Post In Translation : Jacques Dutronc

Sept cent millions de chinois
Et moi, et moi, et moi
Avec ma vie, mon petit chez-moi
Mon mal de tête, mon point au foie
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Settecento milioni di cinesi
e a me, a me, a me
che ho la mia vita, il mio da me
male alla testa e fegato a pezzi
Ci penso certo sì
Ma è così, è così

Quatre-vingt millions d’indonésiens
Et moi, et moi, et moi
Avec ma voiture et mon chien
Son Canigou quand il aboie
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Ottanta milioni di indonesiani
e a me, a me, a me
con la macchina e con il mio cane
che vede Friskie e si mette a abbaiare
Ci penso, certo, sì
ma è così, è così

Trois ou quatre cent millions de noirs
Et moi, et moi, et moi
Qui vais au brunissoir
Au sauna pour perdre du poids
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Tre o quattrocento milioni di neri
E a me a me a me
Che passo le ore a farmi abbronzare
ed alla sauna per non ingrassare
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Trois cent millions de soviétiques
Et moi, et moi, et moi
Avec mes manies et mes tics
Dans mon petit lit en plume d’oie
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Quanti milioni di gente dell’est
E a me a me a me
le mie manie ed il mio stress
sotto il piumone non rischio granché
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Cinquante millions de gens imparfaits
Et moi, et moi, et moi
Qui regarde Catherine Langeais
A la télévision chez moi
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Tanti milioni di persone imperfette
E a me a me a me
Che mi guardo la Sette
alla tv che ci ho da me
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Neuf cent millions de crève-la-faim
Et moi, et moi, et moi
Avec mon régime végétarien
Et tout le whisky que je m’envoie
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Mille milioni di morti di fame
e a me a me a me
Con la mia dieta alimentare
E tutto il whisky che mi piace scolare
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Cinq cent millions de sud-américains
Et moi, et moi, et moi
Je suis tout nu dans mon bain
Avec une fille qui me nettoie
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Quanti milioni di sudamericani
E a me a me a me
Nudo in vasca mi lava le mani
Una ragazza di vent’anni
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Cinquante millions de vietnamiens
Et moi, et moi, et moi
Le dimanche à la chasse au lapin
Avec mon fusil, je suis le roi
J’y pense et puis j’oublie
C’est la vie, c’est la vie

Trenta milioni dal Vietnam
Et moi et moi et moi
Nelle stagioni di caccia al fagiano
Con la doppietta mi sento un pascià
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Cinq cent milliards de petits martiens
Et moi, et moi, et moi
Comme un con de parisien
J’attends mon chèque de fin de mois
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Mille miliardi di piccoli marziani
E a me a me a me
Da vero pirla come gli italiani
Sbarco il lunario e quanto a domani
Ci penso certo, sì
ma è così, è così

Nota di Effeffe
Come già avvenuto con l’immenso Gainsbourg, questa traduzione svergognatamente infedele, mette in conto la possibilità di essere cantata secondo tempi e misure della canzone di Jacques Dutronc. Trattandosi di un work in progress si accettano consigli e suggerimenti.

In rete esiste anche questa traduzione più letterale, corredata di una nota critica e che presenta una sola “imperfezione”. Cherchez l’erreur !!
effeffe

Settecento milioni di cinesi (1)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia vita, la mia piccola casa
Il mio mal di testa, il mio mal di fegato
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Ottanta milioni di indonesiani (2)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia macchina e il mio cane
Il suo Canigou quando abbaia
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Tre o quattrocento milioni di neri (3)
Ed io, ed io, ed io
Che vado ad abbronzarmi
(e) alla sauna a perdere peso
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Trecento milioni di sovietici (4)
Ed io, ed io, ed io
Con la mie manie e i miei tic
Nel mio piccolo letto di piume d’oca
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquanta milioni di persone imperfette (5)
Ed io, ed io, ed io
Che guardo Catherine Langeais
sul televisore di casa
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Novecento milioni muoiono di fame (6)
Ed io, ed io, ed io
Con la mia dieta vegetariana
E tutto il whisky che mando giù
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquecento milioni di sudamericani (7)
Ed io, ed io, ed io
Sono nudo nel mio bagno
Con una ragazza che mi pulisce
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquanta milioni di vietnamiti (8)
Ed io, ed io, ed io
Domenica, nella caccia ai conigli
Con il mio fucile, io sono il re
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Cinquecento miliardi di piccoli marziani (9)
Ed io, ed io, ed io
Come uno stupido di parigino
Aspetto il mio stipendio a fine mese
Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Più ci penso e più non ci faccio caso
E’ la vita, è la vita

Gene Guglielmi – E voi, e voi, e voi
http://www.musicaememoria.com/jacques_dutronc_et_moi.htm

2 COMMENTS

  1. Una canzone che suona giusto.
    Une chanson qui nous rappelle à la générosité.

    Un pensiero per quelli che hanno perduto tutto nel terramoto.
    Dono puo essere fatto dalla Francia (secours populaire français, per esempio) ma si deve marcare al verso urgence Italie.

    Madonna ha dato un magnifico esempio. Quando una canzone di Madonna in translation?

    Per la traduzione, la mia preferenza va a effeffe, per il ritmo.
    Ma come “un con parisien” non ha la stessa significazione da vero pirla come gli italiani: è molto difficile da tradurre, come “le brunissoir”.
    Perché precisare una ragazza di vent’anni?
    Tradurre è fare una scelta con molti sentieri.
    Dice molto dal tradutore finalmente.

  2. E’ vero effeffe, la tua versione è infedele ma molto ritmica. Metterei il ritornello “ma è così così così”, sincopato ma perfettamente in sincrono con le battute dell’originale “c’est la v…c’est la vie. Ma son quisquilie.
    Nota a parte : Secondo me Dutronc cantò ‘sto pezzo dopo l’enorme successo di “These boots are made for walking” di Nancy Sinatra, che inaugurò nella canzone pop dell’epoca quel gusto di blues sincopato. Sei d’accordo?

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017