libertAria al Leoncavallo
Sabato 24, alle 23,30, al Leoncavallo di Milano. Sarà davvero il concerto d’esordio di libertAria, in cui presenteremo molte canzoni che saranno parte del cd a venire – cd che stiamo inziando a registrare e che sarà fuori per giugno.
Un concerto che è anche il percorso cantato tra “Corpi”: una moltitudine di corpi esposti. (Di seguito la scaletta commentata).
Il concerto si svolge all’interno dell’iniziativa “Suoni della memoria 2009”, dove la Memoria della Shoah si interseca alle mille altre memorie “da fare” (a cominciare da quella di Fausto e Iaio). A precedere il concerto, Bebo Storti con degli estratti da “Mai morti” e una reading di testi di Boris Vian; Andrea Labanca con Paolo Ciarchi e Guido “La memoria dei pesci” Baldoni; e Ulderico Pesce con “FIATo sul collo: i ventun giorni di lotta degli operai della Fiat di Melfi”.
Non mancate!
Salud y libertad!
Marco
Il dio dei denari (in margine a Lavorare uccide: i corpi ridotti a ingranaggi della Macchina Produttiva)
Cirque de la solitude (il corpo come campo di battaglia)
La comunarda (i corpi resistenti e barricaderi – testo scritto con Francesco Forlani)
Una disperata vitalità + Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini (il corpo profetico e sacrificale di Pier Paolo Pasolini)
Mea culpa (il corpo di Bardamu)
Il tempo che non c’è (il corpo visionario – l’utopia sulla pelle)
Fragole e sangue (il corpo in strada: Genova 2001)
La mia parte (il corpo anarchico e amante – ispirato a Il coraggio del pettirosso di Maurizio Maggiani, in condivisione con lui)
L’odore del mondo (il corpo che odora il potere – da un’idea condivisa con Roberto Saviano)
L’intimità (il corpo che rischia e che cerca salvezza: ancora Genova 2001 – su un palinsesto di un testo scritto per me da Erri De Luca)
Indiana (il corpo Comune – testo scritto con Wu Ming 2)
Mi lo compro il CD!
Giugno è lungo da aspettare…
Salud e libertà
Auguri!
;-)
Grazie!
(E sì, giugno è lungo da aspettare…- e oltretutto questo sarà il giugno dei miei quarant’anni…)
marco, oggi nel giorno dei funerali di giuseppe gattì, mi risuonava nelle orecchie e nel cuore le tua verione di sante caserio, con daniele sepe, forse la più stuggente e intensa che abbia mai sentito
“lavoratori a voi diretto è il canto
di questa mia canzone che sa di pianto…”
pensieri sparsi e rabbiosi per morti ingiuste
ho sussurrato tra i denti quelle parole, stringendo i pugni
in alto
*versione
Sono andato a vedere, e ho ricordato di averlo visto contestare Sgarbi pochissimo tempo fa. Con quel’indignazione e quella voglia di dire che il re è nudo – che oggi è cosa rara, preziosa. Grazie per avermi fatto essere lì con voi, davvero.