Biagio Cepollaro, la materia delle parole (opere 2008-2010)
Inaugurazione giovedì 20 Gennaio ore 18.30
Via Pastrengo 15, Milano (MI)
fino al 5 febbraio 2011
GALLERIA OSTRAKON, Via Pastrengo 15 – 22100 Milano, tel. 3312565640, mail: dorino.iemmi@fastwebnet.it
Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 – 19.30
Dal Catalogo: La ritmica di Biagio Cepollaro, di Elisabetta Longari
Se la poesia è principalmente questione di ritmo, anche per lo sguardo, come tra i primi ha indicato Mallarmé, allora questa pittura di Cepollaro non è che la forma che la sua poesia ha assunto attualmente. Sulle superfici galleggiano isole di testo come fogli o timbri, mentre “viaggiano” parole ridotte a tracce di energia di un corpo che respira sente scrive; ma sono soprattutto le pause che ne scandiscono il senso come il montaggio in un film. La poesia, la scrittura e le parole, allontanatesi dal problema del significato, portano nel corpo di ciò che costituzionalmente sono (e che la semiotica ci ha insegnato a designare come significante) una meteorologia irta di aperture e collassi. I colori svolgono comunque una parte considerevole, sprigionando effetti stranianti: anche se vicini ai primari, sono colori “scomodi”, non pacificati, a volte perfino sulla soglia dello stridore. Figli di un evidente tramestio cui Cepollaro sottopone i materiali più vari. Rosso, nero e giallo-oro evocano sigilli e ceralacche, mentre i formati a volte richiamano il rotolo orientale, senza però mai portare un senso di precarietà e leggerezza; anzi i lavori presentano una durezza un po‟ ostica, un effetto pietrificato, come tavole scritte in un enigmatico linguaggio di cui si è perdutala memoria. Niente stele di Rosetta, solamente si susseguono strati su strati, e le parole indistinte formano un brusio sommesso. Suoni. Voci. Timbri. Toni. Non è questa poesia? I titoli, brevi, hanno per lo più a che vedere con la scrittura e con la letteratura (si veda il recente ciclo La cognizione del dolore, ispirato a Gadda); altrimenti spesso coincidono, o semplicemente incominciano, con un verbo all‟infinito (ad esempio Incombere, Squadernare, Redimere il nero). I titoli dei dipinti di Cepollaro contengono quindi a volte l‟idea di un‟azione che ne sottolinea il valore fenomenologico; però invece sempre portano un‟ombra, un rischio. «Le opere d‟arte sono sempre il frutto dell‟essere stati in pericolo, scriveva Rilke, che se non erro era un poeta[…]».
Notizie biobibliografiche:
Biagio Cepollaro è nato a Napoli nel 1959, vive a Milano. Tra i poeti di punta del Gruppo 93 e cofondatore della rivista Baldus, ha pubblicato vari libri di poesia: Scribeide (Manni1993), Luna persciente (Mancosu, 1993), Fabrica (Zona, 2002), Versi
nuovi (Oedipus,2004) e l‟e-book Lavoro da fare (www.cepollaro.it, 2006). Dal 2008 si è dedicato intensamente alle arti visive, pubblicando dei libri che raccolgono sia immagini di suoi quadri che versi. Del suo lavoro pittorico dice : „è un fare strato su strato che non è cancellazione ma sedimentazione della traccia. Tale sedimentazione è già immagine e visione: quando ciò che conta non è la sua funzione informativa né quella espressiva ma il fisico esserci, il segno di un’invocazione ripetuta, di un’apertura del cuore, di una speranza.” (da Nel fuoco della scrittura). Nel 2008 è uscito Nel fuoco della scrittura (La Camera verde, Roma), nel 2009 Da strato a strato, con presentazione di Giovanni Anceschi (La Camera verde, Roma) e nel 2010 La cognizione del dolore. Otto tele per Gadda (La Camera verde, Roma). Mostre personali: Nel fuoco della scrittura, Roma, La Camera verde nel 2008; Napoli, Il filo di Partenope, 2009; Piacenza, Laboratorio delle arti, 2009; Milano, Archi Gallery, 2009; Da strato a strato, Milano, Antiquum Oratorium Passionis, Basilica di S. Ambrogio, 2010; La cognizione del dolore. Otto tele per Gadda, Roma, La Camera verde, 2010. La rivista il Verri gli ha dedicato la copertina del n. 41 nell’ottobre del 2009. Una sintesi del suo percorso sia poetico che pittorico è stata oggetto di una lezione-reading all‟Accademia di Brera nel 2010, nell‟ambito di una rassegna curata da Labbe, Mariani e Testa.
È attivo un blog dedicato alla sua arte visiva: http://cepollaroarte.wordpress.com/
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bello che la linea verticale nera che taglia la prima opera non sia esattamente nel mezzo (o forse e’ nel mezzo?). mi piace meno la parte centrale “poltigliosa” della seconda. Contraddice l’idea di ordine e purezza dell’oro ma lo fa con scarsa convinzione.
Secondo me la Poesia non è questione di ritmo, ma di respiro interno del verso, non so se sono chiaro. Le parole poetiche devo rivelare un’anima, una sostanza spirituale che non deve necessariamente sposare un ritmo dato. Questa è la mia opinione.
Biagio io ci sarò. Faccio un taglio su un’opera e tu diventi famoso. effeffe