Le scimmie… (40)
di Dario Voltolini
[nessuno mi ha fornito argomenti convincenti per farmi smettere]
con la testa voltata verso il video del computer
il suo nuovo collega era immediatamente scomparso dal suo campo visivo
il suo nuovo collega le era scaduto troppo
non esisteva nemmeno più
si può dire
un vero mentecatto
aveva pensato di lui come ultima cosa
la ragazza di Fukkomukko
a un tratto Milano le apparve
in una diversa colorazione
non c’erano più quelle persone curve
che ciondolavano attorno alla stazione
quei fari gialli sparati sopra i muri
c’erano invece le finestre accuratamente
restaurate con i legni perfetti
perfettamente verniciati
e con i vetri così puliti da stridere
così sgrassati da brillare nella notte
e c’erano i palazzi dall’intonaco rosato
oppure rosso forte
un poco scuro
facciate tirate alla perfezione
solide
ma eleganti
in pace
in quiete
con le figure che si muovono all’interno
oltre una tenda leggera
alla luce delle alogene
ombre milanesi
di persone rientrate a casa
dopo giornate di lavoro importante
professionisti
avvocati
dirigenti
persone colte
vive
positive
laiche
un’ossatura dentro la città
e lei vedeva per la prima volta nelle ombre milanesi
i contorni di una certa autenticità
nei rettangoli spenti e poi accesi
vedeva muoversi nell’intimità
uomini che un tempo lei avrebbe detestato
un tempo durato fino a poco fa
precipitato di colpo nel passato
stupefatta lei si osservava
mentre sembrava osservare la città
e si coglieva in questo nuovo atteggiamento
di ritrovata cortesia
verso una classe di persone
che fino a quel momento con disprezzo
aveva chiamato borghesia
e pensava