Abbiamo raccolto in questo Atlante alcuni dei numerosi scritti pubblicati sul tema del 25 aprile e della Resistenza, con la profonda convinzione che, soprattutto in questo clima di estrema confusione politica, di intolleranza, di razzismo strisciante, sia ancora e sempre di più importante scrivere e raccontare del momento storico in cui forze diverse per credo e convinzioni ideologiche trovarono una via comune per opporsi al nazifascismo.
«Perché molti italiani si sentirono offesi, toccati nel sentimento profondo, quando chi attualmente siede a Palazzo Chigi propose di trasformare il 25 Aprile nella Festa delle Libertà? Perché la Resistenza fu anzitutto antifascista. Cercare di annacquarla in una generica festa delle libertà (riecheggiante per altro quel Popolo delle Libertà all’interno del quale sono confluiti i post fascisti) ebbe per loro il sapore di una beffa.» [11 Gennaio 2010]
«Coloro che vorrebbero abolire la memoria del XXV Aprile vorrebbero dedicare una piazza di Milano al presidente del consiglio morto latitante. Perché non propongono anche l’erezione di un monumento? Coi due statisti insieme: quello che ha reso impronunciabile il termine socialista e quello che ha reso impronunciabile il termine liberale. Distruggendoci culturalmente.» [25 aprile 2011]
«Nella notte d’inverno le stelle scintillano, ancora più nitide, fredde nel freddo apogeo. Al fuoco del bivacco, appoggiato alle pietre, nude, del muro a secco, il dottore [‘U Megu] non parla e dentro di sé sente la sventura vicina.» [25 Aprile 2012]
«Potremmo calarci negli anni. Accorgerci ad alta velocità della vita. Dieci, venti, trenta, sessant’anni dopo. Snobbare Praga, Budapest, Togliatti e Berlinguer, i matrimoni e i divorzi, la consistenza del divenire. Potremmo aspettare la morte. E, dopo, aprire il cassetto e la scatola. Trovare le carte. Tutte queste carte! Queste foto e queste lettere. Un passato insopportabilmente presente. Ma ne vale la pena, se raccogli un foglio scritto a macchina. Questo riesci a leggerlo?» [24 Aprile 2013]
«Beppe Fenoglio appuntava, su fogli recuperati dalla vita quotidiana della famiglia, i propri ricordi partigiani. Ricordi accesi, ancora attaccati alla carne. Ma con parole cercate tra tante e tante per dire un’esperienza eccezionale. Eccezionali, le esperienze, solo per chi le vive.» [23 Aprile 2015]
«Quali sono le forze che muovono l’esistenza di un individuo? Verrebbe da rispondere – in un elenco tra l’evidente e l’ovvio – il carattere, la Storia (con le sue incisioni sul vissuto) e infine la più importante di tutte: la sorte. Ma forse, ragionando sulla straordinaria biografia di Ivar Oddone (1923-2011) – dapprima partigiano, poi pioniere della moderna medicina del lavoro italiana – si dovrebbe dire, prendendo in prestito le parole di Italo Calvino, che il suo motore fu «l’enorme interesse per il genere umano».» [25 Aprile 2015]
«L’imminenza del 25 aprile mi ha fatto tornare in mente una storia. Non è una storia italiana, neppure una storia di resistenza in senso stretto. La trovo sorprendente, anzi bella, proprio perché è ambivalente e di profilo basso. Una storia tedesca. E di calcio.» [26 Aprile 2015]
«A due giorni dalla Festa della Liberazione, tornare a parlarne ha meno del post e più della considerazione inattuale. Ma tant’è. La parola resilience mi pare che ricorra più spesso in inglese, forse come conseguenza dei dibattiti in voga nelle scienze sociali anglofone, dalla psicologia del lavoro alla sociologia ambientale. In italiano salta subito agli occhi quanto pericolosamente i due sostantivi resistenza e resilienza si somiglino.» [27 Aprile 2015]
«“Vivo, sono partigiano.” scrive Antonio Gramsci l’11 febbraio 1917, quasi cent’anni fa, e in questo imprescindible sillogismo, in questo cogito ergo sum fra vivere, essere vivo e partecipare, parteggiare nella vita della πολις, in questa esistenza politica, in questa politica esistenziale, sta in nuce il primo seme della futura Resistenza. » [25 Aprile 2016]
«L’accadere di una tale scelta, il suo segnarsi nella coscienza individuale come una frattura originante, permette un recupero del concetto di anabasi come euristica positiva atta alla delineazione della nuova erranza che la Resistenza inaugura. La scelta infatti rinviene nella contingenza necessitante delle determinazioni storiche un registro valoriale, di giustizia, che le trascende, che assume la necessità al livello della decisione.» [24 Aprile 2017]
«Nella storia della mia famiglia ho portato su di me la Storia della prima metà del ‘900 quasi inconsapevole, per anni: la morte di mio zio Giancarlo Puecher fucilato dai militi della RSI a Erba dopo un processo farsa, il 23 dicembre 1943, partigiano di una brigata di ragazzi, che ancora non era riuscita nemmeno a compiere grosse azioni.» [26 Gennaio 2018]
«Alla manifestazione milanese del 25 aprile scorso ( 2017) ha destato disappunto e ironia il cartello portato da un militante del PD che inneggiava a Coco Chanel come madrina spirituale dell’Europa unita, dati i trascorsi antisemiti e collaborazionisti della celebre stilista che evidentemente gli estensori del cartello ignoravano.» [22 Aprile 2018]
«Ilio Barontini parte per l’Africa Orientale nel dicembre del ’38. La missione era stata preceduta da contatti con Di Vittorio, Grieco, Berti, la segreteria del Negus e le autorità francesi. Ha il compito di organizzare la guerriglia contro gli invasori e la propaganda antifascista fra militari e coloni italiani.» [25 Aprile 2018]
«Nel mese di marzo di settant’anni fa nell’Italia sconvolta dalla guerra si produsse un fatto inaspettato, che rappresentò la prima vera crepa della dittatura fascista e l’inizio del lungo e drammatico percorso di riconquista della democrazia e della libertà. Decine di fabbriche del nord, tra cui quelle più importanti per la produzione bellica, si fermarono.» [31 Marzo 2013]
In questo 25 aprile 2018, che ancora pervicacemente mi sento in dovere di “commemorare” contro il rigurgito di tutti i fascismi e razzismi, manifesti o striscianti che siano, nel raccontare l’avventurosa e straordinaria missione di sostegno alla resistenza etiope compiuta dal 1938 al 1940 da Ilio Barontini...
Vi ringrazio con tutto il cuore. La Resistenza è stata tradita, tradita dallo stalinismo e dalla Sinistra istituzionale.
Meno male che ora c’è Salvini a difenderla, Sergio!