Biagio Cepollaro, undici poesie da La curva del giorno

di Biagio Cepollaro

*
il corpo scrive il suo poema e lo fa a giornate
questa è la sua scansione accordata al pianeta
e alle stelle che gli coprono il sonno
ogni mattina prova a riprendere dove
di sera aveva lasciato talvolta aspetta
che asciughi talvolta mescola e sovrappone

 

*

il corpo cresciuto su se stesso per più di cinque
decenni ha visto mutare forme e modi del desiderio
ora nell’abbraccio non sente distanza ma sempre di più
avverte il medesimo: il comune diventa motivo
di compenetrazione tenera come prendendosi cura

 

*
il corpo sente la sua felicità come uno stato assai precario
ma anche miracoloso e vorrebbe dirne e scriverne quasi
che queste operazioni scolpissero nella pietra i segni
del suo giubilo

 

*
il corpo conduce la sua vita facendo astrazione dalla collettiva
mitologia che unica attraversa il globo condizionando immagini
e azioni: è come se in memoria avesse un altro tempo quando
i corpi nel loro insieme si pensavano come storia e come progetto
quando la speranza non era solo di sopravvivere ma di vivere insieme

 

*
il corpo si sa storico per sua intrinseca durata e per suo inevitabile
e progressivo decadimento ma si sa storico anche per contrasto
una volta gli altri erano avvertiti da lui come compartecipi non era
felicità se non collettiva e da soli uno poteva solo riprendere
fiato ma non vivere la vera vita se non come diminuzione

 

*
il corpo è stato a lungo sollecitato nel piacere e anche
ogni mattina nell’andare al lavoro grazie alla prontezza
degli arti alle buone articolazioni che danno il giusto
vincolo al moto. ora alla finestra si sofferma di fronte
al parco mentre da sopra il nuvolo scoraggia ad uscire.
una brulicante umanità si muove e così anche tra le foglie

 

*

il corpo sa che il palazzo di fronte non si regge
per la sua grammatica ma per la pietà del sisma
che lo risparmia: è questione di proporzione ed è
meglio abituare lo sguardo al grande per non
credere che il piccolo basti e che sia tutto: la forza
del fragile è stare dentro una certa verità delle cose

 

*
il corpo fa del pensiero un modo per meglio
godere della luce: trattiene tra le sue dita
e accarezza così come può fare l’ultimo
riflesso prima di sparire dallo specchio
questo ha sapore e questo sapore è l’unico
sapere che sa: il resto è scala da rigettare

 

*
il corpo nel verso dice la sua presenza
sfuggita al racconto della storia e non compresa
neanche dalla presunta compattezza
di un io: lui è là che si muove o sta
nella consumazione cellulare che viene
non detta -prima e dopo- ogni parola

 

*
il corpo nel verso si sottrae al senso
stabilito e si muove come se non vi fosse
argine e direzione: è luogo questo
dove sembra fermarsi il potere
tale è l’impatto del singolo corpo
che di sé nella lingua fa allegoria

 

*
il corpo non chiede al verso di mentire e di rendere
importante quello che è solo un gioco di parole chiede
solo modo di spandersi nel suono e nell’immagine così
come si spande in altro corpo mescolando sempre
all’ascolto il piacere di dimenticare sé in altro nome

 


 

La registrazione video di una lettura di questi testi si può trovare qui

Un video di una lettura di altri testi  si può trovare qui   (Teatro Elfo Puccini di Milano,  25 novembre 2013 )

La curva del giorno (2011-2014), L’arcolaio editore, Forlì 2014, è il secondo libro della trilogia Il poema delle qualità.

Il primo libro è stato editato da La camera verde di Roma nel 2012 e raccoglieva testi poetici scritti tra il 2008 e il 2011.Il testo in pdf  è archiviato qui.

Il terzo libro, dal titolo Al centro dell’inverno, che conclude la trilogia è in corso di lavorazione presso L’arcolaio editore.

Relativamente al primo libro de Le qualità si rimanda a delle conversazioni in interventi critici, mentre gli interventi su La curva del giorno sono reperibili qui

14 COMMENTS

  1. Il mio corpo preferito: la poesia prima.
    Il corpo poetico. Libero anche davanti a una tavola.
    Un corpo che raggiunge la parola, prende il galoppo del mondo.

    Grazie per le poesie splendide.

  2. Questo libro è destinato a lasciare un segno che spero molto profondo: si tratta di poesia di altissimo livello, e queste anticipazioni lo confermano.

    Francesco t.

  3. un abbraccio, Biagio, ti sia un anno meraviglioso.

    qui una mia lettura del corpo femminile e delle sue gabbie, spero ti piaccia almeno un ottavo di quanto a me piace il tuo lavoro.
    natàlia

    il nemico invisibile – dialoghi dell’illogico –

    Edna”

    il punto è cominciare da qualcosa
    la stasi segna l’abnegazione
    dell’arto all’azione La misura
    corretta della forma che si adagia
    fai conto che una sedia al centro della
    stanza poi due occhi che spartiscono
    lo sguardo tra lo scarto e la domanda
    la curvatura è già attesa arco
    tensione quadratura che si piega
    ragione pressoché intatta sospesa
    che dal corpo pre tende risposta

    perché del corpo si son dette mille
    cose ma non è certa la ragione
    del silenzio la stasi vegetativa
    prima del consenso la miriade
    di blocchi neuro irrazionali
    che invadono le pareti ornamentali

    dunque si è cantata la carne la passione
    la posizione ideale lo scarico
    la forma mai la paura del passo
    la paralisi il cinema muto
    quando galvanizza l’attenzione
    su un arto che ripete
    la neurogenesi dell’azione
    senza averne coscienza né comando

    allora

    si dovrebbe cominciare sempre
    da qualcosa dal punto di rottura
    tra pensiero e conduzione quando
    l’ordine si spezza nella leva
    che àncora l’azione alle ginocchia

    un’involuzione ordinaria della
    volontà al comando l’esimia
    prostrazione
    dell’essere al peso del suo corpo

    “cerco una freddezza lucida che lacera”

    mi spiego nelle pieghe dietro le
    ginocchia che tendono i polpacci
    sollevo le punte:

    “ somiglierò lontanamente a una ballerina?”

    [leggera – come se fosse, si potesse
    dispiegare alluci come ali]

    “bentornato” – nel frattempo diceva
    del suo volo mentre da dietro la finestra
    si levava l’imbrunire –“ forse
    l’inizio non è altro che la fine
    quella volontà di premere fino
    a uccidersi di luce”

    “- hai mai pensato alla volontà del cielo?”

    non si ferma, si rispecchia eterna
    nell’ellisse come volta si allarga
    movimento senza tregua:

    non cerca, non chiede, si ripete

    [maledettamente ricopro centimetri
    di pelle al sudore ometto la concessione
    dell’odore rinchiudo il ciclo in ali
    di cotone metto il punto ad ogni
    giro naturale del mio pelo
    : decoloro]

    Dove si incunea, dunque, l’osceno?
    saranno le cosce l’umido il desiderio?
    o quel malato puntellare

    – “così non si può, così non si deve”

    come se bene o male non fosse vera
    ogni cosa ci appartenga nel buio
    di pensieri immacolati

    ***

  4. … in attesa di poter leggere integralmente questo secondo libro, già dagli s-punti che proponi appare chiaro quel pensiero di “piacere” che più volte hai reso esplicito in riflessioni… una costruzione intellettuale e sensibile di “immagini” con cui vai costruendo una grande allegoria del corpo… complimenti

  5. Era dai tempi di Vittorio Sereni che non assistevamo a poesia di un cosí alto valore artistico e culturale. Bellissime, ampissime, un lavoro enorme. Serviranno decenni per scandagliarlo ed esplorarlo. Da brividi in più parti del corpo. Eccezionali veramente.

Comments are closed.

articoli correlati

Il lettore di Dante

di Alberto Cristofori Il testo che segue è la rielaborazione di alcune osservazioni da me annotate alla bell’e meglio in...

La notte non esiste di Angelo Petrella

di Guido Caserza Il ritmo giambico, ossessivo del periodare breve, impiegato per rafforzare l’icasticità delle scene, amplifica anche le iperboli...

Riviste e poeti a Napoli 1958-1993

  di Giorgio Moio Che Napoli sia stato il centro di un lungo dibattito di cultura sperimentale, già a partire dagli...

Gli interventi economici cinesi e italiani in Africa

di Marta Tufariello Stupisce che l’opinione pubblica occidentale ignori quasi totalmente che nell’ultimo decennio molti stati o regioni del continente...

Manette o ambrogino d’oro?

di Pino Tripodi Conosco alcuni del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio recentemente arrestati a Milano con l'accusa di associazione a delinquere....

Il lettore di Dante

di Alberto Cristofori A partire dal 5 febbraio 2019, Alberto Cristofori legge la Divina Commedia alla libreria Tempo Ritrovato di...
biagio cepollaro
biagio cepollaro
Biagio Cepollaro, nato a Napoli nel 1959, vive a Milano. Esordisce come poeta nel 1984 con Le parole di Eliodora (Forum/Quinta generazione), nel 1993 pubblica Scribeide (Piero Manni ed.) con prefazione di Romano Luperini e Luna persciente (Carlo Mancosu ed.) con prefazione di Guido Guglielmi. Sono gli anni della poetica idiolettale e plurilinguista, del Gruppo 93 e della rivista Baldus . Con Fabrica (Zona ed., 2002), Versi nuovi (Oedipus ed., 2004) e Lavoro da fare (e-book del 2006) la lingua poetica diventa sempre più essenziale aprendosi a una dimensione meditativa della poesia. Questa seconda fase del suo percorso è caratterizzata da pionieristiche attività editoriali in rete che danno vita alle edizioni on line di ristampe di autori come Niccolai, Di Ruscio e di inediti di Amelia Rosselli, a cui si aggiungono le riviste-blog, come Poesia da fare (dal 2003) e Per una Critica futura (2007-2010). Nello stesso periodo si dedica intensamente alla pittura (La materia delle parole, a cura di Elisabetta Longari, Galleria Ostrakon, Milano, 2011), pubblicando libri che raccolgono versi e immagini, come Da strato a strato, prefato da Giovanni Anceschi, La Camera Verde, 2009. Il primo libro di una nuova trilogia poetica, Le qualità, esce presso La Camera Verde nel 2012. E' in corso di pubblicazione il secondo libro, La curva del giorno, presso L'arcolaio editrice. Sito-archivio: www.cepollaro.it Blog dedicato alla poesia dal 2003: www.poesiadafare.wordpress.com Blog dedicato all’arte: http://cepollaroarte.wordpress.com/