Caro Accasetteventicinque
di Giuseppe Carlotti
Caro Accasetteventicinque,
ti allego una missiva che domattina alle ore 9.30
provvederò ad inviare via corriere espresso TRACO 10
al Presidente degli Stati Uniti George W. Bush Jr.
Ti prego di farmi pervenire eventuali commenti (specie
riguardo quel Post Scriptum che ti sta tanto a cuore)
entro e non oltre la nottata, eventualmente anche per
via telepatica.
In bocca al lupo per quel test dell’AIDS,
Daniele
Egregio Presidente degli Stati Uniti d’America George
W. Bush,
sono un trentenne italiano dipendente di una grande
azienda in procinto di essere liquidata per crisi
finanziaria irreversibile.
Quegli stronzi della Finplastica S.p.a. stanno tutti
bene ma noi dipendenti no, inoltre assumo giornalmente
dosi elevate di propgesterone nel tentativo di
tramutarmi in un uomo-donna in grado di procreare.
Questa faccenda del progesterone è finalizzata allo
sterminio di tutte le donne del globo, eccezion fatta
per alcune grandissime fiche bagnate che verrebbero
risparmiate unicamente a scopo ludico (le sto
individuando proprio in questi giorni, se hai qualche
suggerimento fammelo sapere).
Ti scrivo questa mia lettera onde esercitare la mia
facoltà intellettuale in quanto cittadino consapevole
di un mondo omofobico e nazista ma che ancora oggi non
sanziona l’esercizio di alcune funzioni come:
a) L’erezione
b) Il pensiero
c) La piscia, la merda, il vomito
d) Il pianto
e) Il suicidio scaraventandosi dal proprio balcone (in
mancanza di un balcone è possibile scaraventarsi
contro un automezzo che transita a grande velocità)
Io personalmente vorrei richiamare la tua attenzione
in massima parte su tre argomenti che ritengo
ultimamente ti siano sfuggiti (visto che spesso sei
impegnato a giocare a golf e non ti rendi conto che le
cose vanno a scatafascio):
1) Britney Spears, che mi pare un personaggio
inaccettabile
2) La questione dell’Iraq, che mi pare uno sporco
guazzabuglio di interessi personali inframmezzati a
putride reminescenze coloniali
3) Il popolo americano in generale, che mi pare
gravemente privo di qualsiasi elemento riconducibile
alla cultura, al buon senso e all’intelligenza.
Venendo ai singoli punti, sarebbe massimamente
opportuno eliminare Britney Spears tramite la CIA. La
cosa potrebbe essere organizzata durante un concerto a
Chicago, o ad Atlanta: alcuni agenti opportunamente
addestrati potrebbero camuffarsi da ballerini,
infiltrarsi sul palco, bloccare la ragazza, sbatterla
a terra, stuprarla analmente e tagliarle la gola con
un coltello a serramanico.
In alternativa le si potrebbe recidere la testa con un
colpo secco di macete.
Le immagini dell’esecuzione dovrebbero essere
trasmesse via satellite a reti unificate in tutti gli
Stati Uniti.
In sovrimpressione dovrebbe scorrere la dicitura:
ATTENZIONE BAMBINE: QUESTO E’ QUELLO CHE ACCADE ALLE
DONNE CHE DIVENTANO FAMOSE.
ORA TORNATE IN CUCINA ED IMPARATE A PREPARARE UN
OTTIMO CHEESECAKE, UN PERFETTO CHEESBURGER, E IN OGNI
CASO QUALCOSA CON FORMAGGIO PER DELIZIARE IL MASCHIO
DI CASA.
Quanto all’Iraq, se tu dovessi venire rieletto, so
bene che estenderai il conflitto a tutto il Medio
Oriente, con la complicità di alcuni Servizi Segreti
Sionisti, del KKK, di alcune multinazionali degli
armamenti e di tutta una serie di compagnie
petrolifere.
Il pretesto potrebbe essere uno tra i seguenti:
a) l’Iran vuole distruggere il mondo con un kebab
nucleare,
b) il Pakistan detiene il segreto dei raggi gamma di
Mazinga al fine di sobillare le menti degli
americani.
Oppure potresti organizzarti da solo un altro
attentato come quello che hai messo su l’11 Settembre
del 2001 alle torri gemelle, e questa volta potresti
colpire Los Angeles, o magari Londra, o forse Roma.
Colpire Parigi mi sembra una soluzione migliore per
via di tutti quei merdosi spocchiosi che la popolano,
ma alla fine l’ultimo a decidere saresti comunque tu
assieme al tuo amico Bin.
Tutto questo se ti rieleggono.
Se non ti rieleggono e vince Kerry, allora spero
vorrai usarmi la cortesia di toglierti la vita, magari
assieme a tuo padre.
Non che mi aspetti che con Kerry possa cambiare
qualcosa, ma almeno non dovrei più vedere la tua
brutta faccia in TV, mentre continui a parlare di
voler portare la democrazia aglia arabi.
Quegli stessi arabi che, con la millenaria pratica
dell’infibulazione, hanno dimostrato di essere anni
luce più culturalmente evoluti di noi.
Quella stessa democrazia che hai saputo rispettare
vincendo grazie a probabili brogli elettorali.
Tu, Bush Jr., affermi la superiorità del popolo
americano e sbagli perché una manciata di pop corn,
due schizzi di maionese e qualche rivista porno non
hanno mai contribuito, di per sé, alla creazione di
una civiltà culturalmente evoluta.
Gli americani si dividono infatti in due categorie:
a) creature grasse e flaccide,
b) nauseanti eunuchi tronfi di muscoli sintetici.
Gli americani sono di fatto uno dei popoli più
sottosviluppati del globo: l’America è una nazione
dove non c’è assistenza sanitaria, dove gli homeless
ed i criminali sono in percentuale da incubo, dove ci
si sposa pensando al divorzio, dove i negri sono
continuamente picchiati da poliziotti bianchi col
cazzo piccolo e la pistola grossa.
Inoltre la musica R’n’B fa cagare: Snoop Dog ed Eminem
sono due coglioni e dovrebbero morire per iniezione
letale, tutti i rapper sono manipolati dall’industria
discografica e cacano parole sul microfono.
La cosa più grave è che noi italiani le balliamo senza
neanche sapere cosa cazzo vogliono dire: quelle troie
luride puttane ballano come ossesse su questa musica e
non sanno neanche che quello che ascoltano insulta i
loro flosci culi sfondati e le loro ignobili tette
mosce perché esse non conoscono una sola parola di
inglese dato che sono cresciute con la convinzione che
la propria fica avrebbe loro spianato la strada verso
fama e denaro.
E a volte è così, ma non c’è motivo per vantarsene.
“I want you. I need you.” Questo è tutto quello che
gli pseudopoeti americani sono riusciti a scrivere dal
primissimo dopoguerra ad oggi.
L’americano medio è un barbaro stupido, ma grazie al
Marketing avete trasferito nelle nostre coscienze
europee il concetto che la vostra sia una razza
superiore.
Non siete superiori affatto, nemmeno quando andate al
cesso.
Mangiate costantemente merda, producete bombe nucleari
e merda, non studiate, non vi lavate, spendete soldi
non vostri, lucrate sull’equilibrio mondiale e vi
ostinate a mandare video su MTV dove gangster negri
girano in Ferrari o Rolls Royce argentate e fottono
modelle di lusso.
Figuriamoci.
La vostra società è fondata sulla pratica della
masturbazione e della menzogna.
Tu, Presidente Bush, sei il capo di una terra di
schifosi vermi, viscidi esseri inferiori, larve
completamente lobotomizzate dalla televisione.
In conclusione, io ritengo che tu sia un individuo
sostanzialmente manipolato da tutta una serie di
potentissime lobby: un burattino senza arte ne parte,
una sorta di testa di legno onde consentire tutta una
serie di nefandezze come ad esempio uccidere i froci
ed i negri, sterminare i poveri e trucidare tutti gli
arabi, impedire la libera circolazione della consolle
Sony Playstation 2 prodotta da Sony Corporation.
Cordialmente,
Daniele
P.S. Accasetteventicinque, il mio amico alieno, ti
chiede per l’ennesima volta di restituirgli i cadaveri
dei suoi concittadini che detieni illegalmente
nell’Area 51, 90 Miglia a nord di Las Vegas. Questo è
il suo ultimo avviso. Se non acconsentirai alla
restituzione dei corpi entro le ore GX.25.6153437 del
Pianeta Klito, la Casa Bianca sarà vaporizzata
attraverso un’emissione di raggi Y nucleosintetici.
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Mi sono fatto un sacco di risate…bellissima lettera! Fuck Bush!
Mah, io direi che questa lettera potrebbe essere dedicata a tutti quelli che, soprattutto in Europa, sperano che con la vittoria di Kerry cambierà qualcosa. (tipo il multilateralismo, la giustizia sociale, la soluzione politico-diplomatica delle crisi internazionali. Auguri.)
A me sembra che questa lettera sia un guazzabuglio di luoghi comuni e ovvietà misti a una buona dose di antiamericanismo becero e totale assenza di stile. All’icona generalizzata e pregiudiziale dell'”arabo nemico della democrazia” risponde, sullo stesso piano e della stessa qualità sottoculturale, l’icona altrettanto generalizzata e pregiudiziale dell’ “americano barbaro stupido”. Una prosa alla Fallaci, vien da dire, ma una Fallaci capovolta: “la musica R’n’B fa cagare: Snoop Dog ed Eminem sono due coglioni e dovrebbero morire per iniezione
letale”, “Mangiate costantemente merda, producete bombe nucleari e merda, non studiate, non vi lavate”, “Tu, Presidente Bush, sei il capo di una terra di schifosi vermi, viscidi esseri inferiori” ecc.
Ora, mi si dirà che qui l’eccesso e il paradosso sono lo stile del pezzo, che l’accusa agli americani di essere “schifosi vermi, viscidi esseri inferiori” vuol fare da controcanto alla pretesa superiorità americana, a un tipo di americanismo tronfio e spocchioso. Ma non basta, davvero non basta…
1. Sono felice di notare un – forse involontario o inconscio ma pur sempre presente – residuo di rispetto per le donne, che si formalizza, oltreché nell’esaltazione della civilissima pratica dell’infibulazione, nel desiderio che lo stupro di Britney le lasci intonso l’imene ancora intatto che lei aveva salvaguardato per l’uomo che avrebbe sposato e a cui avrebbe preparato cheese-cake e cheese-burger.
2. Fuck Bush ok, e non solo, ovviamente d’accordo contro ogni manifestazione e manipolazione (pro-)bellica, ma fare di tutta un’erba un fascio è appunto da fasci… La cultura e la popolazione americane non sono esattamente quell’immondizia descritta (tra l’altro termini come “frocio” e “negro” sono offensivi come un’aggressione, la differenza è solo che siamo sul piano verbale e non su quello fisico…).
3. Speriamo che Bush perda le elezioni (e anche Berlusconi qui da noi): questo sarebbe sufficiente.
4. W i popcorn, la maionese, il kebab, ma soprattutto la Libertà.
Una troia lurida puttana che balla come un’ossessa sulla musica black pur sapendo cosa vuol dire e pur essendo profondamente pacifista, il cui floscio culo sfondato, oltreché le ignobili tette mosce e la fica – che non si spiana strada verso fama e denaro -, altrettanto, si divertono!
(La violenza in risposta alla violenza è sempre violenza. Ma peggiore, perché si crede autorizzata. Le guerre di solito nascono e crescono così. Che un’invettiva contro un’antidemocratico come Bush, infarcita di alcuni contenuti altrettanto antidemocratici e offensivi, faccia ridere (a me) fa ancora più incazzare.)
Gemma, è una lettera a un alieno. Te ne sei accorta o no?
Veramente (mi ap)pare, E’, una lettera A George Bush, inviata “per conoscenza” anche all’alieno citato nel post scriptum…
In ogni caso sarebbe irritante la citazione e l’esaltazione di certi luoghi comuni appunto beceri e antilibertari, che si legittimerebbero nell’antibushismo (con cui, ribadisco, concordo) anche se l’avesse SCRITTA un alieno!
Sì, è davvero brutta, questa lettera, al di là dello stile, delle forme, soprattutto per lo schema mentale che la sorregge, difficile da accettare perché infarcito di pregiudizi e luoghi comuni talmente banali, così impoveriti dalla loro sloganizzazione, che credo creino imbarazzo più in coloro che non simpatizzano con bush che negli altri. Soprattutto abbassano drasticamente il livello mediamente alto degli interventi che mi capita di leggere in questo sito. Peccato.
Un caro saluto ad Accasetteventicinque (H725)! Ehi, amico alieno, è da un pezzo che non ci si vede! Dal 1979, se non sbaglio! Mandami una cartolina, ogni tanto. Il tuo vecchio amico, Bud.
Essi H725 era il dolcissimo alieno bambino legato a Bud Spencer. Ho pianto su quel film… sopratutto la scena quando Bud lo tiene in braccio (su un solo braccio precisamente) e al suono di una musica straziante viene riempito di colpi narcotizzanti per sequestrare il bimbo marziano. Film bellissimo (in relazione alla mia infanzia).
Forse questa, Gaetani e Ciofi, l’avete saltata:
“Ti scrivo questa mia lettera onde esercitare la mia facoltà intellettuale in quanto cittadino consapevole di un mondo omofobico e nazista [etc.]”
“Siamo figli di Pitagora e di Casadei, di Macchiavelli e di Totò / cresciuti con una morale cattolica e con i Depeche Mode / siamo figli di Pitagora e di Trinità di Michelangelo e Dario Fo / cresciuti con una morale cattolica / e con i Depeche Mode”… (Eiffel 65)
Che belle parole!
Allora. Io sono contro ogni censura, ma credo che manifestare un dissenso (che condivido pienamente, ribadisco!, e che, preciso, sarebbe un’opinione legittima e rispettabile anche se io non la condividessi) cadendo negli stessi errori che si imputano al soggetto contestato sia stupido. Sia nel caso in cui lo scritto sia ideologicamente autobiografico (cioè rispecchi totalmente il pensiero, su quell’argomento, dell’autore), sia nel caso in cui non lo sia. Le argomentazioni e le situazioni citate da questo che è, mi si segnala personalmente, un “cittadino consapevole”, “in un mondo omofobico e nazista”, come esercizio della sua “facoltà intellettuale”, a me, ideologicamente, infastidiscono; stilisticamente anche. Non si scherza su AIDS, infibulazione, maschilismo, secondo me. Se poi il senso della lettera era quello di citare una summa di luoghi comuni di varie bandiere, creando un minestrone iperbolico e dallo scopo ironico, comunque per denunciarli, io fatico ancora a capirlo (pur avendola riletta per la terza volta e di solito la mia facoltà critico-interpretativa funziona benino)… E in ogni caso non mi sembra utile, visto che è ciò che possiamo sentire ogni giorno guardando il TG4, ascoltando le lamentele degli anziani sugli autobus… Non so, è proprio perché è un momento storico particolarissimo che “bisogna stare attenti alle parole” (Tricarico).
scusi signora, ma perchè non si da un bella rilassata? questa poesia è bella e forte, poi sull’america non sono del tutto d’accordo. prenda un tavor. grazie.
Quando ti occupi di aldonove, non ti fai tutti questi ditalini mentali, cara Gemma. Come mai?
******
Ho soppresso il commento di “Francesco Moser” che compariva a questo punto della discussione, perché conteneva inaccettabili insulti personali contro un altro commentatore.
Tiziano Scarpa
11 ottobre 2004
Premettendo che io, quando perdo tempo a decodificare l’eventuale senso di un intervento che irrita la mia (e non solo mi pare) capacità intellettiva, uso il mio vero nome e il mio vero cognome, rispondo nell’ordine a tali “Giggiriva”, “don giovanni” e “Francesco Moser”:
1. una lettera non è una poesia; ero e sono rilassatissima;
2. di qualunque poeta io mi occupo sono tenuta a ben più impegnative pratiche masturbatorie e amatorie, in senso metaforico (il senso della critica E’ la penetrazione del senso di ciò che è stato scritto);
3. anche una sillaba di risposta costituirebbe un’ulteriore perdita di tempo.
lasci stare. non volevo farla incavolare, signora. però, mi consenta:
1.mi chiamo giggirriva, con due erre. ci tengo.
2.mi dice che è rilassatissima. ci credo, se me lo dice lei. però a prendere un tavor non ci sarebbe niente di male.
3.una lettera non è una poesia. si. ma questa è una poesia. in forma di lettera.
4.lei manca completamente di senso dell’umorismo, mi scusi. niente di male, solo che se ne avesse solo un grammo, decodificherebbe meglio il significato. della “lettera”.
5.la “poesia” è un’invettiva, nella fattispecie. Tra l’altro spara a zero sui gangster negri – cioè i rapper – usando le stesse armi dei rapper, parlo di armi verbali, perchè i rapper negri della vecchia scuola usano armi da fuoco vere. c’è una certa contraddizione. poi è anche vero che i rapper guadagnano un sacco di dollari, mentre credo che questo bravo “rapper bianco” questo suo pezzo lo conceda gratis.
6.l’america non è tutto fango e gli americani non sono certamente tutti stupidi e stronzi. ma in un “pezzo” come questo ci puo’ stare che tale imprecsione venga detta. questo è un urlo di rabbia.
7.io con le stronzate su aldonove ecc. scritte da moser e don giovanni c’entro come i cavoli a merenda. non faccia di tutta l’erba cipollina un fascio di marijuana. grazie e saluti.
Pensa a te, e io che sono tifoso del Cagliari devo sorbirmi ‘sto giggirriva:)))
Ripeto: è una solfa che va avanti dall’11 settembre, quando gli antiamericani o, visto che c’è chi crede che la vittoria di kerry cambierà qualcosa, gli antibushiani hanno cominciato a dire ben gli sta, se la sono cercata, sono culturalmente inferiori, arroganti, guerrafondai, unilateralisti, ecc.ecc…
Che senso ha scrivere “la millesima lettera” sull’argomento senza un pizzico di originalità?
Per quanto riguarda poi l’invettiva, lasciamo perdere. Accumulando luoghi comuni e stereotipi non si costruisce certo un’invettiva degna di tal nome. Questa al massimo la si può considerare una comunicazione di servizio…
Perché mai se la signora Gaetani non apprezza questa lettera “poetica” dovrebbe prendersi un tavor? “Mi consenta” la mancanza di senso dell’umorismo gentile giggirriva, ma di questi tempi siamo in tanti ad averlo perso! Rimane il fatto che il pezzo in questione è decisamente banale. Legga il mio libro La società sotto assedio e ne riparliamo.
mi sembrava un po’ alterata. ma la signora mi ha detto di non esserlo e io le credo. tant’è che gliel’l’ho anche scritto. sa leggere?
in quanto ai suoi scritti, mi consenta: chi se ne frega.
A I U T O O O , aridatece Tiziano Scarpa!
A me sembra che danny e giorgio parlino la stessa lingua, che batte dove il trave (nell’occhio) duole. Più che bella o brutta, questa lettera è indicativa: dell’esodo che è altrove.
Per esempio in esperanto
La dizertinto (in originale le déserteur, di boris vian)
En plena kapablo,
estimata Prezidanto,
mi skribas ^ci leteron,
kiun eble vi legos.
^Ci tiu rekrutkarto
al mi rekte ordonas
foriri al milito
venontan lundon.
Sed mi ne estas ^ci tie,
estimata Prezidanto,
por mortigi homojn
similajn al mi.
Mi ne koleras kontra^u vi,
mi diru parenteze,
sed mi nun jam decidis
mi estas dizertonta.
Min trafis nur malfeli^coj
ekde kiam mi naski^gis
kaj idoj kiujn mi kreskigis,
ploradis kun mi.
Miaj patro kaj patrino
nun jam estas subgrunde
kaj pri la milito
ili nepre ne zorgos.
Dum mia mallibereco
iu ^stelis al mi
mian edzinon, mian pasintecon
kaj mian plej belan a^gon.
Morga^u mi levi^gos,
fermos la pordon
anta^u mortintajn jarojn
kaj ekmar^sis.
Mi vivos per almozo
sur stratoj de Hispanio
de Francio kaj Britio
kaj al ^ciuj mi krios
ke oni ne plu foriru
kaj oni ne plu obeu,
nur por iri morti
por ne gravas kiu.
Tial se necesos
sango ^ciakoste,
iru doni la vian,
se tio amuzas vin.
Kaj diru al siaj uloj,
se ili venos min ser^ci,
ke al mi ili povas pafi,
armilojn mi ne havas
…e tanti cari saluti alla comprensione…
P.s. datece ‘n traduttore!
W vian!
Nessuno si è ancora chiesto chi è Giuseppe Carlotti.
Caro Giggirriva, il punto non è il gusto personale. E’ che è offensivo vedere su un sito del genere, di letteratura, di ben altra levatura (po)etica, interventi e commenti come questi. Che esistano la poesia in forma di altro, l’invettiva, i luoghi comuni minimamente veritieri, i rapper neri e bianchi, non me lo devi insegnare tu. Questa “lettera-poesia” come prodotto artistico, secondo me, non riesce che a procurare infinita, infinita, tristezza nel lettore dotato di minima capacità intellettiva e non farebbe ridere nemmeno Berlusconi: pur notando una minimissima validità provocatoria nell’equiparazione dell’eventuale esecuzione di Britney Spears a quelle visionabili davvero su Internet e in tv; pur avendo notato una volontà (velleità) ironica, che ho evidenziato e anche continuato cominciando il mio primo commento ironizzando sul residuo di rispetto per le donne in un’esecuzione di Britney che le risparmiava la famosa verginità, per il resto questa “lettera-poesia” è un fallimento. E questo è il mio giudizio critico. Gli urli di rabbia sono ben altri, mentre in questo caso mi sembra che – poiché qui come in America c’è libertà d’espressione e d’opinione – si attinga a questioni SERISSIME buttandola in caciara, come si dice a Roma. I “negri”, i “froci”, gli operai che perdono il lavoro, l’AIDS, la visione maschilista e becera, infima, della donna, l’infibulazione, la stessa guerra in Iraq, sono questioni che per chi le vive davvero, anche solo emotivamente, non in prima persona, non fanno affatto ridere e non sono stronzate da imprecisione e cazzeggio pubblici, da livello da bar. Solo per dirne una l’infibulazione non è una pratica religiosa e tantomeno “araba” o asiatica. E’ una inumana pratica che appartiene alla cultura e a molte nazioni dell’Africa e che consiste in una procedura mutilativa nella quale la vagina è parzialmente chiusa approssimativamente all’altezza della metà delle grandi labbra attraverso una sutura che lascia solo un piccolo passaggio per l’urina e il sangue mestruale; la rimozione del clitoride è eventuale; in ogni caso, per consumare il matrimonio e soprattutto per permettere il parto, la sutura va allargata con un coltello, per poi riprocedere, dopo ogni parto, a una nuova operazione infibulativa. Ora, se tu fossi una donna, considerato che nel mondo, come denuncia l’OMS, da 100 a 130 milioni di donne hanno subìto questa pratica, la citazione anche neutra di un tale procedimento, ti farebbe tanto ridere? E la citazione di questo procedimento in un contesto “artistico” dal tono e dallo stile così massificante ottuso e banale, ti sembrerebbe un urlo di rabbia, una denuncia? Manda questa “lettera-poesia” in allegato a una bella mail al Commissariato per la Promozione delle Donne in Mali e vedi se ti rispondono con una risata o con un ringraziamento!
Infine, scrivere commenti utilizzando un nickname sparando aggressività o merda pura e gratuita su persone che si firmano con nome e cognome, e per cui magari la scrittura e la critica sono questioni professionali serie, è da VIGLIACCHI e da INFAMI, e non è un caso che siano “uomini”, “superiori” no?, a farlo. E’ una cosa da querela, se ci fossero nomi e cognomi.
Ma certo “don giovanni” o “Francesco Moser” (che sono sicuramente la stessa persona) e neanche tu avete il coraggio di dire come vi chiamate e di esporre il vostro nome e cognome alle accuse che ricevete o fate. “Ditalini mentali”, “prendere un Tavor”, riferimenti ad Aldo Nove, vi sembra un modo dignitoso di fare discussione sulla scrittura? Non lo capirei perché manco di senso dell’umorismo? Se è così, Giggirriva, don giovanni e Francesco Moser, vi mando tutti quanti a fare in culo, certa che col vostro senso critico, oltreché dell’umorismo, potrete capire che è una battuta o un endecasillabo in forma di altro.
Ciao, vado ad ascoltare “Perle ai porci” di Elio e le Storie Tese (dove l’invettiva e la parodia e la poesia in forma di altro SONO tali).
Sì, Arrigo Dolso, infatti… Perché non interviene l’autore a spiegarci il senso del suo scritto? Così forse gli altri eventuali “fiumi di parole” nostre non sarebbero sprecati.
cara gemma, che le devo dire? prendo e porto a casa… lei in ogni caso (con nome e cognome,certo, e allora?)è di un’arroganza spaventosa. lei mi da del vigliacco e dell’infame. quello che dice non mi fa ne caldo ne freddo, è bene che lo sappia. anche perchè dare del vigliacco a me è come dare dell’idiota ad einstein. lei manca della capacità critica per fare una qualsiasi critica, in questo caso letteraria. si sente offesa come donna per i contenuti del “pezzo”. perchè lei del pezzo in questione non ha capito nulla.
la saluto.
vedi giggirriva, né caldo, né freddo, andrebbe scritto con l’accento.
ma per non rischiare di sbagliarti ancora, non scrivere mai più, grazie.
vedi moser, la vita degli altri non sarà mai interessante come la tua, soprattutto nel momento in cui deciderai di andarti ad ammazzare con la merda, grazie.
l’ho fatto apposta. per leggere il solito idiota che fa rilievi… stammi bene.
qui benissimo
Gemma Gaetani non ne ha bisogno, ma vorrei comunque esprimerle la mia solidarietà.
Precisazione per Giggirriva: io ho argomentato a lungo, e con motivazioni di tipo critico più che plausibili, anche se non condivisibili, il mio giudizio negativo sul pezzo. Che coincide con quanto espresso da altri. Tu hai fatto altrettanto, anche se travalicando i confini della buona educazione (anche se meno di altri INFAMI e VIGLIACCHI). Questa è la democrazia. Però, se vengo attaccata personalmente, con illazioni infami vigliacche e volgari, mi difendo. Se la mia è arroganza, allora il pezzo è proprio utile per la letteratura italiana, e io, con tutti gli altri che lo hanno trovato inutile e triste, non possiediamo alcuna capacità critica.
Ripeto, “bisogna stare attenti alle parole”. E quando uno si firma ci sta più attento. Tu continui a non fare tutt’e due le cose, anche se non sei totalmente scomparso. Questo non mi consola.
In ogni caso tutto questo è davvero molto edificante, moltissimo!
Perdiamo tempo a fare scrivere leggere cose più utili.
THE END
gemma, sullo stare attenti alle parole sono d’accordo.sono stato attentissimo alle parole, che tu ci creda o no. se hai tempo e voglia rileggile. non sono per nulla d’accordo con quanto dici, riferendoti a me, sulla buona educazione. ti ho insultata? non mi pare proprio. ho tenuto anzi a precisare che io con quegli insulti(di altri) proprio non c’entravo nulla. non sono stato “meno maleducato” di altri: sono stato beneducato e lo sarò ancora. ti ho scritto di andare a prendere un tavor e tu te la sei presa. se ti avessi scritto che sei vigliacca e/o infame cosa avresti scritto?
non credo, lo dico serenamente, che tu possa daremi lezioni di democrazia. non in questo caso. l’arroganza che hai dimostrato te l’abbuono, e in fondo arrogante lo sono stato anch’io, dandoti dell’arrogante.
ora vado a “perdere tempo”: mi rileggerò la poesia che hai postato qui su ni. che detto tra noi non è affatto male.
Grandissimo Carlotti!
E SE NON FOSSE COSì COGLIONE?
Mi permetto di spostare l’attenzione sul bush reale, in tempo quasi reale. La scorsa notte ho visto in diretta il secondo scontro in tv tra bush e kerry. Il titolo del mio pezzo si riferisce a bush e parte dal presupposto che ci siamo abituati, almeno in europa, a considerarlo come un minorato mentale; allora, mi chiedo io: come è possibile che non sfiguri affatto in un dibattito televisivo con il suo avversario che, se non è stimato, è cmq considerato un uomo “normale” e rispettabile?
La questione non va sottovalutata. O meglio: non stiamo per caso sottovalutando bush? Quali sono le qualità che deve possedere un politico nell’epoca della tv e di internet? Non sono forse la chiarezza, la semplicità, la coerenza, e la dimostrazione di credere nei valori che sbandiera?
Perchè, vedete: Kerry critica la guerra all’Iraq, ma ha votato a favore. Critica il taglio delle tasse ai ricchi, ma bush gli ricorda che ha votato a favore alle leggi per il taglio delle tasse che la sua amminist. ha presentato il 90% delle volte. Kerry ha votato a favore anche sul Patriot act e ancor oggi si dice favorevole…Cosa propone di meglio questo kerry? Vuole che la Nato entri in Iraq: vuole coinvolgere tutta l’Europa! E aumentare i militari… prima di andarsene, ovviamente…è a favore dell’aborto, ma ha paura a dirlo, tant’è che bush lo può accusare di essere favorevole, e lui non dice nè sì nè no…Insomma, in cosa crede questo Kerry? Siamo sicuri che Bush, seppur manipolato quanto si vuole, non sia sinceramente più convinto di quello che dice di quanto lo sia Mr. Kerry? Chi è qui il vero burattino? Bush? Kerry? L’europa? Bin Laden? Chi?
Ohibò Lorenzo la domanda che poni ce lo siamo ce la siamo fatti in tanti, ma al primo dibattito televiso dove è stata affrontato il tema della guerra in Irak Bush non è stato proprio così chiaro confondendo pure il nome di Bin Laden… in ogni caso i brogli elettorali e le pastette con la famiglia Bin Laden sono stati provati. E’ vero noi non sappiamo nulla di Kerry e neppure io penso a lui come l’angelo salvatore ma è un po’ poco per affermare che si sta sottovalutando Bush, a me sembra. Non possiamo far altro che stare ad osservare.
un caro saluto
ps
sono stata via qualche giorno e ho letto solo ora tutto ‘sto ambaradan di commenti. Sottoscrivo in pieno quanto ha espresso Gemma Gaetani e leggendo i suoi commenti non trovo tracce di arroganza, trovo arroganti gli attacchi volgari da lei subiti, ça va sans dire.
(post scriptum:
Giggirriva: Mi era sembrato maleducato rispondere all’espressione di un giudizio, nelle intenzioni “critico”, “rilassati, vatti a prendere un tavor”. Poi il resto è stato una partita a tennis di attacchi e difese. Comunque capisco che i toni, soprattutto i miei, sono stati – più che a ragione – infastiditi da altri commenti, a cui confermo l’invito ad andare “oltre”. Comunque basta, è tutto chiar(it)o. E ci sono molte altre cose – purtroppo e per fortuna – per cui scaldarsi.
Grazie per l’apprezzamento per i miei versi.
Riccardo Ferrazzi: grazie.)
grazie a te gemma. hai tutta la mia stima come scrittrice di versi e come polemista.(sono un ottimo tennista, quando vuoi…)
ciao.
Gemma, Ferrazzi è un grande. Se vuoi leggere qualcosa di suo collegati domani al mio modesto blog (clikki sul mio nome e ci sei). Complimenti per la tua poesia sul “Fiorucci Store”.
Non eccepisco nulla dei giudizi di Gabriella: Bush e quanti collaborano alla sua amministrazione sono il peggio che possa esistere, per l’America e per il mondo. Detto questo, rilancio: “Cosa propone di meglio questo kerry? Vuole che la Nato entri in Iraq: vuole coinvolgere tutta l’Europa! E aumentare i militari… prima di andarsene, ovviamente…è a favore dell’aborto, ma ha paura a dirlo, tant’è che bush lo può accusare di essere favorevole, e lui non dice nè sì nè no…Insomma, in cosa crede questo Kerry? Siamo sicuri che Bush, seppur manipolato quanto si vuole, non sia sinceramente più convinto di quello che dice di quanto lo sia Mr. Kerry?” (scusate l’autocitazione) Le stesse domande si possono porgere alla politica italiana: In cosa crede il centrosinistra? O meglio: crede in qualcosa? Se sì, perchè non trova le parole per comunicarlo?Chi in Italia è più sinceramente convinto di ciò che dice, i vari Prodi/Fassino/Rutelli o Berlusconi? Che cosa farà l’Ulivo nell’ipotesi di un Kerry presidente USA che chiede il coinvolgimento della Nato?
Insomma: il peggio non si può sconfiggere opponendo il nulla.
Scusate! Nessuno mi pare abbia commentato la cosa molto grave che ha fatto Tiziano Scarpa.
Su Nazind ho sempre visto scambiarsi insulti sanguinosi e spesso personali, ma mi risulta che questa sia la prima volta che un commento viene soppresso con questa giustificazione.
Mi piacerebbe sapere perché l’esimio e solerte Scarpa non ha soppresso per esempio gli insulti che per parecchi mesi il suo amichetto Montanari ha distribuito a dritta e a mancina, insulti così pesanti che faccio fatica a immaginare che quello del mio “collega” Francesco Moser fosse più grave. Faccio fatica anche a immaginare che non ci sia piuttosto sotto qualcosa… di cui noi tutti dobbiamo essere tenuti all’oscuro. Ricordate la strana storia dei commenti scomparsi da un pezzo di Carla Benedetti?
Non ho letto il commento di Moser, che era già stato tolto, ma solo la dichiarazione sibillina e molto antipatica di Scarpa e alcuni altri commenti che ne parlano, e mi piacerebbe sapere cosa c’era di così tremendo dentro. Moser ha davvero trattato la Gaetani peggio di come Montanari ha trattato Governi, o in passato altri interlocutori? Cito Montanari perché la sua folle virulenza mi aveva colpito, ma ne abbiamo viste e lette di tutti i colori anche con altri, e in fondo abbiamo il coraggio di ammetterlo, questo è anche il sale di un blog.
Giusto, signor Scarpa? Altrimenti si dica che su Nazione Indiana c’è la censura, punto e basta. Si abbia questa sincerità.
Cari amici di Nazione Indiana,
il commentatore o commentatrice qui sopra ha ragione a citare i casi del passato in cui i commenti non sono stati soppressi. Come potete verificare voi stessi dagli esempi menzionati qui sopra dallo pseudonimo ciclista (che ringrazio del contributo), si è sempre trattato di persone che si sono sempre firmate con il loro nome e cognome, assumendosi la responsabilità delle proprie parole. Traetene voi stessi le conseguenze etiche.
Un caro saluto a tutti
scarpa è una persona veramente molto ambigua. moooolto ambigua.
Più che ambiguo, Scarpa è ambivalente: vale doppio! Con la sua risposta geniale ha ritorto su Baronchelli i suoi stessi argomenti – di Baronchelli. Gli ha fatto fare la figura barbina che si meritava. E con che stile da signore!
W Tiziano Scarpa! W l’ambivalenza! W l’ambiguità! W la censura!
Posso far notare a Scarpa che quello che dice non è esatto, e che lui lo sa bene?
Montanari e altri, in passato hanno litigato violentemente e se la sono presa con bloggers che non avevano un’identità dichiarata. Altre volte si sono visti scontri molto pesi “fra” bloggers, sempre sotto pseudonimo, oppure – terza possibilità – attacchi di bloggers “a” persone dall’identità dichiarata, sia di Nazione Indiana – lo stesso Scarpa, il già citato Montanari, Voltolini, Benedetti, se non ricordo male anche Moresco – sia esterni: proprio quest’ultima casistica è quella in cui rientra la situazione Moser contro Gaetani.
Insomma, lotta libera, senza nessuna censura, fra persone fornite e sfornite di identità dichiarata, anche quando molti di noi, onestamente, esageravano.
Questa è la prima volta che c’è un intervento di questo genere. Lo ribadisco. Cosa risponde Scarpa? Sono molto curioso di ascoltare la replica del “genio”.
E: nonostante il rispetto ciclistico dovuto a Eddie Merckx, ripeto che la risposta di Scarpa non è affatto geniale e non ritorce contro di me i miei argomenti; è la vecchia manfrina sull’identità dei bloggers, qui già cantata dalla signora Gaetani, una manfrina a cui viene voglia di rispondere: Allora non fate un blog, non entrate in questo giuoco. Una persona ha diritto a essere rispettata, a non subire attacchi personali, ne convengo; è una questione di sensibilità, uno magari non lo sopporta. Ma allora non salga su un ring, come un blog in qualche modo è, ma si muova solo in un ambiente protetto. Non esponetevi a una situazione nella quale chiunque può, grazie a dio, fare commenti anche ingiuriosi. Fate convegni e parlatevi fra voi, con il cartellino col nome e la bottiglia dell’acqua minerale. E’ inutile andare in Africa e aspettarsi di non trovare lì persone con la pelle nera.
Sante parole, Baronchelli. Lasciamoli da soli a darsi bacetti e a farsi scafette. Del resto anche Lodoli se n’è andato per sempre da Nazione Indiana dicendo: “prendo la mia giacchetta, saluto, accosto la porta e me ne vado. State pure tra di voi, senza stranieri.” Ecco, lasciamoli tra di loro. Loro che hanno nome e cognome, e una Nazione.
Intervengo di nuovo, rivolgendomi al Signor “Baronchelli”, solo perché detesto le mistificazioni.
E perché per un’apparizione eccezionale su questo blog, sono diventata protagonista di una polemica che ora non riguarda soltanto me.
Io non mi sono sottratta a nessun confronto-scontro, col mio nome e cognome ho detto quanto pensavo dell’intervento (motivo principale, credo, per cui lo spazio per questi commenti esiste e sarebbe utile che venisse utilizzato, nei toni che si desidera). Sono stata attaccata sull’intervento, cioè la lettera a Bush. Nessun problema. La libertà di pensiero e di espressione sono sacre! Il dialogo, dai toni di volta in volta sereni accesi ludici bellici o volgari, è continuato. E sui ring come si sa vince il più forte. Questo però non è che metaforicamente un “ring”, la vittoria, questa è la mia opinione, non sta nel dimostrare che quello che ognuno pensi sia giusto, ma che si possa dirlo. E’ la discussione, che è il senso della critica, del dialogo, del confronto. Comunque, poi, sono stata attaccata personalmente e violentemente. E mi sono difesa lo stesso.
Il commento è stato tolto, ed è eticamente giusto, anche se non fosse stato rivolto a me, perché io col mio nome e cognome oltre a postare eccenzionalmente comment, ci vivo ci scrivo e ci lavoro. Questi comment interessano quasi solo le poche persone che li scrivono, io non sono nessuno, quindi il danno sembrerebbe un’irrilevante pretesa di un’irrilevante persona. Ma è qui che la questione diventa etica. Perché, e ripeto quanto detto da Tiziano Scarpa, assumersi la responsabilità reale di quanto detto legittima la libertà di pensiero, o di diffamazione, con conseguente libertà, per la persona offesa, di difendersi ad armi pari, legali o da quella che tu definisci consuetudine dei blog (cioè sputtanare o ingiuriare un blogger che si firma con la sua identità reale).
Quindi, se “Francesco Moser” è disponibile a esporre i suoi di nome e cognome, io sono davvero felice di prestare il mio alla memoria di quella offesa, davvero minima per il mondo reale – e non capisco perché lo sia tanto per te, forse ti IDENTIFICHI in “Francesco Moser” o lo “sei” -, ma lesiva per me. Gratuita. Cattiva. Attinente a cose professionali e private. Non solo mie. E lesiva per chi un blog lo istituisce, costruisce, cura, come una nazione appunto che poi viene anonimamente invasa. E’ una questione, anche, di principio.
Così la tua tanto anonima quanto morbosa curiosità sarà soddisfatta.
Così ti sentirai anche tu, povera vittima dell’antilibertarismo e favoritismo che questa “nazione” sostieni che eserciti, parte di questa nazione, a tuo dire una cricca mafiosa che lede te e tutti quelli che come te non si sentono liberi di distribuire, in modo incancellabile, anonime ingiurie a persone identificabili, per gioco.
Così, soprattutto, posso querelarlo. O rintracciare notizie sulla sua vita professionale e personale, appallottolarle come una caccola e appiccicarle a questo vetro.
Perché non ti leggi l’intervento di Carla Benedetti, la sentenza conclusiva della querela di Walter Pedullà?
Perché non si occupano l’intelletto la memoria e gli spazi per questioni più importanti?
(Prego tutti gli dei che il seguito di questo mio comment non sia una nuova pioggia di anonimi insulti, per un motivo molto semplice: ci sono, ripeto, non so quanti miliardi di questioni più importanti; e gli insulti anonimi non sono utili a nessuno, tranne che all’ego – anonimo e quindi ancora più gaudente – di chi li fa.)
nel forum di maltesenarrazioni discutono di letteratura e se ne danno di santa ragione, e qualcuno ha un nick e qualcuno un nome. nessuno però si lamenta. incassa e porta a casa. il futuro è MALTESENARRAZIONI. non c’è censura lì. nazione indiana è morta.
La violenza espressiva della signora Gaetani è pari soltanto alla sua attitudine manipolatoria, se non sbaglio. Basta leggere quello che ho davvero scritto io e quello che lei invece mi attribuisce, per constatarlo.
Per esempio: “a tuo dire una cricca mafiosa”… E quando l’avrei “detto”?
Per non parlare della deriva paranoide sul fatto che forse io sarei Francesco Moser… per fare una battuta mi verrebbe da dire, che basta conoscere la storia del ciclismo per escluderlo. O basta saper leggere una scrittura, anche scritture modeste come la mia, un po’ come quando si guarda un quadro e lo si attribuisce.
Quanto poi alla possibile “nuova pioggia di insulti” che la signora Gaetani teme – o forse si augura per sentirsi ancora protagonista? non mi pare che le dispiaccia! – mi piacerebbe sapere quando mai c’è stata la “vecchia”: nessuna pioggia di insulti, ancora una volta basta controllare, basta leggere. Immagino ci sia stato “un” insulto, quello eliminato da Scarpa.
Forse l’invito a prendere un tavor, che è stato rivolto da altri in passato alla signora Gaetani, non era così impertinente; forse sarebbe più indicata una psicoterapia, lo dico senza ironia.
E se c’è di meglio da fare nella vita, signora Gaetani, si accomodi e lo faccia, e non perda tempo con Nazione Indiana e con i bloggers senza nome. Se io fossi lei, vede signora Gaetani, ora scriverei che lei ci ha chiamati “infami e vigliacchi”. E’ così facile mettere le parole in bocca agli altri, specie quando le hanno dette davvero! Siccome invece non sono la coraggiosa signora Gemma Gaetani ma l’incognito GB Baronchelli, non lo faccio perché riconosco che l’ingiuria era rivolta a un certo modo di comportarsi, non ai bloggers in sé.
Non ho altre parole da sprecare con la signora Gaetani, e continuo ad aspettare una risposta da Scarpa.
Non mi sono mai rivolto alla signora Gaetani, ho sollevato un problema di metodo con Tiziano Scarpa, che mi ha dato una prima risposta, cortese e puntuale come sua abitudine, ma a mio parere insufficiente sul punto. E la mia curiosità non mi pare “morbosa”: non ho insistito per sapere cosa c’era in quel commento, vi posso dire tranquillamente che non me ne importa nulla, anche se questo forse deluderà la signora Gaetani e la sua chiara ansia di essere al centro dell’attenzione fingendo di dispiacersene. Ho subito parlato del punto vero, cioè l’intervento censorio senza precedenti.
Se Scarpa si è irritato per la mia ironia sul “genio”, la ritiro subito, è stato un lapsus antipatico di cui mi scuso.
Bastava essere al castello sforzesco qualche settimana fa e assistere alla lettura petrarchesca fatta da lui e dall’inseparabile Montanari per rendersi conto che qui la genialità c’è, anche se forse un poco autocelebrativa. Io c’ero, Scarpa… anonimo nel pubblico, mentre lei e Montanari eravate sotto i riflettori: e non è normale e giusto che sia così? Se qualcuno del pubblico non avesse capito la vostra bellissima operazione e vi avesse lanciato un fischio, o un “Buffoni! Cretini!”, come sempre il pubblico borghese ha fatto con gli avanguardisti, gli avreste chiesto di declinare le generalità, e che altrimenti non aveva diritto di dissentire da voi?
Seguo Nazione Indiana grosso modo da quando è nata. Vi voglio bene, per questo sono rimasto “perplesso” per quell’intervento soppresso. Non deludetemi, vi prego, non date ragione a Bagatelle.
GB Baronchelli, o se interessa a qualcuno Daniele Viganò. Cambia qualcosa?
oggi sul corriere della sera. riotta, malgrado sia ripetutamente massacrato da indymedia, si indigna nella sua rubrica per l’oscuramento del sito, quel sito che spesso ospita notizie “anonime” e commenti violentissimi.
riotta spera che indymedia torni sul Web e possa continuare senza soste e senza requie, ma “senza censure.” è proprio vero che si può imparare da chiunque, perfino da riotta…
Non sono d’accordo. Nazind ha i suoi difetti, come qualunque cosa (non parlo, qui dello specifico) ma è una grande realtà. Io su varie cose che vengono postate e commentate qui non sono d’accordo, ma questo è uno spazio di confronto che ha pochi (se non nessun) eguale in Italia. Tra l’altro non ho voglia di andare d’accordo con tutti. Anche perchè sarebbe ipocrita. Poi ci sono i caratteri: c’è chi s’incazza per gli attacchi personali sulla vita privata, chi se la ride, guarda e passa. E magari risponde più tardi, a freddo. Andrò a leggere Maltesenarrazioni “dove se le danno di santa ragione”. Ma lì ci sono attacchi volgari sulla vita personale delle persone? E a questi attacchi tutti quanti rispondono con albionico (a augiasiano…) understatement. Così a naso, stento a crederlo.
Manca un punto di domanda dopo “understatement”.
Come membro di Nazione Indiana, sono uno dei circa trenta “padroni di casa” di questo sito-blog. Uso l’espressione “padrone di casa” in quanto ho le chiavi d’accesso al sito, o password che dir si voglia. Se qualcuno insulta me, io non ho problemi; se è il caso, rispondo, anche energicamente. Ma se qualcuno entra in casa mia (nostra), per di più incappucciato, e scrive sul muro un insulto a uno dei miei (nostri) ospiti senza assumersene la responsabilità, io pulisco il muro. Non sono l’addetto ai muri, nessuno di Nazione Indiana lo è; voglio dire che a volte càpita che qualcuno di noi di Nazione Indiana stia lontano dal sito per qualche tempo (la vita è fatta di tante cose, grazie al cielo non si sta tutto il tempo con gli occhi fissi sullo schermo di un computer), e non legga tutte le finestre dei commenti. Di volta in volta sta alla sensibilità (al discernimento) di ciascuno dei membri di Nazione Indiana che “passa di lì” decidere se è il caso di intervenire oscurando l’insulto.
Questo è il nostro stile di comportamento. Sempre alla luce del sole, mai di nascosto (ho dichiarato con il mio nome e cognome il mio intervento di cancellazione). La rete, i blogger, i siti, i nomignoli, non hanno una legislazione divina, decisa una volta per tutte. Siamo noi tutti blogger, noi tutti che scriviamo in rete, ad avere la libertà di decidere quali toni, e quale linguaggio, e quale posizione etico-comunicativa usare. Noi di Nazione Indiana crediamo in un altro stile di comunicazione fra gli esseri umani, e il fatto che anche tutto il resto della rete si comporti diversamente non ci interessa. In altri termini: siamo portatori di un’utopia, di un modo di vedere le cose diverso. Auspichiamo un mondo dove ciascuno si prenda la responsabilità delle proprie parole. Rifiutiamo un sistema di relazioni dove si possa insultare in incognito o sostenere le proprie idee per sport, per scherzo, senza aderirvi con l’identità simbolica (cioè reale) del proprio nome e cognome (ma non per questo impediamo a chicchessia di venire qui a scrivere quel che pensa firmandosi con un nomignolo). Chi si appella al funzionamento diverso che vige nel resto della rete ci vuole uniformare agli altri, per una questione di maggioranza, con un ragionamento che magari ha anche buone intenzioni, ma è di fatto totalitario. Se in tutti gli altri blog ci si insulta in incognito, non vedo perché noi dovremmo accettare che qui si faccia altrettanto. Noi non ci facciamo omologare. Siamo portatori di un’idea e di una pratica di comunicazione diversa da quella che vige nella maggioranza della rete, è vero: e con questo? Siamo autori, artisti, operatori culturali, studiosi, intellettuali. E’ nostro compito promuovere e difendere idee diverse dall’ideologia in vigore. E’ nostro compito promuovere e praticare utopie.
P.S. Grazie di aver assistito alla serata petrarchesca. Davvero l’ha trovata “autocelebrativa”? Tutte le serate petrarchesche al Castello Sforzesco prevedevano anche la lettura di alcuni testi degli autori invitati; lo prevedevano per “contratto”: cioè, per desiderio e richiesta degli organizzatori. Nel mio caso, i miei testi occupavano quattro minuti di lettura, rispetto alla mezz’ora circa di letture e commenti che ho dedicato ai sonetti di Petrarca. Prima dell’inizio della serata (che era l’ultima del ciclo) a cui eravami invitati Raul Montanari e io, gli organizzatori mi hanno detto che, negli altri casi, solitamente gli altri autori invitati hanno dedicato circa metà del tempo a loro disposizione a Petrarca e metà alla lettura di proprie poesie.
Se uno scrivesse un msg pieno di bestemmie o solo di insulti personali, io se potessi lo toglierei, firmato o non firmato. Dare giudizi negativi (anche volgari) sui commenti è una cosa, insultare gli autori è un’altra. La libertà di espressione non va commisurata alla libertà di insultare. Se Scarpa ha deciso di sopprimere un msg significa che questo blog si propone di mantenere, nel confronto (eufemismo) tra i commentatori, un limite all’offesa personale oltre il quale non scendere. Si chiedano pure spiegazioni, è legittimo, e se queste non soddisfano, ognuno tragga le sue conseguenze.
Cmq, mi sembra che la libertà d’espressione per alcuni, così come la firma nome e cognome per altri stiano diventando un feticcio. Quanta energia sprecata, che potrebbe essere usata in modo più produttivo…
PS ho letto solo ora il msg di Scarpa
Sì, cambia, Daniele Viganò.
Era quel “voi”, da cui escludevi “te” e altri che non si sentirebbero rappresentati qui, che mi ha fatto usare l’immagine (certo mia, non tua) della “cricca mafiosa”. Dire “state tra di voi”, ipotizzando che ci sia un potere, eventualmente protettivo in modo partigiano e non oggettivo, invece che un eventuale “potere” puramente gestionale e quindi al di sopra delle parti, in questo blog…
Io non volevo, né voglio stare al centro dell’attenzione più di chiunque esprima un pensiero in uno spazio apposito e possa sapere che qualcuno l’ha letto: il dialogo appunto… Che trovo bellissimo, personalmente trovo bellissima la possibilità del ritorno immediato – positivo o negativo – di qualcosa che viene pubblicato, per l’autore, per i lettori… Urlare “buffoni” a una lettura pubblica è un conto, può rientrare nel “gioco” delle parti, urlare un’offesa personale manipolando davvero, con cattiveria, particolari attinenti alla vita propria del pubblico lettore, oltre ad essere un gesto di cattiveria gratuita può non essere, anzi non è, attinente al contesto e all’occasione. No? In più può ferirlo davvero.
Infine, se rileggi con attenzione tutto, capirai che la mia “violenza espressiva” era di pura difesa. E che l’ansia di stare al centro dell’attenzione di cui parli è verissima, ma come ri-sul-ta-to di un ritrovarsi schiantati da un insulto davvero infame e vigliacco su cose professionali e private, lo ripeto, e che non c’entrava nulla nel discorso, al centro dell’attenzione, quando la mia presenza era puramente rivolta a discutere e capire la lettera pubblicata (il cui autore non è mai intervenuto, e resto io con una curiosità davvero morbosa sul senso di quello scritto!). Il commento cancellato travalicava i confini di ogni interesse pubblico e buon gusto, anche quello dell’accapigliarsi a parolacce per difendere un’opinione, anche nella finzione e nel gioco delle parti del blog o di qualunque altro luogo di aggregazione e confronto.
Grazie per i consigli su psicoterapia e vari altri rimedi psichiatrici per la mia paranoia e la mania di protagonismo e gli attacchi di violenza! Ne terrò conto. Anche se di solito, per la semplice ansia, visto che la paranoia la mania di protagonismo e gli attacchi di violenza finora non mi avevano afflitto, preferisco lo Xanax all’obsoleto Tavor, soprattutto da quando Palaniuk lo ha trasformato in un’icona del suo fight club, che non so perché mi viene in mente ora… ;0)
In gamba, anzi in sella.
Parliamo o insomma che si parli d’altro:
Caro Scarpa, due cose e davvero chiudo qui.
a) Anzitutto noto che lei continua a non rispondermi sulla domanda semplicissima che le faccio: come mai questo suo è stato il primo intervento censorio, un atto senza precedenti tranne lo strano pasticcio dei commenti spariti alla Benedetti, che però aveva tutt’altro “sapore”? Lei fa una definizione molto bella e nobile dello stile di Nazione Indiana, però la prassi del gruppo è sempre stata di lasciare i commenti, e insulti se ne sono visti a bizzeffe. La mia domanda è: state inaugurando una linea nuova, con questa cancellazione, o è un trattamento speciale dedicato alla signora Gaetani, forse per tema che dia fuori di matto?
b) Il secondo punto è che mi dispiace che di tutto quello che dico della vostra bellissima (mi ripeto) operazione culturale sul Petrarca e oltre lei prenda l’unico vaghissimo accenno di critica che facevo. Sembra che la signora Gaetani sia contagiosa! La piccola sfumatura dell’ “un poco autocelebrativa” era una semplice percezione nel modo di porgersi: due artisti nel pieno delle proprie energie e seduzioni, e perfettamente consapevoli di esserlo. In questi casi è quasi automatico aggiungere: fin troppo… ma questa non è una critica, mi creda, è soltanto sana invidia!
Non ho fatto nessun calcolo dei minuti, quella sera, anche se a lume di naso mi sembra che Montanari abbia dedicato più o meno metà del tempo ai suoi versi e lei poco meno di metà, non certo solo 4 minuti – questo lo escludo assolutamente.
Ma qui mi sto facendo trascinare fuori dal seminato, perché, ripeto, non era affatto da quello che nasceva la sensazione di un certo – giustificatissimo – narcisismo d’autore.
Anzi, vuole sapere una cosa vera? Come molti del pubblico intorno a me, io ho sonnecchiato con Petrarca, sono stato ben attento e partecipe con Scarpa e Montanari, mi sono entusiasmato con il bravissimo sassofonista e ho dormito saporitamente con la mortale lettura finale delle lettere del poeta, che avrebbe stroncato un bisonte.
Un saluto, e rimango ostinatamente in attesa di un chiarimento che mi pare non ci sia ancora stato.
Daniele “GB Baronchelli” Viganò
Daniele,
non è il primo caso “censorio” di NI. Tu sai che io per primo chiedevo lumi sui commenti al vecchio pezzo della Benedetti. Ma oltre a quello (che, tu ricordi, non è “pertinente” al caso in questione) altre email gonfie di insulti gratuiti sono state epurate!
Ora: io non so, non ho letto, non ho fatto in tempo a leggere, quello che è stato eliminato, ma ho fiducia in Tiziano. Se le ha tolte si vede che erano veramente schizzi di fango inutili. Altrimenti: scrivimi alla mia email e rapportami, a tua memoria, cosa mi sono perso.
So di certo che quando si inzia a dare (come è successo pochi pezzi fa) della puttanella, della troia, a un’assente o robe così, beh io storco il naso. Non sono dotato di chiavi, tanto quanto te, ma la voglia di passare la spugna mi viene tutte le volte.
Sui nick la questione è complicata. Ci sono nick che sono “riconoscibili”, diventano soggetti autentici con i quali dialogare, anche quando sono in disaccordo. Si chiamano Luminamenti, Don Giovanni, Nick Names, etc. etc. Di loro al massimo ho letto battute graffianti, stroncature, ma mai schizzi di merda. Non è poco, non trovi?
Comunque: questa è una polemica che ciclicamente torna. E’ fisiologico, probabilmente in un blog, che accada. Ma, come al solito, questa polemica fa perdere di vista il pezzo in questione.
E li, detto fra noi, pendo più per Gemma che per l’autore del pezzo.
Ha ragione Biondillo – torniamo al pezzo in questione. Possibile che nessuno – proprio nesuno – ha capito che il pezzo postato qui è un estratto di un libro? La lettera, mandata per conoscenza a un alieno, è scritta da un pazzo, un tipo che ha sbroccato dopo essere stato cassaintegrato da una società chiamata Finplastica. A nessuno è venuto il dubbio che fosse fiction?
Ho risposto esaurientemente sulla questione dei commenti. Non ho altro da aggiungere. Ringrazio Gianni Biondillo.
Sulla serata dedicata a Petrarca, quanto duravano le letture dei miei testi (comprese le brevi frasi introduttive) lo so perfettamente, perché ovviamente le ho misurate a casa, proprio per non eccedere. A questo punto si tratta di credermi o no. Saluti.
A Gemma: lo Xanax? Il meglio sulla piazza, favoloso.
A Johnny:l’avevamo capito che era un pezzo di fiction, dai. Almeno io l’avevo capito, modestamente;-)
be’, qualche genio si è indignato e ha detto “è una fallaci al contrario”. non credo che avesse capito una cippa, caro franz.
Si, certo, caro Johnny. Quel commento “cippologico” me lo devo essere proprio perso. Ciao.
te la sei persa, sì, caro franz. forse non sai che qui c’è gente che dice “Non si scherza con l’infibulazione”. gente che vorrebbe tornare ai tempi in cui in TV non si poteva dire la parola “piedi” ma bisognava dire “estremità”…
Si può dire che fiction o non fiction questo pezzo fa schifo? E che se ogni volta per capire una cosa bisogna avere le spiegazioni forse fa schifo due volte? E che se le spiegazioni sono peggio del pezzo non conviene neppure stare a parlarne? Ripeto: questo pezzo fa schifo esteticamente in qualsiasi forma veniate a menarcelo, è un’accozzaglia di banalità che nessun licenziato dalla finplastica si sognerebbe di scrivere, perché alla finplastica uno così non ce l’hanno mai preso e se ce l’hanno preso hanno capito subito lo sbaglio. Dovete smetterla di tirare tutto a livello zero e poi appellarvi al mondo che fa schifo per dire che avete ragione, se siete delle merde rimanete delle merde, mondo o non mondo, fiction o non fiction, e la merda come mezzo artistico è stata inventata ben prima che saltasse fuori la finplastica e ne abbiamo fin sopra i capelli.
quasi 70 messaggi per una cosa che fa schifo?
Scarpa, sui minuti mi arrendo, avrà ragione lei. Mi sono sembrati almeno il doppio, ma non certo perché mi annoiavo! Ancora complimenti per la serata, e se i minuti erano 4 o 8 cosa c’importa?
Sui commenti mi sembra ancora che manchi qualcosa, ma finiamo senz’altro qui.
Esprimo solo l’auspicio che quella di cancellare non diventi una pratica; si sa, si comincia a fare eccezioni giustificate e si finisce a farne di arbitrarie.
Caro Biondillo, intanto mi dichiaro suo lettore e ammiratore; ho avuto l’impressione di vederla proprio quella sera al castello, ma non ero sicuro che fosse proprio lei… almeno questa curiosità sarà soddisfatta?
Se leggo bene, lei mi chiede di ragguagliarla su quello che è stato “tolto” da Scarpa, ma io non lo so! L’ho scritto fin dalla prima mail, anzi è proprio questo che mi ha indotto a farmi vivo.
Un saluto a tutti, ritorno a “scollinare” sulle mie montagne.
Daniele Viganò, GB Baronchelli.
Le eccezioni, per quanto mi riguarda, sono state e saranno sempre “giustificate”.
Mi permetta di dissentire, con la massima cortesia, da quel suo “si sa” (“si sa, si comincia a fare eccezioni giustificate e si finisce a farne di arbitrarie”), che trovo un pochino fatalistico.
Il commento che ho cancellato, oltre a essere insultante, ledeva la privacy di alcune persone. Ma la ringrazio per il suo contributo, mosso (la cosa non mi sfugge) da un nobile spirito di difesa della libertà di espressione, che sta a cuore a tutti noi.
Le mie precisazioni sul minutaggio sono nate dalla sua (rispettabilissima) impressione che la serata dedicata a Petrarca fosse stata “autocelebrativa”. A me importa poco: pensavo che importasse a lei, visto che il rilievo iniziale è stato suo (è stato lei a introdurre questo argomento della serata Petrarca, a mio parere piuttosto fuori tema in questa discussione). Ho fornito dati che magari possono essere un po’ più oggettivi delle sue (rispettabilissime) impressioni.
E dai, Tiz, ma chi se ne frega del minutaggio, no? ;-) Se durava il doppio io l’avrei apprezzato oltremodo.
Daniele: sono un ciccione con occhiali e riccioli. Quindi facilmente riconoscibile. Sì, ero io, affianco alla mitica Grabrifusk!
Poi: leggete qui: http://www.macchianera.net/archives/2004/10/una_brutta_stor.html
abbracci generali.
Ho letto il pezzo su macchianera, non è un problema da poco ciò che è successo, in fondo con la stessa motivazione è stato oscurato Indymedia, quanto meno il pretesto è stato proprio quello dei commenti. Per quanto riguarda i commenti tolti qui: erano schizzi di fango inutili. Inutili alla critica del post, inutili alla discussione, probabilmente mossi da tensioni pregresse molto personali di cui personalmente non mi frega una cippa. A proposito che sia estratto o meno da un libro a me ‘sto pezzo non è piaciuto e lo ripeto e si avrà pure il diritto di dissentire senza essere insultati?
Saluti a Blondell
gabrifusck
Hai proprio ragione, Gianni: chi se ne frega del minutaggio! Il fatto è che in questo caso ci sono rimasto veramente di sasso. Te lo racconto perché forse può interessare come minuscolo esempio di disparità fra intenzioni ed esiti. Gli organizzatori delle serate-Petrarca ci invitano. Io e Raul montanari ne siamo lusingati. Il cartellone prevede nomi importanti della poesia, anche se noi non lo sappiamo ancora. Il rischio in questi casi è quello di “pestare i piedi da fermo”: tu non ti muovi, non fai nulla di aggressivo, eppure stai perstando i piedi lo stesso a qualcuno, senza saperlo. Perché? perché occupi il suo spazio! (o quello che lui ritiene, magari sacrosantamente, essere il suo spazio). Giustamente alcuni ottimi e bravissimi poeti di Milano e dintorni avranno potuto pensare: “Ma che c’entrano Montanari e Scarpa con questi altri poeti illustri? Perché allora non hanno chiamato me?” In effetti si sarebbero potuti invitare ben altri nomi rispetto a me e Raul. Non lo so, forse gli organizzatori volevano dare alla lista un po’ di varietà, forse lo sanno che Raul e io siamo un po’ istrionici e quando leggiamo in pubblico riusciamo a essere comunicativi, e quindi in quel caso potevamo rendere un buon servizio a Petrarca (che comunque non ha bisogno di noi, chiaro)… Non lo so. Che dovevamo fare? Rifiutare l’invito? Abbiamo partecipato, e ricordo che con Raul ci siamo sentiti alcune volte per concordare le letture petrarchesche (per non leggere doppioni, ovviamente), e anche discutere le scelte dei nostri testi. Gli organizzatori infatti auspicavano anche un “confronto”, un “contrasto” fra i testi petrarcheschi e quelli degli autori invitati. “Non dimentichiamo però che la serata è dedicata a Petrarca”, ci ripetevamo al telefono Raul e io, e, giuro, con un moto di vero affetto verso il grande poeta, e di onore per essere convocati a leggerlo e commentarlo. Da qui le mie prove a casa, il conteggio dei minuti delle letture dei miei testi per non prendermi troppo spazio rispetto a quello dedicato a Petrarca: al punto, in termini di tempo, di riservarmi deliberatamente, e senza alcun rimpianto, un angolino (comunque sempre troppo grande, rispetto a Petrarca, questo è ovvio). Capisci che fa un po’ cadere le braccia poi scoprire che si ha dato l’impressione di essere “autocelebrativi”? Intendiamoci, Baronchelli-Viganò è stato generosissimo nel profondersi anche in complimenti per quella nostra serata, non lo dimentico mica! Ma questa cosa volevo raccontartela, con semplicità, per farti capire quanto è difficile, e delicato, fare qualcosa in pubblico… Per quanto ce la metti tutta per essere corretto, alla fine dài sempre l’impressione di voler rubare la scena, di autocelebrarti. Probabilmente bisognerebbe stare chiusi a casa, non partecipare a nulla… Non lo so. Come si mette il capino fuori, in qualcosa si sbaglia sempre! E’ un epsodio piccolissimo, e non intendo affatto amplificarlo, ma secondo me al suo interno contiene anch’esso un equivoco della nostra società dello spettacolo: anche sulle cose fatte con spirito di servizio grava sempre il sospetto di autopromozione. Fare qualcosa nella cultura e per la cultura viene recepito innanzitutto come una pura occupazione della scena. In quella serata, mi chiedo, ho contribuito un minimo a far amare di più Petrarca? Se mi sono soltanto autocelebrato, in quattro minuti o quattro ore che fossero, ho fallito. Scusa se sono stato prolisso.
Posso dire che anche a me questo pezzo su Bush non è piaciuto per niente?
La sindrome di Scarpa si chiama “lamentosità”. Sta nei dizionari di Psichiatria.
Visto, Gianni?
Ennesima conferma. Non è divertente? :-)
Altro che Battisti! Sei lo scrittore più perseguitato del pianeta!
E allora, caro Tiziano, non si può sempre accontentare tutti… la vostra serata che è stata l’ultima della serie, a me è piaciuta molto perché dopo quella con Fiori e Benedetti, l’approccio al Petrarca così diverso dai precedenti è stato stimolante per una riflessione sulla poesia. Poteva essere evento molto noioso e invece grazie alla voce di poeti e non, così distanti tra loro è stata occasione per ascoltare le molteplici influenze che un poeta “ingombrante” può aver avuto sulle tante possibilità di esplorare l’arte poetica. Così, da spettatrice l’ho vissuta io.
un caro saluto
Un paio di precisazioni davvero veloci, tanto per non sembrare ammutolito o assente del tutto.
1. Nella famigerata serata petrarchesca Tiziano è stato misuratissimo; io sono quello che ha sforato alla grande, a causa della lunghezza (non del numero) dei pezzi che ho letto.
2. Anche a me è parso che Tiz abbia letto cose sue per più di 4 minuti: la prova di lettura a casa dà sempre un esito un pochino diverso da quello che succede su un palco. In ogni caso, se l’osservazione di Viganò fosse legata al rapporto quantitativo lettura di Petrarca / autolettura dell’autore contemporaneo, spetterebbe a me fare ammenda; ma a me non sembra che Viganò dica questo. A parte il grande apprezzamento che esprime e di cui lo ringrazio, secondo me lui dice autocelebrativo dove Tiziano dice istrionico (entrambi gli aggettivi preceduti dalla locuzione avverbiale “un po’”). Insomma, quella sera abbiamo anche messo un po’ di sale nell’interpretazione, come ci era stato espressamente richiesto dagli organizzatori, che non a caso ci hanno affiancati a un musicista contemporaneo e non a suonatori di strumenti d’epoca o simili. Tutto qui. A me sembrava di avere il freno a mano tirato, il limitatore di velocità inserito e il paracadute aperto, ma probabilmente, a una persona adusa agli slogamenti di mascelle che suscitano a volte i reading poetici, quello che Tiziano e io abbiamo fatto, pur con molta moderazione, può avere dato l’impressione che lo stesso Viganò riferisce: nel bene e nel male.
3. Anonimo, per quello che vale la mia parola ti posso dire che l’analisi di Tiziano sul “pestare i piedi da fermo” corrisponde alla realtà. Fra noi e parecchi poeti ufficiali, o laureati o che dir si voglia, si è aperta una specie di guerra unilaterale (fanno tutto loro!) dai tempi del successo di Covers. Avrei parecchi episodi da raccontare al riguardo, ma credo che non gliene freghi nulla a nessuno. Tanto, nonostante boicottaggi al limite del grottesco, Covers, o più esattamente il libro Nelle galassie oggi come oggi, ha venduto circa 4000 copie nella collezione di poesia Einaudi. La cosa non ci ha arricchiti, non ci ha permesso nemmeno di cambiare la marca del caffé o del dentifricio, ma in Italia rimane un exploit paragonabile a venderne 400.000 di un libro di narrativa (e forse sto anche basso, in questa proporzione).
4. A fronte di certe critiche e mugugni, la cosa più buffa è che Tiziano, su NI, è quello che più promuove la poesia: non so se l’avete notato, ma all’incirca un paio di volte al mese pubblica i versi di un poeta, noto o meno noto, Sanguineti o Gaetani o altri. Il testo proposto può naturalmente piacere o non piacere. Ma lui lo fa.
5. Sapete una cosa? A me invece il pezzo che in teoria stiamo commentando m’ha fatto morire dal ridere! Se lo scopo dell’autore non era SOLO quello di fare ridere, allora non lo seguo; se si trattava invece di una deliberata autolimitazione a un pezzo brillante di satira magmatica surreale, be’, mi è piaciuto. Alla fine faremo la conta dei voti.
Grazie delle precisazioni, Raul.
Vi annuncio che nei giorni scorsi ho già richiesto e ricevuto bellissime poesie da Fabrizio Venerandi e Anna Lamberti Bocconi, e fra non molto le metterò su Nazione Indiana.