Sei poesie
di Italo Testa
Da: i camminatori, Valigie rosse, Livorno, 2013 (Premio Ciampi Valigie Rosse 2013, sezione italiana).
camminano
rasenti ai muri
sugli autobus
si siedono tra i primi
non parlano
tenendosi le mani
si voltano
di scatto a un tratto
ti guardano
gli occhi grigi
campeggiano
poi scartano di lato
si alzano
serrando i pugni
e scendono
**
nel traffico
procedono sicuri
gli ostacoli
li scansano veloci
ma vigili
le mani lungo i fianchi
si muovono
senza guardarsi intorno
e puntano
sempre in avanti
come aghi orientati
misurano
magnetici le strade
**
nelle stazioni
transitano
dentro e fuori
in perpetuo
andirivieni
mischiandosi
alle folle in attesa
assaltano
a frotte i treni
che arrivano
lungo i binari
e subito
a capofitto
lanciandosi
nei corridoi
ripartono
**
avanti e indietro
camminano
per gli scomparti
assidui
per tutto il tragitto
se urtano
gli altri passeggeri
non dicono nulla
non fanno cenno
si voltano
dall’altra parte
e proseguono
poi all’arrivo
fulminei
guadagnano le porte
e scendono
**
ho provato a spiarli
avanzano
ininterrottamente
sui limiti
dei caseggiati
non fermano
la loro marcia
abbattono
le protezioni
scavalcano
i cancelli le reti
e entrano
dentro i cantieri
s’aggirano
come cani randagi
famelici
nelle zone interstiziali
**
nelle notti chiare
si vedono
uscire dai vagoni
che giacciono
abbandonati
ai depositi
delle stazioni
s’inoltrano
lungo i binari
e spariscono
in lontananza
s’avvistano
poi dai treni in corsa
compaiono
nella visuale
e in un attimo
come animali bradi
svaniscono
i soliti ignoti,
in note circostanze
(esorcismi metropolitani,
tra la congiura e la farsa)
http://www.youtube.com/watch?v=otR1Pzm4j-s
Bellissimi frammenti sulla terribile ambiguita’ della visione
C’e’ qualcosa di felicemente indecidibile in questi camminatori, quasi una potenza gestaltica dell’immagine che li rende non aggiudicabili a un partito preso, neppure a quello metropolitano
Brava, bimba Chiara82, hai detto tutto.
Folgorazione fotogrammatica e rallenty senza scenografia che non sia sovrana, silenziosa non coscienza dell’andare, filmati dopo.
Getsalt, sì, e quindi, in periodo di minimalismo: massimalismo silenzioso; equazione – equalizzante. Oppure grandeza della distinzione. Peccato per la presentazione di Cepollaro, col quale, cuoco senza pari, avrei fatto ‘Schiaffoni della testarda’: ma questa è altra ricetta, da cuoco non voltairiano. Ma è un discorso lungo.
Abbraccio a Italo, se non sono troppo meridionalisticamente ‘compare’.
è piaciuto anche a me
qui alcuni miei appunti sul libro: http://puntocritico.eu/?p=5993.