Le scimmie… (36)
di Dario Voltolini
sì rispondo
faceva freddo nelle capitali
poi allo zoo
abbiamo visto un po’ di bestie
e di uccelli rapaci nutriti
dal personale a botte di conigli
bianchi scaraventati nei gabbioni
l’uccello rapace stava in alto
fermo
sarebbe sceso più tardi
avvicinandosi al coniglio
per smembrarlo e divorarlo
il coniglio già morto
per la fame
non per la gloria
del rapace
i treni si fermavano in stazione
il sole fermo nel cielo
l’aria mattinale un po’ già usata
accartocciata
e fuori i viali lunghi della capitale
e da Gundel
pasticcio di funghi
ripieni di funghi
passa qualcosa
che ricorda esemplarmente
uno scafo che sciaborda
velocemente in mare
la memoria poi non osa
scendere con gli scafandri
nelle faglie sprofondate
dove lei stessa comincia
a germogliare silenziosa
crescendo fra meandri
abbarbicata ai canaloni
fino all’appoggio molle
sulla superficie acquitrinosa
su cui dilaga largamente
come un’alga stagionale
presentandosi alla vista
sostituta di ogni cosa
sganciata giù dal cielo
a perdersi pesante
fischiando veloce
verso un disastroso schianto
la mia immagine riposa
a cento metri dalla quercia
non c’è fumo in aria
cielo celeste ricamato
spampanatissima rosa
tutto il soffio ancestralmente
colpisce ferisce i coppi i muri
nella piana grufolarono i cinghiali
dissodando nottetempo il prato
le canne sono pettinate
ahò, ć’ariochi?