Scarafag(g)itazione
traduzione dal russo di Giorgia Romagnoli
Preavviso
Ogni epoca presenta i suoi personaggi buoni, cattivi, prodigi, dell’orrore. Infatti, il tema di questo libro è la nuova svolta di un tema di sempiterna presenza tra le nostre ctonie truppe. Nella nostra urbana, blindata vita quotidiana apparvero alla vista, irruenti e fragili scarafaggi.
Il libro non rimanda ad un comune soggetto – intreccio – ma solamente allo spirito della quotidiana presenza di queste truppe nella nostra vita, allo spirito della lotta, della resistenza, dell’eroismo, dell’orrore, della convivenza e dell’amore.
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Mio fratello è uno scarafaggio e mia sorella una mosca
Parenti, che mi sussurrate all’orecchio
Si, capisco, che a detta vostra sono un vigliacco
Perché vi sto schiacciando, mentre il nostro comune Padre
In cielo porta il binocolo verso gli occhi
Vede tutto e scrive in un libro
Dunque no, non sperate, se avesse scritto
Ciò che ognuno gli chiedeva dalla nascita
La vita sulla terra sarebbe andata in rovina già da molto
Lui scrive nel libro, che cosa occorre per l’impresa
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La luce si accende – un terribile assalto
Alla pacifica popolazione
Chi è l’aggressore? e chi è che combatte
Di domenica sera
Attacco e colpisco
Accozzaglia di scarafaggi
Canto a piena voce canzoni vittoriose
Lascio scorrere l’acqua dal rubinetto
Cari, disgraziati, non sono una bestia!
Non sono un americano in Vietnam!
Si, quello che fai è, ahinoi!,
Dentro di noi, fuori di noi e sopra di noi
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(...)
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Queste indoli selvagge
Senz’altro stupiscono
Questi fulmini lampeggiano!
Queste furiose acque!
E chiedo loro: perché?
Rispondono, perché è necessario
Beh, se è necessario significa che serve
Anche noi capiamo
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Nuovamente non nella distanza ideologica
Ma tra i campi, nella rivolta delle braccia
Si incontrano il razionale contadino sovietico
E la dorifora americana
Faccia contro faccia, la sua faccia curva
Piena di punti neri
E l’intelligente viva faccia
Contadinesca del cavallo che ha molto patito
Chi vincerà? A chi nel mondo
Vivere e amare sulle rive dell’Oka?
Lo ignorano i loro piccoli figli
Osservano la battaglia falciando i ricchi contadini
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Da Dmitri Prigov, Sov’etsk’ie t’eksti [Testi sovietici], Edizioni Ivan Limbach, 1997.
Qui alcune notizie su Dmitri Prigov.
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