Kaddish per Enzo
di Roberto Saviano
Hanno ucciso il giornalista collaboratore di DIARIO Enzo Baldoni. Era andato in Iraq con la Croce Rossa per aiutare una popolazione costretta allo stremo, aveva utilizzato il suo ruolo di volontario per raccontare ciò che gli uffici stampa dei Marines (quelli che i giornalisti Mediaset e RAI usano come fonte principale delle loro notizie) preferiscono tacere. Era un uomo interessato alla vita e forse questo l’ha reso pericoloso.
Non conoscevo Enzo Baldoni di persona. Era un collaboratore di DIARIO. Anche io sono un collaboratore di DIARIO e forse questo mi è bastato per comprendere che Enzo era un reporter libero da vincoli e stipendi. Non era la Botteri ed i suoi contratti milionari, non era un inviato della CNN da 60 mila euro settimanali. Era un giornalista che non alloggiava negli alberghi superprotetti dei giornalisti che non aveva blindature diplomatiche come la RAI concede ai suoi presunti reporter. Era curioso, interessato alla vita quotidiana di chi è senza una gamba perchè saltata su di una mina, interessato a quel politico locale iraqeno che con genialità riesce a rendere la vita dei suoi cittadini meno dura, voleva raccontare cosa davvero vive un paese invaso da cingolati e proiettili USA che fingono invece di gettare cioccolatini e vhs. Baldoni è morto senza che il governo italiano mediasse così come aveva fatto con i legionari. Per un mercenario però v’è sempre più spazio, ha troppe cose da svelare, troppe magagne da raccontare, le famiglie con la morte potrebbero svelare, raccontare a qualche magistrato. Meglio salvare ad ogni costo chi è andato a difendere l’industriale, il pozzo di petrolio, la cava. Baldoni invece era andato per portare cibo e raccogliere la memoria dispersa della disperazione. Null’altro che la vita di ragazzetti straziati, donne affamate, uomini sbandati. Ma anche una memoria di gioia, quella di un popolo antichissimo, capace di mantenersi dignitoso persino ironico, il suo blog http://bloghdad.splinder.com ne era un chiaro esempio.
L’Esercito Islamico dell’Iraq persegue una logica speculare a quella dell’invasione USA, ammazzare chi cerca di mediare, uccidere chi vuole raccontare la verità e tenta di aiutare chi è allo stremo. I terroristi islamici finanziati dalle arstocrazie petrolifere non hanno altro obiettivo che aumentare la disperazione, rendere nulla l’ipotesi di soluzione. Nel trambusto perpetuo e nel fiume di sangue v’è la sua vittoria. Oggi Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica dice in poche parole verità che molti hanno taciuto:
All’opinione pubblica si continua a ripetere che la nostra è una missione di pace. Che siamo lì per sostenere il popolo iracheno. Che mandiamo lì acqua e medicinali. Chiudiamo gli occhi sulle distruzioni, sulla morte degli innocenti. Ci rendiamo così incomprensibile l’odio che una parte del popolo iracheno ci riserva. È l’odio che stanotte ha ucciso anche Enzo Baldoni, un amico del popolo iracheno.
Personalmente vivo in terra di camorra, scrivo inchieste, ho la presunzione di comprendere cosa significa lavorare per un giornale libero e vivere nella solitudine più totale. Avere come obiettivo soltanto ciò che si scrive e per poter giungere ad una verità d’analisi completa non proteggere la propria vita nè il proprio salario. So cosa questo significa. So che a volte, forse ingenuamente, si crede che una pagina, un’inchiesta, una denuncia, un’approfondimento, possano realmente cambiare qualcosa, che il sapere, il far sapere, il condividere una verità, in qualche modo già serva a mutare il corso delle cose. Oggi credo di meno a tutto ciò. Oggi è davvero un brutto giorno anche per me, come inchiestista e come collaboratore di DIARIO oltre che come uomo.
Sono di origine ebraica, a Enzo Baldoni dedico un kaddish per i morti, sono ateo, ma in questo momento mi pare la cosa più triste che mi abbiano insegnato a fare dinanzi ad una morte, che come tutte le morti è ingiusta. Yehé shemé rabbà mevaràch le’alàm ul’almé ’almayà yitbàrac.
Se fossi stato credente, in questi giorni avrei pregato. E forse era un mio modo di pregare di mascosto. Ma Dio è muto.
Ho gli occhi gonfi di tristezza.
Se non suonasse ridicolo mi verrebbe da dire che Dio non è muto. Proprio in questo momento ha parlato attraverso te.
Dio esiste. Ma ogni tanto guarda dall’altra parte. Ogni tanto? Diciamo spesso. Ci ha resi liberi di massacrarci, anche.
Come si dice in questi maledetti casi? Sono sempre i migliori che se ne vanno. Già. Merda.
Anche i mercenari, quei 4 cristi, erano in fondo gente normale. Anche quello che all’ultimo, per disperazione, ha urlato: “Vi faccio vedere io come muore un italiano”. Sgorgo di nazionalismo inutile, disperazione nè utile nè inutile ma effettiva, comprensibile a dir poco. Il Governo della Bandana è un po’ peggio dell’altro, tutto qui.Già. Merda.
Saviano come al solito ci mette di fronte a cose altamente scottanti senza la solita retorica del cazzo delle televisioni e dei giornali, anch’essi del cazzo.
Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Soprattutto quando i peggiori stanno lassu, nell’alto dei cieli, credendosi Dio, a comandare.
Tra quelli che ripetono che la nostra è una missione di pace, Che siamo lì per sostenere il popolo iracheno. Che mandiamo lì acqua e medicinali ci si deve mettere pure il Merlo con il suo italiano di bagdad, sulla repubblica di ieri http://www.repubblica.it/2004/h/sezioni/esteri/iraq31/itabag/itabag.html Kaddish per baldoni. E kaddish per tutti i tronconi umani che ci ha mandato in foto (“rappresentati come pupazzi pieni di vita e di allegria”, dice il Merlo ma che vada affanculo se riesce a spostarlo dalla sedia). E kaddish per tutti i tronconi umani che nessuno ci manda in foto. Sono bambini, per la maggior parte. Sulle mine perdono le gambe. E gli occhi. E l’ano, lo sfintere, l’intestino, uretra pene e testicoli. Saltano in aria ma restano vivi. Pupazzi pieni di vita e di allegria.
Mi spiace dirlo ma qualcuno ha appena cancellato il mio commento
cosa? chi l’ha cancellato? perché? qualcosa mi dice che non sarò d’accordo con quello che hai scritto, ma per dio, lo voglio leggere!
Un brutto giorno per tutti, Saviano. Un brutto giorno in cui si sente più nitidamente la necessità e il valore del lavoro di persone come voi.
Muta, piena di rabbia e nauseata dentro di me, da stanotte, sale incessante una preghiera. Shalom.
Niente scandali! probabile che sia solo un failure nel sistema. Non è importante. Ho sbagliato io a segnalarlo ma speravo che qualcuno potesse ricuperarlo. Non è importante. scusatemi tutti. proverò a riscriverlo. Ma la rabbia per quanto accaduto è una specie di tappo che è difficile a far saltare. sarà retorica ma : Enzo è vivo. L’intelligenza non la può accoppare nessuno. Vale la pena di dirlo.
un saluto a tutti
Riprendo una questione del blog di Mozzi. Qualcuno sa se esistono prove sul fatto che sia stato pagato un riscatto per i mercenari?
Per Lello Voce, ripostalo dai, ci interessa.
A me un giorno dovranno spiegare con dovizia di argomenti perché se muoio io non si sente un lamento e se muore un giornalista finisce in prima pagina. Il giornalista, da portatore di notizie a notizia in sé. Un’abberrazione vomitevole. Alas!
Abbbberrazione, con quattro ‘b’.
Se il giornalista muore a casa sua, di vecchiaia, è un discorso. E allora hai ragione. Se muore in quel modo, non muore un giornalista ma un uomo. E’ questa ‘la notizia’. Quattrocchi non era un giornalista. Se eri tu al suo posto ce lo saremmo ricordati, non preoccuparti. Anche se non te lo auguro.
G.
Grazie a tutti. Solitamente cerco di mantenermi calmo. Il sangue freddo l’ho appreso nelle inchieste sul campo. Poi leggo Merlo su Repubblica. Insulticchia Baldoni, lo fa passare fingendo di sperare il suo rientro in Italia, come l’italiano medio che vuol farsi la vacanzina in Iraq, che tuttosommato ha le palle ma non il cervello. Sembra quasi di sentire la risata anzi il cachinno di Merlo. Sentite cosa scrive il giornalista di Repubblica:
“Alla fine Baldoni ci piace perché ormai non appartiene più né alla guerra né alla pace, ma appartiene a quell’Italia visionaria, degli artisti, degli scienziati, degli esploratori, degli emigranti, dei missionari, dei volontari, un’Italia che per ogni Marco Polo e per ogni Federico Fellini ha dato mille piccoli, anonimi giramondo alla Baldoni, un’Italia dove “tutto ciò che si rappresenta è diverso da quello che è, dalla realtà che ci sta sotto”.
Il voler normalizzare è cosa da sempre presente nelle corde di Merlo, che verso Cosa Nostra ha sempre avuto un piglio da moderato, uno di quelli che minimalizza, che rende tutto semplice. La mafia è fatta da pover’uomini, i mafiosi nn contano nulla e lui qualche ombra di amcizia con i cavalieri di Catania l’ha pur sempre avuta. Ma il banalizzatore Merlo continua:
“In questo senso i terroristi hanno ragione: non c’è differenza tra Baldoni, Quattrocchi e i generali dei carabinieri a Nassiryia. Baldoni sta in Iraq come tutti gli altri nostri connazionali, come ci sta la Croce rossa, come ci stanno i nostri militari, come le guardie private, come gli imprenditori, gli archeologi, i tecnici, tutti per la ricostruzione del paese, tutti per la pace, tutti uomini di pace, anche se diversamente ispirati dalla politica e dalla religione. C’è chi lo fa col cuore, chi col portafoglio e chi con entrambe le cose.”
Ennò. Baldoni non è un mercenario, così come chi moriva nella Wermacht a diciott’anni non era identico al partigiano coetaneo. Nonstante la tragedia dei tanti. Baldoni non è andato a guadagnare centomila euro al mese. Non sparava, non difendeva pozzi di petrolio e casseforti. E quando l’hanno ucciso non ha inneggiato ad un becero nazionalismo.
Ma Merlo vuole solo sminuire, prendere per il culo, d’altronde che vuole “normalizzare” la pericolosità di Cosa Nostra è ovvio che voglia rendere nulle le verità di chi racconta un mondo molteplice, diverso, complesso. E Merlo con i suoi 800 euro a pezzo, il suo bell’ufficio, le sue garanzie le sue paure, non credo sia in grado di comprendere. Vuole livellare. Purtroppo Repubblica non ha soltanto D’Avanzo ha anche Merlo, tocca a noi assumerci responsabilità di decostruire le sue menzogne e le sue idiote banalità.
Merlo è un giornalista santo cielo. Una merda. Ma anche qui, da giornalisti si diventa editorialisti, opinionisti, si diventa filosofi, si diventa maestri di pensiero. Gente cui non daremmo l’autorizzazione di condurre un autobus finisce in prima pagina, Baldoni, Merlo – giornalisti. State completamente perdendo il senso della misura. Spero di non fare la vostra fine.
Continuo a non capirti, Giordano. Mi ci metto d’impegno e non capisco. Si vede che sono proprio stupido. E non sono neppure un giornalista, tra l’altro.
G.
Provate a leggere qui:
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=3330
il pezzo si chiama “Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni, e in questa storia c’è qualcosa che non quadra…”
di Bruno Ballardini
molto interessante.
Merlo dovrebbe vergognarsi di ciò che ha scritto e condivido appieno l’analisi che ne dà Saviano
ciao a tutti
Lello
Provate a leggere qui:
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=3330
il pezzo si chiama “Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni, e in questa storia c’è qualcosa che non quadra…”
di Bruno Ballardini
molto interessante.
Merlo dovrebbe vergognarsi di ciò che ha scritto e condivido appieno l’analisi che ne dà Saviano
ciao a tutti
Lello
tedoldi non va capito, va accettato. è uno di quelli da classe differenziale. a me personalmente sta simpatico (forse perché alla classe differenziale ci sono andato vicino), anche se le spara grosse.
rovate a leggere qui:
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=3330
il pezzo si chiama “Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni, e in questa storia c’è qualcosa che non quadra…”
di Bruno Ballardini
molto interessante.
Merlo dovrebbe vergognarsi di ciò che ha scritto e condivido appieno l’analisi che ne dà Saviano
ciao a tutti
Lello
Giordano, condivido la tua critica ai giornalisti tuttologhi che divengono narratori, filosofi, teologhi. Condivido il merda al Merlo. Non a Baldoni. E non perchè sia morto o mio collega. Solo perchè aveva dato un taglio nuovo, vitalistico alla narrazione di questa guerra. Raccontare dei sorrisi in un centro grandi ustionati, dei gavettoni tra infermieri è un taglio innovativo, di grande qualità e responsabilità perchè si rischia di essere considerati (come afferma Merlo) dei salimbanco coraggiosi (ammesso che i saltimbanco non possano essere n quanto tali geniali e necessari). In ogni caso non condivido quanto dici su Baldoni.
Invito a seguire la traccia di Bruno Ballardini che Lello Voce segnala. Ora è il tempo di capire, comprendere cosa è successo davvero.
Dopo aver letto il pezzo di Ballardini l’unica parola che mi viene da dire è: inquietante! D’altro canto tutta questa vicenda è stata inquietante sin dall’inizio.
Se poi si vuole rasentare il disgusto basta andare sul sito di Carmilla e leggere quello che hanno scritto Feltri e Farina su Libero…
Vorrei dire una cosa pubblicamente a Saviano, proprio perchè lo stimo molto e spero di essergli amico. Non sono d’accordo sul mettere su di un piano diverso Baldoni e Quattrocchi, il soldato diciotenne della Wehrmacht e il partigiano. Io sono figlio di un soldato della Wehrmacht che a 17 anni fu mandato a calci in culo sul fronte russo. Era l’anno di disgrazia 1944. Lo ricordo, lo svelo, perchè è così. Dove sta la differenza col coetaneo diciottenne partigiano? In nulla, anche se il partigiano in qualche modo potè fare una scelta. In nulla, ripeto, perchè in effetti, a quanto ho capito, non si era completamente in grado di fare delle scelte, soprattutto sensate, a quel tempo. Ora, dove sta la differenza tra Baldoni e Quattrocchi? Nel fatto che Baldoni era un ottimo giornalista e che Quattrocchi guadagnava quel che guadagnava essendo un “mercenario”? (E uso il virgolettato apposta, perchè sappiamo benissimo che il mercenario è un altra cosa). In entrambi i casi c’era stata una possibilità di scelta? Si, ma fino ad un certo punto. C’è un vecchio detto: se sei in ballo devi ballare. Dunque Baldoni era in ballo e ha ballato. Era inevitabile. Quattrocchi era in ballo e ha ballato. Era inevitabile. Sono da mettere sullo stesso piano, i due, anche per quest’altra cosa: sono morti ammazzati entrambi. E per quest’altra cosa ancora: erano cittadini di questo nostro paese. Non ci sono morti ammazzati di serie A e di serie B. Ci sono persone che hanno vissuto e che sono morte.
(Metto fra parentesi perché non voglio né oso dire niente su questo argomento: il che non significa, implicitamente, statevene un po’ zitti anche se questo che dico é un bell’esempio di denegazione freudiana … dico solo che IO sto zitto. La notarella è questa: ma perché se la repubblica era riuscita a liberarsi di quel cripto-fascista che si chiama Forattini, poi si è presa in casa quel pessimo scrittore del Merlo? E’ un uomo del rancore che non sa neanche lontanamente dove stia di casa lievità e spirito. Non riesco a leggerne neanche una riga. Vuoi mettere Robecchi su “il manifesto”? – così, tanto per dire – e voi mi direte, ma fatuo ginotasca, qui si parla di morte … bene, vi dico, lo so e io sono alla veglia dove si mangia molto e si chiacchiera del più e del meno e si spettegola anche. Tanto il dolore – per chi ce l’ha – mica passa con una pastasciutta. Riesco dalla stanza in punta di piedi … sssssstttttt!)
Ho letto l’articolo di Bruno Ballardini, e ancora una volta mi sono resa conto di quanto faccia schifo il mondo in cui viviamo, di come regnino menzogna e disinformazione.Ho la stessa età dei figli di Baldoni. Questa dovrebbe essere per me l’età degli ideali, dei sogni, dei progetti.E invece mi scontro quotidianamente con la realtà.Cosa posso fare io?Cosa possono fare i figli di Baldoni? Niente, se non continuare a porsi delle domande.
sono anch’io ateo, ma pure a me è venuto spontaneo dedicare a Baldoni e ai suoi – nel mio blog – un brano di ispirazione religiosa. Nato in una cultura amata, ma certo lontana dalle mie radici: “The Soul of a Man” di Blind Willie Johnson. Non so, forse per aver letto tanti ritratti, interpretazioni, analisi psicologiche a volte davvero incapaci di pudore, a volte piattamente infami
(..)I’ve travelled different countries
Travelled to the furthest lands
Couldn’t find nobody could tell me
What is the soul of a man
Won’t somebody tell me
Answer if you can
Won’t somebody tell me
Tell me what is the soul of a man?
Caro Franz conosco benissimo la condizione della “leva” nella Germania del Reich. D’altronde nell’ultima chiamata sul fronte russo (ma anche italiano) andavano i ragazzini di tredici anni. Non è una scelta. Io credo di essermi esprsso male. E’ ovvio che consideravo l’elite della Wermacht, i volontari, i partecipi dello scempio. Da adorniano incallito quale sono, continuo ad esser certo che v’è differenza. V’è differenza tra un uomo che SCEGLIE di andare mercenario ed un uomo che SCEGLIE di partire come volontario di pace e reporter. Quindi la loro morte ha un significato storico diverso, diversissimo. Diversi i morti franchisti diversi i morti anarchici. Ciò valutato nell’ambito storico è chiaro che se spostiamo l’analisi in ambito metafisico o religioso beh è chiaro che tutto muta. Divene ogni gesto imposto dal re del mondo come direbbe Guenon, oppure dalla volontà di Dio, oppure semplicemente da determinazioni che sollevano dalla responsabilità ogni scelta. Si è tutti figli di questo mondo ed in quanto tali medesimi, sporchi, viziosi, grandiosi, felici, perfetti, diceva il poeta….il vecchio Osip. Non si tratta Fraz, amico mio, di cittadini di serie A o serie B, ma di individui diversi. Per di più non amo (da buon erede della diaspora) avere occhi di riguardo per chi è “del nostro paese”. L’appartenenza, anche geografica, come per te anche per per ha un grand valore. Ma trascende la carta d’identità. Quattrocchi (ed i suoi altri amichetti) insomma apartiene ad un paese ad un paese ed una cultura che non mi appartiene. Detto ciò è chiaro che l’ammazzarlo è stato un atto di barbarie. Giusto per chiudere su Quattrocchi non so se sapete che c’è un inchiesta su cui alcuni giornalisti (anche il sottoscritto) stanno lavorando, ovveri pare che nel VHS spedito dai terroristi ad Al Jazeera, VHS che in Italia nessun direttore è riuscito a procurarsi ed è impossibile visionare, pare che il nostro Quattrocchi con una pistola puntata alla tempia abbia steto il braccio destro alla romana e abbia detto “ti faccio vedere come muore un camerata”. Ecco perchè a nessuno è stato possibile visionare il nastro. L’ambasciatore che ha visionato per primo il vhs aveva affermato lui per primo questa verità, poi d’improvvisio (minacce? paure di trasferimenti?) si è rimangiato tutto. In fondo i tre mercenari provengono dall’ambiente neofascista (vicino anche ad AN) che sta vivendo un nuovo boom di potere grazie ad i suoi corsi di guardie private, gardie d’assalto, corsi di guerra. Su questo bisognerà ricercare e capire. Tutto qui.
Per quanto riguarda ciò che dice Gino Tasca su Merlo. Beh credo che l’approdo di quesdto ambiguo (p dir poco) personaggio, amico di Contrada, nemico di Falcone, sia nata dalla volontò di rendere Repubblica stabile su una terza posizione. No Berlusconi, No il centrosinistra, si una posizione terza che sappia “centrizzarsi”.
Del resto non dimentichiamoci che il grande Corrado Stajano mesi fa ha sbattuto la porta in faccia al Corsera. Perchè Repubblica non l’ha preso? Il ritorno dei poteri democristiani si osserva anche da queste scelte…
Mah, scusate, non c’è nessun modo per sapere da Al Jazeera l’ultima frase di Quattrocchi? Il giornalismo è così impotente? Ovviamente non sarebbe una verità che dice molto su Q. (lo sapevamo che era un camerata), direbbe molto sul governo che ha diffuso una certa informazione invece.
Scusate, non si potrebbe finirla con questo accanimento sul “morto di destra” ? E’ morto. Vogliamo almeno lasciarlo riposare in pace ?
Si, lasciamolo pure riposare in pace. Sono invece i poteri che l’hanno utilizzato come martire che devono essere tormentati, messi sotto pressione, lasciati insonni…
Già…
Roberto, sono d’accordo con te sul discorso che fai a proposito delle scelte che si compiono, senza nulla togliere alla pietas(io sono credente)nei confronti di chiunque muoia e in qualunque circostanza,le analisi storiche vanno fatte valutando i fatti spogliati dall’emotività perchè i piani di analisi sono diversi, non si possono confondere.
Caro Roberto, ci siamo scritti abbondantemente, in privato, frasi come “bando alle ipocrisie”. Dunque argomentando con te sono certo di trovare un interlocutore intellettualmente onesto oltre che di grande livello.
E’ vero: Baldoni era un giornalista di grande livello, un giornalista raro, e Quattrocchi era una guardia armata. C’è una sostanziale differenza. Ora, per un attimo, lasciamo perdere (o facciamo finta di perdere) il discorso sulla pietas di cui parlava con sensibilità Gabriella qua sopra e che non è un discorso necessariamente religioso. (Conosco atei pieni di pietas, credenti che se ne strafottono del prossimo, veri e propri carriarmati). Parliamo freddamente, cinicamente se vuoi, delle responsabilità, delle motivazioni, della dignità.Facciamo un po’ di “who’s who”. Facciamo, se possibile, un po’ di chiarezza. Perlomeno tentiamolo. Chiamiamo le cose col loro nome, cercando, nei limiti delle nostre possibilità di osservatori esterni, di essere precisi. Se tu non riconosci dignità in Quattrocchi lo metti automaticamente nei morti di seconda serie, questo è fatale. Un mercenario? Ecco, io sono mesi che provo un fastidio notevole nel sentire sentenziare dai quattro punti cardinali questa parola. Sono (anche) uno scrittore e mi piace la precisione, perchè la precisione equivale a onestà intellettuale, spesso. (Non mi riferisco a te, parlo di tutti coloro che, su queste colonne e molto più spesso altrove, hanno abusato di questo termine riferendolo a quel ragazzo). Ora, Quattrocchi e quelli che tu chiami i suoi amichetti (meglio chiamarli colleghi, credo;i 4 pare non si conoscessero, prima del rapimento)era una fottutissima body guard. Se avesse avuto la faccia di Kevin Costner e una Whitney Houston come fidanzata sarebbe potuto diventare il personaggio di un film. Una guardia del corpo è uno che, gira gira, fa di professione la guardia armata. Non esistono solo i ganzi da discoteca, insomma. O meglio: il ganzo da discoteca – come è stato ampiamente dimostrato- può venire assoldato da organizzazione di recruiting, ovviamente senza scrupoli, come guardia armata destinazione Iraq. In zone come quelle calde di cui stiamo parlando non si può stentare a credere che “l’articolo” sia fra i più gettonati. Che ci piaccia o no, dunque, in Iraq c’è gente che lavora e ha bisogno di protezione. Lavora per 100.000 euro al mese? Cazzi loro. Non me ne frega niente. Non sono un moralista. E questa gente (con la quale probabilmente non condividiamo nulla) ha il diritto, direi proprio sacrosanto, di essere protetta. E Quattrocchi faceva questo: proteggeva.
Andiamo avanti. Apprendo da te, su queste colonne, che Quattrocchi “potrebbe” aver urlato, nel momento dell’addio definitivo dalla nostra valle di lacrime, la frase incriminabile e probabilmente censurata: “Vi faccio vedere io come muore un camerata”. Se anche fosse vero (ci vogliono in ogni caso le prove) che diavolo cambia? Era un camerata, aveva il poster di Mussolini in camera, faceva il saluto romano? Non me ne frega un cazzo. (Potrei dire “me ne frego”, ma non sono un fascista, e dunque se lo dicessi farei del vaudeville, e non mi pare questa la sede, non ora). Anche il gagliardo Andrea Barbieri vuole affondare il bisturi: possibile che nessuno sappia dire se Quattrocchi ha gridato quella frase? Come se la parola “camerata”, gridata oltretutto in quella situazione, potesse avvalorare una tesi. Quale? Quella seconda cui Quattrocchi è un morto “fascista”, dunque è un morto di serie B, possibilmente da disonorare. Beh, amici: io non ci sto. Come ha scritto l’amico Ferrazzi qua sopra: la vogliamo finire con l’accanimento contro il morto di destra? La vogliamo finire, una buona volta, con l’accanimento su chi non c’è più?
Ora parliamo di Wehrmacht, lì sono preparato anch’io. Non è che mi senta offeso da quello che tu hai scritto. Soltanto, caro amico mio, se tu parli di un ipotetico soldato 18enne della Wehrmacht e lo metti in paragone con un partigiano coetaneo, è ovvio, a chi conosce un minimo di storia della Seconda Guerra Mondiale, che, 90 su 100, stiamo parlando delle fasi finali di quella guerra. Allora, nelle fasi finali le classi 25 e soprattutto 26 (quella di mio padre) furono tutte mandate al macello. Qualcuno si salvò. Io sono qui a scrivere per grazia ricevuta, infatti.
Nel tuo ultimo post però concordiamo, Rob: tu dici:”Si, lasciamolo pure riposare in pace. Sono invece i poteri che l’hanno utilizzato come martire che devono essere tormentati, messi sotto pressione, lasciati insonni…”
Questo è un discorso sul quale io personalmente non solo concordo, ma al quale plaudo. E’ qui che va puntato il bazooka. Ma prima facciamo un po’ di chiarezza e dimentichiamo le vecchie questioni, dimentichiamo vecchi rancori tra destra e sinistra, sinistri discorsi di “camerati” e “compagni”. Il mondo rischia il tracollo non solo finanziario, e la democrazia rischia di perdere per abbandono per getto della spugna, come potrebbe dire il nostro amico scrittore e boxeur Jacopo Guerriero. Bonifichiamo le nostre idee il più possibile.
Un abbraccio.
Condivido a pieno il tuo intervento Franz, ci siamo chiariti. Sul valore semantico del termine mercenario ci sarebbe molto da dire. Sono forse diversi i carabinieri delle mie parti che vanno in Iraq per tirare più soldi possibile venire qui ed aprirsi bar, pub e quant’altro? Vanno per altro valore patriottico? Finiamola. Se qualcosa ho imparato dal vecchio zio Karl di Treviri è che nella società del capitale tutto è merce e nessuno, neanche i moralisti possono sottrarsi alle sue dinamiche. Quindi Franz comprendo le tue giuste sottolineature e gli inviti a bonificare le idee ed alla precisione.
Credo di esser stato preciso riguardo a diversità di Quattrocchi e Baldoni. Tutto qui. Diversità che ai miei occhi pone i due su piani diversi. Certo.
Gettiamo alle corde i personaggi che hanno utilizzato Quattrocchi (da qui è importante indagare se abbia detto camerata o italiano. In se non frega nulla ma se posto in relazione alla tiritera mediatica è fondamentale!)ed ora comprendiamo tutto ciò che rende la morte di Baldoni sospetta. GUardiamo anche con sospetto il dirigente della Croce Rossa, personaggino vicino a Dell’Utri….ma qui rischio di diventare troppo prolisso…
un abbraccio anche a te amico crucco. Tu figlio di Wermacht io nipote di deportato ebreo nei campi di sterminio. Ehehe. La vita feta. Dice un adagio del grande Sovente.
Mi sembra tutto favolosamente normale. Viviamo nel più splendente surrealismo, da sempre. Avrai letto senz’altro L’amico ritrovato, di Fred Uhlman…
Franz, Ferrazzi, non ci siamo capiti, sul colonnino ho fatto due domande (una terza l’avevo tenuta per me). Ho chiesto:
1) se c’erano prove che sia stato pagato un riscatto per i colleghi di Quattrocchi;
2)se è così impossibile sapere cosa ha gridato Quattrocchi, e di conseguenza, sapere se il governo italiano ha manipolato i fatti;
3)la terza domanda che mi ero fatto e se ci sono prove che Merlo abbia amicizie mafiose.
Il mio problema era capire cosa c’è dietro alle frasi che si trovavano qui, e quanto sia difficile trovare delle prove (non sono un giornalista quindi non lo so, la mia è solo curiosità). Mozzi nel suo blog ha stoppato un intervento dicendo “Credo che non sia provato”. Secondo me aveva ragione a stopparlo. Tutto qui. In un certo senso cercavo di non essere gagliardo come al solito.
Per il resto Quattrocchi e Baldoni erano persone diverse ma questo non esclude che mi dispiace allo stesso modo che siano stati uccisi, però questo non vorrei essere costretto a dirlo per difendermi dall’accusa di criptopoliticizzato, come quei discorsi su Battisti in cui devi esordire per forza con “Premetto che sono contro il terrorismo…”.
Off Topic sto ascoltando molto la II di Mahler, molto bella.
Andrea allora. Circa Merlo bisogna analizzare la sua biografia. Di Contrada del resto (dirigente dei servizi segreti) non si è riusciti a provare la sua mafiosità. Certo è che da quando è stato sospeso è stato possibile arrestare i gandi boss corleonesi che per trent’anni da “qualcuno” venivano difesi. Io che mi occupo di camorra so bene che prima di accusare qualcuno di essere affiliato bisogna avere elementi comprovanti.
Ho anche però imparato che comprendere certe attiguità, certe armonie con dei poteri non è cosa complessa. In tal senso è chiaro che parlare di “vicinanza” a certi poteri costituiti non significa accusare di mafia. In ogni caso ci sono delle inchieste su Merlo che parlano da sole.
Nel nostro tempo di notizie false come oggi scrive su L’Unità Colombo, non ci rimane che l’analisi e l’attesa. La congettura come laboratorio di conferma o smentita. Capire, ipotizzare, studiare ed esser capaci di strappare stille di verità. Come dice Adorno “Il tutto è menzogna”, bisogna quindi evitare l’impatto fluorescente del media ed arrivare alla polpa dell’osso. Nel particolar, nel frammento. Solo così sarà possibile comprendere il meccanismo che muovel’intera baracca.
Da http://www.diario.it copio le disposizioni per il funerale scritte da Baldoni il 24 maggio 2003:
Stamattina sono stato a un funerale. La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: “Ora il figlio vuole dire qualche parola”.
Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature né esagerazioni né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della
cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.
Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi divesse succedere anche a me di morire – evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle
disposizioni – ecco le mie istruzioni per l’uso.
La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa
delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L’ora? Tardo pomeriggio, verso l’ora dell’aperitivo.
Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una gran serenità) in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia
dove lavoro col mio ritratto sopra.
Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all’epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent’anni.
Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati.
Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci
saranno alcune parole tabù che *assolutamente* non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po’ più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati.
Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.
Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffet con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l’orchestra degli UNZA, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e
fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po’ anche a me.
Voglio che si rida – avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte – . E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se
nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considerei un’offesa alla morte, bensì un’offerta alla vita.
Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata.
Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega.
e.
Andrea, tu sei gagliardo anche quando ti sforzi di non esserlo. Ti frega il “sangue romagnolo”, secondo me.;-) Sono contento che ci si stia spiegando, finalmente: perchè, detto proprio fuori dai denti, questa storia di Quattrocchi è da qualche mese che mi sta sullo stomaco.
Ci sono prove che sia stato pagato un riscatto per i 4 dell’oca selvaggia? Se queste prove ci fossero, tu non faresti questa domanda, ne sono quasi certo. Altra cosa è legittimamente sospettare. Perchè può essere andata proprio così, il governo può aver pagato un riscatto. Cosa che non è avvenuta sicuramente per Baldoni; magari, azzardo, perchè non v’è stato il tempo. O perchè, molto semplicemente, un riscatto non è mai stato chiesto.
Secondo interrogativo. Se il governo ha manipolato i fatti, forse, ha fatto anche in modo da eliminare le prove. Ma perchè avrebbe dovuto manipolare i fatti, mi chiedo? Forse perchè la morte “italiana” di un camerata non è politicamente corretta? Potrebbe starci, in teoria, soprattutto per quanto riguarda l’operazione “Fini Restyling”. (Ma questo sospettare a voce spiegata non attiene comunque alla cultura del sospetto, mi chiedo ora?)Eppure, credo, la questione più importante resta sempre questa: Quattrocchi è una vittima del terrorismo islamico con una sua dignità di essere umano da rispettare? Risposta: assolutamente si.
Era un mercenario? Per la precisione e soprattutto per la correttezza dell’informazione io dico di no. Il mercenario è il soldato di ventura, il lanzichenecco dei tempi moderni. Non sono d’accordo con Roberto, a proposito, quando dice che i Carabinieri che vanno in Iraq per soldi (c’è qualcosa di male?)sono dei mercenari. Il mercenario è il soldato di ventura, colui che non fa parte di nessun esercito regolare. Fino a prova contraria, l’arma dei Carabinieri è una forza regolare dell’Esercito Italiano.
Merlo: sinceramente trovo la sua scrittuta addirittura sontuosa. Merlo secondo me scrive da dio. Parlo del suo stile, non dei contenuti. E ovviamente vado a gusti.Aggiungo che è sprecato: fosse un romanziere e avesse per le mani una trama di ferro, potrebbe avere la forza d’urto postmodernista di un Martin Amis nostrano. E’ cosanostrano,invece? Anche qui: avete le prove? Io penso di no. E’ un editorialista di origine catanese. E allora? Una cosa è (quasi) certa: nel profondo sud non è difficile avere certe frequentazioni. Questo non vuole assolutamente dire, a mio sommesso parere, far parte della “famiglia”. Per lavoro Franco Franchi aveva avuto modo di conoscere i capoclan più in voga. Era un mafioso? Penso proprio di no. Gli esempi sono vari ed eventuali. Se Mozzi ha stoppato quell’intervento a quel modo ha fatto più che bene, secondo me. Se non ci sono le prove, è meglio tacere. Oppure si va a fondo delle questioni. Però per andare a fondo bisogna essere pronti davvero a tutto.
Stai ascoltando la II di Mahler? Ne sono felice. E ti dico anche: buongustaio!
Un abbraccio
Pronti a tutto? Hai forse dimenticato con chi stai parlando Franz? Vabbè, lasciamo stare…
Conosco bene le persone che a sud, frequentano ceti ambienti. Non è inevitabile come dice Dell’Utri al suo processo, non è necessario come diceva Contrada al suo. Personalmente anche io conosco boss e gregari, imprenditori del clan e fantocci. Ma pagando con ciò che qui mi scoccia dover elencare (ma vi assicuro che è un conto salato) da questa gente, da questi poteri, da queste istituzioni mi tengo lontano, lontanissimo. Sono encomiabile per questo? Assolutamente no. Sono Robin Hood come mi sfottono in paese? Puoddarsi.
Felice chi è diverso essendo egli diverso
ma guai a chi è diverso essendo egli uguale
Sandro Penna
Dimenticavo. Posto che non amo neanche la scrittura di Merlo e che io antepongo la valutazione della pagina prima di qualsiasi cosa (basta guardare il pezzo su Virgili, scusa l’autocitazione), bisognerebbe andare a prendere le carte del processo sui “Cavalieri di Catania”. Un processo “interrotto” da qualcuno che pestò su un bottone a Capaci. E lì
vi fareste qualche risate a vedere il nostro con chi si accompagnava. Ma in fondo se poi divieni politico, giornalista, e ministro tutto si dimentica e per chiamarti mafioso c’è bisogno di “prove” che poi cosa sono se non analisi, riferimenti, descrizioni? Bah…
Roberto, io invece penso sinceramente che tu sia encomiabile. Una cosa soltanto: tu sei un giornalista investigativo. Una mosca bianca. Sei fuori dai poteri forti per scelta di vita.
Franco Franchi, che ho citato (non ho invece citato gli altri due) era un grande attore tragico. Si, tragico. Aveva stampata sul volto, come una “voglia” di vita, la fame atavica del profondo sud. Francesco Benenato, così si chiamava all’anagrafe (col solito paradosso che è il sale e il pepe al culo della vita) quel grandissimo comico da tragedia. Era un attore, si. Un artista. E qui mi fermo. Sul resto pure. Se permetti, amico mio, per farmi due risate preferisco un amico come te, e magari la solita birra come accompagnamento.
Ma certo! Appena metto piede in Austria-Ungheria, a Milano, ci tracanniamo l’impossibile. Brindiamo ovviamente a Enzo ed alla faccia di tutti coloro che l’hanno insultato. Feltri, Farina e Forca (ci stava bene ma in realtà è Merlo).
Jawohl…;-)
Scusate, ma a volte vi trovo verbosi. Questo è un tramaccio come quello della Alpi. Bisogna guaradre le foto, cercare di ricostruire i lanci dei giorni primi, la vorare su quel video, che, mi ci gioco le palle, è sporchissimo (quella sul fondo non è una tenda nera – come negli altri dello stesso gruppo, è nero uniforme, insomma un bel alvoro in photoshop, 2 livelli, un sandwich). Ci serve la verità. Tutto il resto (compreso quel Merlo di Merlo, che scrive male assai e che è sontuoso come un petrarchista barocco e un rococò da spagna chisciottesca) vale zero. Scusate la franchezza.
Per inciso sottoscrivo ogni parola di Saviano. comunque…
Nuove novità abbastaza sconvolgenti su
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=3340
Diamo una mano tutti, che serve. Scelli ci cova…
Ci cova eccome…
PS: chi voglia avere un’idea sulla mente immonda dei fasci vada a vedere questo sito che imita quello ‘colombiano’ di Enzo e clicchi sui commenti dei post.
http://ribelli2.splinder.com/
L’aria che tira è questa…
pps: una buona rassegna 8 ma comunque incompleta) dei dubbi la trovate qui
http://italy.indymedia.org/news/index.php?keyword=Enzo+Baldoni&author=&display=&year=&month=&day=&medium=&category=0&sort=&limit=20
Intanto sarebbe bello sapere che fine ha fatto l’annunciata intervista al capo militare di Al sadr che aveva annunciata al Diario con una mail. Chi sa se Deaglio ne sa qualcosa 8senza ironia alcuna). Oltre al corpo sarebbe bello (come nel caso di Ilaria) che restituissero anche tutto il materiale di Baldoni , macchine fotografiche, appunti e PCportatile (se lo aveva). O no?
Siamo ancora ai fasci… Complimenti, complimenti davvero. Sono troppo verboso, si. Accomodatevi pure, ho detto fin troppo.
Abbi pazienza Franz, lo sai che non sono una deficiente e anche se sono passionale nelle mie discussioni mi ritengo persona misurata e pure capace di comprendere punti di vista diversi dai miei, ma aprire la finestra dei commenti del sito di Baldoni e vedre comparire una tendina che dice morte ai compagni è veramente inquietante e disgustoso! Ecco, io rivendico il diritto di essere in lutto per la morte di una persona che credeva in tante cose come ci credo io e gettare fango sui morti è un abominio sia che i morti siano di destra o di sinistra. E ora mi ritiro nel silenzio perché credo che Enzo Baldoni meriti rispetto.
Con affetto
un abominio mi pare la parola giusta
Franz. I fasci esistono se, nel momento in cui tu apri i commenti sul blog di Baldoni, qualcuno lo ha craccato ed esce fuori la simpaticissima scritta: “morte ai compagni”. Quando tu (“tu” generico, non tu Franz, che a questo giochetto non ci caschi) definisci qualcuno, più che l’altro in realtà definisci te stesso. Se qualcuno vuole a morte i compagni mi dice che lui è un fascio. Se qualcuno, come Lello, lo interpella così, si autodefinisce un compagno. Sbaglio?
Su le pastoie della Croce rossa, sul suo essere luogo di potere e di politica, è da un paio di anni che sento cose terribili.
Sia come sia Baldoni, lì a Bagdad, non storceva il naso e seguiva i convogli della croce rossa per portare generi di sopravvivenza alla popolazione.
In pratica vedo nella vita personale di quell’uomo proprio quella pietas che abbiamo sempre apprezzato negli uomini giusti, Franz.
Lasciamo che i morti seppelliscano i morti. Sono i vivi quelli che mi preoccupano. Vi dirò una cosa: se fosse vera la storia dell’ultimo urlo di Quattrocchi io non proverei ribrezzo, come molti. Ma una pena infinita. Quel poveraccio nel momento ultimo della sua esistenza non ha pensato alla famiglia, non ha pensato agli amici o a Dio. Ha cercato di dare un senso all’assurdità. Cosa significa? Che qualcuno gliel’ha fatto credere talmente che aveva senso morire come un camerata che lo ha spossessato della sua stessa personalità, del suo ultimo istante di lucidità, del suo “privato”.
A me non interessano i compagni, come diceva Pasolini a Calvino. I compagni so come la pensano. A me interessano i camerati. Voglio capire come mai, ancora nel 2004, si possa vivere di tali fascinazioni. Comprendere dove i nostri padri, noi stessi, abbiamo sbagliato. Il potere, in realtà, se ne fotte di loro. Il potere li usa.
Io ho cugini che, nel casertano, per evitare una vita di malaffare, non hanno avuto dubbi sull’arruolarsi e partire per Sarajevo. Non sono “fasci”, non sono criminaloidi. Sono brave persone, hanno figli, non capiscono un cazzo di politica, nn sanno neppure cosa votano e perché. Sono dei poveracci. E questo Roberto, che è uomo di vera sensibilità, lo sa.
Gli uomini che scelgono, sono uomini che ammiro. Baldoni è (era, anzi e purtroppo) uomo che ammiro. Gli uomini che non scelgono non li biasimo. Non ci riesco. Non è facile, non sempre si hanno le armi, i mezzi, la cultura, non è sempre possibile scegliere.
Orgogliosamente verboso, il vostro G.
PS filologico:
non siamo noi che siamo ancora ai Fasci, ma i fasci che (ahimè) sono ancora a noi…
da noi, tra noi, e a volte anche con noi e in noi
Cercherò di essere breve.
Gianni: condivido al 100%. Hai pietà di Quattrocchi comunque. Con o senza il “camerata”. Anzi, la tua pietà aumenterebbe, addirittura, se avesse davvero pronunciato quella parola.
Gabriella: quando Voce ha invitato cortesemente a non essere verbosi, io non avevo capito di cosa si trattava. Andavo di fretta, purtroppo, e non sapevo nulla di quell'”a morte i compagni”. Non avevo visto quella cosa lì, insomma. Tu mi conosci: ho tanti difetti, ma non tendo a sottovalutare nessuno, tantomeno te. Un bacione.
Caro Voce, ora è tutto più chiaro e posso andare a dormire più tranquillo, anche se la mia coscienza è sempre stata a posto. Se ho ben capito, tu dici che in ciascuno di noi dorme acquattato un piccolo fascista? Se è così, io sono antifascista al 100%, proprio come te. Se non è così, il fascismo, così come lo intendo io, non esiste più.
Siamo rimasti al “a morte i compagni”, a quanto pare. S’è fatto di peggio, quando eravamo ragazzini. E’ ora di volerci tutti più bene.
Un caro saluto.
Gianni, il tuo è un intervento sensibile ed accorato. Capisco quando dici che c’è chi può scegliere e chi non ne ha possibilità e facoltà. Nonostante tutto credo (sarà un retaggio del mio ebraismo?) che in ogni caso la scelta debba essere sempre responsabile anche quando non v’è altra possibilità che intraprenderla. Insomma come dice De Andrè in una sua canzone dove un coro di bambini racconta della bomba atomica ebbene: “ci salva l’aviatore che la bomba non lancerà”. Insomma il soldato che va in Somalia a torturare e scannare come i parà della Folgore non sono certo paragonabili al poliziotti Lenin Mancuso che si fece uccidere per proteggere Livatino. Certo non basta una divisa a definire un individuo anche se a volte basta per comprenderne la scelta di campo. In questo sono nettamente dalla parte di Durruti che diceva, “due mostrine mi bastano per capire che quell’uomo non risponde a se stesso.”
Bisogna indagare capire. Quattrocchi che mentre muore ostenta il suo fascismo. Beh è un paramilitare, uno addestrato. D’altronde i franchisti prima di morire ammazzatti non pensavano alla propria donna o al mare andaluso, ma urlavano “Viva la muerte”. Ora dobbiamo tenere gli occhi aperti.
La pace si fa con i nemici, che con gli amici siamo già in pace.
Siamo esempi che camminano. Insisto: dobbiamo essere esemplari, anche, e soprattutto, per chi non ha avuto dalla vita che modelli deleteri. Si può essere colpevoli della propria innocenza, certe volte.
Sottovoce:(Ho voglia di vedervi, le parole scritte non mi bastano)
Cosa c’entra Quattrocchi col “viva la muerte” lo sai solo tu, Roberto. Non voglio polemizzare, però il gioco degli accostamenti che fai secondo me è abbastanza aleatorio. Sempre senza ipocrisie.
C’è questa frase di Tondelli che ricapitola un po’ Baldoni:
“Incontrò tante persone e ognuna riuscì a parlare alla sua immaginazione.” (Quel ragazzo…, 1985)
Quasi certamente Quattrocchi avrebbe parlato all’immaginazione di Baldoni, anche quella che ha a che fare con la pietà.
volevo riportare questo articoletto del direttore di libero, feltri. l’ha segnalato genna su carmilla e ora io lo riporto qui.
“Se esaminata cinicamente, cioè con lucidità, la disavventura di Enzo Baldoni sconfina nella commedia all’Italiana. Già ieri abbiamo scritto: un uomo della sua età, moglie e due figli a carico, avrebbe fatto meglio a farsi consigliare da Alpitour, anziché dal Diario, la località dove trascorrere vacanze sia pure estreme (si dice così?). Evidentemente, da buon giornalista della domenica egli ha preferito cedere all’impulso delle proprie passioni insane per l’Iraq piuttosto che adattarsi al senso comune. Ciascuno fa come gli garba. E se a lui garbava di mettere a repentaglio la ghirba allo scopo di essere la caricatura dell’inviato speciale, forse sognando di diventare un Oriano Fallaci o un Ettore Mo, c’è poco da obiettare. Molto da obiettare invece c’è sul fatto che adesso tocchi allo Stato italiano di toglierlo dalle pettole (dal milanese: peste). Vabbè. Non facciamoci guardar dietro spendiamo quanto c’è da spendere per riportarlo a casa, questo bauscia simile a certi tizi i quali, durante il week end, indossano la tuta mimetica e giocano ai soldatini nelle brughiere del Varesotto.”
capito, franz? le morti – ce lo insegna feltri – non sono tutte uguali. baldoni era un bauscia, mentre quattrocchi un eroe.
“Viva la muerte” con l’eventuale “ti faccio vedere come muore un camerata” ha molto a che fare. Antepone il delirio “Militare”, “guerriero” al proprio respiro…non si muore per un idea ma per un onore…beh ma non vorrei sfociare in Mircea Eliade…
Essì Don Giovanni. Feltri ci tiene invece a fare del Quattrocci un eroe e del Baldoni un ingenuo sprovveduto. Loro si che fanno i distinguo…
Ecco perché sono i vivi che mi interessano. Perché strumentalizzare la morte di Quattrocchi, denigrare quella di Baldoni, è ignobile e infame.
G.
Ma ragazzi! Chi è Feltri? Uno che, se in Italia ci fosse il nazismo al potere, farebbe avanti e indietro col Ministero della Propaganda, per “riferire” al Goebbels di turno. Mi prendo le resposabilità della mia “sparata”. Non fate sempre gli insegnanti della domenica, amici. L’avevo letto anch’io (in rete) quella porcata del direttore di Libero. Roberto carissimo, ci sarà una pertinenza da un punto di vista “filosofico”, ma porca zozza, parlando di pratica, diosanto, siamo in situazioni diverse, in scenari diversi, in epoche diverse. O no, Cristoiddio?
Gianni: certo, facciamo la pace con i nemici, strumentalizzare è infame. Ma anche sputare addosso al cadavere di destra non è bello. Anzi: al cadavere tout court.
Buona domenica
Cadavere tout court? Ho letto bene? Cadavere tout court?
Perchè non vai a farti fottere, una buona volta?
Hai letto bene anche stavolta.
Oè manteniamoci calmi guagloni!
Guagloni? Guagloni? Ho letto bene? Guagloni?
;-) G.
No, Guaglioni! Refuso, manca una “i” Ehehehehe…..ciao Gianni…
Parli di calma proprio tu, Roberto? (eh eh eh…)
Forse c’è stato un equivoco. Quel “cadavere tout court” è una frase che suona da schifo,effettivamente. Ma me l’ero presa per altro.
Scusate e buon proseguimento di discussione
Non voglio infierire, ma propongo “cadavere tout court” come frase più fica dell’anno. Ah, qualcuno può fare qualcosa contro i “piuttosto che” degli imprenditori italiani? Sapete, quella roba tipo “la nostra competitività si sviluppa su una varietà di settori come il tessile piuttosto che l’editoria piuttosto che le bare in frassino piuttosto che gli abbonamenti dell’inter”. Sono disposto a dare il culo, grazie.
Certo. Li mandiamo da te, gli imprenditori. Sei pronto?…
Come no. Pronto. Pronto tout court.
Bravo. Poi mi dici tout court come è andata.
Male. Ce l’aveva troppo court. Tout court.
E’andata male a lui. Ma a te è andata bene. Bene tout court.
Scusate se vado completamente fuori tema. Ma neanche un po’, a pensarci. Mi piace parlare di vita dove si sta parlando di morte.
Comunque sono in molti che me lo chiedono e in questo modo faccio prima.
Dopo mesi che si è nascosta finalmente so il sesso: è femmina. Nasce a metà ottobre circa e si chiamerà Sara (il nome lo ha scelto Laura, la mia prima figlia).
Saluti, G.
Auguri! La piccola Sara Biondillo è aspettata da tutti gli indiani a braccia aperte!!! Auguri.
Auguri Blondell ! Questi sono gli off topics che preferiamo.
Auguroni, davvero!
Felicità mio caro amico! Motivo in più per la nostra bevuta…
Chi paga?…;-)
(p.s.: auguroni “tout court”, Perfido padre…)
Inutile dire, il padre “tout court”…
Scordatevelo. Tengo famiglia.
;-) G.
Gianni, ci hai fregato. Hai ragione tout court.
Con l’occasione volevo chiedere scusa pubblicamente a Don Giovanni per l’uscita a gamba tesa, proprio alla Uli Stielike.
Scusate se salto a piè pari la conversazione commentara ma: si può saper che cazzo succede porcalamadonna ingesuita e bastarda ai post di Settembre dove ho intravisto della roba che m’ha già fatto schiantar dal ridere? FK e Blondie allo sbaraglio e se clicco lì, ztack, in culo.
Vogliate apprezzare le finezze, che sono esattamente comme il faut.
A risentirci, se mi gira.