Le scimmie… (32)
di Dario Voltolini
candidi biancorescenti e salmastri
colonnati che si sgranano in altri colonnati
che sorreggono altri ordini di colonnati e portici e balconi
come i pilastri di cemento che con un certo vanto
osserviamo a certe uscite d’autostrada
appena fatti
magari
così nitidi e precisi
non ancora sgretolati
né corrosi
si è svegliato l’uomo dal quel sogno?
abbiamo abbastanza bisogno di lui
qui adesso
nella penultima stanza che si affaccia al cortile
perché nessuno si ricorda come si fa a dire
al fotografo
come uscire
senza fargli credere che siamo qualcuno
si è aperta una crepa nella cupola maggiore
probabilmente fra poche ore precipiterà
disperdendo tutto il mosaico fra le macerie
e parleranno persino volentieri di restauro
ci vorrebbero corsi di laurea speciali
ma intanto scendono dai monti gli animali da carogna
annusano l’irresistibile richiamo della fognatura
certi crepuscoli durano lungamente
morendo poi come una mente obnubilata
nella fuliggine stratificata della sera
una serata elettrica dall’atmosfera tetra
mostrano minacciosi ciascuno la sua pietra aguzza
sulle viti spruzzano il verderame
e quello si sveglia con una fame da lupo
la scatola sul pavimento
è aperta e vuota
giocano i bambini
nella stanza
onnipotenti
costruttori
la cupola del parlamento
è ardita e grande
chiederò a Bruna
Bruna vuoi fare delle foto?
io ti dico i luoghi e tu ci vai
vedi come li ho scritti
come li ho descritti
e stabilisci il punto del tuo occhio
e decidi tutti i dettagli tecnici
poi riprendi e poi guardiamo
cosa emerge da tutto quanto
tagliato il corpo delle cose dalla lama della lastra della foto
ci sono questi posti
tutti quanti fermi nell’attesa
che qualcosa che passa finalmente faccia stazione
per un attimo
per dare alle alghe il tempo