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Due poesie di Oskar Pastior

 [Due preziose traduzioni dal tedesco del grande Pastior, ancora poco conosciuto in Italia. Grazie al sito Poetarumsilva che le ha ospitate e, ovviamente, alla traduttrice. a. i.]

Traduzione e nota di Anna Maria Curci

RESA DEI CONTI

La statua della vaghezza si nutre di paradossi salmistrati.
Gli addetti al sipario della parola lo calano sul banchetto della vergogna
nel quale sono beoni a fare da magnaccia.

Non meno pericolosi sono i
gigolò della logica apparente, i
giocolieri delle antinomie irreali, gli
intercettatori del tempo nell’abito di scena della perfezione.

L’utilità di versi si dimostra al di fuori dei versi,
nelle cose,
quando diventano più utili.
Così la loro bellezza, quando le persone adoperano i versi
per diventare migliori.

Oskar Pastior (da: »… sage, du hast es rauschen gehört«. Werkausgabe Band 1, Hanser, München-Wien 2006, 89)

*

ABRECHNUNG

Das Standbild der Undeutlichkeit nährt sich von gepökelten Paradoxen.
Die Vorhangszieher des Wortes verhüllen das Schandenmahl,
bei welchem Trunkenbolde Zuhälter sind.

Nicht weniger gefährlich sind die
Eintänzer der scheinenden Logik, die
Jongleure der unwirklichen Widersprüche, die
Aufhalter der Zeit im Kostüm der Vollkommenheit.

Die Nützlichkeit von Versen erweist sich außerhalb der Verse,
in den Dingen,
wenn sie nützlicher werden.
Ebenso ihre Schönheit, wenn die Menschen die Verse gebrauchen,
um besser zu werden.

* * * *

IN SPECIAL MODO RISPOLVERATURE sarebbero da fare
giornalmente pare che se ne sia entusiasti esse
avrebbero un che di tanto generoso in sé
soprattutto le stagioni in tutte le
misure si vorrebbero in sé considerare esse
portano il futuro in casa e cuore
e soltanto lo sgombero quotidiano preserva ciò che
altrimenti cadrebbe a pezzi la si farebbe magnanimamente
finita si prenderebbe nota del grido di raccolta
ci si vorrebbe vedere per tempo si ri-
correrebbe a jakob e  ci si illuderebbe
di rispolverature di böhme in aree industriali di vaste pro-
porzioni

*

BESONDERS ENTSTAUBUNGEN seien täglich
vorzunehmen man sei davon angetan sie
hätten etwas so großmütiges an sich
vornehmlich die jahreszeiten in allen
größen wolle man an sich beachten sie
bringen die zukunft in herz und heim
und nur tägliche räumung erhält was
sonst zerfiele man tue sich großmütig
etwas an man merke den sammelruf vor
man wolle sich sehen beizeiten man neh-
me jakob in anspruch und mache sich
böhmes entstaubungen industrieller groß-
flächen vor

Oskar Pastior (da: »… sage, du hast es rauschen gehört«. Werkausgabe Band 1, Hanser, München-Wien 2006, 353)

*

La diciottesima tappa della rubrica “Gli anni meravigliosi” si sofferma su una poesia di Oskar Pastior, che il pubblico dell’emittente tedesca NDR 3 ebbe modo di ascoltare nel corso di una trasmissione il 13 dicembre 1972. Qualsiasi testo di Oskar Pastior, appartenente alla comunità di lingua tedesca in Romania, è una sfida per chi voglia affrontarne la resa in un’altra lingua. “In special modo rispolverature” conferma la veridicità di questa affermazione. Il riferimento alla consuetudine, farsa quotidiana delle ‘rispolverature’ ha un crescendo che culmina nel riferimento al misticismo di Jakob Böhme (1575-1624), “Philosophus teutonicus” ricorrente nelle operazioni di recupero (alla moda?).

4 COMMENTS

  1. Andrea,

    Bellissima la strofa sull’utilità dei versi.

    Ci credo e ho sempre creduto nella poesia.

  2. Grazie al cielo poetarumsilva si è liberato dall’onta e dalla presenza della castaldi…

    Non so se è più vile chi utilizza certi termini, crogiolandosi nei suoi stessi escrementi, o chi non sente nemmeno il bisogno di una presa di distanze, fosse pure ipocrita e solamente di facciata, rispetto al becerume dell’offesa gratuita.

    Certo che è una bella gara, ma penso che i secondi l’abbiano già vinta alla grande, prima ancora dell’inizio.

    fm

    fm

  3. Marotta leggo ora il tuo commento e quello che lo precede. Sotto due poesie di Pastior, in effetti, non ci si attende di trovare tracce di fiele.

  4. Inglese, il/la miserabile di cui hai cancellato il “commento” in fondo non faceva altro che il suo mestiere di serv* nat*: il *fiele*, quello vero, è tutto nella vigliaccheria di chi se n’è stato per due giorni in silenzio a guardare…

    Non c’è nessun post, nessun poeta, nessuna traduzione, nessun riconoscimento, nessun blog che valga la dignità di una persona. Nè ora, né mai.

    fm

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose per La Camera Verde (Prati / Pelouses, 2007 e Quando Kubrick inventò la fantascienza, 2011) e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013), francese (NOUS, 2013) e inglese (Patrician Press, 2017). Nel 2016, ha pubblicato per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio (Premio Bridge 2017). Nella collana “Autoriale”, curata da Biagio Cepollaro, è uscita Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016 (Dot.Com Press, 2017). Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazione Indiana. È nel comitato di redazione di alfabeta2. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.