Tutti arancioni per mandare a casa questo governo
Un nastrino arancione per far sapere che «non condividiamo la politica del governo», e che «desideriamo che Berlusconi rimetta il mandato nelle mani del capo dello stato». L’iniziativa è stata lanciata da 100 cittadini italiani su proposta di Daria Colombo e Roberto Vecchioni. Sarebbe bello nei prossimi giorni vedere qualsiasi luogo reale o virtuale colorarsi di arancione (tutte le città d’Italia, i siti internet, i profili di facebook…) Almeno si potrà constatare quanto sia diffuso il dissenso in questo paese.
Evelina Santangelo
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APPELLO
NOI, COME SEMPLICI CITTADINI ITALIANI CONSAPEVOLI E RESPONSABILI, SIAMO CONVINTI, A PRESCINDERE DAI NOSTRI ORIENTAMENTI POLITICI, CHE L’ATTUALE GOVERNO NON CORRISPONDA PIU’ ALLA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI DEL NOSTRO PAESE. PER QUESTO RITENIAMO CHE ESSO DEBBA RIMETTERE QUANTO PRIMA IL SUO MANDATO NELLE MANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. PER QUESTO, UNENDOCI ALLE VOCI UFFICIALI DELLE OPPOSIZIONI, CHIEDIAMO A TUTTI I NOSTRI CONCITTADINI CHE LA PENSANO COME NOI DI ESPRIMERSI ATTRAVERSO UN PICCOLO GESTO SIMBOLICO MA ELOQUENTE. BASTER¿ INDOSSARE UN NASTRINO ARANCIONE PER SIGNIFICARE: «IO DESIDERO CHE IL GOVERNO SI DIMETTA» O ANCHE SOLO «NON CONDIVIDO LA POLITICA DEL GOVERNO BERLUSCONI». UN PICCOLO SEGNALE ALLEGRO E DEMOCRATICO PER CONTINUARE A COLORARE L’ITALIA DI ARANCIONE E DI SPERANZA.
Abdu Wahid (gelataio)
Alberti Barbara (scrittrice)
Archinto Rosellina ( editrice )
Azzoni Giampaolo (docente universitario )
Bacinelli Elena (albergatrice )
Baldi Marco (imprenditore )
Belli Silvana (stilista a riposo )
Bevilacqua Maria Grazia (insegnante elementare)
Bomprezzi Franco (consulente per la disabilita)
Bonfanti Sandra ( giornalista )
Bramani Lidia (musicologa )
Breccia Alessandro (ricercatore precario )
Bucco Giovanna (artigiana commerciante )
Campi Piero (operaio )
Canali Edda (casalinga )
Canali Nevio (primario ospedaliero )
Cantarella Eva (grecista )
Carlotto Massimo (scrittore)
Castelbarco Francesca (restauratrice )
Catarazzuolo Nicola (dirigente cooperativa )
Cavagnini Ezio (artigiano)
Cavestri Roberto (medico)
Celli Brunella (editore )
Chiomma Dorina (ristoratrice )
Colombo Daria (scrittrice )
Consoli Alfio (pensionato )
Corradino Stefano (giornalista)
De Sio Giuliana (attrice)
De Sio Teresa (cantante folk )
Fabbri Lucio (musicista )
Ferrari Alessandra (ufficio stampa onlus )
Finardi Eugenio (cantautore )
Finocchiaro Angela (attrice)
Fo Dario (attore e drammaturgo)
Gallo Virgilio (conducente autobus )
Gaslini Giorgio ( pianista compositore )
Ghini Massimo ( attore )
Giorello Giulio (filosofo )
Guidoni Umberto (astronauta )
Haber Alessandro (attore )
Hack Margherita (astrofisica )
La rosa Angela (pittrice )
Lecavillo Olga (salumiera )
Lerner Gad (giornalista)
Loda Carla (avvocato)
Lombardo Pijola Marida (scrittrice)
Lucarelli Carlo (scrittore )
Lucchetta Daniela (insegnante scuola media )
Magris Claudio (scrittore )
Mancuso Aurelio (pubblicista)
Mannino Franz ( architetto)
Mannoia Fiorella (cantante )
Mantegazza Tinin (pittore )
Mantegazza Velia ( regista )
Marai Evaristo (pensionato )
Maraini Dacia (scrittrice )
MarcorË Neri (attore )
Martino Edda (archeologa )
Mascia Gianfranco (blogger viola )
Montaldo Giuliano (regista )
Mosca Alessandra (liceale )
Muccino Silvio (attore )
Natoli Salvatore (filosofo )
Neri Gabriele (architetto )
NosË Flavio (psichiatra )
Oggero Dalia (editor )
Orlando Mauro (insegnante pensionato )
Pagliara Cinzia (insegnante scuola media )
Pascale Antonio (scrittore )
Pennacchi Antonio (scrittore )
Pescarolo Vera (produttrice cinematografica )
Picardi Daria (servizio civile )
Pistillo Daniela (biologa )
Pontini Massimo (imprenditore )
Rajneri Gaia (scrittrice )
Rame Franca (attrice )
Rigoldi Don Gino (prete)
Riondino David (attore )
Rizzo Alfredo (consulente finanziario )
Rossi Paolo (attore )
Roveredo Pino (scrittore )
Rutigliano Mauro (digital P.R. )
Sacco Giusi (infermiera )
Salvadori Mino (insegnante liceo )
Sandrelli Amanda (attrice )
Santangelo Evelina (scrittrice )
Scarpati Giulio (attore )
Silvestri Daniele (cantautore )
Sintoni Ruggero (operatore teatrale )
Soddu Chiara (pensionata )
Sortani Fiorenzo (gestore di bar )
Tripodi Franco (presidente coop. Edilizie )
Vacchi Fabio (musicista compositore )
Vangelista Carla (sceneggiatrice )
Vasini Lucia (attrice )
Veca Salvatore (filosofo )
Vecchioni Roberto (cantautore )
Venditti Antonello (cantautore )
Ziarati Hamid (scrittore )
Zingone Silvia (laureata disoccupata )
Comments are closed.
Ma quale arancione? Di quale gradazione? Andrebbero avvertiti chi indossa qualcosa di questo colore se è protesta o caso. QUALE è IL QUORUM? Se su cento persone trentacinque hanno il fazzoletto arancione significa non essere maggioranza nel paese?
vogliamo contarci davvero? che si organizzi una seria mobilitazione a oltranza, altro che nastrini arancioni.
Folklore estemporaneo che nasconde un vuoto desolante di (azione) politica militante: lo stesso “vuoto” in cui il regime clerico-fascio-leghista è cresciuto e di cui si è alimentato per radicarsi.
Buona fortuna.
fm
Se ogni volta che un governo non ci piace bastasse indossare un qualcosa, in Italia ogni governo non starebbe in carica per più di una settimana, a prescindere dal fatto che trovare un sistema politico funzionante sia più complicato che avere un alieno a cena, che facciamo votiamo tutti mesi?
Ma com’è bella quest’italia arancione post-berlusconiana….
Quoto FM e aggiungo che il folklore oltre che desolante è anche ridicolo, e poi non ci sono le elezioni per contarsi?
Sarei più propenso ad un’azione di protesta contro l’opposizione che non fa il proprio dovere da anni, come dimostra il voto sull’abolizione delle province.
“manca l’analisi(e poi non c’ho l’elmetto)”,insomma.Inoltre,mi rendo conto,alzando la polemica in questi giorni frastagliati potremmo alimentare il fuoco della speculazione finanziaria rendendo meno certa la possibilità che qualcuno con abili manovre riesca a recuperare rapidamente diciamo un 560 milioni di euros che non sono da buttare
http://www.youtube.com/watch?v=TaGKqSPFFT0
Il punto davvero critico di questo appello è che il colore arancione dovrebbe unirci “alle voci ufficiali dell’opposizione”. Un grande arancione che colmerebbe magicamente le differenze (diceva fm, un vuoto da nascondere), unendo, per dire, quelli che stanno lottando contro la tav ai fassino che la vogliono e desiderano più repressione, vera e propria cromoterapia miracolistica.
Tutta la mia simpatia per il nastrino arancione; ma credo che non bastarà.
Ormai la minaccia viene dal potere finanziere. Cittadini costretti da vivere nella povertà, direi una povertà incredibile; perché questo potere della finanzia ha immaginato nella sua crudeltà e follia che è possibilie vivere ancora più povero. Invece questo potere nutrito, incoraggiato dalle banche non ha nessuna vergogna per tirare profitto del denaro della mafia. Non ha paura di attacare un Paese, uno Stato. Sono in rabbia e capisco il senso del commento di Marco Rovelli. Lo ringrazio per la poesia di Erri Luca postata questa mattina. Ho voluto lasciare un commento, ma non ho visto uno spazio per i commenti.
attaccare- possibile
non per ricerca di una pubblica ribalta, ma perché non mi era agevole riassumere in due righe quanto da me già scritto, mi limito a segnalare un link con il mio commento all’iniziativa. spero che risulti chiaro che ciò che dico nel mio intervento non ha nessun intendimento polemico verso nazione indiana, ma per me è urgente – esistenzialmente, intendo, prima che politicamente – spostare il focus da questo genere di iniziative alle loro premeesse – vogliamo chiamarle simboliche, filosofiche…? non so, quel che penso ho provato a scriverlo qui:
http://fontanaconsoldino.blogspot.com/2011/07/arlecchino-o-sulla-nuova-moda-politica.html
Arancione? Un segnale “allegro”? Ma lo vogliamo capire che qua finiamo come la Grecia e quelli fuggono con l’elicottero e con i nostri soldi?!?! Ma basta! Son passati 10 anni dal sanguinoso G8 di Genova, eppure ancora non è chiaro a sinistra che cosa significhi la parolina (ormai tabù, evidentemente) CONFLITTO SOCIALE…
Capisco che ci vuole ben più di un nastro arancio. È chiaro. Nessuno crede di modificare le cose con un nastro arancio… Però uscire allo scoperto e riconoscersi attraverso un segno che identifichi un dissenso forte attenua il senso di solitudine, determina una protesta muta e continua che può generare azioni più significative.
Perché metterlo? A che serve? qualcuno mi chiede.
Ma perché no? A che servivano i lenzuoli appesi ai balconi dei siciliani per esprimere il proprio dissenso nei confronti della subcultura mafiosa… Servivano! (Certo insieme al lavoro dei magistrati, dei comitati antimafia, insieme al lavoro dei giornalisti, degli insegnati, dei politici non collusi, insieme alla determinazione dei cittadini che, giustappunto, si riconoscevano in un fine comune e, dopo anni, per la prima volta, si prendevano la briga di esibirlo quotidianamente, questo loro dissenso).
Certo, per me, indossare quel nastro significa un impegno a esprimere in ogni contesto il mio dissenso. E mi sembra di farlo, senza timori, per quel che mi riguarda.
Mi auguro che, ANCHE CHI «DISSENTE» DA QUESTA INIZIATIVA TROVI SUOI MODI PER RENDERE PUBBLICO IL PROPRIO DISSENSO. CHE È POI LA COSA PIU’ IMPORTANTE.
SO BENISSIMO CHE MOLTI LO FANNO GIA’, E DA ANNI. PERSONALMENTE A TUTTI COSTORO SONO GRATA. Per me il nastro arancio è questo.