Il leprotto marino
da: Nei boschi. Poesie dalle fiabe dei Grimm (Edizioni SUI, 2014).
A cura di Elisa Biagini
Immaginate una principessa che proprio non ne vuole sapere di prendere marito, a meno che non sia tanto abile da arrivare a lei senza farsi scoprire.
Penserete che sia una sfida facile e all’altezza di qualsiasi cavaliere degno di questo nome. Invece no perché la principessa vive in un castello che è provvisto di dodici finestre da cui può vedere tutto ciò che accade nei dintorni e se dalla prima può vedere alcune cose, dalla seconda ne vede ancora di più e via, via, via fino a dodici.
Novantasette cavalieri hanno già provato e novantasette pali con novantasette teste circondano il castello.
Un giorno compaiono alla porta tre fratelli ma solo il terzo riuscirà nella sfida e solo perché troverà un aiuto prezioso in un leprotto di mare.
È proprio un leprotto, credetemi, ma senza orecchie, perché nel mare non ha bisogno di ascoltare. È generoso con gli amici e ama infilarsi nei capelli di fanciulle tanto orgogliose quanto vanitose.
Ma cosa c’entrerà mai un leprotto di mare con la storia di una principessa malvagia e i suoi spasimanti?
Silenzio adesso e lo scoprirete, ma solo se resterete con le orecchie ritte e gli occhi ben aperti.
***
… and the nothing that is.
Wallace Stevens
dalla finestra della torre vedevo
gli alberi all’orizzonte
ma erano sfuocati
allora feci fare
un vetro più trasparente
dalla seconda finestra vedevo
la sagoma seghettata di ogni foglia
ma nascosta fra i rami
c’era l’ombra di un nido
di cui non scorgevo la forma
così ordinai
un vetro più levigato
dalla terza finestra vedevo
il tondo dei ramoscelli intrecciati
con dentro, mi pareva, i pulcini
ma non distinguevo la specie
e neppure il numero esatto
allora comandai ai vetrai
di molare lenti più ardite
per finestre sempre più accurate –
la quarta, la quinta, la sesta …
dalla dodicesima vedevo
i piumini che foderavano il nido
i tre passerotti con la gola spalancata
la macchia del sole riflesso
sul nero sporgente dell’occhio
ero finalmente soddisfatta
il tradimento avvenne
dietro la mia nuca
dentro la mia treccia:
non c’era niente che non vedevo
e non vedevo il niente che c’era
Brenda Porster
***
Lepre marina non l’ho mai sentita
piuttosto, sì, talvolta marinata
ma questa è un’altra storia
Qui feroce solitaria
principessa impalatrice
che tutto vede
ma non sa quel che nasconde
trasforma suo malgrado
astuto l’animale nel suo principe
ospita nella sua treccia
la sconfitta
e come spesso accade
non se lo sa spiegare
Liliana Grueff
***
Ti aspetto davanti al trono del re
vedranno le nostri mani
la mia porta tre voci
ognuna un nascondiglio
la tua una treccia
di sguardi – per non vederli.
Eva Taylor
***
Panottica
Ogni cesura
ha un suo centro
distratto
origine e fine
di ogni scommessa
Restano schegge di occhi
a conservarne il perimetro.
Iacopo Ninni
***
costruisco un velo
per il mio spazio
lontano dalle lenti
che scrutano
lo faccio non visto
come l’aria
con punti di luce
ben stretti
pronti a reggere
gli attacchi
e lasciar crescere
gli impasti dentro
un piccolo animale goffo
non lo considerano un rischio
e così io mi salvo
Stefania Zampiga
***
Leprotto marino: una ricetta
Private il leprotto marino delle lische e dei rognoni
avendo cura di passarlo e ripulirlo sotto l’acqua
e lasciatelo essiccare sotto il sole per due ore.
Sul tagliere, ridurlo poi a dadini. In una casseruola
scaldare l’olio e l’aglio e farlo rosolare e sfrigolare.
Chiudete col coperchio per evitare schizzi arroventati.
Non vi spaventate se sentirete gemiti uscire dal tegame.
Eventualmente tappatevi le orecchie. Dopo un’ora
di cottura a fuoco lento, qualora vi sembrasse pronto
toccate la poltiglia con la punta di un coltello.
Può darsi fuoriesca uno sbuffo di vapore, state attenti,
è come un geyser brusco che brucia sottoterra.
Il leprotto marino va consumato freddo. Dicono gli indigeni
sia ottimo nei mesi dei monsoni insieme al tè di frutta.
Secondo l’etichetta, grattarci il parmigiano fa cafone.
Marco Simonelli
Immagine di Liliana Grueff.
Pericolosa(da noi nei giorni scorsi ha fatto fuori due cani accorsi sulla battigia per annusarla)
http://www.greenreport.it/_archivio2011/?page=default&id=21248