Vola!
Livres aspirés par le ciel, di Esther Shavev-Gerz
Dell’artista segnalo anche quest’altra opera con una nota di un filosofo,Jacques Rancière, che è una vera voce per l’epoca infame che viviamo. La traduzione è mia. Cioè di tutti.
le 25 août 2006 au Mémorial de Buchenwald
(Weimar / Allemagne)
Il 25 agosto al Memoriale di Buchenwald
Certains souhaitent que l’art inscrive sous une forme indélébile la mémoire des horreurs du siècle. D’autres veulent qu’il aide les hommes d’aujourd’hui à se comprendre dans la diversité de leurs cultures. D’autres encore nous expliquent que l’art aujourd’hui produit – ou doit produire- non plus des oeuvres pour des amateurs mais des nouvelles formes de relations sociales pour tous.
Certi preferiscono che l’arte inscriva in modo indelebile la memoria degli orrori del secolo. Altri vogliono che aiuti gli uomini d’oggi a capirsi nella diversità delle loro culture. Altri ancora ci spiegano che l’arte oggi produce- o deve produrre- non più opere per cultori ma nuove forme di relazioni sociali per tutti.
Mais l’art ne travaille pas pour rendre les contemporains responsables à l’égard du passé ou pour construire des rapports meilleurs entre les différentes communautés. Il est un exercice de cette responsabilité ou de cette construction. Il l’est dans la mesure où il prend dans son égalité propre les diverses sortes d’arts qui produisent des objets et des images, de la résistance et de la mémoire.
Ma l’arte non lavora per rendere i contemporanei responsabili nei confronti del passato o per costruire dei rapporti migliori tra le diverse comunità. E’ un esercizio di tale responsabilità o costruzione. Lo è nella misura in cui prende nella sua più autentica uguaglianza i diversi tipi d’arte che producono oggetti e immagini, della resitenza e della memoria.
Il ne se dissout pas en relations sociales. Il construit des formes effectives de communauté : des communautés entre objets et images, entre images et voix,entre visages et paroles qui tissent des rapports entre des passés et un présent, entre des espaces lointains et un lieu d’exposition .
Non si dissolve in relazioni sociali. Costruisce delle forme effettive di comunità: comunità tra oggetti e immagini, tra immagini e voci, tra volti e parole che tessono delle relazioni tra passati e un presente, tra spazi lontani e un luogo di esposizione.
Ces communautés n’assemblent qu’au prix de séparer, ne rapprochent qu’au prix de créer de la distance. Mais séparer, créer de la distance, c’est aussi mettre les mots, les images et les choses dans une communauté plus large des actes de pensée et de création, de parole et d’écoute qui s’appellent et se répondent. Ce n’est pas développer des bons sentiments chez les spectateurs, c’est les convier à entrer dans le processus continué de création de ces communautés sensibles. Ce n’est pas proclamer que tous sont artistes. C’est dire que toujours l’art vit de l’art qu’il transforme et de celui qu’il suscite à son tour.
Tali comunità non riuniscono che a costo di separare, non avvicinano che a costo di creare distanza. ma separare, creare distanza è anche mettere le parole, le immagini e le cose in una comunità più larga di atti di pensiero e di creazione, di parola e di ascolto che si chiamano e si rispondono. Non è sviluppare buoni sentimenti presso gli spettatori, è invitarli ad entrare nel processo continuo di creazione di tali comunità sensibili. Non è proclamare che tutti sono artisti. E’ dire che l’arte vive sempre dell’arte che trasforma e di quel che suscita a sua volta.
Jacques Rancière sur le travail d’Esther Shavev-Gerz dans le catalogue de MenschenDinge/ The human aspect of objects
L’atto di volare, di fare incontrare la sostanza magica del libro con l’aspirazione blu del cielo. Amo che la memoria del gesto artistico viaggia tra la terra, il corpo e l’anima, la voglia di attraversare il mondo.
Quando tu leggi, il volto si china verso la tierra, ma l’ombra dell’anima va altrove, alla frontiera del vento” tra immagini e voci, tra volti e parole che tessono delle relazioni tra passati e un presente, tra spazi lontani e un luogo d’esposizione.”
Jacques Rancière, militante e filosofo, ha elaborato una delle “estetiche” più feconde e originali oggi in circolazione. Altamente consigliato. (Ma pochissimo /o niente?/ tradotto.
trés interessante
sarebbe utile poterne leggere di piú