i poeti appartati: Antonio D’Agostino

di vilio
Immagine di Salvatore Di Vilio

 

Poesie

di

Antonio D’Agostino

 

 

Chi porta il peso di questa assenza
le rondini di confine tremano sul ramo

la solitudine si contorce nell’aria
impigliate ai fili le foglie non cadono
più non germina il papavero
il neon della casa bassa perde luce
nei campi ridotti a discarica
poche anime a rovistare tra i sassi
la nuvola scende ad altezza di mano
il bambino curioso entra nel cirro
chiama al gioco i compagni
figurando una scala riportano
l’elemento fugace al suo posto

la pioggia cade dal cirro risalente
forma un pantano di luce

 

hai rimosso la pietra dal silenzio
fremevi per indovinare il punto esatto
quell’origine che si assenta
in cui prendesti posto alzando la voce
temendo la solitudine di chi non sente

trascini la sedia nei tuo pressi
puntelli la gamba indebolita
con la torcia illumini il soffitto
ti illudi di eclissare un astro
con un interruttore di gomma a scatto

 

 

 

Perdemmo lo sguardo nel campo
l’iride si fece betulla filo d’erba argilla
restammo a sciupare tutta la forza
la giovinezza il vino la rabbia volatile
sempre a cercare ruderi sentieri patrie
nel pozzo di stelle dormienti foglie e rami
contorti pensieri legni ornamenti vani

quel tempo non vuole ricordi
nella sagoma si consuma un cero
giochiamo a campana ad indovinelli
ma tutto vuole tacere
nel torace le arterie costole
si addensano le insane questioni
le smarrite apparizioni senza voce
prima di rovistarle dimenticarle

 

 

 

porta fuori il dolore nel cortile nel rigo
d’acqua ferma lascia scolare materia
la ferita abbandona all’erba consuma il suono
del dolore costringilo a correre tra i rampicanti
lascialo nella rissa di terra e polvere
nella presa di calce perdilo nell’accecamento
restituisci al campo le doglie del verbo

il tuo occhio aprilo l’apparenza insegna
scherza con noi strilla origlia bestemmia
ferma il chiodo fisso nel sangue
la visione è a te figlia rendila orfana
deponila nelle mani di lari e streghe

7 COMMENTS

  1. testi molto belli, una tendenza meditativa che passa attraverso una grande vivacità e precisione di immagini

  2. Le assenze come catarsi del presente; i ricordi come consistenza esistenziale; il mito come rifugio delle solitudini. Le gioie vanno e vengono, come ellissi atemporali ci spingono a contemplare la bellezza quando arriva. Siamo tutti complici del divenire, ma beato chi riconosce nella Poesia la solidità dell’animo umano ancorato alla terra. I miei più sinceri complimenti ad Antonio D’Agostino, Poeta dei luoghi. Arrivederci.

  3. L’ispirazione poetica, in cui forse alcuni non credono più credondo piuttosto nel tavolino e nelle sue algebre, probabilmente è nella sua essenza proprio una nuvola che scende ad altezza di mano e in cui noi entriamo curiosi, l’immagine che più mi è rimasta impressa di questa breve e bella carrellata. Tutto mi sembra pieno di misura pur senza essere stato misurato col righello, sono versi che risvegliano morbide scintille di qualcosa che si potrebbe chiamare incanto della lettura, e che per quanto mi riguarda non accade spesso. Ricordo intanto con piacere la serata del 24 settembre 2011, quando D’Agostino partecipò a un reading in Capua, e l’intensità e delicatezza delle sue poesie di allora, che in queste altre ritrovo. Quando la sensibilità raffinata e l’umiltà si trovano congiunte, com’è nel suo caso, si hanno, credo, i migliori risultati che si possano avere nello scrivere. I raffinatoni senza umiltà e gli umiloni senza raffinatezza stiano a casa loro; a casa mia D’Agostino sarà sempre ospite graditissimo.

Comments are closed.

articoli correlati

I poeti apartheid: Micol Bez

Se l’ordine fosse un crimine? In prigione geografi, genetisti zoologi, doganieri, genealogisti classificatori, omofobi, razzisti. Fuori una danza senza origine.   **** Come Gorata copriva di inglese...

I poeti Apartheid: Angelo Vannini

Tre poesie inedite di Angelo Vannini     Un uomo Aggiornato. Un uomo mi era saltato vicino, col suo nudo vestito di passi. Era nero come la notte,...

I poeti appartati: Anna Giuba

    Tre poesie di Anna Giuba     Ciclostile Il vecchio feto rannicchiato nel cofano rosso di una renault 4, innescava riflessi condizionati, compromessi di coscienze annacquate dal terrore. Al funerale,...

I poeti appartati: Silvio Talamo

Silvio Talamo, poeta che ho avuto la fortuna di conoscere una decina di anni fa, ha appena pubblicato un...

I poeti appartati: Alida Airaghi

da Consacrazione dell'istante di Alida Airaghi   For most of us, there is only the unattended Moment, the moment in and out of time Eliot,...

I poeti appartati: Laura Liberale

Singolare coincidenza ha fatto che nel giro di pochi giorni mi arrivassero due libri della stessa casa editrice.  Pur...
francesco forlani
francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017