Per Milan Kundera

di Fernando Arrabal

Quanto a lungo la calunnia si ergerà, incancellabile?

Quanto a lungo le carogne infangheranno delle loro ignominie i solitari?

Quanto a lungo la frontiera tra vita privata e pubblica sarà napalmizzata?

Quanto a lungo i violentatori dell’ indispensabile segreto delle nostre vite si sfameranno nelle latrine della storia?

Quanto a lungo gli sterminatori della sfumatura tra l’ opera e il suo autore continueranno a imperversare?

Quanto a lungo la vittima sarà ricoperta di sputi e inchiodata al palo della gogna?

(traduzione di Francesco Forlani)

Comunicato dal sito di RADIO PRAGA del 15 ottobre 2008:
«Zdenek Pesat, notissimo storico ceco della letteratura, afferma che non è stato Milan Kundera a denunciare Miroslav Dvoracek. Secondo lui è stato un certo Miroslav Dlask, all’epoca studente alla Facoltà di Lettere di Praga, a denunciare il suo compatriota alla polizia comunista. Zdenek Pesat risponde così alle informazioni rese note dall’Istituto per gli studi dei regimi totalitari, e pubblicate qualche giorno fa dal settimanale ceco «Respetkt», secondo le quali sarebbe stato MIlan Kundera a compiere quell’atto. Atto di denuncia che lo stesso Milan Kundera ha fin da subito categoricamente smentito».


immagine di Franz Kafka

How much longer will calumny soar, indelible?

How much longer will carrion crows spew their ignominy onto lone men?

How much longer will the private/public divide be aflame with napalm?

How much longer will the violators of our lives’ indispensable inner sanctum delight in the latrine of History?

How much longer will the exterminators of the nuance between work and author hold sway?

How much longer will the victim be spattered with spit and pilloried?

We are expressing our friendship and keen admiration for Milan Kundera; today, October 16, 2005, in Paris.

_________________________________________________________________________________________

Jusqu’à quand la calomnie se haussera-t-elle, indélébile ?

Jusqu’à quand les charognards éclabousseront-ils de leur propre ignominie les solitaires?

Jusqu’à quand la frontière entre vie privée et domaine public sera-t-elle ‘napalmisée’?

Jusqu’à quand les violeurs de l’indispensable secret de nos vies se rassasieront-ils dans les latrines de l’histoire?

Jusqu’à quand les exterminateurs de la nuance entre l’œuvre et son auteur continueront-ils de sévir?

Jusqu’à quand la victime sera-t-elle couverte de crachats et clouée au pilori ?

Nous exprimons notre amitié et notre vive admiration pour Milan Kundera aujourd’hui, 16 octobre 2008, à Paris.

¿Hasta cuando la calumnia se alzará, indeleble?

¿Hasta cuando los carroñeros salpicarán con su propia ignominia a los solitarios?

¿Hasta cuando la frontera entre vida privada y dominio público será “napalmizada”?

¿Hasta cuando los violadores del indispensable secreto de nuestras vidas se cebarán en las letrinas de la historia?

¿Hasta cuando los exterminadores del matiz entre la obra y su autor continuarán agarrotando?

¿Hasta cuando la víctima será cubierta de escupitajos y clavada en la picota?

Expresamos nuestra amistad y nuestra viva admiración por Milan Kundera hoy, 16 de octubre de 2008, en París.

39 COMMENTS

  1. Nuovo – e sempre desolante – tiro al piccione su uno scrittore non allineato al Pensiero Unico occidentale. Già visto. Vorrei che fosse possibile ignorare queste “clamorose rivelazioni”, lasciarle scorrere via nelle fogne, come meritano.

  2. non so se l’abbia fatto o no.
    e lo trovo del tutto in-influente.
    mi meraviglia la vostra sicurezza.
    il fatto che ci piaccia uno scrittore non significa periò stesso che sia perfetto, che la sua vita non abbia le sue brave contraddizioni, anche gravi.

    «La nostra amicizia si lega nel cielo come un arcobaleno / L’Unione Sovietica e la Cecoslovacchia saranno unite per sempre / La nostra alleanza si staglia come un’alta roccia sopra le onde / I guerrafondai si romperanno la testa contro quella roccia»
    queste sono parole di una canzone scritta da kundera nel 1953.
    credeva nel comunismo, vi aderiva pienamente e se ha denunciato quel tizio l’ha fatto in questo quadro.

    altri esempi?
    gunther grass entrò nel corpo delle SS.
    silone era una spia dei fascisti.
    per dire.

  3. sì,e adesso mi direte che Dario Fo stava nella Repubblica di Salò.ma suvvia…basta con queste notizie scandalistiche…la credibilità di Kundera fa si che queste cose siano solo chiacchiere da bar,e non intaccano minimamente chello che la sua scrittura significa,per molti,credo

  4. Se proprio si vuole confondere l’autore con la persona: per me il ventunenne M.K., comunista, può pure aver commesso ciò che è stato sbandierato da «Respekt»; la mia ammirazione per la sua opera non ne verrebbe minimamente scalfita.

  5. Il quotidiano frou-frou, martedì scorso ha dedicato ampio spazio alla faccenda, intervistando la moglie della vittima, Marketa Dvoracek, lo stesso Kundera e un suo amico, Milan Uhde che afferma: “Questa storia mi ricorda la trama de ‘La vita è altrove’… la storia di un giovane scrittore che proprio in quegli anni diventa delatore. In buona fede, credendo nel socialismo… Eravamo compagni di studi, abitavamo vicinissimi… credevamo nel socialismo, nel dovere etico di denunciare chi minacciava un progetto di giustizia. ‘La vita è altrove’ è un grande ritratto di un delatore, può essere triste rileggerlo oggi alla luce delle accuse… credo che Kundera conoscesse molto bene la storia del delatore di cui narra ne ‘La vita è altrove’. Dubito della credibilità del dossier, ma è possibile che Kundera nel 1950 abbia denunciato una persona che riteneva nemica del socialismo in cui credevamo sinceri. Nei nostri ambienti era usuale segnalare alla polizia casi di sospetti piani di fuga, io forse avrei agito così… Quella che oggi appare delazione allora appariva lotta politica in buona fede…”

  6. «La storia, vecchia di 58 anni, vive ormai di vita propria, ed è esattamente quello che abbiamo voluto», scrive soddisfatta la redazione del settimanale ceco «Respekt».
    I commenti di Tashtego e di Girolamo di Costanzo, per quanto equilibrati, sono esattamente ciò che resterà della campagna denigratoria in grande stile lanciata contro Kundera. Esattamente ciò che hanno voluto coloro che l’hanno lanciata.

  7. Sul mio blog ho recensito l’ultimo romanzo di Martin Walser, che si presta proprio a riflettere sui rapporti fra scrittori e dittature

  8. @max
    non sono stato io a mettere in giro questa storia, max.
    credo che in ogni caso non si dovrebbe frugare nella vita di nessuno.
    se leggi bene, ti accorgi che premetto l’in-influenza di questo tipo di storie sulla mia stima per un artista.
    altra cosa è la verità, quella ha una vita a sé e non mi sentirei di escludere nulla.
    se non riesci a fare questo tipo di distinzioni penso che prima o poi dovrai cominciare a farne, perché la vita è complessa.

  9. quando ieri notte mi è arrivata la poesia di fernando, destinata ai suoi amici, ho sentito dentro di me che andava tradotta subito, a costo di fare l’alba. Il perché è semplice. Nella poesia Fernando non accenna in una sola parola all’innocenza o alla colpevolezza di Kundera. Non c’è un verso che gridi allo scandalo. la certezza di Arrabal, e sicuramente la mia è nel lasciare le opere in pace. Per scrittori come Kundera poi che non va in televisione, non rilascia interviste settimanali, di cui esistono poche fotografie e che si è fatto come pochi portatore sano del diktat di tenersi fuori dallo showbizz della letteratura, questi attacchi sono tanto più infamanti.
    effeffe

  10. La Cecoslovacchia dei tempi faceva parte di un Impero che, per quel che penso io, era del Male. E ne impregnava in misura differente.

    Puo’ anche averlo fatto. Sono più per pensare positivamente (che non l’abbia fatto) ma perchè seguo un’idea romantica di letteratura e di letterato, più che altro.

    Ma il mio sano cinismo mi dice che, se non ci sono delle prove inoppugnabili, il fatto che Kundera sia uno scrittore di grande valore non scagiona preventivamente da nulla.

  11. Tash: Grass entrò nelle Waffen SS a 16 anni. C’è una bella differenza. Quando si parla di destra estrema diventi un Peppone del 2000. E fai di tutta l’erba che ti sei probabilmente fumato da giovane un “fascio”.

    Io ne so qualcosa. (Del tuo modo di pensare.)

  12. caro franz, non ti perdi un’occasione per aggredire.
    non so che abbiate, qui.
    siete in parecchi e non riuscite a mettere insieme un cervello.

  13. La maggior parte delle persone che [non] mi conosce non ci crede.
    Ma io sono un “pacificatore”.
    E, giuro. di avere esercitato questa funzione in situazioni davvero critiche.
    Quando avrò voglia e tempo descriverò la cosa nelle mie memorie da “reduce”.
    Penso davvero che ognuno dovrebbe pensare ai fatti suoi, quando riesce a scontrarsi con chi afferma la stessa cosa.
    Perchè mi approprio della funzionedi arbitro?
    Perchè non me ne frega niente di Kundera. Perchè mi è stato sinceramente antipatico dalle prime dieci pagine della “Leggerezza”, un romanzo, a parer mio, falso e presuntuoso e – per quelli a cui non sono ancora abbastanza antipatico – anche un po’ leccaculo.
    Quindi, non avendone avuto motivi, non mi sono, mai, informato delle sue vicissitudini poltiche. Che magari possono anche essere interessanti.
    [Anche se le vicissitudini politiche più interessanti, oggettivamente, sono quelle che riguardano Benedetto Sedicessimo, ma di queste sembra che non freghi a nessuno].
    Quindi la questione si pone così:
    1. A nessuno – di quelli che si sono espressi qui – il fatto che possa essere stato un delatore, potrebbe far cambiare il giudizio sull’opera.
    Ma mentre lcuni sono sicuri che questo non possa essere avvenuto, altri non ci metterebbero la mano sul fuoco.
    2. Il punto sta tutto qui: alcuni affermano – si dovrebbe pensare che ne abbiano buone ragioni – che l’Istituto per gli Studi dei Regimi Totalitari, e il settimanale ceco «Respetkt», siano covi di provocatori che servono interessi ai quali risulterebbe utile distruggere moralmente Kundera.
    La credibilità di quest’ultimi è messa a confronto con il professor Zdenek Pesat, notissimo storico ceco della letteratura, che afferma il contrario di quello che affermano l’Istituto e il settimanale.
    A chi credere, in base a che cosa?
    Esistono documenti su cui basarsi pr un giudizio su “questo” fatto?
    Semmai ce ne fregasse qualcosa?

  14. Un’ultima cosa [per mettere riparo allo sproloquio, in parte inutile, qui sopra].

    Le cose di cui si può discutere sono due: calunnia e maldicenza.

    La calunnia si basa su cose false. Ed è condannabile sempre.

    La maldicenza si basa su cose vere. Accettata dagli avversari, quasi sempre è condannata da chi è amico della vittima. Ma è chiaro che richiede una sanzione morale diversa dalla prima.

    La prima, la calunnia, è un delitto.
    La seconda, la maldicenza, è un’arma.

  15. @effeeffe. grazie per aver tempestivamente tradotto il testo di Arrabal. Esprime un sentimento che in molti sentono,magari senza poterlo rappresentare. Come tu dici, dovrebbe essere un imperativo “lasciare le opere in pace”, come pure,Lasciare l’autore in pace. Sempre più difficile in un’età di sensazionalismo, di informazione scandalistica, di sollecitazioni del voyeurismo e delle prouderies da grado zero.

    @ Franz Krauspenhaar: premesso,anche se può apparire come una argomentazione blanda, che Z. Pesat, uno con un nome di indiscutibile origine ebraica, (quindi,in questo caso,più credibile di altre fonti,per il fatto che difficilmente difenderebbe i ‘suoi’ carnefici)si è affrettato a fornire prove certe che scagionano Kundera.
    Parli di Impero del Male (stendo un velo sull’uso delle maiuscole),lasciando intendere che per te ce ne sia uno del Bene…l’Occidente?la Nato?…comunque,fai paura, ricordi certe argomentazioni a stelle e strisce che hanno portato alla Guerra del Golfo,e all’Iraq…
    Anche tu,citando Grass,non ti sottrai a questo cattivo gusto dilagante di straparlare del passato (degli altri),cosa che da uno scrittore proprio non mi aspetterei.
    Dici di avere “una idea romantica di letteratura e di letterato”, ed “un sano cinismo”:complimenti,riesci con facili paradossi a vendere il tuo …fumo :-)
    la questione non è “fare di tutta l’erba un ..fascio”(posso condividere questo tuo fastidio),quanto,piuttosto, fare di tutti i nomi noti,un grande sterminato gossip. Ti saluto,tuo lettore e (non ti sembrerà da quanto ti scrivo)tuo estimatore.

  16. Posto che sono convinto dell’«innocenza» di Kundera (ma che tristezza doversi esprimere in merito) penso che denigrare un uomo – non uno scrittore, un uomo – di quasi ottant’anni accusandolo di un misfatto che avrebbe compiuto a ventuno, che sia vero o no, non è altro che una clamorosa dimostrazione di ignoranza, la rimozione cinica e ipocrita dell’imperfezione umana, dunque la negazione dell’umano in quanto tale.
    Perché tocca essere lapalissiani?
    Voglio dire, Kundera e Grass a parte: chiunque, da adolescente o da molto giovane, agitato da passioni di qualsivoglia tipo, può commettere azioni sbagliate – errori! Avete mai conosciuto un uomo che non abbia mai commesso, in giovinezza, un solo errore?
    (Vorrei perfino dire che la giovinezza e l’errore, o l’errare, sono una cosa sola, ma lasciamo perdere.)

  17. Primo, non ho voluto commentare. Ho scoperto la notizia, ascoltando la radio e ho sentito un sentimento di delusione. Amo i testi di Milan Kundera: Risibles amours ( il mio preferito), amo la sua manera di giocare con la realtà, di riflettere sul linguaggio, di evocare il viconlo erotico ( mi rammento brani stupendi sulle donne). Una musica stana nell’acuto, nel volo leggero della nota: uno spartito che fa sentire nel brusio dei cuori il sentimento di colpevolezza, di malinteso.
    Poi, ho letto la magnifica traduzione di effeffe, ho ammirato i designi di Franz Kafka. La letteratura slava è una delle più belle nel mondo.

    Non mi importa di sapere se Milan Kundera ha tradito un amico o no?
    Ciascuno porta in se il suo segreto maledotto.

  18. Il mio ragionamento in questi casi è il seguente.
    1) Possiedo elementi per decidere sulla verità o meno di quanto si afferma?
    2) L’opera dell’artista ci fornisce un fondato motivo, al di là degli elementi concreti, per escludere a priori l’eventualità che si tratti di verità?
    3) Il nuovo dato biografico ha influenza sul giudizio estetico che emetto sull’opera?
    In questo caso le risposte sono tre no.
    E non mi sento di fare di un mischio tra dato biografico e qualità dell’opera, sostenendo che a me non è mai piasciuto e quindi po’ esse benissimo che sia una spia.
    Semplicemente dico che non so, che i libri sono i libri e la vita la vita.
    È come se rifiutassi di credere alla colpevolezza di Caravaggio semplicemente perché trovo stupefacente la sua opera.
    Mi viene in mente Bruno Zevi, che sosteneva non essere Giuseppe Terragni un fascista assatanato (come era), perché il fatto era non conciliabile col suo essere un grande, meraviglioso architetto.

  19. Ma caro Manuel, ti prego di rileggere con maggiore rilassatezza il mio intervento. Figurati se io credo nell’impero del Bene!

    Il discorso sarebbe lungo, non voglio tediarti con cose molto probabilmente scontate. Se ci sono le prove, sono contento per Kundera, che ammiro. Il mio discorso era in linea con quello di Tashtego (a meno che il nostro unico cervello pensante – e prciò spesso travisato dai comuni mortali – facesse dell’ironia.)

    In quanto a te Tash, se c’è uno che aggredisce, spesso subdolamente, sei tu. E lo sai benissimo. Rimetti assieme i cocci al titanio del TUO cervello, mettiti d’accordo con te stesso, eventualmente evita di crederti un superdotato intellettuale, per il bene tuo e di chi (sigh) ti legge: non lo sei.

  20. Harzie: appunto. Se ha commesso un errore in gioventù, in quel mondo, in quel clima, si puo’ pure capire, dopo tutti questi anni.

    Ma qui è pieno di “indignati speciali”.

  21. cari Stefano e Verò ripensavo qualche giorno fa a come non esista nulla di più ingiusto e terribile che il perdono senza colpa. Nulla sembra più terribile per un uomo di subire un’ingiuria, la calunnia ma peggio è non essere creduto da chi ti ama e che ti dice di “continuare ad amarti” senza tuttavia rimuovere il dubbio slla ta innocenza. Io non credo che i fatti, le prove, valgano più della parola data. Il rispetto della parola data vale più di mille promesse. E perdoni.
    effeffe

  22. Hai ragione, Effeffe, non essere creduto da chi ti ama è doloroso. Ma non lo è meno il mancato rispetto, da parte di chi ti ama, della tua zona segreta. Qualunque cosa custodisca.

  23. Carissimo effeffe,

    Trovi sempre le parole che fanno riflettere, meglio vanno nel cuore: fanno una piccola rivoluzione. Non avevo pensato a questo lato della questione. Cio che tu dici è vero.
    Per la mia parte, credo sempre le parole delle persone che amo. Se ho un dubbio, guardo negli occhi e vedo benissimo la verità o no.
    Ho fiducia nei miei amici, nella mia famiglia, e anche negli alunni.

    Bella la tua risposta effeffe ;-) Je ne me rappelle plus le code informatique pour le sourire

    In realtà, non diro mai un segreto che qualcuno mi ha confidato.

  24. E diciamocelo pure FK: che due pallette tutti questi buonisti, politically correct, etically esponents della decenza telematica, delle indignazioni al caldo della camerella con la cuppa di cioccolata al fianco… Candy Candy non potrebbe far di meglio. Ripeschiamo allora il Luzone zolfataro -per questo e altri post in pagina toda- dalla raccolta chiamata, non a caso, Al fuoco della controversia… corvi come il qui presente compresi.

    “Muore ignominiosamente la repubblica.
    Ignominiosamente la spiano
    i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
    Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
    Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
    si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
    Tutto accade ignominiosamente, tutto
    meno la morte medesima – cerco di farmi intendere
    dinanzi a non so che tribunale
    di che sognata equità. E l’udienza è tolta.”

  25. Tashtego afferma, rivolgendosi direttamente a me: «Altra cosa è la verità, quella ha una vita a sé e non mi sentirei di escludere nulla. Se non riesci a fare questo tipo di distinzioni penso che prima o poi dovrai cominciare a farne, perché la vita è complessa».

    a) Non ho toccato il problema tra la verità biografica e la verità dell’opera.
    b) Il problema concerne solo la verità biografica. E le ragioni, qualora si appurasse del tutto che Kundera non ha mai denunciato nessuno, per le quali alcuni suoi compatrioti hanno dato inizio all'”affaire” in modi così eclatanti (un dettaglio: il numero della rivista “Respekt” con la presunta accusa di delazione di Kundera, si sta distribuendo gratis da giorni all’ingresso dell’Università Carlo di Praga)
    c) Mediterò con gli altri 17 componenti di nazioneindiana, a sentire Tashtego non in grado tutti insieme di dare vita alle cellule di un solo cervello, sulla complessità della vita…
    Riporto (dopo averla tradotta) la dichiarazione di Pesac sul caso:

    «Quando ho letto, in “Lidove Noviny” di martedì, il presunto caso intorno a Milan Kundera e visti i nomi di Miroslav Dlask e la foto d’Iva Militka, mi sono ricordato con precisione di quella storia avvenuta nella primavera del 1950. Ero allora al terzo anno di corso della Facoltà di Filosofia all’Università Carlo di Praga. Miroslav Dlask si è rivolto a me dicendomi che la sua amica (e futura moglie) Iva aveva incontrato il suo vecchio amico Dvoracek che sapeva essere passato all’Ovest e che era rientrato in patria illegalmente. Dlask mi ha detto di aver informato la polizia. Si è sentito inoltre obbligato di informare l’organizzazione del Partito. Avendo entrambi studiato Estetica e conoscendomi meglio di tutti gli altri membri del Comitato, mi ha parlato della vicenda. Ho supposto che Dlask volesse proteggere la sua amica da un’inevitabile persecuzione nel caso in cui i suoi rapporti con un emigrato – ovvero un provocatore e agente della polizia segreta ceca – fossero stati scoperti. Non ho avuto particolari reazioni alla sua informazione e non l’ho più incontrato dopo la fine degli studi.
    Sono gravemente e irrimediabilmente malato, ridotto a vivere grazie a un respiratore artificiale. Non sono quindi in grado di uscire di casa e sono costretto a rifiutare ogni tipo di contatto.
    Ieri, dopo aver letto il giornale, ne ho parlato con mia moglie, e abbiamo deciso di scrivere tutto quello che sapevo. Cosa che ho fatto».

    Praga 15 ottobre 2008.

    PhDr Zdenek Pesat DrSc
    Storico della Letteratura

  26. @ GiusCo : un uso così maldestro e fuori luogo di un testo di Mario Luzi,non è cosa politicamente scorretta, non è neppure una boutade,né una povera provocazione, non è niente,e meno di niente.Non sei migliore di certe figurine del parlamento che lo deridevano :”Non so quali poesie scriva (Luzi),dice solo sciocchezze.Era meglio, come dice Fiorello, nominare senatore a vita Mike Bongiorno”.( testuali parole dell’on. Gasparri,allora Ministro delle comunicazioni, ‘Il corriere della sera’,28.novembre,2004),goditi la bella compagnia.

  27. english.respekt.cz/Milan-Kunderas-denunciation-2742.html

    questo è l’articolo completo.

    la domanda che mi pongo è:
    quanto malvagio fu il comunismo reale?
    e poi:
    quanto fragile è la natura umana?

    mi piacerebbe rispondesse Kundera, ma mi basterebbe Forlani.

    Sergj

  28. Rizzante riporta una notizia da Die Welt, ma solo parzialmente. Correttezza vorrebbe che trraducesse ai lettori tutto l’articolo (che non è lungo).

    Der mittlerweile greise und schwer kranke Literaturhistoriker Zdenek Pesat erklärte, dass nicht Kundera, sondern ein anderer Mitstudent den seinerzeitigen West-Agenten Miroslav Dvoracek verraten habe. Es soll sich Pesat zufolge um Miroslav Dlask handeln. Dlask war damals mit der Dvoracek-Bekannten Iva Militka befreundet, die er später auch heiratete. Militka hatte zufällig den auf einer Erkundungsreise in Prag befindlichen Agenten Dvoracek getroffen und ihm die Übernachtung im Studenteninternat angeboten. Militka kannte Dvoracek von früher. Angeblich um seine Freundin Militka vor drohenden Repressalien des Regimes zu schützen, habe sich Dlask sowohl an die Polizei als auch an die kommunistische Parteizelle der Hochschule gewandt und dabei den Aufenthaltsort Dvoraceks angegeben, erklärte der Literaturhistoriker Pesat. In der Folge sei der Agent im Internat festgenommen und später zu einer langen Haftstrafe verurteilt worden. Dlask, so Pesat, habe ihm den Verrat bei der Polizei selbst anvertraut. An ihn habe sich Dlask gewandt, so der Literaturhistoriker weiter, weil er zu den Aktivisten der Partei gehört habe. Wie Pesat betonte, habe er seinerzeit die Sache aber für sich behalten und nicht weiter gemeldet. Der Name Kundera sei bei der Offenbarung Dlasks nicht gefallen, erklärte Pesat. Die Aussage Pesats ist Wasser auf die Mühlen derer, die sich in Prag seit Bekanntwerden der Affäre um die Verteidigung Kunderas bemühen und die Untersuchungsbehörde Ustr unsauberer Methoden anklagen. Die Ustr bleibt jedoch bei ihrer Darstellung, wonach Kundera Verrat begangen habe. Dies würden sowohl Zeugenaussagen als auch die vorliegende Akte der Polizei belegen, die Kunderas Aussage gegen den Agenten Dvoracek enthält. Das Dokument der Polizei sei über jeden Zweifel erhaben, auch wenn es nicht von Kundera selbst unterschrieben worden sei. Die Echtheit des Dokuments mit der denunzierenden Aussage Kunderas ist mittlerweile auch vom Archiv der Sicherheitskräfte bestätigt worden. Dieses Archiv bewahrt die Dokumente des Innen-, Justiz- und Verteidigungsministeriums sowie des kommunistischen Staatssicherheitsdienstes auf. Der jetzt von Pesat ins Gerede gebrachte Dlask kann sich nicht mehr wehren; er ist bereits verstorben. Seine Witwe, die damalige Studentin Iva Militka, auf deren Zeugenaussage die ganze Sache erst ins Rollen gekommen war, bleibt bei ihrer Darstellung, dass Dlask Kundera eingeweiht habe, dass sich Dvoracek in Prag aufhalte. Das Ustr verwahrte sich indessen auch gegen den Vorwurf, gezielt nach Belastungsmaterialien gegen heute 79-jährigen Kundera gesucht zu haben. Man sei durch Zufall auf den Aktenvermerk gestoßen. Auch für Dvoracek war zunächst die Todesstrafe beantragt worden. Schließlich wurde der damals 21-Jährige zu 22 Jahren schweren Kerkers verurteilt; nach 14 Jahren Zwangsarbeit in einem Uranbergwerk kam er letztlich frei. Dvoracek lebt heute in Schweden, wo er an den Folgen eines schweren Schlaganfalls leidet. Erst im Zuge der Aufarbeitung des Falles Dvoracek, so das Ustr, sei man auf den Namen Kundera gestoßen.

  29. Come chiunque può constatare la mia fonte non è l’articolo in tedesco.
    E con questa precisazione passo e chiudo.

  30. Segj potrrebbe tradurlo lui, no?
    ma il professore, che per discolpare uno incolpa l’altro…
    non c’è più religione

  31. a mio modestissimo parere credo che milan kundera ti risponderà (un po’ a tutti) nelle prossime settimane. Volevo invece condividere con voi una cosa. A me la vicenda ha fatto pensare a quell’altro coup monté mediatico su cui si riversarono tutti i più mediocri cronisti a proposito dell’attività di George Orwell come spia dei servizi inglesi. A tale proposito citerei l’eccellente pubblicazione GANDINI, Jean-Jacques. “Orwell devant ses calomniateurs” (anche la casa editrice, Editions Ivréa-Encyclopédie des nuisances, 1997. è super interessante) http://raforum.info/article.php3?id_article=2030

    Gandini termina la sua scheda con la seguente citazione orwelliana:

    Le plus effrayant dans le totalitarisme n’est pas qu’il commette des ” atrocités ” mais qu’il détruise la notion même de réalité objective ; il prétend contrôler le passé aussi bien que l’avenir. ” (Orwell, ” Tribune “, 4 février 1944).
    réalité objective capite?
    effeffe

  32. Nonostante l’evidente “calunnia” della notizia, e la sua smentita, quante persone si ricorderanno dell’innocenza di Orwell?
    effeffe

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