FESTA DEL NOVANTATRE – IN DUE MOVIMENTI
a cura di Biagio Cepollaro e Paolo Gentiluomo
LIBRERIA POPOLARE DI VIA TADINO
via Tadino 18, Milano
Primo movimento:
13 giugno 2011 ore 21.oo
L’antologia del Gruppo 93
a cura di Angelo Petrella ─ Intervento di Antonio Loreto
Reading di: Marco Berisso, Piero Cademartori, Biagio Cepollaro, Marcello Frixione, Paolo Gentiluomo.
Secondo movimento
20 giugno 2011 ore 21.00
Poeti leggono il Gruppo 93
Alessandro Broggi, Francesco Forlani, Francesca Genti, Giorgio Mascitelli, Italo Testa.
Contributi in video
Contro ogni damnatio memoriae e contro quel certo gusto di raccogliere testi alla rinfusa e lanciarli come “la nuova poesia”, nasce questa nuova antologia sul Gruppo 93: forse meno gridata, ma sicuramente utile a fare il punto su un “fenomeno” di cui si è parlato troppo e scritto troppo poco. È divertente poter discutere del Gruppo 93 oggi, come di un fenomeno del Novecento da storicizzare ed eventualmente celebrare: tanti e tali sono stati i mutamenti socio-culturali al voltar di millennio, che anche i soli diciassette anni che ci separano dalla conclusione di quell’esperienza sono sufficienti per parlare di “un’altra epoca”. I protagonisti del gruppo si sono sforzati per spazzare il campo da equivoci e testimoniare la difesa della ricerca poetica contro il lirismo, l’acquiescenza e lo sfogo emotivo di marca consumistica, dilagante nella letteratura degli ultimi decenni. In un momento storico in cui la forma-poesia è relegata in spazi davvero angusti, non potrà che apparire estremamente vitale il tentativo dei poeti qui antologizzati di mettersi in discussione, di affermarsi e di mostrare la possibilità stessa di “fare gruppo”.
Angelo Petrella
Il Gruppo 93 è nato nel 1989 a Milanopoesia, festival internazionale di poesia ideato da Gianni Sassi, coinvolgendo soprattutto poeti, allora per lo più trentenni, provenienti per lo più da Genova, Roma, Napoli e Milano. Vi confluivano diverse dimensioni di ricerca che facevano riferimento in gran parte a due riviste: la genovese Altri Luoghi (Marco Berisso, Piero Cademartori, Guido Caserza, Marcello Frixione, Paolo Gentiluomo) e la napoletana Baldus (Mariano Baino, Biagio Cepollaro, Lello Voce). Il Gruppo 93 si è sciolto nel 1993 come previsto. La circolazione dei testi allora era solo cartacea e fu limitata la ricezione anche per i pregiudizi contro la sperimentazione che risalivano a trent’anni prima, all‘epoca dei Novissimi, e che alla fine degli anni ‘80 erano più forti che mai, dal momento che si era nel pieno del riflusso neocrepuscolare che accompagnava ed esprimeva un più generale ripiegamento della cultura italiana su se stessa, ponendosi così anche come un sintomo tra gli altri della terribile implosione degli anni ’90 e degli anni Zero. Ma alla metà degli anni ’90 le polemiche a mezzo stampa (la Repubblica,Corriere della sera, L’Espresso, Panorama) furono straordinariamente intense, a dispetto della scarsa circolazione dei testi. Oggi la rete permette l’accesso a moltissimi dei testi prodotti allora, oggetto in questi anni di tesi di laurea e di un crescente interesse da parte dei giovani studiosi.
Alcuni testi del Gruppo 93 saranno letti nel corso della festa da alcuni protagonisti del movimento stesso, altri verranno letti da poeti più giovani ma già dal percorso consistente. Prestare la voce da parte di poeti più giovani diventa un modo per rimettere in circolo ritmi, cadenze, poetiche spesso corrosive ed ironiche oppure drammaticamente idiolettiche e contaminanti. Si tratta forse anche di misurare lo scarto tra l’attuale poesia condizionata dalla diffusione in rete e l’ultimo movimento poetico che ha prodotto i suoi lavori fondamentalmente in cartaceo.
Comments are closed.
[…] https://www.nazioneindiana.com/2011/06/11/festa-del-novantatre-in-due-movimenti/ […]
“fu limitata la ricezione anche per i pregiudizi contro la sperimentazione che risalivano a trent’anni prima, all‘epoca dei Novissimi, e che alla fine degli anni ‘80 erano più forti che mai, dal momento che si era nel pieno del riflusso neocrepuscolare che accompagnava ed esprimeva un più generale ripiegamento della cultura italiana su se stessa.”
Passano i decenni, ma la tiritera delle avanguardie è sempre la stessa. Non ci hanno capito, eravamo troppo avanti, fuori il mondo andava a rotoli… Ma un po’ di autocritica mai, eh? Non sarà che ‘sti 93 non erano poi granché, no? Comunque non cale a nessuno, né ieri né oggi.