Le scimmie… (80)

di Dario Voltolini

non c’è un quadro definitivo
nemmeno uno schema comprendente
che si liberi vasto e comodo
come un asettico recipiente
non si può dire che tutto il mescolarsi resta però dentro
quel catino immodificato
perché il catino stesso entra nella ridda delle mescolanze
e nessuna vasca le contiene
perché ogni vasca ne discende
come tutto il resto
e però non c’è nemmeno questa totale rimescolanza
come se bastasse
non basta
non basta mai niente non ce n’è mai a sufficienza
è tutto più grande
è tutto meno grande
dotato di machete ti sbracci
oppure con pazienza ti liberi dai lacci
un nodo dopo l’altro
tu sei calmo e il resto urla
tu gridi senza fiato
e tutto dorme
se incontri il simile per strada
potrebbe darsi che tu lo riconosca
e poi lo perda
dal bancone del mercato un mezzo corpo ti fissa esterrefatto
di pesce spada
senza la parte posteriore
già venduta
il cielo mette fiori di stelle sul ventre dell’aurora
il sole sparge specchi sulle vie che portano all’aurora
la rugiada è l’unico bagaglio del viaggiatore che parte all’alba
adesso è l’ora di mezzogiorno
l’ora dell’ombra scialba sul muro screpolato
adesso è piena notte è passata l’una
l’ora dell’ombra piena sui balconi e sulle terrazze
passa qualche moto aggirando le piazze in senso orario
il rombo si disfa lontano inghiottito dal sole
di mezzogiorno e dalla notte senza luna
che pende sull’isola in mezzo al lago
come un’insegna di stucco impolverata
ridipinta laccata
con una serqua di storie assurde istoriata
caccia al cervo vergini nel bosco donne al bagno
fonte dell’eterna giovinezza
lepri e pernici
fagiani e carri trainati da bestie inesistenti
speroni di roccia all’ansa dei fiumi
lembi estremi di foresta e in fondo
oltre i campi
i pontili del porto con le navi ormeggiate
commerci per vie d’acqua e presidi militari
l’organizzazione araldica pendente sulla baia
mescolanza di alghe
correnti acquatiche si infilano fra le rocce

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