Le scimmie… (73)
di Dario Voltolini
alla ricerca del portafoglio che ha slabbrato la fodera interna
e che forse è caduto dentro le falde del cappotto?
filamenti di cervello e di midollo si alzano nell’aria
fanno matasse sopra i tetti
si sfilacciano carnosi e hanno un odore particolare
fresco e arieggiato come il marmo del macellatore
quando passa il suo panno inumidito per staccare i pezzi d’osso
le cartilagini e le giunture sfracellate e spugnose della bestia spaccata
e venduta al dettaglio
incartata
un’ansa di fiumastro sotto la ferrovia
paludosa marcita con canneti e sterpaglia
poi piscine azzurre da fine inverno svuotate poi la ghiaia
fili di nervi puntano al cielo
trasparenti e un poco elastici
si tendono si assottigliano e vanno a pescare ancora più su
ghiaia e detriti e massicciate con uomini che passano
si inerpicano sui dislivelli
fuori dalla rete stradale
visibili solo dai finestrini del treno in corsa
dita lunghissime flessibili che lanciano polpastrelli in verticale
cosa vanno a toccare cosa devono tastare?
pilastri in mezzo alla campagna
muri prefabbricati con finestre ritagliate
cantieri
con sterrate dragate dalle ruote dei mezzi pesanti
macchiate sempre
qualunque sia il tempo
da pozzanghere argillose sparse intorno
prima della posa dell’asfalto che copre come un manto
il suolo industrializzato o anche solo
preparato per attività di magazzino
tipo un corriere espresso
raggiungibile da un’uscita della tangenziale che verso sera
si sgancia sparata sullo sfondo delle montagne ritagliate
con un cielo che va scurendo strato dopo strato stillando come cera calda
azzurrisce e piano piano si sfalda sulle vette disegnate
barbagliando raggi di colore quando l’auto parcheggia nello spiazzo
il corriere espresso è un posto largo e sovralzato con la soletta a filo
dei rimorchi degli autosnodati che trasportano i pacchi e i colli in genere
e c’è sempre una certa animazione sotto la luce artificiale
gente che arriva a ritirare ciò che le spetta e che non ha potuto ritirare
perché assente in quel momento della giornata
quindi si sfoderano avvisi e documenti
e i ragazzi e le ragazze che lavorano al corriere espresso
sono giovani e ancora elastici e vanno e vengono con fogli in mano
con pacchi in mano da consegnare
la cosa più evidente è che ciascuno di loro con la mente è assente
ma con il corpo completamente presente
nel senso che sono persone sveglie e il loro essere lì
impiegati in quel lavoro del corriere espresso
è palesemente solo un momento di passaggio
non avrebbero quella loro elasticità tutta compatta e non dissipata
se si sentissero in trappola
in gabbia per un tempo indeterminato