Bipartisan Serenade #1
di Francesco Forlani & Franz Krauspenhaar
Il primo microromanzo situazionista bipartisan della letteratura italiana. Un momento profondamente politico dietro il manto apparentemente disimpegnato del divertissement. Un’auto pirata letteraria guidata da due pazzi del volante. Un esperimento a puntate che potrebbe finire subito; o, come i sogni, morire all’alba.
FK & Effeffe
Bipartisan Serenade
(Statue a grandezza naturale di Padre Pio, copie di terracotta e bronzo del Cristo che campeggia a braccia aperte sul Pão de Açucar di Rio, sono presenti in moltissime ville di boss della camorra. Pare che Cosimo di Lauro avesse ordinato per la sua villa recentemente sequestrata nella zona di Secondigliano, un enorme Padre Pio di terracotta colorata dell’altezza di quattro metri)
Roberto Saviano su Nazione Indiana
Che una notte, presumibilmente qualcuno, ed erano certamente più di uno, si fosse recato indisturbato nel cuore della Pignasecca e, senza destare alcuna attenzione delle sentinelle quel qualcuno fosse riuscito a portare via la statua del santo, proprietà privata del boss, la cosa in sé, l’indomani dei fatti, era parsa non solo incredibile, ma quasi di cattivo auspicio. La prima domanda era: si trattava di una dichiarazione di guerra da parte del clan avversario? Di un gesto invece spontaneo e irriverente, dal momento che alla stregua del comitato di liberazione dei nani da giardino, in Francia, quel qualcuno avesse lasciato a riprova del gesto il seguente volantino…
FATEVE E CAZZI VUOSTRA GUAGLIO’.
Era stato chi? Quando? Come? Era strano, tutto strano. Quel santo era stato trafugato ed era stato lasciato quel volantino in carta di lusso, stampata a caratteri in rilievo, ma con quel testo volgare. Una specie di operazione situazionista. Il colore giallo scendeva sulle città del Napoletano, tese spasmodicamente verso il Natale. I tricchetracche venivano imbustati, refrigerati, scongelati, messi negli scaffali. I presepi venivano scartati e lanciati dai camion in corsa nei bassi, dove giovani virgulti alti un metro e venti (parenti alla lontana dell’Oskar Matzerath de Il tamburo di latta di Guenther Grass) stavano dritti sulle gambotte d’agnello per acchiapparli e portarli nell’abitazione, onde sistemarli con tanto di accessori self-made.
I pochi alberi di Natale venivano smerciati nella notte, in clandestinità, tra pacchi di cocaina Medellin hergestellt e polizze d’assicurazione della Fidelia Pocket – per l’assicurazione sul mestruo delle degenti del San Procopio Martire.
Scena prima
Un venditore abusivo deambulante agitava la voce ed il braccio lungo tutto il corridoio della carrozza numero sei.
– Panini, birra, caffè,PPPPEEPPPSSSIIII, arangiat, arangiat, paaannnniiiiinnniiiii ccaaaaffffèèèèèè, BBBBBBIIII rrra, paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaninibbbbiirrracafffèèèciocccolataaaa. Azz! E che ce fa padre mò sull’eurostar
9428 Roma Termini 07:30 Milano Centrale 12:00 ?
– Controllo’, ma ce l’avite cuntrullate ‘o biglietto ‘o Sante ?
Il controllore, la cui unica colpa era che gli era venuto incontro, incontro a lui col paniere di vimini pieno zeppo di vettovaglie e thermos e che, intercettato, era stato sollecitato prima a rispondere e poi a fare qualcosa, rispose:
– Sì
E mentre se ne stava andando, aggiunse: – c’aggie fatte pure à multa.
Ciccino ‘o saponaro alla risposta può darsi che abbia pensato: mestapijannepècculo, però poi, entrando nello scompartimento, si chiuse la porta alle spalle e cominciò a fissarsi il santo, dritto, dai colori troppo pastellati, come la faccia rosa shocking. E così gli prese a cosare.
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In questo clima tostato caldo da Cafè Express senza più Nino Manfredi e senza più, soprattutto, Ferrovie dello Stato, quel biglietto stampato probabilmente nella migliore tipografia della Campania campeggiava nell’ufficio del colonnello dei Carabinieri Ermanno Stupinigi, di Carmagnola, Torino. Uomo votato all’ordine, compagno di caffè marocchino verso le otto di Franz &Furlen, tra un’ installazione e l’altra, tra una traduzione e un approvigionamento al carcere del duo uno, anzi delle due l’uno. Il colonnello non aveva una pista, se non, come sempre, bulgara. Ma non bastava, e probabilmente questa pista l’avrebbe mandato nello sterrato di una no man’s land. Ecco, quest’uomo perfettamente piemontardo, da sciasciano Giorno della Civetta, sorta di Bellodi maggiorato e grigiato alle tempie bombate Giugiaro, iniziava a congetturare su quel messaggio forse in codice. Di farsi gli affari propri, si trattava, nè più nè meno. Ma perchè era stato scritto in quella carta rilevata da partecipazioni di nozze for Un Posto al Sole People? Quale poteva essere l’inguacchio magicoplaytex tra messaggio e medium? Tra carta e canthorum?
L’affare, come nei migliori fotoromanzi francesi in b/n, s’ingrossava.
(Continua.)