Nuove credenze popolari

di Andrea Inglese

Domenico Caro è uno studioso anomalo non solo per il taglio teorico che orienta la sua ricerca, a cavallo tra antropologia e sociologia delle credenze, ma anche per il suo metodo, che consiste in una capillare decifrazione delle mentalità minoritarie e perturbanti presenti nei più sperduti socio-sistemi del territorio nazionale. Nei lavori di Caro la visione dall’alto, statistica, è compensata continuamente dall’approccio idiografico, custode della testimonianza singolare, eccentrica e inclassificabile. Nell’ultimo voluminoso saggio, Le credenze popolari del nuovo millennio. Italia 2000-2010 (Locus Solus, Urbino 2010), l’obiettivo ambizioso è quello di individuare innanzitutto delle linee divergenti tra la mentalità frastagliata di un “popolo residuale” e un’opinione pubblica omogenea veicolata da media tecnologicamente avanzati. Ciò che più conta però è proprio la ridefinizione del “pensare popolare”, che appare frutto in primo luogo di strategie allucinatorie sofisticate, con il quale l’italiano più isolato e marginale cerca di difendersi da una classe dirigente rapace e da una sistema d’intrattenimento e informazione nei fatti terrorizzante.

“Per i ceti popolari, che non sono certo rappresentati da quel drappello di robot aggressivi e fanatici che animano i programmi di mediaset, ma che assomigliano a gruppi sfrangiati e periferici, imperfettamente legati al circuito del consumo di merci e opinioni, la modernità non c’è mai stata: essi oscillano in modo imprevedibile tra mondo arcaico e post-modernità”. Caro lavora su campioni ampi e variamente definiti della popolazione tra nord, centro e sud con interviste debolmente strutturate. La sua équipe ha coinvolto le comunità alpine, rurali, e di pescatori, i disoccupati cittadini di lunga durata, le casalinghe nate prima del 1960, le famiglie tendenzialmente endogamiche di certe valli chiuse e isolate dell’Appennino, i grafomani delle isole, i praticanti delle scommesse, ecc.

Può essere sconvolgente scoprire quanto l’animismo sia ancora diffuso nel nostro paese e abbia perfino acquisito una forma inedita nelle metropoli, investendo oggetti quali il telefono cellulare e l’ipod. “Più canzoni nuove riesco a memorizzare, aggiornando quotidianamente il mio repertorio metal, più le mie probabilità di trovare un lavoro stabile aumentano” (Gino); “Se le batterie del cellulare si scaricano durante una telefonata con un amico, capisco che di quella persona non mi posso più fidare” (Angelo). Più in generale, il pensiero magico condiziona il comportamento elettorale di una fetta importante di cittadini. Tra i non votanti da più di dieci anni, il 7 % è convinto che la situazione politica sia bloccata da una setta vaticana, che controllava prima Andreotti ed ora Berlusconi; il 4% ritiene che Gelli sia il capo della Stato e Napolitano un suo portavoce; il 12% sostiene che Berlusconi abbia poteri medianici, in grado di controllare telepaticamente l’elettorato disilluso, ed è per tale ragione che ha smesso di recarsi alle urne. Tra i votanti compulsivi, invece, il 36% è convinto che il capo del governo sia Bruno Vespa e che ad ogni nuova puntata di “Porta a porta” si debba votare per un quesito referendario (Sabina ha strangolato Sara si o no?, Marrazzo deve copulare con i transessuali si o no?). Tra le vedove non diplomate, il 31% sostiene di avere ricevuto profferte sessuali da Silvio Berlusconi; il 6% sostiene di aver subito prigionia e abusi sessuali (con un apparecchio ad energia idraulica) da parte di Berlusconi; tra i vedovi non diplomati, il 48% denuncia di essere stato vittima di sodomia praticata da Berlusconi o “da qualcuno del suo entourage”, ma l’11% sostiene di averlo menato a sangue in più di un’occasione nel periodo della sua vita in cui non era ancora famoso.

I risultati più sconcertanti riguardano però le risposte ad alcuni quesiti trasversali ai vari gruppi-campione. Contro ogni aspettativa, il 48% è favorevole a una forma di rigida dittatura socialista e all’incarcerazione dei ricchi, a patto però di poter conservare riti e credo cattolico. Il 34% è convinto che in Italia ci siano 10 milioni di cinesi e si preoccupa di non parlare per nulla la loro lingua; il 27% ritiene che per la Chiesa l’amore tra individui adulti e di sesso diverso sia peccato mortale; solo il 12% si chiede, invece, come mai se i preti possono essere pedofili non possano essere anche gay o atei. Il 67% dà fiducia alle banche italiane perché crede che appartengano alle organizzazioni mafiose. Il 22% teme che la propria figlia rimanga incinta su internet. Il 45% è convinto che Bossi sia vittima di un accanimento terapeutico.

°

[Questo articolo è apparso sul numero 5 (dicembre) di alfabeta2]

17 COMMENTS

  1. Si deducono due cose: 1) animismo sarebbe (secondo costui) sinonimo di imbellicità, 2) gli imbecilli imperversano. Ma solo una delle due può essere buona. Se il “popolo residuale” ci dà questo, si interroghi ora “l’aristocrazia residuale”, ne sentiremo di ancor più belle.

  2. Se anche tu sei riuscito a menarlo a sangue, quando era al liceo, ti porto champagne del migliore!!!

  3. Interessante, soprattutto da un punto di vista sociologico e ancor più da quello letterario. Cioè, che si può scrivere per queste persone?
    Risposta: di tutto, tutto è credibile, tutto è possibile.
    Nei momenti di crisi di Sistema (sociale), nuovi racconti diventano necessari, torna la mitologia, la credenza, l’animismo persino. Terreni per il racconto del futuro.

  4. Troppo bello per essere vero. Sono subito partito per comprarlo ma non risulta da nessuna parte – peccato…

  5. Una volta, quando ancora facevo sociologia a Milano lo incontrai questo Domenica Caro, un tipo tracagnotto, vagamente rassomigliante a Scilipoti.
    Ci fece una lezione nelle ore del barone dell’antropologia post-strutturalista: Melchiorre Martinenghi-Spada. Gia’ allora indagava la credenze popolari e mi pare facesse anche degli studi in merito agli incidenti domestici come principale responsabile della mortalita’ infantile. Inglese anni fa aveva postato qualcosa a tal proposito.

    Mi congratulo con la Locus Solus per la coraggiosa scelta editoriale.

  6. sto tra l’ahah e l’oh cielo, e c’è anche una parte di me che sospetta che questa sia una burla natalizia (?!) dell’Inglese… ma la domanda che sorge spontanea dalla sociologa che abita (a sbafo) in me è: ma quanti sono il 48 per cento dei vedovi non diplomati intervistati? 5? 10? 50?? E hanno davvero usato la parola “entourage”???

    comunque, mi sento assolutamente e radical-chiccosamente parte di questa frangia periferica dell’anima fatta da casalinghe dell’Appennino, grafomani delle isole e giocatori di Videopoker e ringrazio della segnalazione davver interessante (memorabile il “drappello di robot aggressivi e fanatici”)

    un saluto caro,
    r

  7. cara renata,

    il Caro riporta nell’ultima parte del volume una copiosa serie di annessi, in cui entra nei dettagli quantitativi dei gruppi campione: ma ti assicuro che siamo nell’ordine del centinaio di individui…

    comunque, basta guardarsi un po’ intorno, il mio vicino di casa, tabaccaio leghista, sta faticosamente studiando il cinese nelle ore serali, perché è sicuro che fra qualche anno la lingua ufficiale dei commercialisti in Italia sarà il cinese… Padania-leaks pare…

    io sono tra quelli che alla fine, dopo anni di bollettini CEI, mi sono convinto che ciò che veramente risulta contro natura per i vescovi è l’accoppiamento tra adulti consenzienti di sesso diverso – eccezion fatta per la sicura procreazione – tutto il resto, invece, fa ovviamente buon brodo: sopratutto gli atti secondo natura tra officiante e chierichetto

  8. mi sembra un vero peccato impiccantirci su di un libro che di fatto non e’ in commercio.
    ormai amareggiato per non essere stato parte del gruppo degli intervistati, almeno aiutateci a leggerne per intero i frutti.

  9. io credo che amerete che mi amerete che vi amerete e che ci ameremo:)
    buon natale
    smuackkkkkkkkkkkkkkkkk!
    vostra la fu

  10. caro andrea, non è un caso che non l’abbiano fatto santo!
    ti bacio non ostante tè :)
    la fu

  11. Napolitano è un giocatore di calcio di seie “A”;
    Berlusconi è il presidente della repubblica e del Milan;
    Vespa è un conduttore televisivo e suo zio era Agnelli, il presidente della Fiat;
    La Gregoracci è una sindacalista della CGIL;
    Storace, un pentito di mafia;
    Bondi è quello che fa panettoni;
    Razingher è un pilota di formula uno;
    La Gelmini è la fidanzata di Montezzemolo: il proprietario della ferrari e nipote di Berlusconi;
    Dellutri – non so –
    Alfano un politico di sinistra;
    Rutelli, un attore;
    Santoro un politico di destra;
    Santanché è un portiere;
    Casini un industriale.
    Bersani uno stilista famoso;
    Fini un politico di destra che adesso è passato a sinistra, ma solo per metterla in bottega a Berlusconi, che gli ha fregato la moglie, la Carfagna, che era anche la sua segretaria e la Mussolini la svergognata insultandola in piazza davanti al parlamento.

    Questo è un mini sondaggio che ho fatto a Walter, un signore 72 enne, votante, di origini venete, del quale mi occupo appena posso..

  12. a Jacopo,

    quanto a Martinenghi-Spada, mi dicono sia sparito nel nulla, dopo aver inscenato qualche polemica con Zecchi, ai tempi del Costanzo Show…

  13. veramente io non sono coltivato ma questo caro del dottor inglese l’ho letto anch’io ne è valsa la pena perché vi ho trovato citata tutta la famiglia da parte di padre: sono quelli della dittatura socialista ma con il crocifisso

  14. “il 48% è favorevole a una forma di rigida dittatura socialista e all’incarcerazione dei ricchi, a patto però di poter conservare riti e credo cattolico”: concordo su questo punto, ma senza riti e credo, cattolici e non. Mi domando dove, durante il giorno, si nasconda questo 48% di compagni tosti, coi quali farei volentieri comunella.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.