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Vogliamo arrenderci alla barbarie?

di Marco Rovelli

Giovedì 5 febbraio è stato il giorno della vergogna. In spregio ai più elementari diritti umani, è passata la legge che, di fatto, spingendo i medici a farsi delatori, nega le cure ai “clandestini”. E fa ancora più disgusto, tutto questo, se si pensa che coloro i quali l’hanno voluta sono gli stessi che, nel caso di Eluana, si riempiono la bocca con la salvezza dell’umano – l’unica traccia coerente, in questo, è in realtà proprio il disprezzo per l’umano, in nome delle convenienze politiche. La stessa Medici Senza Frontiere ha dichiarato tutto il suo sconcerto, e chi meglio di loro conosce le condizioni sanitarie e psicologiche dei “clandestini”? (Varrebbe la pena di notare che MSF è attiva nelle zone del mondo di conflitti e fame, e tra queste c’è il nostro meridione affollato di braccia nere). Dal sito di Msf è allora opportuno scaricare e leggersi il rapporto “Una stagione all’inferno – Rapporto sulle condizioni degli immigrati impiegati in agricoltura nelle regioni del Sud Italia”. Di fronte alla barbarie in corso, è tanto più necessario difendere quegli spazi di libertà che sono rimasti. Uno di questi è l’ Ambulatorio Medico Popolare di Milano. Dopo la Conchetta stava per toccare all’AMP, di essere sgomberato: la data prevista era il 27 gennaio, Giornata della memoria – le strane coincidenze prodotte dal caso. Coincidenze significative, dacché l’AMP è un luogo in cui si fornisce assistenza sanitaria di base gratuita per tutti, con un ambulatorio aperto due pomeriggi alla settimana, oltre che un’associazione che organizza campagne di informazione per il diritto alla salute. Diritto per tutti, dunque anzitutto un luogo sicuro per gli immigrati, che vengono accolti, ascoltati, curati, da volontari che si impegnano in una forma di solidarietà militante. La data prevista per lo sgombero, adesso, è fissata al 22 aprile. Non lasciamolo solo, l’AMP: e quanti più possibile, quel giorno, siano a sua difesa, in via dei Transiti 28.

(pubblicato su l’Unità, 8/2/2009)

28 COMMENTS

  1. Vergogna e vergogna. Ma l’Italia pare sia questo che vuole, a me non spaventa chi viene eletto, ma la maggioranza che li elegge. Si continuerà a resistere e saremo di nuovo e ancora un paese in cui si può solo resistere. Che tristezza. Però voglio vedere chi ha votato per questo lamentarsi quando tocca a loro.

  2. siamo davvero in piena barbarie: terrorizzare i clandestini più deboli e bisognosi di cure con la minaccia di delazione…e non solo i braccianti agricoli o altri lavoratori in nero che popolano le nostre campagne, come giustamente ricorda marco, ma anche le prostitute tra malattie sessualmente trasmissibili, abusi, violenze e gravidanze indesiderate, terrorizziamole ancora un pochino e incentiviamo la raccolta differenziata dei feti…non c’è più limite all’orrore e all’abominio di questa legalissima Italia?

  3. Sul tema del diritto alla salute per tutti, segnalo per i milanesi una scadenza molto vicina: una assemblea straordinaria aperta a tutti al NAGA, in via Zamenhof 7 /A, a Milano, lunedì 9 febbraio alle ore 20.00.

    Riporto, da un comunicato stampa del Naga: “Il Naga manifesta la sua estrema preoccupazione per quanto deciso; ci auguriamo e auspichiamo pratiche di disobbedienza civile da parte dei medici oltre ad una reazione collettiva perché discriminazioni come quella approvata stamani non passino, quanto meno, sotto silenzio. Il Naga, da parte sua, continuerà ad assistere e curare tutti i cittadini stranieri irregolari che si recheranno presso i nostri servizi e a denunciare, non loro, ma ogni violazione dei diritti fondamentali della persona.”

  4. Condivido tutti i commenti.
    Médecins sans frontières è un’associazione efficace, libera di tutta pressione.

    Complimenti a Marco Rovelli.

  5. L’articolo però contiene un’associazione falsa. I cattolici (o almeno i vertici della Chiesa) che si sono opposti alla eutanasia Englaro si sono opposti anche a questo provvedimento. A meno che vogliamo far passare i seguaci di Bossi come l’espressione più coerente del cattolicesimo italiano.

  6. So bene che la chiesa si è opposta a questo provvedimento. Per fortuna c’è una lobby pro-migranti al suo interno che funziona. (Con tutti i limiti del caso, ma non m’addentro). Ma qui stiamo parlando dei vertici politici che – di fatto – si fanno rappresentanti di quella voce. E vogliamo scommettere che sarà la vicenda Eluana a contare molto nel prossimo schieramento politico dell’opinione pubblica cattolica e quella dei clandestini a contare niente? Del resto – se così non fosse – sulla vicenda cure ai clandestini ci sarebbe levata di scudi da parte dell’opinione pubblica cattolica almeno analoga a quella su Eluana. Invece, non è così.

  7. tashtego, stavolta sono molto più pessimista di te, se non ci resta più che sperare nella disobbedienza civile, nella buona coscienza del singolo che sia sempre disposto a rischiare il tutto e per tutto ad andare in tutto e per tutto CONTRO questo governo e i suoi ripugnanti decreti, se non ci resta più che sperare che la gente comune si conservi sempre impermeabile e sorda al brainwashing mediatico…sarebbe più corretto definire questa seconda fase: prove tecniche di un genocidio

  8. ah, sì… la dittatura pa(l)ese. la dittatura di parte. ma se obama può perché noi no? mah… forse perché esiste un microfascismo antropologico e una profonda paura del diverso che se non riguarda il colore e la territorialità, concerne lo stile.
    a parte questo…. un micro OT:
    stanotte ho sognato plessus….

  9. Di fronte a queste prove tecniche di genocidio, qualcosa si può fare, sì. E quel che Vendola ha fatto in Puglia andrà replicato, e chiesto agli amministratori, se vogliono il voto. Il punto è: chi porrà la questione? Quali soggetti politici saranno in grado di mettere questa “issue” sulle fitte agende dei politici locali?

  10. L’altro ieri guardando la tivù sono capitato su telelombardia, or something like that, e c’era un dibattito sul provvedimento che consente ai medici di farsi delatori.
    Il leghista di turno ha detto che li avevano votati per questo, per impedire l’immigrazione clandestina, e quindi hanno ragione a fare così, tanto più che non obbligano nessun medico a fare alcunchè.
    La stessa cosa si potrebbe dire per il caso Englaro, I guess.

    So che è aberrante questo discorso, a livello di contenuto, ma non si può negare che vi sia una logica e una coerenza stringenti nell’operato del governo. Mi verrebbe da dire che fanno bene, perchè gli elettori che li hanno votati si aspettavano leggi così, e noi siamo in democrazia.

    Insomma, i medici sono giustamente contrari e allibiti, ma siamo sicuri che la maggioranza del Paese non sia per il silenzio-assenso? Io non lo so. Mentre non ho dubbi che per Eluana la percentuale di gente contraria a sospendere cibo e idratazione sia alta.

    Quindi, ammesso che la maggioranza del Paese stia con il governo, molto freddamente mi tocca ammettere che il governo fa bene a fare quel che fa, dal suo punto di vista e dal punto di vista della democrazia italiana.

    Il che significa anche che il nostro è un Paese di merda.

  11. eh sì… vendola… fossero tutti così naturalmente empatici e si dividessero i problemi concernenti l’umano da quelli più grettamente politici. sarebbe possibile fare il giusto, più che l’utile. penso. sarebbe possibile una politica umana? come dire: sarebbe possibile un calcio come sport e non come business.
    vabbè, io sragiono.

  12. Questa legge serve a produrre manodopera docile e fungibile, a buon mercato. Bestie da soma, muraka, schiavi. Uomini e donne subumani, di serie B.

    Mafia, camorra e n’drangheta ringraziano, soprattutto nell’operoso Nord.

  13. Anche certi signori ricchi e meno ricchi (ma che vorrebberlo essere) ché teorizzano che lavora bene solo chi ha bisogno, ovvero chi non ha contratto e quindi nè ferie nè malattie e per fargli pagare meno tasse firma fatture per un tipo di contratto che non ha mai stipulato (e una relativa paga che non è quella). Gli italiani vogliono gli schiavi, ma non vogliono esserlo loro. Vagli a spiegare che i privilegi sono sempre a piramide ed è difficile che tutti siano i primi piani alti. Insisto che non voglio sentirne uno che si lamenti quando toccherà a lui ma ha votato precisamente per questo.

  14. Galbiati coglie nel segno. E’ quell’imbroglio (l’ennesimo) chiamato “democrazia”, oppure (a voler essere ottimisti) è quel prevedibile equivoco chiamato “democrazia rappresentativa”. Una democrazia saltuaria, quinquennale, che funge per gli eletti da lavacro e da investitura plebiscitaria. Non c’è obiezione, ragionamento che tenga, risponderanno sempre “Siamo stati eletti. Rappresentiamo la maggioranza. Facciamo come ci pare”. Ed avranno (formalmente parlando, democraticamente valutando, ingannevolmente trafficando) ogni ragione.

  15. Io mi sono chiesto se questa legge è costituzionale.
    Se io assisto a un reato senza denunciarlo sono in qualche modo complice del reato stesso, quindi punibile. Almeno così mi pare. Ne deduco quindi che i medici dovrebbero essere obbligati non facoltizzati a denunciare il clandestino, come si faceva nella Germania nazista, dove era obbligatorio denunciare la presenza di ebrei in ogni luogo essi si trovassero e da ogni singolo cittadino che ne venisse in contatto. La trovo più logica come aberrazione. La Lega è mediocre e arruffona pure laddove dovrebbe essere in grado di insegnare qualcosa a qualcuno. Il vero razzismo ai veri razzisti, appunto.

  16. @ Marco
    Io non intendo cercare un soggetto politico che ponga il problema: intendo andare al primo dibattito pubblico che avrà luogo nella mia città, e chiedere ai candidati che vogliono il mio voto cosa intendono fare.

  17. @ Girolamo.
    Sì, certo, anch’io. Dicevo quel che dicevo, però, perché so già che non basterà. E un soggetto politico collettivo – quale che sia – è necessario perché i problemi vengano “posti”. Un tale soggetto non lo si cerca (certo che non vado a cercarlo, non c’è…), né lo si trova. Lo si fa. E lo si fa anche andando alle assemblee e cominciando a porre la questione. Ma perché divenga prioritaria, occorrerà un “Noi” – quale che sia la sua forma – visibile, e presente. Io sento la necessità di un Noi, di una mobilitazione. L’Onda c’è stata. Adesso pare ci sia già il riflusso. A quando uno tsunami? (che poi, per come la vedo io, uno tsunami dovrebbe atlantidizzare l’Italia – recitarne il “de profundis”…)

  18. Boh, ma perché tanta cagnara per una ‘opzione’ che esiste in molti altri paesi europei e che, come negli altri paesi europei, non OBBLIGA il medico a denunciare il clandestino? Non lo farà nessuno ed è la solita trovata da ‘fumo negli occhi’ per nascondere i veri problemi della sanità italiana.
    Questi ‘spunti balordi’ dovrebbero essere utilizzati per evidenziare i veri problemi della sanità, che sono tanti, e non sono MAI affrontati seriamente da nessuno. TUTTI (i cari partiti che noi votiamo) utilizzano la sanità, così come tutte le altre strutture pubbliche, per farsi i comodi loro e compensare i pochi ‘adepti’ regalando dirigenze a ‘chi merita’. Da vomito e senza speranze.

    Blackjack.

  19. ”Sono assolutamente contraria all’emendamento della Lega che vorrebbe obbligare i medici italiani a denunciare gli immigrati irregolari. Questo si’ che ci porta totalmente fuori dall’Europa, dove non c’e’ alcun Paese che abbia una norma simile. Oltretutto in Europa esistono dei fondi per rimborsare gli oneri delle Regioni per la cura degli immigrati”. – Margherita Boniver, deputato del PDL e presidente del Comitato Schengen.

  20. mi unisco alle parole di marco e chiedo a blackjack e tutti i perplessi di non minimizzare, non sottovalutare gli enormi rischi, perché è questa la corsia preferenziale della barbarie, insediarsi tra l’incredulità, lo scetticismo, lo sconcerto generale, tutti noi dobbiamo tenere ben presente che, se non stiamo attenti, se non ci mobilitiamo in tempo, se non scongiuramo la catastrofe, l’orrore è – sempre- possibile…

    riporto alcuni stralci da quotidiani:

    “[…]l’intento è quello di imbarbarire ancora di più il clima del paese, additargli un capro espiatorio, imprimergli lo stigma del reietto, renderlo più docile e sfruttabile come forza lavoro, legittimare il sospetto, la discriminazione, la delazione come normali comportamenti di massa.
    -La sollecitazione, di fatto, al personale sanitario perché denunci gli irregolari che accedono alle cure;
    – la legalizzazione delle ronde padane quantunque non armate.
    – Il reato di immigrazione clandestina.
    -La gabella fino a 200 euro per il permesso di soggiorno.
    – Il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettino l’ordine di espulsione.
    -Il rafforzamento e l’estensione della possibilità di sottrarre la potestà genitoriale.
    -Il divieto d’iscrizione anagrafica e la schedatura non solo dei clochard, come si dice, ma anche di un buon numero di cittadini italiani – rom, sinti e non solo – che, abitando in dimore diverse da appartamenti, saranno schedati in un registro del ministero dell’Interno:
    Tutto questo configura un intento persecutorio verso migranti e minoranze, dettato da meschino calcolo economico e demagogico, connesso con le forme di psicosi di gruppo che spesso contraddistinguono le élite politiche populiste e autoritarie….[…]
    – il comune di Turate, monocolore leghista, invita ufficialmente i cittadini alla denuncia, anche anonima, degli stranieri irregolari…
    -un bell’esperimento di delazione anonima di massa è anche l’accordo siglato a Torino fra il Comune e la rete delle farmacie, presso le quali dal I Ottobre scorso si raccoglievano informazioni su rom, poveri, senzatetto, mendicanti, posteggiatori abusivi. A dimostrazione che, davvero, la cultura sicuritareia e razzista egemone nel paese è trasversale agli schieramenti politici come alla società detta “civile” per esagerare.
    La pratica delle squadre speciali e della delazione anonima e non, sono, come si sa, strumenti insostituibili di ogni regime dittatoriale […]
    -insomma la connessione tra razzismo di stato e quello popolare, tra la persecuzione e il pogrom…”
    (di Annamaria Rivera)

    Se i padani in trasferta a Roma ladrona hanno potuto brindare nell’aula del Senato all’istituzionalizzazione delle loro care ronde padane, i Lumbard rimasti in patria hanno addirittura voluto alzare la posta in gioco, reclamando la creazione di una vera e propria polizia regionale. Così i consiglieri regionali leghisti al Pirellone hanno presentato un progetto di legge che chiede proprio questo. “Non un’operazione di maquillage normativo – puntualizza il capogruppo in Regione Stefano Galli – o un semplice coordinamento delle polizie locali”, ma, per la prima volta in Italia, la nascita di una polizia regionale a tutti gli effetti, che deve occuparsi delle sicurezza nel senso più ampio possibile”.
    Per questo motivo saranno dotati di:
    armi da fuoco, spray irritanti, manganelli, taser (quei dispositivi che scaricano elettricità e che hanno già ucciso in Canada e altri stati alcuni malcapitati delinquenti).
    I “GHISA” regionali saranno alle dipendenze di un assessorato suddivisi in 6 dipartimenti. Uno ad hoc, per i flussi migratori…
    (di Alessandro Braga)

    questo per riassumere brevemente il clima persecutorio che si sta minuziosamente impiantando sotto i nostri occhi

    per quanto riguarda, in maniera specifica, il provvedimento di delazione da parte dei medici, è destinato ad allargare la falla: se la Puglia si oppone, il Veneto plaude…secondo: se anche i medici delatori si contassero sulle dita di una mano, gli immigrati scapperebbero a gambe levate dai nostri ospedali, nessuno sarebbero disposto a correre il rischio di essere denunciato come irregolare e senza permesso di soggiorno, e poi perché mai dovrebbero fidarsi? il panico già seminato ha costretto il San Gallicano di Roma ad affiggere sui muri dell’Istituto nazionale per la salute dei migranti “In questo ospedale non si denuncia nessuno” in 6 lingue.
    la paura di venir segnalati alle autorità spinge gli irregolari al mercato clandestino della salute che già esiste, con la conseguenza, oltre ai gravi rischi per la salutre degli uni, che i medici perderanno il controllo sanitario del terriorio, e se cominceranno a diffondersi sifilide, Hiv, tubercolosi, Aids…si aprirà la stagione della caccia all’untore, è un provvedimento aberrante, studiato per far perno, contemporaneamente, sul terrore degli immigrati di venir denunciati, quello degli italiani di venir contagiati….una mina vagante

  21. Riporto qui di seguito le parole di chi, molto più competente di me in materia, contribuirà a chiarire la gravità della vicenda:

    “Curare sempre, DENUNCIARE MAI”

    Respingiamo la norma che cancella il divieto di denunciare gli stranieri irregolari che si rivolgono a strutture sanitarie pubbliche perché bisognosi di cure.
    Tale norma calpesta il principio costituzionale che tutela la salute quale diritto primario delle persone, uguale per tutti, dunque non suscettibile di qualsivoglia limitazione, neanche in base allo stato giuridico di migrante irregolare.
    Evidente è poi il contrasto con l’etica e la deontologia di noi medici e di quanti esercitano professioni sanitarie, il cui compito è di curare e soccorrere sempre chiunque ne abbia necessità e facilitare in ogni modo la tutela della salute individuale e collettiva.
    Che questa legge possa ridurre l’immigrazione clandestina è pura demagogia, servirà solo a rendere gli immigrati più disperati e più invisibili, li priverà di ogni tutela sanitaria, alimenterà la nascita di percorsi sanitari paralleli, al di fuori di ogni controllo e verifica da parte della sanità pubblica.
    Non è difficile ipotizzare in breve tempo ripercussioni sanitarie negative per tutta la collettività, basti pensare alla difficoltà di individuare tempestivamente focolai di malattie trasmissibili.
    Possibile che l’alta valenza di efficacia e solidarietà per cui il nostro sistema sanitario è apprezzato in tutto il mondo debba essere minata da leggi che, oltre ad essere contrarie alla nostra costituzione e deontologia, sono anche miopi sul piano epidemiologico?
    Quante volte capiterà che uno straniero, per il timore della denuncia, si presenterà alle strutture sanitarie in condizioni aggravate dal ritardo della diagnosi e terapia, con conseguenze drammatiche per la sua salute e con necessità di cure oltretutto più costose?
    Che dire poi dei minori stranieri, la cui condizione sarà ancora più precaria? Quanti di essi diventeranno invisibili?
    E le donne? Quante si troveranno, di fatto, espulse dai percorsi di tutela della maternità, dell’allattamento al seno, della procreazione responsabile, della prevenzione dell’aborto clandestino, della diagnosi precoce di neoplasie genitali?
    Allora gridiamo con forza il nostro NO a norme che fanno arretrare il nostro paese sul piano della civiltà.
    Affermiamo il principio dell’inviolabilità del diritto alla salute e di quello, speculare, della libertà di curare ciascuno esclusivamente secondo le sue necessità, senza alcuna discriminazione.
    Facciamo appello al Parlamento affinché prevalgano le ragioni dell’etica, della solidarietà, dei principi costituzionali, persino della epidemiologia e dell’economia sanitaria.
    Sosteniamo tutti coloro che rifiutano di trasformarsi in delatori e rivendicano il diritto all’obiezione di coscienza rispetto a norme contrarie alla deontologia professionale e lesive dei diritti costituzionalmente garantiti.

    Adriana D’Amico
    medico
    assessora alle Politiche sociali e della solidarietà della città di Caserta.

  22. e tanto per completare il quadro a tinte fosche, segnalerei questo articolo apparso ieri su la Repubblica

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/13/said-operaio-specializzato-senza-lavoro-per-me.html

    che ci ricorda, se ci fosse sfuggito, come anche gli immigrati che hanno tanto combattuto e LAVORATO, muniti di regolare permesso di soggiorno, che hanno messo su famiglia, hanno figli nati in Italia, che non hanno ancora mai visitato il paese d’orgine dei propri genitori, ma che non risultano cittadini italiani perché in Italia è riconosciuto ius sanguinis e Non ius soli …….
    rischiano di veder crollare da un momento all’altro tutto ciò che hanno pazientemente costruito anno dopo anno, con grandi sacrifici, non essendogli stato certo regalato niente …e di retrocedere improvvisamente nella posizione di “clandestino”

    basta che al momento di rinnovare il permesso di soggiorno, scaduto, (che adesso costa 200 euro a persona= 400 marito + moglie), da lavoratore precario, uno si ritrovi improvvisamente, momentaneamente disoccupato ed è fatta:

    “con la crisi che c’è, centinaia di migliaia di immigrati sono in zona rischio […] E’ per questo che noi della Cgil abbiamo chiesto una moratoria BOssi- Fini. Con questa legge e con il nuovo pacchetto sicurezza tanti lavoratori in regola da anni rischiano di finire nel mercato nero o peggio nelle file della criminalità”
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/13/said-operaio-specializzato-senza-lavoro-per-me.html

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Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.