo è il posto adatto, su una questione seria che effeffe solleva a modo suo (grazie!) letterariamente.
    ‘onestamente’ sono convinta che se non stiamo parlando solo per dare “fiato alle trombe” ma per comprendere qualcosa in più dopo aver parlato e ascoltato, sarebbe più onesto e salvifico darci del ‘noi’.
    ftb

  23. francesca tini brunozzi

    gradirei non essere accomunata a jago.
    quella definizione di fascista è inaccettabile e depotenziante, non certo per i fascisti. Pensa ad esempio alla forza di gandhi, e alle mille articolazioni della violenza dall’altra.

  24. Cara francesca. i miei post li ho scritti sempre in risposta a cose precise che erano state scritte sul blog e anche quando mi sono rivolto a te ti ho spiegato che mi riferivo all’affermazione “in ognuno di noi c’è un 10% di fascista”, dove è evidente che usi il termine fascista come sinonimo di violenza tout court. lo stesaso fa la voce di dizionario che riporti. personalmente mi sembra un modo arbitrario di usare la lingua italiana. fascismo è quello di mussolini, fascismo eventualmente può essere considerato, in una prospettiva metastorica, diverse altre esperienze. personalmente (ma non sono l’unico nell’Area a pensarla così), credo che il fasccismo sia innanzitutto: stato sociale, corporativismo, socializzazione e nazionalizzazione delle imprese che costituiscono l’asse portante dell’economia di un paese, difesa delle peculiarità culturali dei popoli, concezione non materialistica del’esistenza. ecco vedi è già qualcosa di più – e di più concreto – rispetto alla tua definizio che si rifà solo a un generico e presunto “culto della violenza”, che spesso esiste solo nella mente faziosa di certi antifascisti militanti.

  25. corollario al post

    who is a fascist?

    La smorfia di Gwynplaine
    di Antonio Gramsci

    “Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. ”

    L’uomo che ride (Gwynplaine )
    di
    Victor Hugo

    Per arrivare a questo risultato avrebbe dovuto soffrire un po’, ma la cosa non gli sarebbe dispiaciuta. Ci si può pizzicare con la propria tenaglia. Che importa se il coltello piegandosi vi taglia le dita! Rimanere un po’ preso nella tortura di Josiane non lo avrebbe preoccupato. Il carnefice che maneggia il ferro rovente si brucia inevitabilmente anche lui, ma non vi fa caso. L’altro soffre di più, per questo non si sente nulla. Vedere il suppliziato che si contorce vi toglie ildolore.
    Fai ciò che nuoce, avvenga quel che può.

    Costruire il male significa accettare una cupa responsabilità. Il pericolo che facciamo correre agli altri rischia di coinvolgerci, perché l’intreccio dei fatti può portare a crolli imprevisti. Ma questo non ferma il vero malvagio.

    L’angoscia della vittima diventa il suo piacere. Lo strazio lo solletica; solo nell’orrore il malvagio è contento. Il riverbero del supplizio è la sua salute. Il duca d’Alba si riscaldava le mani sui roghi. Fuoco, dolore; riflesso, piacere. C’è da rabbrividire al pensiero che siano possibili simili trasposizioni. Esiste in noi un lato tenebroso che non è sondabile.

  26. In effetti questa “metafisica” del fascista, questa etichettatura astratta e astorica è una concettualizzazione che fa problema. Infatti, ci si ritrova a non poter espelllere il 10% di fascista in ciascuno, a non saper a cosa serve e ad averne paura.
    Perché questa metafisica non porta a una buona antropologia?

  27. Corollario

    what’s the fascism

    Fascisti: padri e figli
    di
    Pier Paolo Pasolini

    L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.

    Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli.

    Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.

    http://www.pasolini.net/saggistica_bellebandiere_fascismo.htm

  28. di solito mi piace dar fuoco alle polveri(ioci causa)ma vedo che oggi non c’è bisogno.Il mio riferimento culturale per una corretta definizione del fascismo del ventennio è Leo Longanesi che dopo averlo annusato ben bene,senza pregiudizi,affermò che lo stesso “puzza di cadavere”.Mio padre si è sempre dichiarato missino,ma ho potuto percepire solo profumo di conservazione e paura del cambiamento.Personalmente non potrei stare che a sinistra,se ci intendiamo sul fatto che la stessa sia la forza che ha fatto la rivoluzione francese e gli statuti dei lavoratori e ha combattuto il nazi-fascismo(ma ho 39 anni.Se avessi avuto modo di ascoltare in diretta i dibattiti dei collettivi di sinistra degli anni 70 zuppi di detersivi buoni per lavare irrimediabilmente i cervelli è altamente probabile che avrei optato per un nichilismo destromane,anche solo per puro spirito di contraddizione).Ora ho qualche difficoltà a lasciarmi prendere per il culo da partiti che promettono di fare diventare il nostro un paese moderno(come se qualcuno volesse tornare ai tempi in cui si cagava in giardino),in qualsiasi modo si facciano chiamare(per una definizione tout court di fascista inteso come aggettivo invece aspetterei gli storiografi del 2006).Salud

  29. per intenderci,”l’educazione al pensiero”,se indirizzata in un verso preciso è una pratica nazista(e purtroppo spesso è praticata da media che si definscono antifascisti)

  30. Caro effeffe, mi sa che il senso del commento di ‘tarchi a spillo’ ti è sfuggito. Può succedere.

  31. caro Nico
    il senso lo avevo colto
    forse per questo
    ho aggiunto il commento di cui sopra.
    e adesso anche la foto
    (che mi spaventa)
    effeffe

  32. Len nostalgie fasciste sono quasi inevitabili se si lascia alla destra la difesa della comunità (familiare, generazionale, nazionale). Leggere urgenbtemente Bruno Arpaia – Per una sinistra reazionaria (Guanda). In alternativa, consegnarsi mani e piedi alla mondializzazione dei banchieri con l’immaginetta di Veltroni appesa al collo, e i cosiddetti resistenti a fare da opposizione folcloristica e manganellabile.

  33. Caro Francesco, non viviamo il fascismo, né abbiamo vissuto la guerra civile, né possiamo dire di osservare una migliore costruzione della democrazia, in seno alla repubblica, ma lobby di potere politico consolidate, che strafregandosene della formulazione di una qualsivoglia prospettiva cercano di governare come meglio credono il paese.
    La condizione umana che viviamo, è ben diversa da tutto questo – ognuno alla prese con problemi concreti, tirar su due soldi, cercare di farsi una vita perlomeno dignitosa… e la gente non vota perché questi interessi non sono rappresentati.
    Io son abbastanza fortunato: vivo in una regione a statuto speciale (Friuli-Venezia Giulia) che può legiferare in modo autonomo, fornire indicazioni a 360 gradi dall’ambiente alle politiche economiche, sociali e culturali, evolvere più velocemente pure nei rapporti con lo stato, certamente con prese di responsabilità molto diverse – vedi in toto la gestione della sanità, il 70% credo del bilancio della regione. C’è a questo proposito un’esperienza di 50 anni di autonomia, aspetto che non investe tutta l’Italia, con un parlamento che è stato incapace di seguire i rilievi dell’art. 5 della Costituzione, compresi i “padani”, che tanto sbandierano il federalismo.

    Non sempre i modelli di autonomia sono stati sfruttati appieno in Italia, o hanno prodotto delle situazioni virtuose, ma almeno io parto da un osservatorio politico diverso, che in minima parte si nutre di un passato tragico, per fortuna.
    Quindi che differenze posso avvertire io, politicamente, da questa terra di confine (o confino)?
    Per risponderti sul fascimo, certo, la sopressione dei diritti civili alle minoranza – bruciare il culturni dom sloveno nei primi anni 30 a Trieste, fu una delle pagine più brutte della storia della città, se vuoi solo perché gli sloveni a Trieste sono sempre stati molto attivi culturalmente, esprimendo grandi poeti, come Kosovel. Ma questo fu un dato del fascismo? Parzialmente: dopo la firma del Trattato di Rapallo, le terre dalmate e istriane passate all’Italia, erano vissute da tante componenti linguistiche, animate in ogni caso da una cultura non dissimile, cioè quella nata grazie agli scambi commerciali di Venezia nell’Adriatico… L’Italia – e non il fascismo – vietò la libera espressione di ogni componente linguistica e culturale; sotto l’Austria, gli aspetti culturali erano del tutto salvaguardati. Quindi che c’è da dire? L’Italia era un paese di grande cultura, ma arretrato riguardo agli strumenti culturali da utilizzare in politica? Non furono migliori i comuisti di Tito, che distrussero per la jugoslavità la stessa cultura del contatto e del confronto soppressa dagli italiani… In Elegie istriane di Biagio Marin, puoi trovare materiale per la riflessione su quella che era la cultura qui da noi, prima dell’Italia, perché la cultura è un dato che si vive, e non frutto esclusivo delle posizioni ideologiche.
    Il fascismo quindi si espresse, in numerose forme, grazie all’arretratezza e miopia dello Stato dell’epoca, degli italiani dell’epoca, come molti altri regimi – un dato che sfugge però all’interpretazione è il fondare le corporazioni (se ben vedi l’Italia attuale è ancora molto corporativa, i vari ordini ma anche altri tipi di corporazioni)… Ora il problema è che tutta questa macchina frutto di numerosi assemblamenti, ancora irreggimentata, è un po’ lenta.
    E’ un po’ l’evoluzione dell’astronave dei Borg di Start Treck, dove ci sono questi uomini diretti da organismi centrali, che desiderano convertire gli esseri rispondendo a bisogni minimi (bere l’aperitivo, avere due soldi per il telefonino) o a un bisogno di protezione, di strutturazione della coscienza in compartimenti stagnanti. O dio, lui è di sinistra quindi quello che propone va a vantaggio della sinistra quindi è male, e ovviamente l’opposto: ho mandato a fanculo un amico delle superiori per questo, perché dove non c’è riflessioni sugli strumenti della politica, ma solo schieramenti, non c’è la possibilità di evolvere questo paese, e questo accade a destra e a sinistra, sempre di più, e in modo sempre più sterile e stereotipato.
    Poi ci si lamenta quando siamo lobotomizzati sulle cose che invece incidono veramente sulla vita, che ne so, avere un mutuo a tasso agevolato per i giovani fino a 35 anni perché la tua Regione redistribuisce i guadagni derivanti dai maggiori introiti derivanti dal reddito delle imprese (convenzione firmata ieri dalla mia Regione con la banca Friulcassa), o altre misure sociali come il reddito di cittadinanza o culturali come la difesa del friulano, la tipicità delle minoranze, gli interventi da finanziare sul territorio.
    Sai cosa vedo, da questo lembo distante, che la cultura politica nazionale si fonda su quello è un comunista, quello è un fascista, tutte cose che sinceramente mi lasciano indifferenti perché non rappresentano i miei bisogni, né mi danno una prospettiva, né mi forniscono una chiave di lettura del presente. Solo seghe per intellettuali?
    Il passato certo lo conosco, ma cosa vuoi che ti dico, che un mio prozio è stato preso dai nazisti e portato a Dacau, perché sorpreso coi partigiani, mento, mentre lo zio di questo mio prozio è stato preso dagli stessi partigiani perché iscritto al partito fascista, che qui i partigiani si sono trucidati pure tra di loro, che mio nonno lasciò l’istria a settembre del 54 quando c’era la vendemmia, perché i comunisti italiani affiliati a Tito, per rubarsi le terre, infamavano chi non era comunista, che poi questi furono pure scacciati perché Tito mandò a fanculo Stalin, che gli italiani prima non si comportarono meglio, che che che etc etc etc… Io queste stupide diatribe stereotipate, mi fanno schifo, perché non si pensa alla storia, quella degli uomini che l’hanno presa nel culo per queste stronzate ideologiche stereotipate, che hanno favorito solo i furbi e certe classi dirigenti.

    In ogni caso, se dovessi fondare due partiti, oggi, per sostituire la casa delle libertà e il partito democratico, che mi sanno di muffa, fonderei il partito utopista e il partito realista…non si sa mai che con questa alternanza possiamo andare avanti!

    Quindi Francesco, quando indossi la camicia nera, o rossa, a me pare solo una questione di moda, e poco di sostanza. Meglio se giri nudo, o in vestaglietta col buco come D’Annunzio:-)

  34. Qualunquismo prefestivo in salsa intellettualoide. Praticamente: un buco con intorno non una vestaglietta, ma parole. I. e.: sotto il vestito il vuoto pneumatico di un’intera generazione.

  35. non tutte le vestagliette riescono col buco nico
    effeffe
    ps
    vuoto a perdere
    vuoto a sinistra
    plein d’amour son io
    et cela suffit

  36. Non è credibile. I fascisti erano quasi tutti brutti. E cattivi. Camer… ehm, compagno Forlani, si metta un naso finto, cose così.

  37. Ci sono un sacco di migranti eroici, civili, umani, generosi e perbene. Muoiono per salvare la vita a mocciosi italiani (Dragan Cigan, 32 anni, muratore bosniaco) e tantissimi altri (la maggior parte) che sudano per il pane quotidiano. Gli italioti al mare osservano senza intervenire e i genitori dei bambocci salvati, avendo messo al sicuro i loro animalucci, scappano vilmente. Che lezione per tutta la gentaglia… Avete sentito l’ultima provocazione a Verona? I fascisti che entrano nel consiglio di amministrazione dell’Istituto Storico per la Resistenza che subito propongono l’equiparazione dei Partigiani con gli assassini della Rsi… Da non crederci! Invece dei migranti propongo di espellere tutti gli italiani indegni (fascisti, razzisti, xenofobi, clerico-fascisti, omofobi, pretofili). Taluni commentano perfino su queste pagine.

  38. ho ricevuto uno spam da Francesco Forlani. Oltre al 10 % di fascista abbiamo anche il 10 % di spam?

    Francesco.forlani *** SPAM *** BE$T $P$R$I$C$ES$… 25/07/07 08:12 4.3 ko

    effeffe

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017