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VIOLENZA OMOFOBA

di Franco Buffoni

Lo scorso fine settimana, mentre erano in corso i festeggiamenti per la festa della birra a Pignataro, presso Cassino, due trentenni inglesi sono stati accerchiati da un gruppo di ragazzi e picchiati selvaggiamente. La coppia, regolarmente sposata in Gran Bretagna, era in vacanza nel frusinate perché uno dei due è originario della zona. I due uomini si stavano baciando su una panchina quando sono stati oggetto prima di invettive e poi di violenza. Gli aggressori, dopo aver rotto il setto nasale ad uno e colpito al capo l’altro, hanno fatto perdere le proprie tracce. I due coniugi, dimessi dall’ospedale, hanno subito fatto rientro in Inghilterra.
Questo ennesimo episodio di violenza ci induce nuovamente a richiedere il riconoscimento pubblico, giuridico, per le coppie omosessuali. Mentre il parlamento italiano, nell’ottobre 2009 non si è dimostrato disposto nemmeno a difendere i cittadini fatti oggetto di violenza fisica. Con la bocciatura della proposta di legge Concia contro omofobia e transfobia venne scritta una pagina tristissima della nostra democrazia. Un parlamento sempre più delegittimato e distante dai problemi dei cittadini – un parlamento di nominati pronti a vendersi – decise di tapparsi occhi e orecchie di fronte alla crescente violenza contro omosessuali e transessuali, riesumando il vergognoso paragone dell’omosessualità alla pedofilia, all’incesto e alla zoofilia.
Non stupisce che un Parlamento sostanzialmente omofobo, nel discutere tale proposta di legge, abbia parlato di “privilegi” e di legge “contro la libertà di pensiero”: ovviamente dei clericali e dei loro preti, che potrebbero divenire oggetto di sanzione per gli anatemi che pronunciano.
Mi limito al riguardo a ricordare la direttiva approvata dal parlamento europeo il 26 aprile 2007 che – riprendendo l’art. 13 del trattato di Amsterdam, disatteso dall’Italia – ribadisce l’invito agli stati membri “a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso”, condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali”.
Tornando alla bocciatura della proposta di legge Concia, quel che davvero risulta inaccettabile è l’utilizzo dello stratagemma della pregiudiziale di costituzionalità, che spinge sempre più ai margini della cittadinanza il 10% dei cittadini. Il Parlamento italiano si è fatto così sostanzialmente istigatore di violenza e di odio e porta il peso della responsabilità dell’evidente imbarbarimento culturale di cui gli omosessuali sono vittime. Violenza fisica e violenza morale sono strettamente connesse: non si può pensare di condannare l’una e giustificare allo stesso tempo l’altra.
E’ importante anche fare chiarezza su un altro punto della proposta di legge respinta, concernente l’orientamento sessuale. Una legge che preveda aggravanti sulla base di questa motivazione non introdurrebbe elementi di discriminazione in base al soggetto che subisce violenza, ma in base al movente di chi commette il reato.
È scandaloso che alcuni parlamentari e giornalisti (tra gli altri Buttiglione, Volontè, Storace, Renato Farina del Giornale) abbiano cercato di fare bieca speculazione su questo punto.
Nessuna discriminazione verrebbe introdotta ma una norma di responsabilità che, come già accade da anni per violenze motivate da odio razziale o religioso (legge Mancino, 1993), riconosca la realtà della violenza motivata da odio omofobo e transofobo. Una norma di civiltà elementare presente ormai nella legislazione di tutti gli stati moderni, avanzati e civili.

17 COMMENTS

  1. la sinistra o quel che è rimasto della sinistra deve stabilire dei punti irrinunciabili del suo programma e della sua azione politica. la TUTELA DEI DIRITTI CIVILI è un punto irrinunciabile. Non si possono piu’ tollerare le discrimazioni di cui sono oggetto gli omosessuali in questo paese.

  2. A dir la verità, Franco, “Questo ennesimo episodio di violenza” prima di indurmi “nuovamente a richiedere il riconoscimento pubblico, giuridico, per le coppie omosessuali” mi induce, d’istinto, a cercare i vigliacchi picchiatori e spaccare il loro di setto nasale.
    Fattolo sono pronto a spaccare pure quello della opposizione latitante.

  3. «Una norma di civiltà elementare presente ormai nella legislazione di tutti gli stati moderni, avanzati e civili.»

    appunto, una bieca forma di “modernità”, c’è, la peggiore, il resto, no.

  4. Il parlamento italiano è omofobo perché mafioso. Ora, se non vado errato, il sistema con cui la criminalità organizzata si estende in modo tentacolare si basa su un ricatto implicito: “se tu non sei con noi non sei un uomo”, laddove uomo è vir, non antropos. Mi sembra abbastanza evidente il motivo per cui il parlamento rifiuta di inserire l’aggravante di omo e transfobia: potrebbe essere un primo passo per combattere il sistema parassitario fallocrate e ricattatorio che per connivenze nemmeno tanto occulte permette a molti parlamentari di occupare il loro scranno. Non credo sia un caso che il potente si compiaccia della propria irruenza sessuale con orde di ragazzine e usi denigrare gli avversari in stile Boffo o Sircana: il potente è omofobico e transfobico poiché considera la propria eterosessualità un’arma offensiva, uno scettro del potere, una pistola carica. puntata alla testa del cittadino, temo.

  5. Parole sante, Carmelo e Marco. Sono un non violento, Gianni. Terrificante, Tommaso.
    Alcor, puoi diluire il tuo punto, per favore? Non capisco cosa vuoi dire…. grazie fb

  6. Episodi di violenze a danno dei gay sono all’ordine del giorno, come le respondìsabilità di chi ha montato ad arte e a fini propagandistici discriminazioni e intolleranza che fa il paio con bieca ignoranza. Se ne assumano tutte le responsabilità, centro destra, democristiani di destra e di sinistra, cattocomunisti omofobi, difensori della moralità e della famiglia (non si è capito di quale famiglia, quella a cui in campagna elettorale hanno promesso ponti d’oro, avrebbero fatto meglio a costruire asili nido, case popolari: già ma quelle neppure i Rutelli e i Veltroni di turno le hanno fatte, consegnando la campagna romana agli amici palazzinari) e quella sinistra che non riesce proprio a mettere nella sua agenda programmatica la battaglia dei diritti civili. L’aria che tira non è delle migliori, da noi, e purtroppo anche nel resto d’Europa.

  7. qio vogli oessere chairo:
    questa visione distorta, ipocrita e violenta della sessualità, che si traduce in comportamenti repressi, ipocriti e violenti nei confronti delle donne e degl iomosessuali, è una cultura che da noi resiste grazie anche alle posizioni ottuse e criminali della chiesa nei confronti della sessualità.
    Ognuno di noi dovrebbe assumere la responsabilità di respingere questa cultura almeno nell’mbito familiare (i miei figli non si permetterebbero mai e io non glielo perdonerei mai di mancare di rispetto verso gli altri “tutti gli altri” senza distinzione).

    un amico cattolico nel difendere la chiesa alla mia domanda:
    ” ma tu scopi calcolando i giorni col metodo ogino knuas?”
    risposta:
    “sono andato dal parroco gli ho spiegato che non vorrei fare per sbaglio altri figli e lui m iha consigliato di usare il preservativo”

    questa io la chiamo ipocrisia stupida e criminale

  8. certo, scusami, ho fatto una specie di cortocircuito, concordavo con la tua frase, con il paragone tra il nostro stato così poco civile e avanzato e altri se non perfetti, migliori, con istituzioni civili e rispettose della dignità della persona, e tuttavia il nostro stato a suo modo è “moderno” non per la legislazione sui (e meno ancora il rispetto dei) diritti civili, ma perché esibisce una “modernità” becera, nel senso televisivo, populistico che in qualche modo è appunto moderna, benché non nel senso del progresso.

    La tua frase è andata a interferire nelle mie riflessioni di questi giorni sulla “modernità”.

  9. Ma le cause collettive, non riguardano anche i diritti umani ?.. non si può intentare una bella causa contro i legislatori italiani.. o, che ne sò, se qualcuno si permette di denigrare il “genere” viene denunciato dal 10% della popolazione italiana.(no!, che dico, saremmo già una società civile).

    Io che ho l’abitudine di abbracciare tutti, sta a vedere che adesso devo stare attento ad abbracciare un amico perché rischierei di essere menato da qualche coglioncello frustrato.

  10. ma questi coglioncelli crescono vivono e si nutrono di questi pregiudizi;
    in famiglia
    a scuola
    nei media
    al lavoro
    I pregiudizi sono talmente radicati che nemmeno ce ne accorgiamo.

    Le sottile ironie e gli ammiccamenti e le complicità delle persone cosiddette civili, colte e apparentemente tolleranti, sono alrettanto violenti anzi sono ancor piu’ micidiali delle aggressioni fisiche.

    due ragazzi che bruciano un mendicante
    due ragazzi che picchiano un omosessuale
    due ragazzi che violentano delle minorenni

    che dagrandi picchieranno la moglie

    non sono due ragazzi venuti da marte
    nè sono di provenienza lumpen

    questa cultura è generalizzata, per censo e per orientamento politico.

  11. Sottoscrivo tutto l’ultimo commento di Carmelo. E siccome ho il brutto vizio di fare politica in prima persona a chi in mia presenza fa battute omofobe o sessuofobe, glielo dico, a costo di passare per asociale o impicciona. Se i miei figli – l’hanno imparato in Italia – si insultano dandosi della femminuccia reagisco anche molto veentemente, rivendicando il rispetto per le donne a prescindere. Poi le stronze le conosciamo tutti quanti e vanno trattate caso per caso. Comunque non se lo sono detti più, i bambini intendo, il che mi conforta che forse reagire funziona in certi limiti.

    Poi sono un essere umano come tutti, abbozzo, mi faccio i fatti miei, fingo di non sentire. Mica sto 24 ore al giorno sulle barricate? Ma se una pubblicità mi offende non compro più il prodotto o servizio e chiedo ai miei amici se non vogliono farlo anche loro. non ho televisione in casa dal ’95 perché trovo che inculchi troppe cose che non condivido ai miei bambini. Ho insegnato ai miei figli che se vedono la pubblicità di un prodotto che potrebbero volere, di chiedersi 4 o 5 volte se non gli va bene anche un prodotto equivalente magari meno sbandierato. se ai giardini trovo il gruppetto di adolescenti che fa i dispetti ai piccoli, gli chiedo subito, anche bonariamente, se sia proprio necessario. Se è proprio quello il modo di far vedere che sono i più grandi e i più bravi.

    È una gran fatica e non se ne vede la fine. Poi sento da conoscenti che davanti alla scuola hanno sentito una madre spiegare al figlio che gli omosessuali sono malati. e allora il discorso si allarga, perché mi chiedo, che famiglia, che scuola, che sistema giudiziario ci stiamo ritrovando? E riapprodo a quello che dice Carmelo. E una soluzione non ce l’ho, se non quella di controbattere sempre, a muso duro e senza stancarsi. Se poi lo si facesse in parecchi, meglio.

    Però contemporaneamente quando ho letto che si stavano baciando in un posto del genere, non mi è venuta la reazione da: copriti svergognata che se ti violentano è colpa tua, ma mi sono chiesta se avessero ben chiaro in che ambiente si trovano. Io ho amici gay che stanno insieme da 20 anni e si salutano in strada baciandosi sulla guancia. Me ne dispiace per loro, ma capisco perché lo facciano. E si ritorna al discorso delle ipocrisie.

  12. E’ vero, molti omosessuali si sono illusi. Fino agli anni ’80, in effetti, era sembrato che l’Italia fosse sulla buona strada, in questo senso. Si erano visti degli spiragli. La cultura cattolica era meno sull’offensiva, pareva più chiaro che ci fosse un “futuro” di un certo tipo (più aperto, più inclusivo, più creativo) verso cui si stava andando. Ora tutto questo è finito. Da circa dieci anni è in atto una notevole regressione. Dopo il sopravvalutato gay pride del 2000 la situazione non è certo migliorata. Personalmente, sono arrivato alla conclusione che la cultura gay abbia fatto il passo più lungo della gamba (mi si perdoni la banalità dell’espressione), mettendosi a fantasticare di famiglia e adozioni, quando in Italia il problema era ancora la nostra semplice esistenza. Io non avevo mai ceduto a quell’ottimismo, ma molti ci erano cascati. L’inganno nasceva dal vivere in ambienti circoscritti, dall’avere amici scelti, in poche parole da una restrizione dell’esperienza. Un maggiore realismo anche politico non sarebbe guastato.

  13. Sono daccordo con paolod, l’Italia è un paesetto di provincia i cui abitanti non vanno oltre certe distanze, sono proprio incapaci, ad ogni livello, non si puo’ pretendere di più. Son talmente gretti che si accontentano di quel che sono, di quel che vedono sul loro specchio appannato; non hanno amor proprio: l’inteligenza di passare un panno asciutto, per potersi quardare meglio. Dev’esserci qualcuno che lo fa per loro, un po’ per volta.

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franco buffoni
franco buffonihttp://www.francobuffoni.it/
Franco Buffoni ha pubblicato raccolte di poesia per Guanda, Mondadori e Donzelli. Per Mondadori ha tradotto Poeti romantici inglesi (2005). L’ultimo suo romanzo è Zamel (Marcos y Marcos 2009). Sito personale: www.francobuffoni.it