Segni meno

testi di Marco Giovenale e foto di Francesca Vitale

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Il tempo divora voce
ventre piegato che sembra un sacco
uno ne è stato un canto cenere
adesso avrà bisogno
di parlare nel pallore
degli argini. Sole uscito male
– li scalda, lecca

i battelli i barconi lance
ai margini mangiati
molli dove il fiume ruota pasta morsa
falda, la marcita le foglie nere
– cere perse.

Bruciata, Cerere

*

Sente di dover fare corpo tra il luogo – lo spazio breve – e il fatto che non abbia senso restarci.

Gli mette tristezza quell’abbandono, quella nicchia, il giro mal completato delle scale, il fosforo di chiocciole intorno, pezzi di rami, dell’anno prima, o parecchie ore. E si decide.

Decide: si sposta. Non può vivere sempre lì. Non può passarci tutto quel tempo. Nemmeno è vicino casa; lo osservano, lo additano.

Anzi: non può neanche dire che ci vivrebbe sempre; è vero perfino il contrario, è a disagio; però gli accade di desiderare sempre di dire (o sentire che) «qui potrei viverci sempre».

Non si può lasciare, è un posto abbandonato

*

Alla foce del Tevere trovata per caso, o Passo della Sentinella o Fiumara Grande, l’acqua a riscontro pensa bene di lasciare alle rocce quadre – che fanno bastione – fili di rame, anagrammi conclusi in vetro, plastica.

Che non finiranno su mobili a fare gli ilari lari di borgo.

Gli argani per la pesca delle baracche ruggine-stecchi regnano su una stanza chiesa vuota, la croce è anodizzati neri, giù due righe di terra sul verde segnano dove si fermano le macchine da smontare

(da Il segno meno , Manni, 2003)

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.