LIBERTA’ DI CURA

di Ignazio Marino

“Si tratta di un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione, quello cioè di affermare che non possono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie”. Aldo Moro, dibattito sull’articolo 32 della Costituzione, Commissione per la Costituzione della Repubblica Italiana, 28 gennaio 1947

Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro, dopo 17 anni passati senza coscienza in un letto, divenne finalmente libera. Direi liberata, dall’impegno civile di un padre esemplare e dal sussulto democratico di una parte del Paese che non tollerava l’illecita invadenza dello Stato nell’imporre ad una persona terapie non volute per prolungarne l’agonia.
Il dibattito sul testamento biologico fu allora travolto e al Senato si arrivò all’approvazione di una legge contro la libertà di scelta, calpestando il principio dell’autodeterminazione dell’individuo.
Oggi scrivo per ribadire, ad un anno dall’appello sul sito www.appellotestamentobiologico.it: non permettiamo che venga dato il via libera a una legge contro la libertà di scegliere.

La legge approvata dalle destre al Senato lo scorso marzo è adesso all’esame della Camera dei Deputati. Si tratta di una norma contro la libertà individuale nella scelta delle terapie. Di fatto impone a tutti noi l’obbligo di terapie mediche quali la nutrizione e l’idratazione artificiali, anche se siamo contrari, anche se servono solo a prolungare una irreversibile agonia.

La strada da percorrere è un confronto aperto e libero da condizionamenti ideologici. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha mostrato aperture in tal senso, ma il Governo sembra voler utilizzare la propria forza per imporre un voto ideologico sul testamento biologico, contro le prove scientifiche e la libertà individuale.

Per questo chiedo a voi, donne e uomini liberi e laici, di esercitare i vostri diritti di cittadini, promuovendo un’azione di pressione sulla Camera dei Deputati.

E’ il momento di fare sentire la nostra voce: scriviamo al Presidente Fini, utilizzando il modello di lettera allegato, oppure scrivendo un testo diverso. Se saremo in tanti riusciremo a fare “massa critica” e non resteremo inascoltati.

Per scrivere a Gianfranco Fini: fini_g@camera.it

Presidente Fini,
sono un sostenitore dell’appello per il testamento biologico (www.appellotestamentobiologico.it) promosso dal senatore Ignazio Marino e da numerose personalità del mondo giuridico, scientifico e culturale italiano.
La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, approvata dal Senato sarà presto all’esame dell’Aula della Camera dei Deputati.
Le scrivo per invitarLa a non ignorare la mia voce.
Chiedo una legge per il diritto alla salute ma contro l’obbligo alle terapie.
Chiedo una legge laica, tracciata nel solco dell’art. 32 della nostra Costituzione.
Mi auguro che il Suo contributo sia determinante nell’aprire una nuova fase di riflessione e condivisione su un testo che attualmente è contro le prove scientifiche e la libertà individuale.
Desidero un confronto che consenta di uscire da un’impostazione ideologica, così che ciascuno possa scegliere liberamente a quali terapie sottoporsi e a quali rinunciare.

Grazie

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22 COMMENTS

  1. Probabilmente sarà determinato da un caso personale, cioè famigliare, il mio proposito di dare seguito a questo invito, tuttavia anche prima di averne subito le conseguenze psicologiche mi ero soffermato a pensare all’eventualità estrema di essere in balia di una medicina asettica e disumana che non mi consentisse un trapasso indolore e possibilmente rapido. Leggendo qualche testimonianza di famigliari di malati terminali, a volte medici, malati che potevano solo “lasciarsi morire” rifiutando il nutrimento, mi sembrava orribile non avere altra via d’uscita da agonie lancinanti o soltanto da stati di sofferenza psicologica insostenibili. Ora questo accadeva in altri paesi, in Italia per legge nemmeno questo potrà essere permesso.
    Credo che chiunque abbia avuto esperienza di persone anche estranee incurabili e disperate o anche solo un minimo di immaginazione si renda conto di quanto ciò che accade agli “altri” un giorno possa toccare se stessi, e si debba domandare se una simile prospettiva non vada evitata, se gli ultimi giorni della propria esistenza non possano essere salvati dall’inferno dell’impotenza, del dolore fisico e/o mentale, dove l’unico pensiero diventi una martellante speranza che tutto finisca presto, prestissimo.
    Ci sono i contrari, quelli che avendo una fede religiosa ritengono di poter essere più forti di quelli che vedono soffrire perchè evidentemente non altrettanto… “granitici” e fiduciosi. Dubito molto dell’eroismo di queste persone, le sofferenze come testimonianza di fede credo che le sopporterebbero per molto poco e abiurerebbero in cambio di un poco di vera pietà umana che li facesse morire con dignità. Ma possono essere liberi, liberi di mettersi alla prova sapendo magari prima cosa significhi morire di SLA, ad esempio.
    A me, a tutti gli altri non-eroi della fede perchè non credenti o soltanto perchè persone libere vorrei che fosse garantita uguale libertà di scelta, per andarmene quando lo riterrò opportuno, senza corresponsabilità altrui, senza speciali lasciapassare, semplicemente per poter chiudere gli occhi in pace.

  2. L’idratazione e l’alimentazione forzata al morente, non è una pratica medica, ma omicida, nessun medico applicherebbe mai quella legge. Le funzioni metaboliche, epatiche, biliari etc .. nel morente sono ridotte al minimo, e l’alimentazione e l’idratazione forzata comporterebbe l’accellerazione della compromissione degli organi più interni. Questi legislatori non hanno conoscenza scientifica o aupsicano uno sterminio a pretesa salvifica; in che mani siamo..

    VIA L’IGNORANZA DAL PARLAMENTO ITALIANO!!

  3. non è ignoranza. è furbizia mentale. per me. come i talebani, questi politici qua si appoggiano ai diktat del vaticano e così è più facile. mettersi a ragionare, kantianamente sul rapporto che ognuno deve avere con il proprio corpo-vita, è troppo difficile. il dogma religioso (che non è la religione o l’etica trascendentale) facilita i processi socio-politico-mentali. è questo un altro caso di pressapochismo quasi strutturale dell’italiano cattolico tele-medio. ma ancora una volta: chi ha voluto questa destra ottusa e dogmatica? la crisi economica? si continua ad ignorare (loro continuano ad ignorare) la complessità dell’esistente. e allora l’incapacità politica si aggrappa agli assiomi del bisso dei paramenti sacri. e il cane si morde la coda. e da questo circolo vizioso non si esce se non si fa una ‘cosa’ che porterebbe i ‘servitori dello stato’ a ‘sparare’ sulla ‘folla’.

  4. del Vaticano, in quelle delle multinazionali del farmaco, in quelle delle multinazionali alimentari, in quelle delle multinazionali chimiche, energetiche etc.. etc..

    .. eppure il mondo è nelle nosre mani..

  5. è nelle nostre mani, ma meno di quanto vorremmo delle volte… la malattia ci rende bisognosi di altri e allora speriamo che quelle mani che non son le nostre agiscano concordemente con le nostre e il nostro possibile: siamo all’assurdo che io ho dovuto elemosinare quel cibo medico che si vuole somministrare forzosamente in stato di denutrizione tale da rischiare la vita e poi con tanto di certificato che diceva che non potevo assumere cibo. E questo per continuare a vivere, ma siamo interessanti solo se in agonia spinta, da vivi no e non siamos empre nelle nostre mani purtroppo. Questa legge porta molta disperazione in chi sa di dover a tratti o comunque a un certo momento delegare ad altri il proprio sé stesso. Ed è solo disperazione che si somma ad altra ineludibile, penso che se Welby avesse saputo di non poter dire no alla ventilazione forse non la avrebbe accettata e sarebbe stata una inutile anticipazione della morte, mentre sicuramente per un certo periodo lo ha trovato accettabile. La Costituzione e la Carta dei diritti dell’Unione europea sanciscono il diritto alla liberta di scelta delle cure e alla dignità. Siamo sempre lontani dalla nostra Costituzione e dall’Unione europea.

  6. firmate e mandatela per tutti i noi malati, anche se voi non ne sarete mai toccati. E’ barbarie porsi una questione solo se direttamente coinvolti, siamo tutti coinvolti quando si protrae inutilmente una agonia intollerabil o si calpestano diritti sanciti dalla Costituzione.

  7. @ lucia quando dico “.. eppure il mondo è nelle nosre mani..” intendo proprio che non è nelle mani di altri: né di Fini, né dei parlamentari italiani, ma nelle nostre, un’e-mail non costa niente inviarla( e io l’ho già fatto), ma temo, che a niente valga, se non decidiamo e capiamo che il futuro è nelle nostre mani e nelle azioni che oggi compiamo.

    Lo so bene, non ci si interesa alle vicende che hanno a che vedere con il sistema sanitario e assistenziale finché non ne abbiamo bisogno, poi improvvisamente ci si accorge delle efferate inefficenze del sitema salute, cura,assistenza italiano. Il testamento biologico è un bisogno ma è un provvedimento d’emergenza, è solo la punta di una problema che ha una base enormemente più ampia.

  8. @ caro Ares, non sai quanto lo so bene, ne sono il perfetto prodotto e non è allegro (ho rischiato un arresto cardiaco da sola a casa aspettando di venir presa in carico dal servizio che doveva e i miei medici curanti sapevano che vomitavo e potevo nutrirmi praticamente di soli liquidi da gennaio e a luglio ancora vomitavo e i sostituti nutrizionali-Osmolite per intenderci- lo ho avuto prescritto solo a settembre minacciando di fare un pandemonio e dopo aver per l’ennesima volta di non esserci più) e le mani le uso e me le rimbocco tutti igiorni e solo per questo dico che non è solo nelle nostre mani proprio perché come io non sapevo dell’esistenza di quel sostituto per esempio io ho bisogno di affidarmi ad altri regolarmente anche solo per sopravvivere.

  9. io continuo a pensarla come Don Ciotti che il problema vero italiano è di aver perso il senso della efficacia e della responsabilità nelle nostre azioni quotidiane. Se ognuno facesse responsabilmente il proprio lavoro, anche solo quello, l’Italia sarebbe un paese molto diverso. Non ci credo che è Fini a far scegliere a un infermiere di non avere cura dell’igiene dell’agocannula da infilare nel braccio di qualcuno, è lui che deroga alle più semplici norme e tanto importanti, e questo vale per tutti noi sempre. Poi certo non viene sanzionato e sa che anche altri intorno si comportano nello stesso modo e sento meno la responsabilità dell’eventuale danno, ma è pur sempre lui in quel preciso momento a scegliere cosa fare…

  10. leggendo queste cose (e già sapendole comunque) ancora di più terrorizza il dover sottostare a pratiche coattive come vorrebbero certi “difensori della vita”. Non siamo nemmeno all’ABC del rispetto del paziente, in molte – tristi – realtà nazionali.

  11. bisognerebbe riprendere lo slogan delle femministe alla fine degli anni ’60 e desessualizzarlo: ‘il corpo è mio e lo gestisco io’ (invece di l’utero è mio e lo gestisco io).

  12. @son dovuta tornare a vivere con i miei genitori e in teoria sono in cura al centro di riferimento nazionale e da una serie di altri specialisti sparsi e diversi ogni volta che ho nuovi sintomi o problemi, ma il sistema è farraginoso e lento e non si adatta a patologie in forma nuova come la mia.

  13. @ lucia non devi ringraziarmi, sono d’accordo con te “E’ barbarie porsi una questione solo se direttamente coinvolti” volevo solo che sapessi che si passa di qui e si invia.

  14. @ Alcor
    per questo ringraziavo, quasi pudicamente, per il sorriso che le persone civili mi stimolano, non per me.

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franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it