VATICALIA
di Franco Buffoni
Dopo gli interventi della Digos a Porta Pia a Roma il XX settembre per identificare e disperdere i laici che si limitavano a rendere dignitosa testimonianza mentre la Roma istituzionale era genuflessa dinanzi al Cardinale Tarcisio Bertone, in occasione della visita di Benedetto XVI a Palermo, sono accaduti nuovi e incresciosi episodi. Su un terrazzo, proprio di fronte al palco del Foro Italico, era pronto uno striscione, con una frase tratta dal Vangelo di Matteo. Sullo striscione si leggeva: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente, tentando di entrare nell’appartamento senza alcun mandato. Sono quindi intervenuti i vigili del fuoco con le scale mobili e hanno strappato lo striscione.
“E’ un regime, neppure in casa nostra possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero” afferma Franca Gennuso, una delle persone presenti nella casa “incriminata”, tenuta sveglia tutta la notte da continue telefonate delle forze dell’ordine che intimavano, con le buone e con le cattive, di ritirare lo striscione. “La verità è che non vogliono sbavature. Vogliono dare l’immagine di una visita perfetta, con un consenso perfetto”.
In compenso già dalle prime luci dell’alba erano comparsi per la città gli striscioni con la scritta: “Con Ratzinger contro matrimoni gay e relativismo”, affissi dagli aderenti a Giovane Italia, il movimento giovanile del Popolo della Libertà, “da sempre in prima linea nella difesa di quei valori non negoziabili, quali vita e famiglia, indicati dal Papa”. Gli stessi striscioni esposti in occasione del primo Gay Pride siciliano, nel giugno scorso.
Comunque questo era il clima a Palermo.
http://www.youtube.com/watch?v=ibWY686m0Wc
Grazie a Franco Buffoni
che ha prestato attenzione a ciò che è successo ieri a Palermo. NElla città blindata. Nella città in cui la polizia aveva il permesso di perquisire tutti gli appartamenti che si trovavano sulla via di passaggio di Ratzinger. La città è stata in mano loro e chi non lo voleva non poteva che andarsene, non abbiamo avuto scelta.
L.
Una vecchia baldracca con un piede nella fossa.
La cosa strana è che nella società, anche sui temi del matrimonio gay come su altri, sono aumentati i cattolici disposti al dialogo e molti esprimono apertamente il loro dissenso dalle scelte rigide delle gerarchie. Che proprio per questo le frange più estreme si sentano meno sicure di quanto sembrino? Inoltre gli episodi di pedofilia, che di recente sono finiti sulla stampa, hanno leso l’immagine che di sè le gerarchie cattoliche vogliono dare e sono certo più deboli che in passato, anche se onnipresenti nel dire e ribadire i loro dogmi. Episodi come quello di Palermo confermano però che per le autorità italiane il Vaticano è più importante di noi cittadini italiani.
Senti, in Inghilterra quando venne la Baldracca la BBC sfioro’ la propaganda. Una cosa squallida. Almeno possiamo riflettere sui meccanismi della messa in scena mediatica, o no?
Vorrei richiamare la vecchia domanda staliniana sul numero di divisioni di cui dispone il Papa. Possiamo azzardare una risposta?
e con una sferza rovesciò i tavolini dei cambiamonete. Gesù.
Interessante testimonianza.
@ Ama
@ Ama
Mai detto di non riflettere, solo che non sono così forti come vogliono far credere.
ps: mi scuso perchè sopra è scappato via il commento
@ Nadia
Infatti. Se fossero davvero forti non metterebbero in scena simili squallori, a sputtanare l’intero sistema dell’informazione per affermare se stessi.
Un caro saluto.
In tutta franchezza io non mi sento così sicuro della debolezza della Chiesa. Certo, l’istituzione è in crisi e ha bisogno di abbrancarsi con le unghie a un governo che la sostenga (benché poi, nella sostanza, tale governo sia retto da persone che tutto esprimono tranne che valori cattolici). Certo, esiste uno scollamento tra la base (i credenti) e i vertici, però è anche vero che moltissima parte di questi stessi credenti è di fatto indifferente verso le questioni dei diritti civili negati o dei privilegi ecclesiastici. Tutto questo viene accolto come un dato di fatto, oppure il dissenso resta limitato al privato e non prende nessuna forma pubblica. Ricordiamo quel che è successo in occasione del referendum sulla legge 40.
Io c’ero. E quel che penso e che, purtroppo, quei segnali di dissenso erano dispersi tra la devozione di una folla in festa e in attesa della parola del papa.
Le uniche perplessità, fortissime, tra la gente, avevano piuttosto a che vedere con lo sforzo economico che ha comportato la venuta del papa a Palermo in un momento in cui la città, così come la Sicilia (così come il Sud, così come il Centro e il Nord, di questo paese ) è in ginocchio.
E un tale disagio, lo hanno manifestato nei giorni precedenti l’arrivo del papa proprio quei sacerdoti di frontiera (Brancaccio, Zen, Bonagia, Khalsa, Borgo…) che hanno denunciato i livelli di abbandono, degrado e povertà che si stanno toccando in città e nell’isola, nel totale disinteresse delle istituzioni locali (Comune e Regione). Tantopiù che, come è evidente, la criminalità organizzata, in un tale stato di cose, non può che accrescere i propri consensi, visto che da sempre la mafia ha offerto «lavoro» lì dove l’alternativa era pari a zero.
Il papa però non ha fatto alcun riferimento all’assenza delle istituzioni. Il papa ha «concesso» il dono della speranza e della preghiera, assolvendo quasi tutti, il sindaco in primis, e dicendo parole, a mio avviso, deboli contro il potere mafioso e chi lo legittima o lo alimenta. Ha infatti invitato tutti a rigettare a mafia. Il che va benissimo. Però, se chi ha il compito di mettere la gente in condizione di rigettare il potere mafioso non lo fa, anzi compie scelte di senso opposto…
Ps: L’altro giorno mi sono imbatutta in un tipo che mi ha detto: «Signora, io sono uno che ha lavorato sempre onestamente. Ma, me lo dica lei, che debbo fare ora che lavoro non ce n’è… perché io voglio, voglio lavorare onestamente». E, per questo signore, «lavorare onestamente» sostanzialmente significava esser stato sfruttato (in un lavoro in semi-in-nero) tutta la vita, senza neanche avere idea di cosa si intenda con «diritti dei lavoratori e dignità del lavoro». Questo è il punto. Per questo così tanta gente si «affida» al potente di turno o a chi gli offre solo una parola di speranza, e basta… legittimando, di fatto, il potere così com’è.
Mi piacerebbe ci fossero avvocati a esprimersi sul comportamento della digos nel video di youtube.
Spero che le persone che qui commentano sappiano cos’e’ la uaar e la sostengano.
Lo spero anch’io, caro Jacopo (diciamo che ce la metto tutta affinché ciò avvenga), intanto approfitto per ringraziare Evelina, Massimiliano, Luciano, Nadia, Ama, Patty e Sergio per i loro interventi. Torno al mio LAICO ALFABETO in uscita il 13 ottobre da Transeuropa: da venerdì trovate qui copertina e estratti:
http://www.francobuffoni.it
Buona serata a tutti. f