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Terra! Grande, piccola editoria

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Sulla scia di quanto cominciato qui,ho chiesto allo scrittore Angelo Petrella di parlarci di un esperimento editoriale in atto, a Napoli, anzi a Est della città.
AD EST DELL’EQUATORE: UNA NUOVA CASA EDITRICE (A NAPOLI)
di
Angelo Petrella

In un mercato come quello napoletano, dove regnano incontrastati i famigerati editori “a pagamento”, il progetto di una piccola casa editrice può apparire davvero ambizioso. Soprattutto se a realizzarlo sono due fratelli poco più che ventenni. Ciro e Marco Marino hanno infatti da poco aperto una casa editrice a Ponticelli, nel cuore della Napoli “sporca”, in un ex laboratorio tipografico nel retro di una sartoria.

Dalla passione per i libri mista a un pizzico di sfrenata incoscienza giovanile nasce Ad est dell’equatore, con un progetto ben preciso: scommettere sulla scrittura, scovare esordienti e sondare nuovi linguaggi al passo con i mutamenti della realtà. Retribuendo ogni autore del giusto, ovviamente. Abbiamo incontrato i due giovani editori assieme a Massimo Smith, il loro editor. E la prima inevitabile domanda non può che essere quella a proposito dell’editoria napoletana.
«Parlare di editoria “a pagamento” è una contraddizione in termini: l’editore dovrebbe essere un imprenditore culturale che affronta il rischio d’impresa proponendo prodotti in cui crede. Va da sé che, nel momento in cui si verifica l’anomalia di identificare l’acquirente del libro con lo scrittore che finanzia la pubblicazione, non esiste rischio d’impresa, non esiste l’imprenditore e non esiste la casa editrice. Tutto si risolve in una triste farsa che vede la maggior parte dei libri stivati in una cantina, un piccolo numero di copie a impolverarsi sugli scaffali di qualche libreria cittadina, l’editore a intascare l’assegno e lo scrittore a far la figura del pavone tra amici e parenti. Napoli, se può essere classificata come realtà economicamente depressa, è addirittura disperante quando la si valuta in termini di proposte editoriali: ma attenzione, le penne valide non mancano, infatti le case editrici nazionali ne fanno incetta».
Il problema è appunto questo: come fa un autore napoletano – e magari giovane – ad esordire, ad emergere.
«È spesso impossibile. L’assenza di una casa editrice di riferimento a livello nazionale, genera la fuga di scrittori e di buoni libri verso il centro-nord. Bisogna comunque riconoscere che l’esiguità del numero di lettori nell’area meridionale lascia ben pochi margini di guadagno all’imprenditore-editore che voglia operare restando indipendente e seguendo tutte le regole del mercato. Questa situazione, inoltre, rende ardua l’impresa di coagulare sul territorio una new-wave letteraria che s’imponga come fucina di talenti, di pensiero e di opportunità imprenditoriali. Per quel che riguarda l’attenzione delle Istituzioni, poi, appare più dignitoso stendere il classico velo pietoso…»
È questo il motivo principale che ha sollecitato la nascita di Ad est dell’equatore?
«Sì, è stato questo, assieme alla passione di un gruppo di talenti in forte ascesa nel panorama narrativo napoletano e nazionale. In altre parole, amici e non ci hanno dato una mano nel ricercare nuove voci, nell’offrire contributi, nel presentarsi alla città come possibile punto di riferimento: e non possiamo non ringraziare Maurizio de Giovanni, Peppe Lanzetta, Davide Morganti, Alessandra Amitrano, Andrea Santojanni, Riccardo Brun… La casa editrice vuole fermamente identificarsi come risposta alle istanze del panorama culturale della città che chiede, da tanto tempo, che un nucleo di coraggiosi rompa – anche e soprattutto a proprio rischio e pericolo – il muro di provincialismo e di minimalismo imprenditoriale che affligge gli editori meridionali e il pubblico dei lettori».
Qual è la linea editoriale di Ad est dell’equatore?
«Per ora la collana attiva è quella de “I Virus”. E vogliamo scritti taglienti, legati ai tempi e alle nuove voci: libri scritti da vere e proprie sentinelle della contemporaneità. Siamo interessati a un tipo di narrativa pop o, se vogliamo, attenta sia alla realtà cruda metropolitana che al silenzio della provincia borghese. La nostra prima pubblicazione, l’antologia sui sette peccati capitali Tutta colpa di dio, nasce con questo scopo: sventagliare un panorama di stili e approcci narrativi differenti, di autori esordienti e non, che sappia raccontare Napoli e i suoi vizi in chiave diversa».
In questo senso cosa ne pensate dell’attuale produzione letteraria napoletana? La collana “I Virus” nasce per sopperire a qualche mancanza?
«Di scrittori validi nati all’ombra del Vesuvio ce ne sono e… migrano per altri più confortevoli lidi. “I Virus” nasce per dare un’opportunità a chi, dotato di talento e idee, stia cercando di farsi leggere da un qualche editore che, una volta tanto, voglia rendergli la dignità che merita: scrivi bene, hai cose da dire, quindi meriti di esser letto e di guadagnare dal tuo lavoro. Un esempio ne è il romanzo Airbag di Gianni Solla, che è da pochi giorni in distribuzione: con uno slang disturbante e personalissimo, il protagonista del romanzo è ossessionato dalle conversazioni telefoniche dei suoi vicini, che riesce ad intercettare dal suo televisore grazie a un guasto al ripetitore della Telecom. Solla lo abbiamo conosciuto tramite internet: è uno dei blogger più “cliccati” della rete e già autore – in antologie – per Mondadori e altre case editrici. Airbag è già stato presentato con successo a Galassia Gutenberg ed è atteso dai lettori che conoscono Gianni e che stanno imparando a fidarsi della nostra linea editoriale, quindi abbiamo buone prospettive di diffusione e di mercato».
Torniamo per un attimo agli scrittori in cerca di editore. Qual è il ritratto dello “scrittore medio” che vi invia manoscritti?
«Sono giovani tra i venti e i trent’anni, con punte verso i trentacinque. I dattiloscritti arrivano da tutte le parti d’Italia, e ne siamo davvero felici: significa che la nostra proposta, seppur piccola e giovanissima, funziona. Molti degli autori – al di là della qualità dei manoscritti – ci sembrano comunque persone ben calate nella realtà quotidiana, che hanno colto la nostra linea editoriale. La cosa assurda è che, quando esisteva solo un indirizzo e-mail e non avevamo nemmeno la sede o il numero telefono della casa editrice, già gli scaffali delle nostre librerie di casa si riempivano di manoscritti inviati in lettura…»
Quali sono le prossime uscite previste?
«A giugno pubblicheremo Inferno dell’eclettico e straordinario Gianfranco Marziano, una salace, sfrenata e comicissima cavalcata attraverso il bestiario umano che riempie le nostre città oggi. Una folla di sfaccendati, debosciati, sedicenti artisti e veri cafoni che si muove in un universo rabelaisiano. L’autore è tra l’altro l’artista undeground più stimato da scrittori del calibro di Diego De Silva e Antonio Pascale. Ma altri tre titoli sono previsti entro la fine del 2008. Cito solo il romanzo Milingo contro tutti di Filippo Anniballi, uno scrittore romano bilingue che si è sempre occupato di traduzioni dall’inglese, e che ha ambientato il romanzo tra i rave della periferia della capitale e gli squat londinesi. Il linguaggio adoperato da Anniballi è qualcosa di caustico, comico e irriverente. E la trama riesce sempre a scioccarti.
E per finire, lanciamo un appello agli scrittori esordienti. Come fare per contattarvi?
Semplicissimo. Basta dare un’occhiata al nostro sito per trovare tutte le informazioni: www.adestdellequatore.com».

9 COMMENTS

  1. Auguri per questa casa editrice originale e coraggiosa.
    L’intervista è interessante, mostra che la pubblicazione puo conoscere altri sentieri. Trovo molto bello che la casa editrice abbia trovato il suo nido nella Napoli “sporca”: è una bell’esperanza. Dove si trovano i libri, l’esperanza nasce.

    Complimenti

  2. Coraggiosa, ambiziosa e interessante. Vado a leggervi online. E in bocca al lupo da Roma,i. (saluti&baci a effeffe)

  3. Visto che Vibrisselibri non pubblica autori che siano membri dell’associazione stessa, quasi quasi guardo a est dell’equatore per un eventuale cofanetto con la mia OPERA OMNIA:- )

  4. E’ un po’ quello che in Un posto al sole tentiamo di fare in campo musicale con la Star Box.

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017