Una piccola tabaccheria. 2
Richard Barnfield
Sighing, and sadly sitting by my Love
Sighing, and sadly sitting by my Love,
He ask’d the cause of my hearts sorrowing,
Conjuring me by heavens eternall King
To tell the cause which me so much did move.
Compell’d: (quoth I) to thee I will confesse,
Love is the cause: and onely love it is
That doth deprive me of my heavenly blisse.
Love is the paine that doth my heart oppresse.
And what is she (quoth he) whom thou do’st love?
Looke in this glasse (quoth I) there shalt thou see
The perfect forme of my faelicitie.
When, thinking that it would strange Magique prove,
He open’d it: and taking off the cover,
He straight perceav’d himselfe to be my Lover.
Franco Buffoni
Sedevo triste accanto a lui
Sedevo triste accanto a lui, al mio amore,
Quando mi chiese perché io soffrissi
Scongiurandomi in nome di Dio
Di dirgli quale mai la causa fosse
Dei miei sospiri. Te lo confesserò, risposi,
Amore è la ragione, un solo amore
Che mi opprime il cuore
E mi toglie ogni felicità.
E chi è colei che tanto ami?
Guarda in questo specchio e lì vedrai
Il volto perfetto del mio amore,
Risposi e glielo porsi. Lo aprì
Certo pensando a una magia,
E così vide che era lui il mio amore.
Richard Barnfield (1574-1627) compose venti sonetti “dedicati a Ganimede” (1595) di intonazione petrarchesca, sia sul piano formale – due quartine e due terzine, invece delle tre quartine seguite da distico del sonetto shakespeariano – sia su quello contenutistico – l’amore idealizzato. Con la particolarità che il dedicatario è di sesso maschile, come il fair youth shakespeariano, come il Tomaso de’ Cavalieri michelangiolesco. Devo a Luca Manini la riscoperta di questo splendido poeta elisabettiano. (F.B.)