Photoshoperò #15 detto dei Quatre Couleurs

12 COMMENTS

  1. Effeffe, tu nous en fais voir de toutes les couleurs… Una danza viva dei colori nel nostro mondo in metamorfosi. La realtà si muove, non è immobile. Colori negli oggetti che non vedo di solito, come la linea gialla.
    fotoshopero misterioso con il bianco, mi chiedo quale oggetto è delineato dal bianco. Bianca attrazione del mondo visto dietro una goccia.
    Si puo immaginare un fotoshopero dedicato solo al bianco con linea in trasparenza. Vedo benissimo anche il rifletto nei fotoshoperi’s ( rifletto del grembiule, rifletto della finestra, rifletto dellla tua sagoma (credo).

    Rifletto nello specchio del mondo.

    PS Fuori tema: Alain Bashung è scomparso. Si potrà dedicare un post?

  2. Singolarissima coincidenza, caro effeffe, c’è in matematica un très fameux théorème, che si chiama teorema dei quattro colori, e che garantisce che comunque sia fatta una carta geografica, bastano quattro colori, per colorare i vari stati, senza che mai due stati confinanti abbiano lo stesso colore. Il teorema è noto perché per la prima volta nella sua dimostrazione è stato utilizzato in maniera essenziale un calcolatore. Wow!

  3. molto bello, molto.

    tre linee: gialla, rossa, blu… colori/simboli/stagioni
    musica/ritmi/tempi
    treno-viaggio-cammino
    l’origine si snoda nel tempo come un treno che invecchia tra i nodi d’un binario
    generalmente quelli vecchi finiscono sempre a sud
    e profumano di logoro, di sporco, di muffa e di vite promiscuamente respirate

    …. ma n’copp’e scale
    si scivola, si scivola, si scivola…

    well done Furlen

  4. questione da dibattere è se siano preferibili i primi phot. (fino al 13?) di cui rimpiango ad es. l’effetto straniante delle musichette ironiche, o questi più rigorosi…comunque mi sembrano sempre più gli appunti registrati dalle strutture plastiche di un alieno, di passaggio fra i mondi, e che trovi ad es. il cartello: si prega di procedere lentamente senza toccare la porta…. lo studieranno a lungo, questo cartello, su quell’altro mondo…

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francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017