ATLANTI INDIANI #02 Terrae Motus [Aquila 2009-2019]
A dieci anni dal terremoto dell’Aquila abbiamo raccolto in questo Atlante gli articoli pubblicati da Nazione Indiana sul tema. Dopo tanto tempo la rabbia e la dignità offesa degli aquilani sono le stesse che nel breve cortometraggio “L’Aquila è nostra” di ⇨ Luca Cococcetta li spingono ad abbattere le transenne della zona rossa e a gridare con sdegno contro gli speculatori che ridevano all’idea dei profitti da ricavare con la ricostruzione, in questo stesso paese corrotto, con gli stessi governi inadempienti che si sono succeduti negli anni.
«Ma in quelle ore di lunedì 6 aprile io ne vedo le rovine e le macerie da spettatore, e a tratti non la riconosco nemmeno come la mia città: la città delle mie lunghe passeggiate, dei dislivelli e dell’eterogeneità spaziale che mi hanno segnato e formato nel profondo.» [16 Maggio 2009]
«“Recupero beni”, si chiama, quando, un po’ umiliata, ti metti in fila aspettando che i pompieri, come si chiamavano una volta, ti accompagnino nelle tue quattro mura trafitte, e speri che ti lascino un po’ di più, un po’ di più dell’altra volta, a strappare ai calcinacci qualche pezzo della tua vita precedente.» [22 Giugno 2009]
«Cosa succede quando persone, le più eterogenee e disparate, da parti diverse del paese, si trovano, si incontrano, dormono con persone sconosciute, maschi e femmine, stanno insieme, lavorano per raggiungere un obiettivo comune e condiviso?» [28 Giugno 2009]
«Noi aquilani siamo stati gl’involontari – e sino ad ora almeno in parte inconsapevoli – protagonisti dell’apicale esplicitarsi della forza, dell’influenza e della capacità di distorsione che i massmedia hanno raggiunto in Italia.» [13 Luglio 2010]
«Era il 28 febbraio 2010, la prima manifestazione delle carriole, un’iniziativa spontanea, fisiologica, con la quale gli aquilani hanno voluto esprimere, in un senso molto materiale, la volontà di riprendere in mano il proprio destino.» [22 Luglio 2010]
«Prevedibile, non è prevedibile mai», così il Sismologo di Fama, il Direttore dell’Istituto deputato ad occuparsi di terremoti e dei movimenti interni del nostro pianeta in generale. Così sì che si sintetizza bene la scienza della sismologia, quella che si vorrebbe invece sentir dire «questa zona è sicura», «quest’altra meno.» [29 Maggio 2012]
«Una giornata a L’Aquila 27 donne raccontano: «Non te ne vorresti andare mai. Anche se devastata, l’Aquila è ancora così bella che amiamo pure le sue cicatrici (Anna Lucia Bonanni)» [22 Aprile 2012]
«Sei anni fa la catastrofe che tutti conosciamo. E la città fu prontamente soccorsa da eserciti nazionali, eserciti di volontari, invasa, quindi. Oltre che le casette rusticane nei paesini, i condomini impersonali delle periferie e agli antichi palazzi che adornavano il suo centro, la sua identità s’è danneggiata, compromessa, s’è persa.» [13 Giugno 2015]
«Si potrebbe cominciare dalla notte. E da una ragazza. Sei anni fa. All’Aquila. Esce dalla Casa dello studente. È aprile. La primavera già lenisce il freddo e il buio dove s’incammina quando le appare “un fenomeno molto strano”, e lo ricorderà, e lo riporterà: verso Coppito affiora la luce intensa di un colore blu, ma una luce “che non viene dall’alto”, come un fulmine che sgorghi dalla terra, rovesciato.» [20 Aprile 2016]
«Per suturare le ferite del territorio il governo italiano deve partire dalla ricerca. Ricostruire per ricostruire, nell’emozione dell’emergenza, senza una visione, una pianificazione che copra l’arco di almeno due generazioni, non serve a niente. Che me ne faccio di un borgo riedificato dov’era e com’era se non so garantire l’economia che lo tiene in vita? » [11 Settembre 2017]
Sonia Ciuffetelli
Sic et simpliciter
Sic et simpliciter. Dicunt. Il nesso stroppio
sguidato franto. Obnubilato. Recessit.
Polveri infisse su sampietrini spaccati.
Di lavori...